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Principi di testualità (2) La tipologia testuale
Lingua italiana (CT) Principi di testualità (2) La tipologia testuale
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Argomenti della lezione
Questa lezione introduce al concetto di tipologia testuale in quanto elemento regolativo della produzione e della fruizione di un testo. Sono oggetto di analisi, nello specifico: la classificazione pentapartita di Werlich; la classificazione tripartita di Sabatini.
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Il senso della questione
Il riconoscimento e la comprensione di un testo sono rese possibili, nel suo interprete, anche dal soddisfacimento di attese ed aspettative di vario genere. Esse riguardano gli aspetti strutturali, formali e contenutistici del testo, e si fondano sia sulle esperienze di lettura pregresse, sia su una specifica attività di formazione cui è stato sottoposto l’interprete. Le une e le altre sono alla base della capacità di raggruppare i testi in tipi, generi e classi; capacità che – come si è scritto – orienta fortemente l’interpretazione.
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Il senso della questione
È evidente che un testo che presenti numerosi segnali di genere, proprio per il fatto di costituirsi come paradigmatico, risulterà più facilmente comprensibile: sarà, quindi, più efficiente. I testi professionali, soprattutto quelli che hanno il fine di informare e di dimostrare, si avvantaggiano significativamente da una progettazione rigorosa, che renda facile il loro riconoscimento in quanto rappresentanti di un genere specifico. La conoscenza delle regole di genere è dunque preziosa per il redattore di testi professionali. Di tali regole ci occupiamo in questa lezione.
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La tipologia testuale
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Competenza testuale e tipi di testo
I linguisti riconoscono a ciascun parlante di una lingua una competenza innata. Gli studiosi di ispirazione chomskyana la definiscono come l’insieme delle conoscenze e delle regole grammaticali e linguistiche che permettono al parlante di comprendere (c. passiva) e formare (c. attiva) un numero infinito di nuove frasi. I sociolinguisti e gli studiosi di linguistica testuale la definiscono come la capacità di servirsi di una determinata parte o di un determinato aspetto della lingua (per esempio del lessico o di insiemi di testi).
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Competenza testuale e tipi di testo
Nello specifico, quella particolare forma di competenza che permette di produrre e riconoscere, interpretandoli, dei testi, è la competenza testuale. Possiamo ritenere che essa si realizzi come capacità di assegnare un testo ad un tipo, ad un genere, ad una classe: di comprendere, per esempio, dopo poche battute, se si sta leggendo o ascoltando una barzelletta, le previsioni del tempo, un messaggio pubblicitario o le istruzioni per l'uso di un elettrodomestico.
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La classificazione dei testi
Di fatto, comprendere un testo significa anche saperlo collocare all’interno di una trafila di altri testi che condividono con esso caratteristiche comuni, a livello strutturale, contenutistico, formale. Comprendere un testo è, in altre parole, anche saperlo categorizzare, saperlo cogliere in quanto rappresentante (token) di un tipo più generale, più o meno ricorrente in una data cultura (type).
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La classificazione dei testi
Si sono occupati dei meccanismi che consentono di ricondurre un testo ad un tipo anche molti studiosi di psicologia, linguistica, scienze cognitive. Alcuni di essi, anzi, hanno cercato di individuare alcuni classi fondamentali in cui tutti i testi producibili sarebbero inquadrabili: i tipi.
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Le due tipologie fondamentali
Possiamo identificare almeno due tipologie fondamentali: quella di Werlich, che potremmo definire funzionalistica; quella di Sabatini, che definiremo pragmatica. Le descriveremo, nell’ordine, nelle slide che seguono.
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La tipologia di Werlich
Nella tipologia di Werlich i testi vengono classificati sulla base di tre variabili fondamentali: lo scopo che l'emittente si prefigge; il destinatario a cui intende rivolgersi; le circostanze in cui avviene lo scambio comunicativo. Questi parametri extralinguistici (pragmatici) influenzano direttamente le caratteristiche linguistiche del testo (scelte lessicali, caratteristiche della sintassi, uso di particolari tempi verbali ecc.).
