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CARTESIO prof.A.Viganò.

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Presentazione sul tema: "CARTESIO prof.A.Viganò."— Transcript della presentazione:

1 CARTESIO prof.A.Viganò

2 regole del METODO dubbio cartesio cogito ergo sum res cogitans res extensa Dio Idee mondo-uomo macchina

3 Renè Descartes (Cartesius)
Discorso sul metodo 1 vita ed opere di un genio Renè Descartes (Cartesius) 1641 le Meditationes 1629 studi di ottica ed inizio di un trattato di metafisica. 1633 il Santo Uffizio condanna il Dialogo sopra i due massimi sistemi di G.Galilei. Cartesio rinunzia a proseguire e pubblicare il trattato Le Monde.

4 incontri significativi
4 incontri significativi 1618 Breda Bretannia 1645 Egmond-Binnem Olanda 1649 Svezia a Stoccolma Isaac Beeckman a cui dedica il Compendium musicae. M.Marsenne,card.Pierre de Berulle Principessa Elisabetta cui dedica Traitè des passions de l’ame Regina Cristina

5 spazio geometrico (quantità continua)-
Sul Metodo RIVOLUZIONE SCIENTIFICA. Cartesio ci è familiare soprattutto per il "Discorso sul metodo" che vide la luce, anonimo, nel Ma è una familiarità che cela un equivoco. Il "Discorso", infatti, che per noi è oggi soltanto un grazioso libricino che contiene soprattutto l'autobiografia intellettuale del'autore, apparve originariamente a Leyda come poco più che la prefazione a tre corposi saggi- "Diottrica", "Meteore", "Geometria"- che formavano un grosso tomo in quarto di 527 pagine. E proprio in quest'ultimo c'è la novità più sorprendente: la prima costruzione di quella che verrà detta la gometria analitica, ovvero un trattato di algebra che sconvolgeva la concezione dominante nelle scienze matematiche, fissando un legame tra lo spazio geometrico- quantità continua, per eccellenza, -e quello eterogeneo del numero, quantità discreta. spazio geometrico (quantità continua)- numero (quantità discreta)

6 Evidenza Analisi le Regole del Metodo Sintesi Enumerazione idea
CHIARA e DISTINTA le Regole del Metodo Sintesi Enumerazione

7 il dubbio il COGITO È metodico, ovvero Non scettico perché non è
riguarda il processo metodico. Non scettico perché non è esistenziale e non esclude la verità. il dubbio È universale,cioè si deve estendere a tutta la realtà, fino a quando non si trovi un punto di partenza certo ed evidente che ad esso si sottrae. il COGITO

8 Cogito ergo sum penso dunque sono
Il carattere radicale del dubbio si presenta come una prima certezza. Io posso ammettere di ingannarmi o di essere ingannato in tutti i modi possibili, ma per fare ciò io debbo esistere, cioè essere qualcosa e non nulla. La proposizione “io esisto” è la sola assolutamente vera perché il dubbio stesso la riconferma. Se dubito vuol dire che penso e se penso allora esisto. Cogito ergo sum penso dunque sono IO ESISTO = IO SONO UN SOGGETTO PENSANTE (ciò spirito o anima)

9 Le IDEE confutare l'ipotesi del Genio maligno, del Dio ingannatore
Io sono un essere pensante che ha delle idee.Ora,come dimostrare che esistono le altre cose? Le IDEE Idee Innate = presenti in me dalla nascita.(es. infinito) Idee Avventizie = provenienti dalle cose fuori di me.(es. albero) Idee Fattizie = inventate da me.(es. liocorno) Ora,per scoprire se a qualcuna di queste idee corrisponde una realtà esterna,non c’è altro da fare che chiedersi qual è la causa di esse e…tirare in ballo Dio. confutare l'ipotesi del Genio maligno, del Dio ingannatore

10 L’idea di Dio non posso averla inventata io perché non ho tutte quelle perfezioni che l’idea di Dio rappresenta. (La causa di un idea deve avere almeno tanta perfezione quanta è quella che l’idea stessa rappresenta). La causa dell’idea di una sostanza infinita quale è Dio non posso essere io che sono finito; questa causa deve appunto essere una sostanza infinita che pertanto deve esistere. esistenza di Dio Io sono finito e imperfetto, come è dimostrato dal fatto che dubito; se fossi la causa di me stesso mi sarei dato le perfezioni che concepisco nell’idea di Dio. Dunque è evidente che non mi sono creato da me e che ha dovuto crearmi un essere che ha tutte le perfezioni di cui io ho la semplice idea.

11 Prova ontologica L’idea di triangolo è di figura con tre lati;
l’idea di Dio è di essere perfettissimo. Prova ontologica Non è possibile concepire Dio come non esistente perché l’essere perfettissimo non può essere privato della perfezione della esistenza. L’esistenza Gli appartiene con la stessa necessità del triangolo. Dio esiste in virtù della sua stessa essenza, per sovrabbondanza di essere, quindi di perfezione che Lo costituisce. Che essere perfettissimo sarebbe se non esistesse?

