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1 PETROLIO E AMBIENTE: SFIDE PER LA SOSTENIBILITÀ Prof. Bernardo De Bernardinis Presidente ISPRA UNIONE PETROLIFERA: Assemblea Annuale 2015.

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1 1 PETROLIO E AMBIENTE: SFIDE PER LA SOSTENIBILITÀ Prof. Bernardo De Bernardinis Presidente ISPRA UNIONE PETROLIFERA: Assemblea Annuale 2015

2 2 OBIETTIVO Sfide poste all’industria petrolifera in campo ambientale, evidenziando  Impegno ISPRA e Sistema delle Agenzie (SNPA) nelle valutazioni e nei controlli ambientali  Punti di forza e criticità del settore petrolifero nell’ambito della protezione ambientale  Interventi normativi, tecnologici e gestionali per una maggiore sostenibilità ambientale RUOLO DI ISPRA ISPRA con Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) Duplice natura Ente Pubblico di RicercaEnte coinvolto nei servizi pubblici di Monitoraggio, Valutazione, Controllo e Reporting ambientali

3 3 1. Trend emissioni inquinanti Fonte: ISPRA, 2015. Informative Inventory Report. La riduzione delle emissioni da traffico in Italia Riduzione delle emissioni da traffico grazie al miglioramento della qualità dei carburanti che ha consentito l’introduzione di catalizzatori, di filtri per particolato fine e di altre tecnologie montate sui veicoli (periodo 1990 – 2013) Emissioni nazionali di Benzene In Europa disaccoppiamento tra crescita economica e inquinamento atmosferico Al di sotto dei limiti i livelli di inquinanti di natura “primaria” (SO2, CO, benzene) Preoccupano PM10, O3 e inquinanti di natura “secondaria” (NOX, COV, Particolato) Nei Paesi “emergenti” (area asiatica ed est del mediterraneo) aumento delle emissioni per la crescita economica e sono oggi oltre tre volte superiori a quelli dei paesi europei In Italia riduzione delle emissioni dei principali inquinanti dal 1990 ad oggi  Annullate le emissioni di piombo, grazie all’esclusione dal mercato delle benzine con piombo tetraetile (dal 2001)  - 94% benzene, grazie alla riduzione della percentuale contenuta nelle benzine ed alle marmitte catalitiche  - 89% SOX (per il trasporto stradale -99,7%), grazie alla riduzione del contenuto di zolfo dei carburanti

4 4 Materia prima lavorata  2003: 100 Mton  2013: 72 Mton 2. La riduzione delle emissioni dalle raffinerie presente e futura Negli ultimi 10 anni la raffinazione ha ridotto le emissioni sia in termini assoluti che per materia prima lavorata Obiettivi al 2030 già adottati dal Consiglio Europeo (Pacchetto clima ed energia) riduzione al 2030 dei GHG del 40% rispetto a quelli del 2005 incrementi su rinnovabili ed efficienza energetica del 27% La raffinazione, come le altre industrie soggette a ETS, dovrà ridurre nel 2030 le emissioni di GHG del 43% Fonte: elaborazione su dati Ispra Sinanet (emissioni) e UP (lavorato) Aria - kton Emissioni dalle raffinerie Fonte: Ispra SInanet

5 5 Miglioramento della qualità del fuel ha consentito nuove e più efficienti tecnologie motoristiche con grandi benefici nei trasporti (Direttive “FUEL QUALITY” e normative carburanti) La simbiosi carburante-motore/veicolo continuerà ad essere centrale per traguardare gli obiettivi di decarbonizzazione dell’UE al 2030 3. Qualità dei combustibili per autotrazione BENZENE NELLE BENZINE DAL 2002 AL 2013 Monitoraggio qualità combustibili (ISPRA) Fonte: Relazione al Parlamento sulla qualità dei combustibili, ISPRA 2014 Andamento del contenuto medio di zolfo nel combustibile diesel Diesel199019941995200020052008 Zolfo ppm (m/m)300020005003505010 Fonte: Direttive Auto-oil

6 6 4. Monitoraggi, Valutazioni e Controlli 15 decreti positivi VIA per le raffinerie per modifiche impiantistiche (carburanti di migliore qualità con basso tenore di S, modifiche impiantistiche per movimentazione prodotti e realizzazione di impianti innovativi) Per le Raffinerie, 53 (18%) prescrizioni assegnate ad ISPRA su un totale di 296 ISPRA e VIA: controllo degli impatti ambientali associati alle opere approvate e gestione banca dati decreti (676 totali) Fonte: Banca dati “ISPRA Decreti Ambientali (I.De.A)” consultabile su www.va.minambiente.it/it-IT www.va.minambiente.it/it-IT VIA per la raffinazione ISPRA e AIA: supporto tecnico-scientifico alle istruttorie del MATTM ed alla pianificazione delle attività di monitoraggio e controllo delle sostanze inquinanti emesse AIA per la raffinazione Temi di riflessione e sfide tecniche ed ambientali Trasformazione da Raffinerie a Depositi di oli minerali (necessari chiarimenti su aspetti normativi ed autorizzativi) Problematiche connesse alle prescrizioni AIA degli SME - Sistema Monitoraggio in continuo delle Emissioni in atmosfera (equivalenza metodi di monitoraggio, applicazione LG ISPRA/ARPA sugli SME, contributo ISPRA su attività Commissione AIA-IPPC) Novità introdotte dal Bref “Raffinerie”ed.2014 (applicazione BAT AEL e bolla)

