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PubblicatoNicoletta Pozzi Modificato 10 anni fa
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Percezione e descrizione: originalità e creatività della lingua
Lingua Italiana XII Percezione e descrizione: originalità e creatività della lingua
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La ricerca dell’espressione
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Testi da immagini, testi per immagini: Foscolo, Le Grazie
Alle Grazie immortali le tre di Citerea figlie gemelle è sacro il tempio, e son d'Amor sorelle; nate il dì che a' mortali beltà ingegno virtù concesse Giove, onde perpetue sempre e sempre nuove le tre doti celesti e più lodate e più modeste ognora le Dee serbino al mondo. Entra ed adora.
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Antonio Canova, Le tre Grazie
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Testi da immagini, testi per immagini: l’Officiolum di Francesco da Barberino
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Integrazione testo-immagine
Scuola romana, Ascanio con la fiamma, Enea e Creusa, miniatura, "Virgilio Vaticano", Vat. Lat.3225, f.22, B.A.V., Città del Vaticano
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Un esempio di integrazione e interazione testo/immagine
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Connotazione dell’immagine: immagini d’epoca
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Immagini d’epoca (2) G.B. Piranesi, Vedute di Roma
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Turismo e letteratura: il Viaggio in Italia di J. W. Goethe (1786-1788)
«In un paese dove si gode di giorno, ma si è felici soprattutto di sera, è sempre un grande momento il cader della notte. Allora cessa il lavoro, il passeggero fa ritorno, il padre vuol vedere a casa la figlia; la giornata ha termine; ma cosa sia il giorno noi Cimmeri praticamente non lo sappiamo. Nell’eterna nebbia, nel perpetuo grigiore, per noi è lo stesso che sia giorno o notte; giacché quanto a lungo possiamo realmente andare in giro e goderci l’aria libera?»
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J.W. Goethe, Veduta del Vesuvio (disegno originale)
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Verona vista da Guido Piovene
“Mescolata ed impura, Verona è vibrazione, è irradiazione, è colore, arte divenuta paesaggio e confusa al paesaggio, miraggio di città romantica. Verona fu romana, gota, poi bizantina e longobarda. La tennero i Carolingi e gli imperatori tedeschi; fu un glorioso Comune e una gloriosa Signoria. Fu scaligera, viscontea, veneziana”. (Viola, p. 173)
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Verona vista da Castel S. Pietro (da www.verona.com)
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Guido Gozzano, “Torino” da I colloqui (1911), cfr. Viola, p. 49]
Come una stampa antica bavarese vedo al tramonto il cielo subalpino... Da Palazzo Madama al Valentino ardono l'Alpi tra le nubi accese... È questa l'ora antica torinese, è questa l'ora vera di Torino... L'ora ch'io dissi del Risorgimento, l'ora in cui penso a Massimo d'Azeglio adolescente, a I miei ricordi, e sento d'essere nato troppo tardi... Meglio vivere al tempo sacro del risveglio, che al tempo nostro mite e sonnolento!
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Veduta di Torino con le Alpi sullo sfondo
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Letteratura e identità territoriale: Francesco Biamonti (1928-)
«Per scendere sulla piazza prese un carruggio a svolte in cui il vento non entrava d'infilata. Si ricordava che portava a una piazzola detta la «porta della madonna» (una statua era murata sotto il cornicione della chiesetta) e dalla piazzola si scendeva per una scalinata alla piazza grande. Il carruggio era ormai disabitato: porte sbarrate, porte aperte sul vuoto, finestre semidivelte... nulla di male: nidi di miseria spariti! Nidi di silenzio, ora, e di topi. Avrigue era decisamente in decadenza: vi regnava la fame di sempre che ora pareva insormontabile, e i giovani se ne andavano.»
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La Liguria di Biamonti
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