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PubblicatoTonio D agostino Modificato 10 anni fa
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1 Le caratteristiche dellimpresa e del mercato dei servizi di welfare : il punto di vista delleconomista Gilberto Turati Università di Torino Facoltà di Economia Creare impresa nei servizi sociali Funzione Dir.S.e L. – Università di Torino
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2 Schema della presentazione Il mercato dei servizi di welfare Le imprese operanti sul mercato dei servizi sociali Qualche osservazione sulle imprese nonprofit
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3 I mercati dei servizi di welfare Nel mercato dellistruzione: Imprese individuali 1,39% addetti Cooperative 0,44% Nonprofit 10,72% Imprese pubbliche 85,12% Società di persone 1,05% Società di capitali 1,28% (Fonte: Pittatore e Turati, dati Censimento ISTAT 1991)
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4 I mercati dei servizi di welfare Nel mercato dellassistenza sociale: Imprese individuali 0,72% addetti Cooperative 13,55% Nonprofit 47,13% Imprese pubbliche 34,53% Società di persone 1,50% Società di capitali 2,57% (Fonte: Pittatore e Turati, dati Censimento ISTAT 1991)
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5 I mercati dei servizi di welfare Nel mercato dei servizi sanitari: Imprese individuali 16,40% addetti Cooperative 0,33% Nonprofit 3,37% Imprese pubbliche 70,18% Società di persone 2,90% Società di capitali 6,83% (Fonte: Pittatore e Turati, dati Censimento ISTAT 1991)
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6 Le caratteristiche del mercato Rilevante presenza di imprese pubbliche Regolamentazione pubblica allingresso nel mercato e allattività Compresenza di imprese private con funzioni obiettivo diverse Non ci sono le caratteristiche dei mercati perfettamente concorrenziali Importanza dei fattori di differenziazione orizzontale e verticale
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7 Gli esiti del mercato Per il benessere collettivo è meglio un monopolio pubblico? Oppure la compresenza anche di imprese private? E quali imprese private? Dal punto di vista teorico: gli oligopoli misti => i risultati dipendono dalla variabile di scelta strategica (prezzo o quantità) ma la compresenza di pubblico e privato sembra essere positiva per il benessere collettivo (intuizione: preferenze differenziate)
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8 Gli esiti del mercato Dal punto di vista empirico: –pochi risultati generali –studi riferiti a singole industrie –studi sui processi di entrata: perché un produttore privato decide di entrare nel mercato dei servizi di welfare ? Es. gli asili nido condominiali o aziendali –risultati sullefficienza comparata di produttori diversi poco robusti alle tecniche di stima
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9 Lefficienza comparata: che cosa vuol dire? Lefficienza nella produzione per leconomista: a) efficienza tecnica b) efficienza allocativa c) efficienza di costo Si valuta confrontando ciascun produttore rispetto ad un benchmark Problemi: nella misurazione delle variabili rilevanti (soprattutto per i mercati del welfare ) o nella errata specificazione tra fattori e risultato della produzione
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10 Lefficienza comparata: alcuni esempi Ospedali lombardi (Barbetta e Turati, 2001): non si trovano risultati robusti a diverse tecniche di stima Scuole medie piemontesi (Barbetta e Turati, 2003): le imprese private nonprofit sembrano essere più efficienti delle imprese pubbliche e delle imprese private a scopo di lucro; risultato robusto a diverse tecniche di stima
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11 Le imprese nonprofit Una definizione: –Sono imprese private … –… caratterizzate da un vincolo di non distribuzione dei profitti … –… che producono servizi di interesse collettivo (come i servizi di welfare ) E un insieme di imprese molto eterogeneo!