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I tipi testuali secondo Werlich
Werlich distingue cinque tipi testuali. TIPI DI TESTO FUNZIONE ESEMPI NARRATIVO raccontare un fatto, una storia racconti, articoli di cronaca, corrispondenze di inviati, relazioni di viaggio, biografie ecc. DESCRITTIVO delineare le caratteristiche di una persona, di un paesaggio, di un oggetto parti descrittive di opere letterarie, di resoconti di viaggio, di guide ambiente turistiche ecc. ARGOMENTATIVO sostenere una tesi attraverso un ragionamento logico proponendo argomenti a favore e confutando le opinioni contrarie arringhe, alcuni saggi scientifici, discorsi politici, articoli di fondo, slogan pubblicitari ecc. INFORMATIVO fornire notizie utili su personaggi, argomenti o fatti orari dei treni, avvisi (scritti e orali), saggi divulgativi ecc. REGOLATIVO indicare particolari norme da rispettare; imporre obblighi e divieti leggi, regolamenti, statuti, istruzioni per l'uso ecc.
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Tipi co-occorrenti Nella realtà dei documenti individui, un testo può spesso svolgere più funzioni allo stesso tempo. Un saggio scientifico, per esempio, può essere sia informativo sia argomentativo (quando l'autore espone una sua personale ipotesi interpretativa). I tipi testuali "puri" sono un’astrazione ed i testi reali sono praticamente tutti “misti” in quanto integrano sequenze di carattere diverso. Un articolo di cronaca, ad esempio, oltre a quelle informative, può contenere sequenze narrative ed argomentative. Un racconto, d’altra parte, oltre alle istituzionali sequenze narrative, contiene spesso spezzoni descrittivi ed anche informativi, in qualche caso (si pensi a certi romanzi “di formazione”).
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Il testo descrittivo I testi descrittivi hanno lo scopo di rappresentare un oggetto, un ambiente, una persona. Sono scarsamente autonomi: sezioni descrittive sono presenti in quasi tutti gli altri tipi di testo. I testi descrittivi si fondano essenzialmente sulla dimensione spaziale. Ciò determina l'uso ricorrente (in particolare nelle descrizioni di ambienti e paesaggi) di indicatori spaziali (evidenziati nel testo). Di norma il testo descrittivo presenta una sintassi semplice, articolata in frasi brevi. I tempi verbali usati sono il presente e l'imperfetto. Entrambi esprimono azioni durative e non puntuali e si prestano dunque a rappresentare scene.
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Il testo descrittivo Il lessico di un testo descrittivo deve essere ricco e vario ma allo stesso tempo preciso. Nelle descrizioni di tipo tecnico-scientifico è frequente il ricorso a termini settoriali. Come una narrazione può avvenire in ordine diverso da quello naturale in cui si sono svolti gli eventi cui essa si riferisce, così una descrizione può presentare elementi informativi in ordine variabile, non necessariamente quello più ovvio. Un'altra caratteristica ricorrente nelle descrizioni è l'uso di similitudini. Il livello di soggettività di una descrizione è assai variabile. Normalmente le descrizioni presenti in testi professionali sono piuttosto impersonali. La coesione La coesione è la caratteristica di un testo che si presenti corretto dal punto di vista dei rapporti grammaticali e sintattici istituiti tra i suoi componenti. Sono, dunque, da considerare coesi, secondo il modello tradizionale, testi che non violino le norme (► Paradigmatico/sintagmatico; sistema/processo) previste dal codice. Sarebbe, perciò, coeso un testo come: “il gregge bruca l’erba nel prato e la calpesta”, ma non uno come “il gregge brucano l’erba nel prato e lo calpesta”, perché non rispettoso di reggenze, concordanze e collegamenti grammaticali. Da un punto di vista linguistico, sarebbero segnali della coesione, tra gli altri, i legamenti ed i sostituenti (e cioè pronomi, congiunzioni, preposizioni, vari avverbi...: ► Legamento) e gli strumenti della concordanza morfologica (le desinenze). Chi non abbia un’idea precisa di cosa siano legamenti e sostituenti e di quale funzione svolgano all’interno di un testo troverà certamente utile la lettura di questa [inserire link a file intitolato testo_finestra2.doc] scheda esplicativa; gli altri possono proseguire con il resto del testo principale: si tenga conto il possesso delle nozioni grammaticali e linguistiche di base che vi sono fornite è necessario allo svolgimento degli esercizi collegati alla lezione. La coerenza La coerenza è la caratteristica di