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I DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE
Anno accademico Prof. Daniela Vigna I DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE
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I DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE
Nella letteratura, i “disturbi alimentari dell’infanzia” comprendono una varietà di problemi specifici con eziologie ed esiti diversi e il lungo elenco di sintomi a essi associati ne riflette la natura eterogenea. Difficoltà alimentari transitorie, in alcuni momenti critici dello sviluppo, sono abbastanza comuni durante l’infanzia e non costituiscono necessariamente un disturbo.
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I DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE
Nella valutazione clinico-diagnostica dei disturbi alimentari nell’infanzia si deve considerare che i comportamenti alimentari si allineano con lo sviluppo delle abilità sensomotorie del bambino, basato sulla maturazione neurologica e sulle esperienze di apprendimento, sociali e affettive (Stevenson, Allaire, 1991; Ramsay, Gisell, 1966; sheppard, Mysak,1984)
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I DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE
I bambini mostrano sin dalla nascita evidenti differenze individuali nei cicli di fame e sazietà Una difficile regolazione dell’appetito è riferita da diversi studi come una caratteristica individuale che si manifesta nei bambini con una difficoltà di accrescimento non organica, i quali possono non richiedere di essere alimentati per lunghi periodi di tempo (24 ore) Nella valutazione clinica è fondamentale tenere conto in ogni situazione che l’alimentazione rappresenta un aspetto essenziale nell’accudimento e nella cura dei bambini e riveste un’importanza particolare per i genitori sia come fonte di soddisfazione e di rassicurazione, sia di intensa preoccupazione qualora emerga un qualunque disturbo in tale ambito
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I DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE
Il diniego del bambino che rifiuta di aprire bocca esprime collera intensa e come conseguenza si osserva la forzatura del caregiver di alimentare il bambino, evidenziando così modalità interattive conflittuali e controllanti Questo quadro può avere un esordio più sfumato in bambini descritti con il termine di “spizzicatori” che mostrano scarso appetito e rifiuto selettivo per alcuni alimenti
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I DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE
L’osservazione delle relazioni bambino-caregiver in questi disturbi precoci di regolazione alimentare ha permesso di riconoscere pattern interattivi disfunzionali nell’organizzazione dei sistemi di regolazione emotivo-affettiva e dell’attaccamento durante le fasi più precoci dello sviluppo L’irregolarità dei pattern alimentari ha portato a connettere da un punto di vista eziologico il disturbo alimentare alla difficoltà di accrescimento, identificando quest’ultima come difficoltà non organica della stessa (Benoit, Zeanah, Barton, 1989)
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I DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE
L’accordo di molti clinici porta a considerare la difficoltà di accrescimento attraverso tre sintomi specifici della durata di almeno un mese Peso corporeo al di sotto del quinto percentile rispetto ai valori normativi per l’età del bambino Rallentamento nell’acquisizione del peso corporeo dalla nascita al momento attuale che si colloca ad almeno due percentili al di sotto dei valori normativi di crescita Rapporto peso corporeo/altezza per l’età al di sotto del 90%
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I DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE
Il modello psicoanalitico ha tradizionalmente concettualizzato le dinamiche dell’alimentazione nel bambino secondo una prospettiva pulsionale Bruch (1973) ha evidenziato che una relazione disfunzionale precoce con le figure di accudimento si presentava spesso nella sfera alimentare
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I DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE
Nello scenario della psicoanalisi infantile degli ultimi decenni si è affermato un modello psicodinamico ed evolutivo, in cui vengono valorizzate le interazioni e le comunicazioni della diade madre- bambino In particolare, la teoria dell’attaccamento, propsta da Bowlby ha contribuito a spostare l’attenzione sulla relazione bambino-caregiver, ridimensionando il ruolo delle pulsioni orali nello sviluppo emotivo, a vantaggio della centralità delle relazioni primarie come risposta psico-biologica alla ricerca di protezione e sicurezza
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Le nuove concettualizzazioni teoriche sullo sviluppo psichico infantile offrono evidenze empiriche sugli scambi sociali precoci tra bambino e caregiver, considerati anche nel contesto dell’alimentazione. Gli studi microanalitici sulle sequenze di allattamento di Kaye (1977,1982) e Shaffer (1996) mettono in luce come le pause di suzione del bambino non hanno solo la funzione di regolare i ritmi biologici della nutrizione, ma sono al servizio dello scambio sociale.
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I DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE
Tutte le concettualizzazioni sullo sviluppo infantile, brevemente esposte, sottolineano che è fondamentale , per la crescita psicologica del bambino, il riconoscimento di ciò che è regolare, prevedibile e invariante nella relazione con il caregiver, in quanto ciò crea un sistema di aspettative condivise che il bambino giunge a riconoscere, ricordare e attendere!
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Modelli clinico-evolutivi ed eziopatologici Kreisler ha elaborato uno schema di classificazione diagnostica che include diverse forme di anoressia infantile riconducibili a fallimenti del funzionamento interattivo materno, in quanto regolatore dell’equilibrio psicosomatico del bambino piccolo In particolare Anoressia comune precoce: (si instaura tra la fine del primo semestre di vita e l’inizio del secondo in coincidenza di alcuni eventi scatenanti come lo svezzamento) Quadro clinico: madre angosciata e preoccupata che forza l’alimentazione del figlio e da un bambino attivo Sono spesso associati altri sintomi come insonnia, vomito psicogeno, dolori addominali
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Modelli clinico-evolutivi ed eziopatologici Chatoor (1996) propone una classificazione clinico-evolutiva includendo quattro principali sottogruppi diagnostici: Disturbo alimentare dell’omeostasi Disturbo alimentare dell’attaccamento Anoressia infantile (disturbo alimentare di separazione) Disturbo alimentare post-traumatico
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Disturbo alimentare dell’omeostasi Ha un esordio tra la nascita e i tre mesi di età E’ caratterizzato dalle difficoltà precoci di stabilire un’alimentazione regolare La relazione diadica è caratterizzata da scarsa reciprocità e da ripetuti insuccessi nell’alimentazione Questi bambini presentano spesso successive difficoltà di autoregolazione nel passaggio all’alimentazione autonoma durante il secondo anno di vita
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Disturbo alimentare dell’attaccamento Hanno un esordi tra i due e otto mesi Evidenzia una mancanza di sintonizzazione tra la madre e il bambino Il bambino mostra una mancanza di risposte sociali appropriate per l’età nella risposta del sorriso, nella reciprocità vocale e nel contatto visivo In questo disturbo, la madre spesso nega qualunque problema dell’alimentazione nel bambino
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Anoressia infantile (disturbo alimentare di separazione) Insorge tra i sei mesi e i tre anni, durante il passaggio all’alimentazione autonoma Sono presenti un persistente rifiuto o una estrema selettività del cibo e un intenso conflitto nella relazione caregiver-bambino
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Disturbo alimentare post-traumatico Si osserva un improvviso rifiuto del cibo dopo un evento traumatico Il disturbo ha un forte impatto sui genitori che diventano ipersolleciti verso il bambino, il quale accentua i comportamenti di dipendenza
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