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Atena Aracne.

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Presentazione sul tema: "Atena Aracne."— Transcript della presentazione:

1 Atena Aracne

2 Libro VI Il libro VI è legato al V ;infatti la dea Atena dopo aver ascoltato le Aonidi che raccontavano il mito delle pieridi decide di andare a punire Aracne. 'laudare parum est, laudemur et ipsae numina nec sperni sine poena nostra sinamus.'

3 L’incontro Atena mascherandosi da vecchia va da Aracne tentando di far capire alla donna il suo peccato di ubris . 'certet' ait 'mecum: nihil est, quod victa recusem!'                             Pallas anum simulat: falsosque in tempora canos addit et infirmos, baculo quos sustinet, artus. tum sic orsa loqui 'non omnia grandior aetas, quae fugiamus, habet: seris venit usus ab annis. consilium ne sperne meum: tibi fama petatur                              inter mortales faciendae maxima lanae; cede deae veniamque tuis, temeraria, dictis supplice voce roga: veniam dabit illa roganti.'

4 La competizione Aracne risponde alla vecchia con arroganza peccando nuovamente nei confronti della dea la quale sentendo le parole di Aracne e togliendosi i panni della vecchia si manifesta e accetta la sfida per decretare la migliore tessitrice . 'mentis inops longaque venis confecta senecta, et nimium vixisse diu nocet. audiat istas, si qua tibi nurus est, si qua est tibi filia, voces; consilii satis est in me mihi, neve monendo                                profecisse putes, eadem est sententia nobis. cur non ipsa venit? cur haec certamina vitat?' tum dea 'venit!' ait formamque removit anilem Palladaque exhibuit

5 I due arazzi : entrambe si preparano a filare il proprio arazzo .Il primo che viene descritto da Ovidio è quello di Atena.

6 L’arazzo di Atena La dea Atena decide di raffigurare la lotta fra il dio Poseidone e lei stessa per la città di Atene.La disputa è rappresentata sull’Olimpo di fronte a tutti gli dei,la dea Atena evoca un ulivo mentre il dio Poseidone spaccando una pietra ne fa sgorgare un ruscello.La vittoria è assegnata ad Atena.

7 Cecropia Pallas scopulum Mavortis in arce                             
pingit et antiquam de terrae nomine litem. bis sex caelestes medio Iove sedibus altis augusta gravitate sedent; sua quemque deorum inscribit facies: Iovis est regalis imago; stare deum pelagi longoque ferire tridente                                 aspera saxa facit, medioque e vulnere saxi exsiluisse fretum, quo pignore vindicet urbem; at sibi dat clipeum, dat acutae cuspidis hastam, dat galeam capiti, defenditur aegide pectus, percussamque sua simulat de cuspide terram                             edere cum bacis fetum canentis olivae; mirarique deos: operis Victoria finis. ut tamen exemplis intellegat aemula laudis, quod pretium speret pro tam furialibus ausis quattuor in partes certamina quattuor addit,                               clara colore suo, brevibus distincta sigillis: Threiciam Rhodopen habet angulus unus et Haemum, nunc gelidos montes, mortalia corpora quondam,

8 nomina summorum sibi qui tribuere deorum;
altera Pygmaeae fatum miserabile matris                                   pars habet: hanc Iuno victam certamine iussit esse gruem populisque suis indicere bellum; pinxit et Antigonen, ausam contendere quondam cum magni consorte Iovis, quam regia Iuno in volucrem vertit, nec profuit Ilion illi                                        Laomedonve pater, sumptis quin candida pennis ipsa sibi plaudat crepitante ciconia rostro; qui superest solus, Cinyran habet angulus orbum; isque gradus templi, natarum membra suarum, amplectens saxoque iacens lacrimare videtur.                           circuit extremas oleis pacalibus oras (is modus est) operisque sua facit arbore finem.

