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PubblicatoMarcello Geronimo Rosi Modificato 9 anni fa
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Località reali e fantastiche ne Il Giardino dei Finzi- Contini
UNIVERSITÀ ARISTOTELE DI SALONICCO DIPARTIMENTO DI LINGUA E LETTERATURA ITALIANA LEZIONE: METODOLOGIA DELLA RICERCA FILOLOGICA La Ferrara di Bassani Località reali e fantastiche ne Il Giardino dei Finzi- Contini
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Introduzione Il fascino di una ricerca dei luoghi legati alle narrazioni di Bassani consiste nel riscontro tra immaginario e realtà. La città di Ferrara, città natale, ma anche città del cuore dello scrittore, è il nucleo dei racconti di Bassani che partendo da basi realistiche aggiunge spunti fantastici e diventa il sottofondo anche de Il giardino dei Finzi- Contini. Questo giardino, insieme alla magna domus e i suoi abitanti, reso immortale dal racconto, anche se in realtà non esiste, si può ricreare con fantasia ma anche avendo come bussola tutti quei luoghi reali raccontati da Bassani. Esiste dunque una città storica e reale con le sue vie, i suoi monumenti, i suoi colori, i suoi abitanti, ed una Ferrara che è creata dal poeta. Τra le due città sussiste un rapporto di similarità, ma non di ugualianza.
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Il giardino dei Finzi-Contini
In questa mappa, si vede lo spazio fisico del giardino dei Finzi-Contini, dentro la realtà ferrarese. Un misto tra realtà e fantasia constituiscono la Ferrara di Bassani e Il giardino dei Finzi-Contini.
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Le mura Il primo incontro tra i due giovani protagonisti (narratore – Micòl) avienne lungo le mura degli Angeli di Ferrara e l’immaginario muro di cinta che cerchia la magna domus. Muri e mura sono sempre presenti nello spazio bassaniano e servono come simbolo di un immobilità sociale, ma anche esistenziale dei personaggi, danno un’ impressione di solitudine, mettono in risalto gli elementi più significativi : il tema dell’isolamento, della morte, l’idea di un mondo circondato da una simbolica delimitazione protettiva, ma allo stesso tempo carceraria.
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Il giardino La descrizione del giardino dà l’impressione di un posto fiabesco, idilliaco, caratterizzato anche come edenico, composto da una vasta varietà di frutteti, alberi e fiori rari. Nel giardino si trova anche un piccolo campo da tennis,il quale viene definito campo di patate, dove una compagnia di ragazzi si riunisce dopo la promulgazione delle leggi razziali. Il giardino diventa, dunque, un rifugio dalla crudele realtà della guerra eminente, un luogo privilegiato, nel quale fermare il tempo, un luogo chiuso e piacevole, si può, addirittura, dire un posto magico, dove il tempo e la storia non possono entrare. Il terreno del tennis come si inquadra nel film omonimo di Vittorio De Sica
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La magna domus La magna domus, la dimora dei Finzi-Contini, situata all’interno del giardino, viene presentata al lettore, come riservata, buia, ma allo stesso tempo imponente e lussuosa, rispecchiando la natura schiva dei suoi abitanti, che preferiscono il loro isolamento, non solo nella propria vita, ma anche nella morte. Questa residenza, descritta come un labirinto, mentre dà importanza alle seguenti zone: la sala da pranzo, un luogo lussuoso, ma differente dal resto della casa, più accogliente, più caldo, la biblioteca, grande, calda e silenziosa, piena di libri di tutti i generi, che diventa l’apoggio del protagonista, dopo l’ allontanamento degli ebrei dalla Biblioteca Comunale, la stanza di Alberto, fredda ma accogliente, il primo luogo che è ospitato il narratore, a differenza di quella di Micòl, chiusa nascosta e privata, dove nessuno può entrare, luogo di gioia, ma distante dal mondo ritirato nel ritiro stesso di questa grande villa dei Finzi-Contini.
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Il ghetto ebraico La chiusura del ghetto di Ferrara, durò un secolo, ma rimase il centro della vita della comunità ebraica, immortalata da Bassani nel Giardino dei Finzi Contini. Dall’inizio alla fine di Via Mazzini fino a dove si trovava il primo cancello, si prosegue a Via Vittoria e Via Vignatagliata, dove si trovavano due altri cancelli, fino al ultimo cancello che chiudeva l’accesso a Via dei Contrari. Tutte vie reali, presenti nel racconto bassaniano, prestano realtà topografica ad esso. Via Mazzini negli anni ‘40 Via Vittoria negli anni ‘40
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Sinagoghe L’edificio delle sinagoghe, in Via Mazzini n.95, dentro il ghetto ebraico, ospita la scuola italiana, dove il protagonista, da bambino, incontrava la famiglia dei Finzi-Contini, almeno una volta all’anno, in occasione di festeggiamenti ebraici. Oggigiorno, questo edificio, ospita il Museo Ebraico di Ferrara.
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Cimitero ebraico La via delle Vigne, è ancora un luogo reale nel romanzo di Bassani, dove mette l’immaginaria cappella funebre dei Finzi-Contini.
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Ecco ancora un elemento reale usato nel romanzo.
Il liceo Nella foto, la classe di Bassani, nel liceo statale Ariosto, i riccordi del quale hanno datto vita al liceo Guarini (il nome coincide con quello della via, dove si collocava il veramente esistito liceo dell’ Ariosto del racconto). Bassani Ecco ancora un elemento reale usato nel romanzo.
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La casa del protagonista
La casa del protagonista viene menzionata brevemente. Si tratta di una casa di una famiglia benestante, borghese. Il narratore si limita a fare accenno alla stanza del padre, nella quale il colore bianco ha il sopravvento su tutte le altre tonalità simboleggiando attorno al personaggio la sua aura di saggezza. In realtà, la casa dove lo scrittore trascorre la sua infanzia, si trova in Via Cistema del Follo. Come si inquadra la sala da pranzo nella casa del protagonista nel film omonimo La casa di Bassani in Via Cistema del Follo
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«Gli scrittori creano delle loro città popolate dai loro personaggi, costruite secondo il ritmo e il tono e persino in un certo senso secondo l’urbanistica della loro fantasia» Claudio Varese Claudio Varese (Sassari, 23 agosto 1909 – Viareggio, 10 dicembre 2002) è stato un critico letterario e insegnante italiano.
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Grazie dell’attenzione!
Hanno collaborato: Γεϊτσίδου Μαρία Κομινάτου Κατερίνα Μήτρου Χαρά Παρασκευαΐδου Αλεξάνδρα
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