12 Perche' l'ERRORE ? L'ERRORE Errore = precipitazione della volontà
Dio non può ingannarmi; la facoltà di giudizio di cui mi ha dotato non può farmi sbagliare se viene adoperata rettamente. Dio è il garante ed il principio di ogni verità. Se quindi ho l’idea di cose corporee che esistono fuori di me e che agiscono sui miei sensi,questa idea non può essere ingannevole e dunque devono esistere veramente delle cose corporee corrispondenti alle idee che noi abbiamo. Perche' l'ERRORE ? L'ERRORE Errore = precipitazione della volontà Ma come è possibile l’errore? Esso dipende dalla volontà umana, che è libera e più estesa dell’intelletto. Si evita solo seguendo le regole del metodo.

13 mondo = estensione res extensa
Del mondo materiale si può considerare come essenziale solo la proprietà della estensione perché solo questa è concepibile in modo chiaro e distinto. Infatti le altre proprietà (il colore, il sapore, il peso) sono secondarie. Il mondo materiale è ridotto a res extensa contrapposta alla res cogitans. mondo = estensione res extensa Il mondo naturale è concepito da Cartesio come un’immensa macchina. Dio al principio ha creato la materia con una determinata quantità di quiete e moto e ha dato inizio al movimento. Dualismo cartesiano: da un lato la sostanza pensante,cioè l’io consapevole, libero, spirituale; dall’altro la sostanza estesa, spaziale, inconsapevole e meccanicamente determinata.

14 Il moto e la quiete : “status”
La scoperta folgorante di Cartesio fu che invece il moto è uno "status" tanto quanto la quiete: una condizione inerziale che si conserva senza alcun motore. In breve, moto e principio di inerzia facevano tutt'uno. Anche Galilei era andato vicino ad una supposizione del genere, ma glielo impedì l'impossibilità di concepire un moto lineare in uno spazio infinito. Dunque via qualsiasi "forma sostanziale", via l'animismo o il panpsichismo, via l'antropomorfismo per cui gli oggetti, nemmeno fossero persone, apparivano dotati di qualità proprie dell'uomo. La natura è interamente dis-animata. La materia è concepita come mero spazio, pura estensione sena qualità. Cartesio condivise poi con Galilei e Hobbes la dissociazione di quantità e qualità per cui le cosidette qualità primarie ( come peso e grandezza ) appartengono agli oggetti, e le qualità secondarie ( come gusto e colore) appartengono a un solo soggetto percipiente umano. res extensa

15 le tre leggi della Fisica
primo Il principio di conservazione: per cui la quantità di moto rimane costante. Il principio di inerzia: per cui ogni cosa persevera nel suo stato se non interviene una causa esterna a farla cambiare. secondo le tre leggi della Fisica terzo Il principio per cui ogni cosa tende a muoversi in linea retta.

16 il corpo umano Ghiandola pineale epifisi
L’anima è pensiero e non vita.La sua separazione dal corpo non provoca la morte, che è determinata da cause fisiologiche. il corpo umano L’anima è realtà inestesa mentre il corpo occupa spazio. Però c’è interferenza tra i due. Come spiegare? La vita è l’insieme di elementi sottilissimi e purissimi -forze meccaniche che agiscono nel corpo- i quali, portati al cuore dal cervello per mezzo del sangue, si diffondono per tutto il corpo e presiedono alle principali funzioni dell’organismo. Ghiandola pineale epifisi Essa sarebbe situata al centro del cervello dove ha sede l’anima cioè il pensiero. Essendo l’unica parte del cervello non doppia, può unificare le sensazioni che vengono dagli organi di senso e chiarire il rapporto tra res cogitans e res extensa.

17 Affezioni (percezioni,sentimenti,
Passioni dell'anima Azioni Affezioni (percezioni,sentimenti, emozioni) Dipendono dalla volontà Sono involontarie, ma non nocive. Esse tendono spesso a far apparire le cose diverse da come sono e dunque l’uomo deve farsi guidare non da esse ma dall’esperienza e dalla ragione e solo così l’uomo potrà evitare gli eccessi e distinguere nel giusto valore il bene ed il male. In questo dominio delle emozioni consiste la SAGGEZZA.

18 MORALE PROVVISORIA Prima regola: Terza regola:
obbedire alle leggi ed ai costumi conservando la religione tradizionale e seguendo le opinioni più moderate. Seconda regola: perseverare nelle proprie azioni una volta che sono state decise e ritenute valide. Terza regola: cercare di vincere sé stessi piuttosto che la fortuna e cambiare i propri pensieri più che l’ordine del mondo. Quarta regola: progredire il più possibile nella conoscenza del vero.


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