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12 Le imprese nonprofit La forma giuridica Associazione riconosciuta 27,7% Fondazione 1,4% Associazione non riconosciuta 63,6% Comitato 1,7% Cooperativa sociale 2,1% Altra forma 3,6%
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13 Le imprese nonprofit La distribuzione sul territorio Al Nord 44 organizzazioni NPO ogni 10.000 abitanti Al Centro 42,3 Al Sud 29,4 Media Italia 38,4 Piemonte 43,6
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14 Le imprese nonprofit La struttura delle entrate Media nazionale: 36% entrate pubbliche, 3% donazioni, 61% altre entrate private Nella sanità: 71% entrate pubbliche, 2% donazioni, 27% altre entrate Nella cooperazione internazionale: 35% donazioni, 35% entrate pubbliche, 30% altre entrate Nella cultura, sport, ricreazione: 73% altre entrate private, 25% entrate pubbliche, 2% donazioni
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15 Le imprese nonprofit Perché nascono? I risultati di unindagine su un campione di cooperative sociali meridionali (IRS, 1998) Le cooperative sociali rappresentano la parte più imprenditoriale del nonprofit Il promotore della cooperativa Un laico 14% Un religioso 3% Una persona sostenuta da un gruppo 28% Un gruppo di persone associato 49% Un altro ente o unaltra organizzazione 6%
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16 Le imprese nonprofit La rete connettiva fra i soci Attività professionale nello stesso settore 29% sì Stessa condizione professionale 53% sì Appartenenza alla stessa associazione 19% sì Medesima ispirazione politico-religiosa 22% sì Legami di amicizia 68% sì Legami familiari 8% sì
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17 Le imprese nonprofit Esperienza del promotore nello stesso settore di attività della cooperativa sociale Nessuna esperienza 53% Esperienza in una struttura pubblica 12% Esperienza in una struttura privata 9% Esperienza in una organizzazione NPO 25% Tipo di esperienza Come lavoratore retribuito 46% Come volontario 46% Come religioso 9%
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18 Le imprese nonprofit Posizione lavorativa del promotore prima di creare la cooperativa Disoccupato o in cerca di occupazione 44% Operaio 7% Impiegato 5% Insegnante 10% Operatore socio-sanitario 8% Funzionario o dirigente 10% Imprenditore o libero professionista 8% Sindacalista 7% Religioso 1%
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19 Le imprese nonprofit Le motivazioni del soggetto promotore alla creazione della cooperativa (min 1, max 5) Ricerca di unoccupazione 3,7 Possibilità di valorizzare le capacità professionali 3,6 Desiderio di indipendenza 3 Rispondere ad un bisogno insoddisfatto 2,6 Produrre e vendere beni e servizi non prodotti da altri 2,4 Fornire servizi migliori e più flessibili 2,8 Possibilità di condividere il progetto e influenzare la gestione 2,6 Possibilità di cambiare concretamente la società 2,7 Possibilità di dare testimonianza dei propri valori religiosi 1,8 Possibilità di difendere particolari categorie di persone 3,6 Desiderio di migliorare la propria condizione economica 3,3
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20 Le imprese nonprofit Unanalisi fattoriale ha rivelato lesistenza di 4 fattori latenti Due principali 1.Fattore professionale (valorizzare le proprie capacità professionali, fornire servizi migliori e più flessibili, fornire servizi buoni a prezzo contenuto) 2.Fattore occupazionale (ricerca di unoccupazione, desiderio di indipendenza, desiderio di migliorare la propria condizione economica) Due secondari 3.Fattore imprenditoriale mutualistico-solidaristico (rispondere ad un bisogno insoddisfatto) 4.Fattore etico (dare testimonianza dei propri valori religiosi e difendere specifiche categorie di persone)
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21 Le imprese nonprofit Il ruolo di soggetti esterni nella creazione della cooperativa Enti pubblici Regione o provincia 13% decisivo Comune 31% ASL 5% Enti privati Enti di ispirazione religiosa 6% Organizzazioni laiche 3% Sindacati 4% Singoli individui Familiari 8% Amici 21%
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22 Le imprese nonprofit Fattori esterni che hanno influenzato la decisione dei promotori (min 1, max 5) Possibilità di ottenere contratti con la P.A. 4 Possibilità di ottenere contratti con altre coop 2,4 Esistenza di un mercato in espansione 3,2 Possesso di competenze tecniche valorizzabili 3,3 Iniziative legislative di sostegno 2,9 Disponibilità di volontari 1,8 Disponibilità di capitali privati 1,3 Disponibilità di fondi pubblici 2,7 Disponibilità di infrastrutture 2 Necessità di dotarsi di una forma organizzativa adatta 3,7
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23 Le imprese nonprofit In conclusione: Le cooperative sociali nascono per liniziativa di un gruppo di amici, senza alcuna esperienza nel settore, in cerca di occupazione La possibilità di ottenere contratti con la P.A. e di collaborare soprattutto con le Amministrazioni comunali rappresentano fattori esterni che favoriscono la nascita delle cooperative