9 L’arazzo di Aracne Aracne rappresenta gli adulteri degli dei : -Zeus -Poseidone -Apollo -Bacco -Mercurio

10 Maeonis elusam designat imagine tauri
Europam: verum taurum, freta vera putares; ipsa videbatur terras spectare relictas                                     et comites clamare suas tactumque vereri adsilientis aquae timidasque reducere plantas. fecit et Asterien aquila luctante teneri, fecit olorinis Ledam recubare sub alis;

11 addidit, ut satyri celatus imagine pulchram                            
Iuppiter inplerit gemino Nycteida fetu Amphitryon fuerit, cum te, Tirynthia, cepit

12 aureus ut Danaen luserit
Asopida luserit ignis

13 Mnemosynen pastor, varius Deoida serpens luserit

14 te quoque mutatum torvo, Neptune, iuvenco                            
virgine in Aeolia posuit; tu visus Enipeus gignis Aloidas, aries Bisaltida fallis,

15 et te flava comas frugum mitissima mater
sensit equum, sensit volucrem crinita colubris mater equi volucris, sensit delphina Melantho:                          omnibus his faciemque suam faciemque locorum reddidit.

16 est illic agrestis imagine Phoebus,
utque modo accipitris pennas, modo terga leonis gesserit, ut pastor Macareida luserit Issen.

17 Liber ut Erigonen falsa deceperit uva, 
ut Saturnus equo geminum Chirona crearit.

18 L’invidia di Atena Atena osservando sia la bravura della mortale sia la rappresentazione insolente nei confronti degli dei la percuote con la spola. Non illud Pallas, non illud carpere Livor possit opus: doluit successu flava virago                              et rupit pictas, caelestia crimina, vestes, utque Cytoriaco radium de monte tenebat, ter quater Idmoniae frontem percussit Arachnes

19 La punizione di Aracne Aracne non sopporta l’affronto subito e decide di suicidarsi .La dea avendo compassione di lei la salva ma la punisce trasformandola in ragno. non tulit infelix laqueoque animosa ligavit guttura: pendentem Pallas miserata levavit                          atque ita 'vive quidem, pende tamen, inproba' dixit, 'lexque eadem poenae, ne sis secura futuri, dicta tuo generi serisque nepotibus esto!' post ea discedens sucis Hecateidos herbae sparsit: et extemplo tristi medicamine tactae                           defluxere comae, cum quis et naris et aures, fitque caput minimum; toto quoque corpore parva est: in latere exiles digiti pro cruribus haerent, cetera venter habet, de quo tamen illa remittit stamen et antiquas exercet aranea telas.

20 la metamorfosi

21 Chi ha usato il mito di Aracne come musa?

22 Fonti classiche : -Virgilio,Georgiche,IV,246-247.
aut dirum tiniae genus, aut invisa Minervae laxos in foribus suspendit aranea casses. O la spietata genia delle tignole, oppure il ragno inviso a Minerva, che sospende ampie tele dinnanzi alle entrate.

23 Fonti medievali: -BOCCACCIO, De Claris Mulieribus, cap. XVII
Aragne fu una donna d’Asia, e fu di popolo, figliuola di Idomonio di Colofonia tintore di lana; la quale, benché non fosse famosa per la sua schiatta, nondimeno si dee magnificare per alcune sue virtù. Affermano alcuni antichi, che ella trovò l’uso del lino, e che ella per prima pensò fare le reti: è incerto se furono da uccellare o da pescare. E avendo trovato suo figliuolo, il quale fu chiamato Closter, i fusi atti ad arte di lana, pensano che questa tenesse il principato nell’arte del tessere, e che ella fosse circa questa di sì grande ingegno, che ella con le dita, con le fila, con la spatola e con altre cose destre a siffatti uffizi, lavorava quello che un pittore faceva col pennello. E non è da spregiare questo artifizio in una femmina.  E certo, udendo di sì chiara dominanza, non solamente a Ipeo, dove abitando avea sua tesseria, ma in ogni luogo, insuperbì tanto ch’ella ardì venire a contenzione con Pallade, la quale avea trovata quell’arte. E non potendo comportare essere vinta con paziente animo, con un laccio finì sua vita. Per la qual cosa fu data cagione a quelli che di ciò vollero fare finzione, perché avendo convenienza Aragne con ragno, verme nel nome e nell’esercizio, e quello stando appiccato per lo filo, com’ella per lo laccio, dissero che Aragne, per misericordia degli dei, fu convertita in ragno, e con continua sollecitudine soprasta il primo artifizio. Altri dissero che, benché ella si mettesse il laccio per morire, non morì, sopraggiungendo l’aiuto de’ suoi; ma lasciata l’arte sua, sempre rimase in dolore.