un testo che presenti contenuti ben collegati tra di loro. Sarebbero, dunque, da considerare coerenti, testi nei quali si rispettino dipendenze come quelle di causa/effetto, scopo/risultato, anteriorità/posteriorità, prossimità/lontananza ed altri ancora. In testi poco coesi (ossia in assenza di elementi linguistici che manifestino coesione), la coerenza potrebbe essere recuperata grazie ad uno sforzo inferenziale (► inferenza) aggiuntivo da parte del destinatario; è ovvio che la coerenza risulterebbe più evidente in un testo coeso che in uno linguisticamente disgregato. Così, un testo come: “Mario, quando vide le prime gocce cadere aprì precipitosamente l’ombrello” sarebbe considerato coerente già ad un’analisi preliminare, mentre per comprendere “Mario, quando vide le prime gocce cadere chiuse precipitosamente l’ombrello”, occorrerebbe qualche sforzo in più. Sarebbe necessario, per esempio, che l’interprete ipotizzasse che, nella situazione descritta dal testo, Mario si trovi sulla soglia della casa, in procinto di uscire con l’ombrello aperto, e che, vedendo cadere con violenza le prime gocce, abbia deciso di rientrare. Coerenza e coesione siano caratteri inerenti al testo; i caratteri di cui discuteremo nei prossimi paragrafi sarebbero invece esterni ad esso. L’intenzionalità e l’accettabilità L’intenzionalità rappresenterebbe l’espressione della volontà dell’emittente di produrre un testo ben congegnato: il suo inserimento nel novero dei caratteri costitutivi del testo è un tentativo di rendere esplicito il fatto che non si dà comunicazione (e, quindi, produzione di testi) senza una volontà esplicita di farlo e senza che essa venga presupposta (lo sostenevano Grice ed Austin: si riveda la lezione sulla comunicazione, nella sezione dedicata al modello ostensivo-inferenziale). L’accettabilità sarebbe invece la manifestazione complementare dell’intenzionalità, quella, cioè, della volontà del ricevente di attivare uno scambio comunicativo, riconoscendo nella sequenza di enunciati inviatigli dal suo interlocutore un testo compiuto. L’informatività L’informatività sarebbe una misura della capacità di un testo di esprimere informazione nuova: si dovrebbe dunque considerare informativo un testo che veicola notizie ignote o inattese. L’informatività, così, non sarebbe una caratteristica assoluta, ma crescerebbe o decrescerebbe su una scala lineare, e sarebbe determinata dal contesto dell’enunciazione. In questo senso, un enunciato come “il suono è un’onda che si propaga attraverso un mezzo elastico” può essere altamente informativo per studenti di una classe liceale, ma può esserlo pochissimo per dei fisici. La situazionalità La situazionalità è la caratteristica di un testo di essere interpretabile “in contesto”. Così, un testo (parzialmente iconico) come M ha un senso per i milanesi che usano la metropolitana; Silenzio nei corridoi assume un senso preciso per i visitatori di un cinema o per gli alunni di una scuola, ma non ne avrebbe alcuno se stampato su un cartello stradale. L’intertestualità L’intertestualità è la caratteristica di un testo di istituire rapporti con altri testi compresenti o presenti nel contesto culturale di fruizione (e, dunque, depositati in qualche modo nel patrimonio di mnemonico dell’interprete). In particolari ambiti culturali, per riprendere un esempio già fatto, un testo composto di 14 brevi segmenti di 11 sillabe appare immediatamente riconducibile, in virtù di collegamenti che vengono istituiti dai lettori sulla base di loro esperienze culturali, come un componimento poetico di tipo particolare. I principi regolativi: efficienza, efficacia, appropriatezza Una volta identificato come tale in quanto aderente ai principi costitutivi, il testo si contraddistinguerebbe, nel modello di De Beaugrande e Dressler, per il fatto di essere realizzato sulla base di tre principi regolativi – efficienza, efficacia ed appropriatezza – che ne determinerebbero alcuni connotati pragmatici; ai primi due abbiamo già fatto riferimento nel paragrafo intitolato I testi possono essere più o meno efficienti e più o meno efficaci, cui rinviamo; del terzo basti dire che è la caratteristica di un testo la cui impostazione generale è adeguata al contenuto che dovrebbe veicolare. Non sarebbe quindi appropriato, per fare un esempio banale, un testo scientifico non divulgativo che accogliesse forme proprie dell’italiano popolare o regionale, o che ammettesse, nell’organizzazione del paratesto, l’uso di caratteri colorati o di immagini dei Simpson.