7 7 4. Monitoraggi, valutazioni e controlli SEVESO (Rischio incidenti Rilevanti - RiR) per la raffinazione  ISPRA e SEVESO: Ruolo centrale di ISPRA nella gestione dell’Inventario nazionale e per il coordinamento tecnico e l’effettuazione delle verifiche ispettive  Risultanze delle ispezioni (circa 40) condotte nell’arco temporale 2009-2014 Punti di forza emersi:  Training del personale: rispetto degli obblighi di legge RIR  Controlli e manutenzione: sistemi di permessi di lavoro consolidati ed operativi  Gestione emergenza: congruenza piani emergenza con analisi di sicurezza  Prestazioni e riesame: misurabilità e monitoraggio Sistema Gestione della Sicurezza per la prevenzione degli incidenti rilevanti (SGS-PIR) tramite indicatori Temi di riflessione:  apprendimento operatori nelle attività di training effettuate  azioni operatori negli interventi di emergenza  congruenza attività manutentiva con risultanze analisi sicurezza  raccordo programmi di miglioramento aziendali con i riesami periodici del Sistema di Gestione della Sicurezza

8 8 Settore petrolifero estremamente reattivo alle sfide tecnologiche ed ambientali, in confronto ad altri comparti industriali altrettanto “maturi” Necessario che il settore mantenga ed incrementi la propria reattività, consapevole del proprio ruolo e degli obiettivi ambientali già sin qui raggiunti Per uno sviluppo sostenibile, necessari chiarezza normativa, comprensione e riconoscimento reciproco tra chi produce e chi controlla Necessario rendere “concretamente” sostenibili e sostenute le reti di monitoraggio e controllo ISPRA/SNPA a garanzia di autonomia, indipendenza e trasparenza dei controlli: rapida approvazione del DDL AS n.1548 sui controlli ambientali conseguente definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni Tecniche Ambientali previsti dal DDL finanziamento pubblico delle reti e dei sistemi di controllo CONCLUSIONI

9 9 Grazie per l’attenzione! UNIONE PETROLIFERA: Relazione Annuale 2015

10 10 BACKUP

11 11 Approfondimento su PACCHETTO CLIMA ED ENERGIA 2030 (1/3) Emissioni di gas ad effetto serra (GHG): ETS e Non ETS L’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto alle emissioni 2005) è stato suddiviso in ambito UE in due macrosettori: ETS (Emission Trading System) - sistema internazionale di scambio delle quote di emissione di gas serra: termoelettrico; raffinazione; produzione di cemento, di acciaio, di carta, di ceramica, di vetro Non ETS (settori non coperti da ETS): trasporti; residenziale; servizi; agricoltura; rifiuti; piccoli e medi impianti industriali

12 12 Approfondimento su PACCHETTO CLIMA ED ENERGIA 2030 (2/3) Obiettivi proposti da UE al 2030 (basati sul trend attuale) per l'Italia ISPRA svolge attività di previsione di scenari emissivi, valutazione di politiche e misure e stima degli impatti sui consumi energetici e di gas serra a livello locale e nazionale (modello tecnico –economico MARKAL- TIMES) Settore non ETS: l’Italia deve ridurre le sue emissioni al 2020 del 13% rispetto al 2005. Gli obiettivi al 2030 per i singoli Stati membri non sono ancora stati stabiliti. Una prima stima di riduzione al 2030 per l’Italia si assesta intorno al 31% Settore ETS: obiettivo UE nel suo insieme e obiettivi per singolo Stato Membro non saranno definiti (COMMISSIONE EUROPEA governerà il processo attraverso l’allocazione dei permessi di emissione) Obiettivo 2020 Obiettivo 2030 Obiettivi per il settore non ETS -13,00% non ETS, scenario tendenziale 1 -23,00% non ETS, scenario minimo - 40% -31,00% non ETS, scenario massimo -40% -35,00% Stima degli obiettivi per il settore ETS -21,00% ETS, scenario tendenziale 2 -39,30% ETS, scenario minimo - 40% 2 -42,70% ETS, scenario massimo -40% 2 -46,70% Tutte le riduzioni sono calcolate rispetto al 2005 e sono esclusi i contributi forestali 1 I dati per l'obiettivo 2030 e la denominazione degli scenari derivano dalle tabelle presenti nell'Impact Assessment di "A policy framework for climate and energy in the period from 2020 up to 2030" fonte Commissione UE - Gennaio 2014 2 Questi valori non sono riportati esplicitamente nel documento UE al punto 1 ma sono elaborazioni ISPRA