24 E al presente prego che, se alcuno è, il quale creda in alcuna cosa andare innanzi agli altri, dica, Aragne medesima se gli piace, se ella pensava poter volgere il cielo in sé, e trarre con seco tutte le dignitadi, o se piuttosto ella avrebbe potuto, co’ preghi e co’ meriti, avere fatto verso di sé il suo Dio, fattore di tutte le cose, benigno, sì che, con l’aperto grembo di sua cortesia, lasciate l’altre, avesse rendute tutte grazie a quella? Ma che dirò io? Questa pare avere così giudicato. E certamente fu somma stoltizia. La natura con eterna legge volge il cielo, e dà a tutti, gl’ingegni atti a varie cose. Questi, come diventano deboli per ozio e per pigrizia, così (per istudio e per esercizio), diventano chiari e capaci delle grandissime cose. E stimolando quella medesima natura, tutti siamo mossi dal desiderio al conoscimento di tutte le cose, benché non con una medesima sollecitudine e fortuna. E se così è, che contraria, che molti non possano essere pari in una medesima cosa? E per questo, alcuno a sua gloria stimare, sé solo avanzare gli altri nel corso di sì grande moltitudine d’uomini, è cosa che spetta a matto animo. E certo io desidererei che questa Aragne fosse sola, e a noi fosse sollazzo, perché sono senza numero i legati di tanta sciocchezza, i quali, levandosi in periodo di matta presunzione, fanno che non dobbiamo ridere di Aragne.

25 -DANTE, Divina Commedia, Purgatorio, XII, vv. 43-45
O folle Aragne, sì vedea io te già mezza ragna, trista in su li stracci de l’opera che mal per te si fé.

26 -CHRISTINE DE PISAN, La città delle dame, cap. XXXIX
Storia della vergine Aracne, che scoprì l’arte di tingere la lana e tessere gli arazzi finemente lavorati, così come la coltivazione del lino e la sua tessitura. In effetti, Dio ha voluto dotare l’umanità di molte scienze vantaggiose e necessarie non solo per il tramite di queste dame, ma anche di molte altre, come per esempio una vergine dell’Asia, che si chiamava Aracne, figlia di Idmonio di Colofonie, che era meravigliosamente intelligente e abile. Il suo ingegno le fece inventare per prima l’arte di tingere la lana in diversi colori e di tessere opere d’arte nei drappi, così come fanno i pittori, in altre parole, gli arazzi. Era meravigliosamente abile in tutto ciò che riguardava la tessitura. Fu lei che, secondo il mito, sfidò Pallade che la trasformò in ragno. Questa donna inventò una scienza ancora più necessaria: fu lei a inventare per prima come coltivare il lino e la canapa, come pulirli, farli macerare, liberarne le fibre e pettinarle, come filare e tessere. Mi pare che questa attività sia stata abbastanza necessaria all’umanità, anche se molti uomini rimproverano alle donne di praticarla. Aracne inventò anche il modo di fabbricare reti, lacci e retini per prendere uccelli e pesci; e inventò la pesca e il modo di catturare con trappole, reti e lacci le forti e crudeli bestie selvagge, i conigli e le lepri, così come gli uccelli, tutte abilità ignorate sino a quel momento. Mi sembra che questa donna abbia reso un favore non piccolo all’umanità, che da allora ne ha tratto grande agio e utilità. Nonostante ciò alcuni autori, incluso Boccaccio che racconta queste stesse cose, ritengono che il mondo era migliore quando si viveva solo di bacche e di ghiande e si andava vestiti con le pelli degli animali, prima che fosse conosciuto tutto quello che ci permette di vivere in maniera più confortevole. Tuttavia con tutto il rispetto per lui e per tutti coloro che sostengono che la scoperta di queste tecniche per il benessere e il nutrimento del corpo umano sia stato un danno per l’umanità, io sostengo che quanto più le creature umane ricevono benefici, doni e grazie da Dio, tanto più esse sono tenute a servirlo. Se si fa un cattivo uso dei beni che Dio ha accordato e donato all’umanità, a beneficio degli uomini e delle donne e perché tutti ne facciano un uso misurato e conveniente, ciò deriva dalla malvagità e perversione di coloro che se ne servono malamente, e non perché le cose in sé non siano eccellenti e vantaggiose, se utilizzate in maniera lecita. Gesù Cristo stesso ce lo mostrò con la sua persona: egli usò il pane, il vino, il pesce, gli abiti colorati, le tele e tutto ciò di cui aveva bisogno, e non l’avrebbe fatto se fosse meglio vivere di ghiande e bacche. Egli rese un grande onore all’invenzione di Cerere, e cioè il pane, quando gli piacque dare agli uomini e alle donne il suo degno corpo sotto forma di pane, affinché se ne cibassero.