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Testi descrittivi Il layout facilita, in genere la consultazione e l’impiego dei testi.
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Il testo regolativo Il testo regolativo fornisce norme, prescrizioni o istruzioni e richiede che il destinatario riconosca l'autorità dell'emittente. Sono in genere costituiti da porzioni ben delimitate e gerarchizzate; nei casi dei testi più formali tali porzioni sono anche numerate o siglate, in modo da essere facilmente reperibili per chi le debba consultare. Mirano alla massima chiarezza; nel caso dei testi più formali si perviene ad un’esplicita identificazione delle categorie di individui e situazioni cui si applicano le regole oggetto di definizione. chi li emette si qualifica implicitamente come dotato di autorevolezza perché esperto o per via di una delega specifica.
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Il testo regolativo L'emittente può rivolgersi direttamente al lettore attraverso l'uso della seconda persona verbale (in una ricetta: prendete due etti di burro e fatelo sciogliere in pentola...) o adottare le soluzioni più distaccate costituite dall'infinito (prendere due etti di burro e farlo sciogliere in pentola...) o dalla costruzione impersonale (si prendano due etti di burro e si facciano sciogliere in pentola...). Nei testi di legge spicca la tendenza al ricorso a un registro formale e impersonale. Vi si fa largo impiego di termini e costrutti propri del linguaggio burocratico, che tendono a rendere la lettura piuttosto complessa, ma che mirano, contemporaneamente, a ridurre il tasso di ambiguità al minimo e ad innalzare il tono della prosa. Ciò spiega il ricorrere di aulicismi e di termini antiquati, l'impiego della terza persona (che esclude qualsiasi riferimento personale al singolo destinatario) e di perifrasi contenenti verbi modali (in particolare dovere).
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Testi regolativi Il layout è molto variabile, in funzione del genere testuale.
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Il testo informativo Il testo informativo ha lo scopo di arricchire le conoscenze del destinatario su un determinato problema, mettendo a sua disposizione dati e notizie di diversa natura. I principali tipi di testo informativo sono i manuali scolastici, le voci di enciclopedie, gli articoli scientifici e giornalistici, le guide turistiche. Seppure in forma molto schematica, assolvono alla funzione informativa anche semplici elenchi di dati e tabelle, come l'orario dei treni o l'elenco dei nati in Italia in un anno determinato…
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Il testo informativo La chiarezza, l'organicità, la coerente disposizione delle parti sono caratteristiche fondamentali del testo informativo. La tecnica compositiva è molto variabile, ed il testo informativo può includere porzioni narrative, descrittive, e argomentative variamente composte in un insieme. Il criterio di ordinamento delle informazioni può variare: in generale si segue quello che appare più funzionale ai propri fini comunicativi ed al proprio uditorio. Così, in un manuale di storia l'esposizione degli eventi segue preferibilmente un criterio cronologico, la riflessione sugli eventi stessi segue invece un criterio logico. Nei testi di divulgazione si utilizzano anche paragoni e si fa ricorso, per spiegare concetti particolarmente complessi, anche metafore. Nei testi scientifici specialistici, invece, in considerazione dell’uditorio cui ci si rivolge, si evitano i traslati e si impiega una veste grafica più sobria. I testi informativi scientifici mirano soprattutto all’esattezza terminologica ed alla mancanza di connotazione: essi abbondano anche in definizioni.
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Il testo informativo Non di rado i testi informativi ricorrono al sostegno di un paratesto costruito per favorire l’accesso alle informazioni: vocaboli e frasi salienti, che sono oggetto di una definizione, sono stampati con caratteri diversi (in neretto e in tondo); frequentemente sono presenti note a margine o a piè di pagina, glosse contestuali, tabelle e grafici; si usano schemi e – quando è utile, si impiegano elenchi puntati e numerati.
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Testi informativi Si considerino gli esempi che seguono.
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Il testo argomentativo
Il testo argomentativo si propone di convincere il destinatario della bontà di una tesi. Lo si può distinguere dal testo persuasivo dalla persuasione in quanto esso non nasconde il proprio fine ed impiega una strategia che mira a convincere facendo appello al ragionamento più che a componenti emotive o irrazionali. Sono testi argomentativi, tra gli altri, le arringhe degli avvocati, i discorsi politici, alcuni saggi di argomento scientifico o storico (quelli in cui l'autore espone e motiva una sua personale ipotesi interpretativa), gli articoli di fondo di un quotidiano, il tradizionale tema scolastico.