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24 Le imprese nonprofit Queste conclusioni cambiano se consideriamo una definizione più ampia di impresa sociale, che coinvolge non solo le cooperative sociali ma abbraccia altre forme giuridiche e altri settori di attività I risultati di una ricerca su un campione di organizzazioni nonprofit del milanese presentati in Barbetta e Ranci (1999)
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25 Le imprese nonprofit Le determinanti della scelta fondativa (% risposte abbastanza/molto importante) Ricerca di unoccupazione 9,1 Possibilità di valorizzare le capacità professionali 22,2 Desiderio di indipendenza 19,1 Rispondere ad un bisogno insoddisfatto 89,6 Produrre e vendere beni e servizi non prodotti da altri 27 Fornire servizi migliori e più flessibili 51,3 Possibilità di condividere il progetto e influenzare la gestione 58,1 Possibilità di cambiare concretamente la società 70,6 Possibilità di dare testimonianza dei propri valori religiosi 83,1 Possibilità di difendere particolari categorie di persone 83
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26 Le imprese nonprofit Unanalisi fattoriale ha rivelato lesistenza di 3 fattori latenti Uno principale 1.Fattore etico (possibilità di cambiare concretamente la società, dare testimonianza dei propri valori religiosi e difendere specifiche categorie di persone) Due secondari 2.Fattore professionale (ricerca di una occupazione, possibilità di valorizzare le proprie capacità professionali, desiderio di indipendenza) 3.Fattore di servizio (possibilità di rispondere ad un bisogno insoddisfatto, desiderio di fornire servizi migliori ad un prezzo più contenuto)
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27 Le imprese nonprofit Importanza dei fattori per forma giuridica Associazioni 43,8% fattore etico, 32,8% fattore di servizio Enti 54,5% fattore etico, 27,3% fattore di servizio Cooperative 44% fattore professionale, 30% fattore di servizio Importanza dei fattori per settore di attività Cultura e ricreazione 38,5% fattore di servizio, 36,9% fattore professionale Istruzione e ricerca 40% fattore professionale 35% fattore di servizio Sanità 43% fattore di servizio 30% fattore professionale Servizi sociali 53,3% fattore etico, 25% fattore di servizio Advocacy (protezione gruppi persone particolari) 62% fattore etico, 20% fattore di servizio
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28 Le imprese nonprofit In conclusione: Le imprese sociali nascono per motivazioni diverse, da fattori puramente etici a fattori puramente professionali Il fattore professionale è preminente nel caso delle cooperative, la parte più imprenditoriale del nonprofit Il fattore etico è preminente nel caso degli enti e delle associazioni, la parte più idealistica e meno imprenditoriale del nonprofit
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29 Le imprese nonprofit I fattori di successo Per le imprese a scopo di lucro: il profitto tradizionalmente; il profitto e il soddisfacimento delle attese di tutti gli stakeholders secondo un approccio più recente Per le imprese nonprofit? Generalmente prevale un approccio multidimensionale
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30 Le imprese nonprofit Barbetta e Ranci (1999): cinque dimensioni rilevanti 1.La definizione e la condivisione allinterno dellorganizzazione della mission 2.La politica del personale e la necessità di far convivere lavoratori retribuiti e volontari 3.La mobilitazione dei finanziamenti 4.La sopravvivenza nel tempo come obiettivo della gestione economico-finanziaria 5.La struttura decisionale partecipativa e aperta agli stakeholders oltre che agli shareholders
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31 Le imprese nonprofit Le difficoltà incontrate nella gestione (% risposte molto/abbastanza importante) Mission insufficiente consapevolezza della mission 21% programmazione carente 20,6% Gestione personale Insufficiente reclutamento di volontari 32,3% Insufficiente reclutamento di personale qualificato 23,5% Insufficiente motivazione 21,2%
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32 Le imprese nonprofit Le difficoltà incontrate nella gestione (segue) Rapporti con lesterno rapporti contrattuali difficili con la P.A. 27,2% incapacità a comunicare la propria immagine 24,9% concorrenza da parte di altre imprese private 11,6% Finanziamento Finanziamento pubblico inadeguato 44,5% Ritardi nei pagamenti della P.A. 35,6% Vincoli nei pagamenti della P.A. 24,3% Finanziamento privato inadeguato 23,4% Difficile accesso al credito bancario 19,4%
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33 Qualche conclusione Sul mercato dei servizi di welfare : convivenza di produttori diversi, che probabilmente occupano segmenti di mercato diversi pubblico e privato sembra meglio di solo pubblico o solo privato Sulle imprese nonprofit: le cooperative sociali sono la forma più imprenditoriale lobiettivo è probabilmente multidimensionale lazione pubblica di sostegno e finanziamento è considerata fondamentale
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