27 Fonti rinascimentali:
VINCENZO CARTARI, Immagini colla sposizione de i dei degli Antichi, IX, Minerva (…) Faccisi parimente armata con una lunga hasta in mano, e con lo scudo di cristallo al braccio, come Ovidio fa che ella medesimamente si disegna da se stessa, quando lavora di ricamo à prova con Aragne, e dice seguitando quel disegno. Fa se con l'hasta, e con lo scudo, e s'arma Il capo d'elmo, e di corazza il petto. Le quali cose mostrano la natura dell'huomo prudente, come dirò poi (…).

28 GIUSEPPE OROLOGGI, Annotazioni a Le Metamorfosi di Ovidio ridotte da Giovanni Andrea dell’Anguillara in ottava rima, Venetia 1563, Annotatione del sesto libro La contenzione che nacque fra Pallade e Aranue intorno il tessere e ricamare ci da esempio che non dobbiamo giamai per eccelleza che paia che sia in noi, agguagliarse, gonfij dallo spirito della superbia, a Dio, et insuperbire di modo, che non reconoscendo il tutto da esto la tua bontà divina mossa dal giusto sdegno, habbia, facendoci craboccare in qualche gran miseria, a farci conoscere, che non siamo che debili, piccioli, e vili animali, allontanati che siamo dalla gratia sua, e che non sappiamo far cosa alcuna, ne intellettiva ne meccanica, qua giù, che la non sia fragile come una tela de ragno, come s’avide Aranne, quando essendo stata vinta da Minerva, fu trasformata in cosi piccolo, e vile animaloccio, che continuando nella sua ostinatione, non cessa di tessere le sue vane, e inutili, tele, forse per suo castigo, dandole peraventura ancora a credere di essere in coventione con quella invittissima Dea, la quale è dipinta con l’occhio fosco, con una lunghissima haste in mano, e con lo schudo di Cristallo, e con il corpo di corazza che ha dinanti di rilevo il capo di Medusa, l’occhio fosco, e il continuo pensiero che tiene l’huomo prudente, nei discorsi delle cose humane, facendose l’occhio fosco quando s’ha il pensiero fisso in qualche oggetto; che ci preme, l’hasta lunga ci da à credere , et à conoscere per verità espressa, che non può essere prudente, cui non mira le cose molto di lontano, e maggiormente nei maneggi di guerra, dovendose riparare all’insidie de nemici; è tenerle molto con l’hasta lunga lontane da noi, lo scudo di Cristallo, e per iscoprire l’inimico che ci sopragiugne all’improviso, e scoprendolo tutto à un tempo saperne difendere. Il capo di Medusa nel petto non è che la prudentia nelle nostre attieni, et operazioni, la quale dovemo per sempre havere nel petto, viva e pronta come la si scopre nel rilevo. (…) Tendono tutti i ricami di Pallade a far avertita Aranne che non voglia contendere con essa lei, perché non la succeda quello che successe ad Antigone (…). Finito l’opera di Minerva Aranne incominciò la sua (…). L’acconito colto nel monte Citoriaco e parso sopra Aranne trasformata in ragno è quello sdegno che ingombra quelli che veggono spregiare, e distruere l’opra sua, fatta con molta industria, e con longa fatica, come era la tessitura d’Aranne.

