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L'illuminismo è nato nel settecento, è un movimento di pensiero che si occupa di diffondere i lumi della ragione per far uscire l'umanità dal buio dei.

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Presentazione sul tema: "L'illuminismo è nato nel settecento, è un movimento di pensiero che si occupa di diffondere i lumi della ragione per far uscire l'umanità dal buio dei."— Transcript della presentazione:

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3 L'illuminismo è nato nel settecento, è un movimento di pensiero che si occupa di diffondere i lumi della ragione per far uscire l'umanità dal buio dei pregiudizi, delle superstizioni e dell'ignoranza. La sua fondamentale caratteristica è l'estrema fiducia nella ragione, questo strumento di conoscenza ha assicurato all'umanità un continuo progresso e un miglioramento delle leggi, garantendo un futuro migliore. Alcuni illuministi pubblicarono l'enciclopedia, una grande opera in 17 volumi, con lo scopo di far conoscere nuove idee e diffondere una maggiore istruzione.

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6 Voltaire Rousseau Montesquieu Beccaria

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10 È stato un drammaturgo, scrittore e librettista italiano, cittadino della Repubblica di Venezia, era senza dubbio uno dei migliori commediografi della letteratura italiana. È considerato uno dei padri della commedia moderna, deve parte della sua fama anche alle opere scritte in lingua veneta

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12 Le origini del Carnevale di Venezia risalgono al Medioevo. È uno dei più conosciuti ed apprezzati carnevale del mondo. Le maschere si muovono, si fanno ammirare, arrivando a sfoggiare sia incredibili costumi sia una stupefacente fantasia... C'è chi con nulla o quasi riesce a realizzare autentici capolavori di fantasia. https://youtu.be/Mcxd2vm-eCw

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14 Mirandolina, proprietaria di una locanda a Firenze, ereditata dai genitori, è la protagonista dell'opera, era una donna molto graziosa e amata da molti nobili. Alla locanda lavora come cameriere un ragazzo, Fabrizio, innamorato di Mirandolina. L’ultimo desiderio del padre prima di morire fu che la figlia sposasse Fabrizio, ma lei rifiutò. La locanda è molto frequentata, in particolare si recano spesso alla locanda due nobili: Il Marchese di Forlipopoliche, innamorato di Mirandolina, voleva dargli la sua protezione e il Conte di Albafiorita, anche lui innamorato di Mirandolina, che le faceva continuamente regali. Giunge alla locanda il Cavalier di Ripafratta, un burbero che dimostra distacco e disprezzo verso la bella locandiera la quale ferita nell’orgoglio giura di farlo innamorare e inizia a dedicargli particolari attenzioni, fino a quando riesce a farlo innamorare e questi cede fino ad ammettere di amarla. Alla fine Mirandolina sposa Fabrizio, il cameriere, l’unico che provasse davvero un sentimento per lei.

15 Si divide in tre atti: il primo atto ha 21 scene, il secondo atto ha 18 scene, il terzo atto ha 8 scene. Geronte, è il padrone di casa, il burbero benefico, anziano zio di Angelica e Leandro. Ha dei modi molto bruschi di trattare con tutti e si arrabbia per nulla, ma la sua rabbia dura molto poco, si intenerisce non appena si accorge di aver trattato qualcuno in malo modo. La scena si svolge in una stanza della casa di Geronte a Parigi. Geronte ha due nipoti: Leandro, sposato con Costanza, e la sedicenne Angelica, segretamente innamorata di Valerio ed ormai in età di matrimonio. Geronte decide di darla in moglie all’amico Dorval, attempato signore di quarantacinque anni, che quando sente la proposta è tentato di rinunciare a metterne in evidenza l’assurdità. Infine accetta, ponendo come condizione unica l’accettazione di Angelica – fatto assolutamente inusuale ai tempi – e manda quindi a chiamare il notaio per stilare il contratto. Fra una serie e l’altra di equivoci si arriva al lieto fine che vide l’amore dei giovani (Angelica e Valerio) trionfare e Dorval riprendere la partita a scacchi iniziata con Geronte all’inizio della messa in scena.

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17 In ambito teatrale e letterario con il termine canovaccio si indicano gli elementi di base della trama di un'opera, che ne determina in maniera generica lo svolgimento senza entrare eccessivamente nel dettaglio delle singole scene. In modo particolare nella commedia dell'arte il canovaccio forniva la traccia sulla quale si sviluppava l'improvvisazione teatrale degli attori. La trama del canovaccio descriveva in maniera molto sintetica la successione delle scene e l'intreccio delle vicende.

18 Goldoni girovago ha rilevato un po' dovunque il sapore dell'umanità (non per niente la famosa Mirandolina è di Firenze), ma la sua comunicazione dalle tavole del palcoscenico si fa immediata con l'uso della parlata dialettale, semplice e ingenua, ma efficace e diretta. Realtà e dialetto, fantasticamente rivissuti, rappresentano lo spunto della comicità, la sostanza di partenza per una descrizione concreta di umanità, costume e società del suo tempo. Il dialetto veneziano usato da Goldoni, per quanto addolcito e italianizzato, è comunque un linguaggio concreto e caratterizzato, diversificato dagli strati sociali dei personaggi che lo utilizzano. Nelle opere di Goldoni compare anche la varietà dialettale del Veneto de mar, come il dialetto chioggiotto presentato nella famosa opera "Le baruffe chiozzotte".


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