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Il testo argomentativo
Il testo argomentativo ha una struttura facilmente riconoscibile; è in genere composto da: una presentazione del problema, che ha generalmente carattere informativo e costituisce la premessa all'argomentazione vera e propria; una tesi da dimostrare; gli argomenti a sostegno della tesi; eventualmente: un'antitesi da confutare; eventualmente: gli argomenti a sfavore dell'antitesi; la conclusione in cui si “tirano le somme” e si dimostra la ragionevolezza della tesi. Il testo argomentativo appare fortemente calato nella situazione concreta. Se una norma trae la propria efficacia proprio dal rimanere immutata in qualsiasi circostanza, un'argomentazione, per essere persuasiva, dovrà adattarsi alle caratteristiche legate all'età, alla cultura, alle convinzioni personali del destinatario. In un testo argomentativo ben costruito l’unitarietà è un valore importante: per questo è normale, in esso, l’uso di connettivi logici, che segnalano i punti di snodo del ragionamento.
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Le modalità argomentative
Com'era ben noto agli antichi studiosi di retorica, l'efficacia di un'argomentazione non si basa solo sulla giustezza delle motivazioni addotte, ma anche sulla capacità di sostenerle dialetticamente: a questo scopo l'emittente ha a disposizione diverse strategie argomentative in quanto può fare ricorso: ad argomenti logici (logos), i quali mettono in evidenza dei rapporti causali tra gli argomenti addotti (condivisi dal destinatario) e la tesi da dimostrare; ad argomenti di autorità (ethos), che mettono in risalto l’affidabilità e l’autorevolezza del parlante (un esperto in materia, un personaggio noto e stimato, un ente o istituto di ricerca ecc.); ad argomenti di ordine emotivo e pratico (pathos), più comuni nel testo persuasivo che in quello argomentativo vero e proprio.
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Un testo argomentativo
Si consideri l’argomentazione svolta nel testo a lato, tratto da un numero del Corriere della Sera.
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I limiti della tipologia di Werlich
La tipologia di Werlich, per quanto molto nota, interessante da vari punti di vista e certamente utile a certi fini, presenta tuttavia varie carenze, che si possono riassumere nei punti che seguono: fornisce scarse indicazioni di tipo linguistico utili alla classificazione dei testi; ignora le dinamiche comunicative che presiedono alla produzione ed all’uso dei testi (in particolare, non tiene in alcuna considerazione l’attività del destinatario dei messaggi).
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La tipologia di Sabatini
Per tenere conto di queste esigenze, in tempi recenti sono state avanzate altre proposte di classificazione dei testi; quella che prenderemo in considerazione in questa sezione risale a Francesco Sabatini; essa riprende ed amplia, problematizzandolo e collocandolo in una prospettiva propriamente semiotica, il modello classico - werlichiano - sussumendolo in qualche modo sotto una teoria più comprensiva.
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La tipologia di Sabatini
Il modello di Sabatini prevede che si debbano tenere in considerazione due elementi fondamentali: la materia di base, cioè l’insieme di informazioni attorno alle quali si incentra il testo, i dati ed i fatti di cui si predica qualcosa; il genere di discorso, ovvero il modo in cui l’emittente decide trattare e di rappresentare la materia di base. Tra i generi di discorso si annoverano in genere i “tipi” di Werlich (e si riconosce, con ciò, l’esistenza di generi narrativi, informativi, regolativi, descrittivi ed argomentativi), ma si ammette che è possibile individuarne altri.
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Il senso del modello Essendo un modello “comunicativo”, tiene conto del ruolo del destinatario di cui sostiene si debba tenere in considerazione l’attività interpretativa. Il destinatario non vi appare come un elemento passivo: è un vero e proprio interprete del testo. L’autore, d’altronde, mette in opera una serie di meccanismi che dovrebbero guidare la fruizione del testo: l'autore pone al destinatario alcuni vincoli interpretativi. Alla base di questo modello sta la convinzione che esista un'interpretazione più corretta di altre: quella rispettosa: (1) delle intenzioni comunicative dell’autore; (2) della cultura in cui è stato creato, e cioè in un modo che tenga conto dei modelli scientifici, tecnici, filosofici di riferimento, delle tradizioni convalidate, dei modelli formali accreditati.