29 Aracne nell’arte: Titolo dell'opera: Aracne al telaio Autore:
Datazione: inizio XV sec. Collocazione: Londra, British Library, manoscritto del De Claris Mulieribus di Boccaccio, Ms. Royal 20 C. V., f. 30v Committenza: Tipologia: illustrazione Titolo dell'opera: Aracne Autore: Maestro dello Spencer 6 (attribuito) Datazione: 1490 ca. Collocazione: Dresda, Sächsische Landesbibliothek, manoscritto del De Mulieribus Claris di Giovanni Boccaccio, Ms. F 171b, f. 25r Committenza: Tipologia: illustrazione

30 Titolo dell'opera: Aracne e Minerva
Autore: Herman Posthumus (1513/14- ante 1588) Datazione: Collocazione: Landshut, Stadtresidenz, Sala di Aracne Committenza: Ludovico X di Baviera ( ) Tipologia: dipinto murario Titolo dell'opera: Aracne e Minerva Autore: Herman Posthumus Datazione: Collocazione: Landshut, Stadtresidenz, Sala di Aracne Committenza: Ludovico X di Baviera ( ) Tipologia: dipinto murario

31 Titolo dell'opera: Aracne e Minerva
Autore: Herman Posthumus Datazione: Collocazione: Landshut, Stadtresidenz, Sala di Aracne Committenza: Ludovico X di Baviera ( ) Tipologia: dipinto murario Titolo dell'opera: Minerva e Aracne Autore: Jacopo Robusti, detto il Tintoretto Datazione: (1579) Collocazione: Firenze, Galleria degli Uffizi, depositato a Palazzo Pitti, Palazzina della Meridiana (collezione Contini Bonacossi)

32 Titolo dell'opera: Minerva e Aracne
Autore: Luca Cambiaso Datazione: 1575 Collocazione: Genova, Palazzo Doria (già Spinola), piano nobile, Sala delle Punizioni Committenza: Giovanni Battista Spinola, detto il “Valenza” Tipologia: dipinto murario Titolo dell'opera: Aracne e Minerva Autore: Taddeo Zuccari ( ) Datazione: Collocazione: Caprarola, Palazzo Farnese, piano nobile, Sala dei Lanifici, volta Committenza: Alessandro Farnese ( ) Tipologia: pittura murale

33 Titolo dell'opera: Le filatrici (Las hilanderas) o La favola di Aracne
Autore: Diego Velazquez ( ) Datazione: 1656 ca. Collocazione: Madrid, Museo del Prado Committenza: Pedro de Arce Tipologia: pittura Titolo dell'opera: Aracne e Minerva Autore: Luca Giordano ( ) Datazione: 1695 Collocazione: El Escorial, Palazzo dei Borboni Committenza: Tipologia: pittura

34 Aracne al cinema:

35 Il significato di aracne:
Il tessuto di Atena è ornato da ulivo ,quello di Aracne di edera ,pianta sacra di Bacco.Esiste quindi un legame tra Bacco ed Aracne.La disputa tra Atena e Aracne non è solo una faccenda filosofica tra mortale e immortale, tra uomini e dei;sotto queste apparenze c’è un lotta archetipa divina.Atena è infatti nata dalla mente di Zeus,Bacco dalla coscia.La differenza è quindi che dalla testa proviene il pensiero,dalla coscia il passo,il movimento e la danza.Se Atena è il pensiero Aracne diventa quindi il ritmo di un individuo.Così noi umani tessitori siamo sospesi e dipendiamo da quel filo che noi stessi secerniamo e governiamo.Ma nonostante tutte le nostre conoscenze la nostra vita continua ad essere un tessuto in cui solo in parte riusciamo a comprendere e a padroneggiare i fili.

36 Atena Aracne

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