13 13 Approfondimento su PACCHETTO CLIMA ED ENERGIA 2030 (3/3) Cambiamenti dei settori soggetti a limiti emissivi secondo la UE Nelle conclusioni del Consiglio europeo del 23 ottobre 2014, sono stati adottati gli obiettivi per insieme UE dello “scenario minimo -40%”, che prevede nel 2030 la riduzione dei GHG del 40% rispetto a quelle del 2005 Le industrie soggette a ETS, come la raffinazione, dovranno ridurre nel 2030 le emissioni di GHG di circa il 43% (Fonte: UP) Per i non ETS non sono stati ancora adottati da UE obiettivi di riduzione GHG a livello di Stato Membro; i dati della tabella precedente sono solo indicativi e saranno oggetto di un ulteriore negoziato Dal punto di vista dei gas serra sono stati introdotti degli elementi di flessibilità, con la possibilità di trasferire emissioni dal settore ETS a quello non ETS, una volta sola nel periodo 2021-2030, e con l’inclusione dei contributi del settore forestale dal 2021 in poi (non ancora quantificati)

14 14 Approfondimento su DIRETTIVE “FUEL QUALITY” E NORMATIVE CARBURANTI (1/2) Qualità dei combustibili per autotrazione Idrocarburi aromatici in Italia dal 2002 al 2013 Benzene in Italia dal 2002 al 2013 Monitoraggio della qualità dei combustibili: il numero dei campioni non conformi alle specifiche nell’anno 2013 è risultato pari a circa il 2% (elaborazione su dati CUNA) L’andamento negli anni di queste specifiche (benzene e aromatici) illustra bene come il vincolo normativo influisca sulla qualità dei combustibili In seguito all’entrata in vigore del limite del 1% (v/v), il benzene è sempre a norma e sia i valori medi che l’intervallo minimo- massimo si mantengono costanti negli anni Per gli idrocarburi aromatici si riscontra un andamento costante per il valore medio, mentre si restringe dall’anno 2005 l’intervallo minimo-massimo, in relazione alla riduzione del limite massimo

15 15 Approfondimento su DIRETTIVE “FUEL QUALITY” E NORMATIVE CARBURANTI (2/2) Bunkeraggio marittimo ed utilizzo del GNL (Gas Naturale Liquefatto) Opzioni per ridurre il contenuto di zolfo di oli combustibili ma necessari ingenti investimenti nella raffinazione: Desolforazione spinta dei residui (richiede tempi più lunghi) Abbandono della produzione di bunker e distillati pesanti Impiego di greggi basso zolfo, più costosi (opzione che consente produzioni di bunker molto limitate) Possibili alternative tecnologiche sulle navi Scrubber a circuito chiuso (eventuale istruttoria per autorizzazione a cura di MATTM/ISPRA) “Cold Ironing” (alimentazione con E.E. da banchina) Impiego di GNL (Audizioni X e XIII Senato) Richiede l’ammodernamento della flotta navale, l’adeguamento del sistema logistico di rifornimento nei porti europei, lo sviluppo della normativa e l’armonizzazione delle regole tecniche e di sicurezza (in Seveso III abrogazione del Rapporto Integrato di Sicurezza Portuale - RISP) Costituzione, presso MiSE, del Gruppo Coordinamento Nazionale per “Piano Strategico Nazionale utilizzo GNL”, con MiT, MATTM, MI, Regioni, ANCI, CC.PP., Associazioni Settore, Gestori terminali, RINA, CIG, Università, ENEA (mancato coinvolgimento di ISPRA) Da trasporto navale 4 % delle emissioni mondiali di CO2 9% delle emissioni di SOX sono dovute al trasporto navale Regole più severe sulla La Direttiva 2012/33/UE sulla qualità del bunker ha recepito e reso più severe le regole (IMO e direttiva 2012/33/UE) In aree non-SECA in Europa si passa dal 4,5 % allo 0,5 % entro il 2020 Nelle aree SECA dallo 1 % allo 0,1 % già dal 2015

16 16 Approfondimento su MONITORAGGI, VALUTAZIONI E CONTROLLI Procedimenti SEVESO per attività di raffinazione e deposito Istruttorie concluse per il 60% raffinerie e il 70% dei depositi ubicati su territorio nazionale Tempi medi di conclusione istruttorie nell’ordine dei 2 – 3 anni (con punte di 6 anni) N.B. la Seveso prevede 4 mesi dall’avvio, fatte salve sospensioni di 2 mesi per informazioni supplementari Ad oggi risultano ancora 12 istruttorie in corso, avviate in media da 4 – 5 anni Nel frattempo sono stati presentati i nuovi RdS (obbligo quinquennale ex D. Lgs. 334/99) Al fine di superare tali difficoltà, ISPRA è disponibile a contribuire ad eventuali linee guida specifiche per le istruttorie nelle raffinerie, integrando Linee Guida ISPRA già editate per la valutazione di incidenti rilevanti con conseguenze ambientali e già in uso nei CTR  ISPRA non conduce le istruttorie che sono a carico dai CTR (Comitati Tecnici Regionali - CNVVF), ma ne garantisce il solo monitoraggio, mentre gestisce l’Inventario nazionale stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante  La situazione delle istruttorie in 15 raffinerie attive e in 24 grandi depositi di prodotti petroliferi con capacità stoccaggio maggiore di 100.000 t


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