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La proposta di classificazione
Proprio operando sulla base delle considerazioni cui si è fatto riferimento, lo studioso propone di catalogare i testi in base al loro grado di rigidità/esplicitezza ed alla funzione per cui sono stati prodotti. Si considerano, quindi, quantità e qualità dei vincoli interpretativi posti dal mittente di un testo al suo destinatario e genere di discorso.
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La proposta di classificazione
In sostanza, il modello di Sabatini propone di suddividere i testi in tre categorie fondamentali: quella dei testi con discorso molto vincolante (che sarebbero anche massimamente espliciti); quella dei testi con discorso mediamente vincolante; quella dei testi con discorso poco vincolante (che sarebbero anche minimamente espliciti).
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Esplicitezza e rigidità
A concorrere alla definizione dell'esplicitezza e della rigidità di un testo sarebbero, in particolare: la struttura del testo; la coerenza logica; l’uso dei legamenti; l’uso della punteggiatura; la struttura del paratesto.
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La proposta di classificazione
Rientrerebbero nella prima categoria: (1) i testi scientifici (2) quelli tecnici (3) quelli giuridici, normativi e regolativi (è il caso, ad esempio, di trattati ed i saggi, manualistica tecnica e relazioni; leggi e decreti, regolamenti, atti amministrativi) Farebbero parte della seconda: (1) i testi espositivi ed educativi (2) quelli informativi di carattere divulgativo (che l’autore chiama, talora, testi comuni in prosa; è il caso di alcuni manuali di studio, “di saggi su argomenti sociali, storici, politici e simili”, di scritture divulgative di vario argomento, di articoli di giornale e rivista) Sarebbero da raccogliere nel terzo gruppo i testi letterari prosastici e poetici.
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La proposta, schematicamente
Si veda la tabella che segue. T. MOLTO VINCOLANTI T. MEDIAMENTE VINCOLANTI T. POCO VINCOLANTI Scient Giurid. Tecn. Studio Divulg Prosa Poesia Saggi Codici Manuali Articoli rivista Prosa letteraria Comp. poetici
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Testi vincolanti I testi con discorso molto vincolante sarebbero sempre caratterizzati, secondo il modello di Sabatini dai seguenti caratteri: ordine di costruzione rigoroso e reso evidente tramite artifici linguistici (legamenti sintattici) che tramite la suddivisione del testo in unità gerarchiche; dichiarazione esplicita degli assiomi e dei principi teorici su cui si fonda il discorso dell’autore; dichiarazione esplicita delle ipotesi di lavoro, dei criteri e dei metodi seguiti nel caso il testo abbia carattere di ricerca sperimentale; presenza di definizioni non impressionistiche di fenomeni ed oggetti; uso formule, tabelle e grafici; generale attenzione all’uso di lessico nella sua funzione denotativa; impiego aproblematico di ripetizioni; impiego misurato di sinonimi; uso privilegiato di iperonimi ed iponimi o di sostituenti; uso di terminologie e/o di lessico altamente formalizzato; diffusione dei costrutti passivi, soprattutto di quelli impersonali con il si passivante.
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Testi vincolanti Essi non presenterebbero, invece, mai, quelli elencati nella lista che segue: l’uso di incidentali; l’uso di elementi linguistici che manifestino la presenza diretta e personale dell’autore e quella altrettanto diretta e personale del destinatario del testo (uso diffuso della prima persona singolare come voce dell’autore [ritengo che questa posizione sia inaccettabile…]; impiego di allocuzioni al lettore [tu…, voi…: capite, allora, a cosa conduce questo fatto: ad una discriminazione netta dei lavoratori dipendenti]; impiego di forme medie del verbo [mi preparo una frittata]); l’uso di artifici retorici di movimentazione del testo (catafore retoriche o ellissi di preannuncio; metafore ed altre figure di pensiero; paragoni; frasi interrogative, soprattutto se retoriche; frasi esclamative); l’impiego di inserti di discorso diretto; uso di moduli sintattici che presentino elementi di implicitezza, di marcatezza o che siano connotate in senso espressivo (semplice giustapposizione; coordinazione per asindeto; coordinazione non indispensabile per polisindeto).
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Testi scientifici, di studio, tecnici, e di legge
Si considerino gli esempi che seguono.
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