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Gli ultimi giorni di vita Razionale e Obbiettivi
Corso Regionale Cure Palliative. Aspetti clinici Gli ultimi giorni di vita Razionale e Obbiettivi Dott. C. De Chirico Responsabile U.O.S. Cure Palliative ULSS 7 Dott.ssa G. Dei Tos Infermiera Esperta in Cure Palliative ULSS 7
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Gli ultimi giorni, le ultime ore: Il viaggio sta per concludere
Come aiutare le persone a portare a compimento la propria vita
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… un malato continua ad essere una persona con le sue caratteristiche, la sua dignità e, se aiutata, è in grado di conservare una vita di relazioni sociali e di decidere come dare un significato di compimento all’ultima parte della propria vita. (C. Viafora)
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Lo scenario sociale e culturale del morire negli ultimi decenni è cambiato.
Il progresso conseguito dalla medicina ha modificato il decorso delle malattie.
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Incidenza e mortalità per neoplasia sembrano essersi modificate di poco in Italia negli ultimi 35 anni, molto evidente invece l’incremento della prevalenza, cioè della percentuale di popolazione vivente che ha avuto una diagnosi di cancro. L’aumento della prevalenza viene attribuito all’aumento della sopravvivenza, effetto di diagnosi anticipate e di terapie più efficaci.
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Anche per le femmine, pur con valori diversi, le curve hanno un andamento simile.
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Le conseguenze dell’applicazione della mentalità tecnico-scientifica rispetto alla morte e al morire
Sul piano sanitario data la crescente incidenza delle malattie croniche e degenerative, e l’efficacia degli attuali trattamenti medici che permettono di rallentarne il processo, il morire in molti casi subisce un notevole prolungamento Sul piano culturale la convinzione che la morte sia potenzialmente rinviabile (negazione della morte) Sul piano sociale Spostare il morire fuori dalla scena familiare (medicalizzazione del processo del morire)
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Le conseguenze, sul piano sociale, della “medicalizzazione del morire
Si trascorre l’ultima parte della vita in ospedale, sottratti quindi al proprio ambiente familiare, alla compagnia dei propri cari, al ritmo di una vita normale Il fabbisogno di cure per il dolore e gli altri sintomi ha permesso di trasformare il morire in una “malattia” che, quindi, va curata in ospedale Spostare il morire fuori dalla scena sociale e familiare, ha impoverito le relazioni con le persone alla fine della vita, che si ritrovano così sole Cosimo De Chirico
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Cosa si può fare per aiutare un malato terminale a morire con dignità?
“…sono convinta che se la gente si rendesse conto di quante cose ancora sono rimaste irrisolte, non relegherebbe più i malati terminali in una stanza di ospedale” (Imparare a vivere imparare a morire. E.G.Ross)
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N. malati oncologici assistiti deceduti e luogo di morte
Casa % Hospice Ospedale Totale 2006 1421 41 721 20,8 962 27,7 3465 27,5 2007 1544 34,8 994 22,4 1337 30,1 4433 35,2 2008 1443 32,8 1.118 25,4 1.286 29,2 4402 34,9 2009 2068 41,3 1418 28,3 1361 27,2 5005 39,7 2011 2536 43,5 1630 27,8 1475 25,3 5832 46
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43.4% deceduti entro 7 gg di ricovero
Distribuzione della durata dell’ultimo ricovero negli ultimi 3 mesi di vita in Veneto Giorni 0-1 2-3 4-7 8-14 15-30 31-60 61-90 tot N° paz. Deceduti in H 1812 1578 2148 2593 2840 1558 225 12754 % 14.2 12.4 16.8 20.3 22.3 12.2 1.8 100 L’80% dei malati di cancro muore in ospedale 43.4% deceduti entro 7 gg di ricovero Coordinamento Regionale Veneto per le Cure Palliative e la Lotta al Dolore Registro tumori del Veneto
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Obbiettivi didattici:
Riconoscere il malato nelle condizioni di fine vita: inquadramento clinico e funzionale Conoscere i contenuti della comunicazione: cosa è irrinunciabile dire al malato e ai familiari Saper riprogettare il PAI: semplificare le terapie, proporzionare le cure ai problemi di fine vita, riorganizzare e intensificare l’assistenza.
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