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Il metodo della scienza

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Presentazione sul tema: "Il metodo della scienza"— Transcript della presentazione:

1 Il metodo della scienza

2 Il Conoscere: un rapporto tra soggetto e oggetto
Conosciamo la realtà? Il Conoscere: un rapporto tra soggetto e oggetto

3 Possiamo noi conoscere la verità? Possiamo conoscerla con certezza?
Verità, è l'accordo della conoscenza con l'oggetto conosciuto Conoscere è:ATTINGERE L’ESSERE, la realtà oggettiva sia per mezzo dei SENSI coi quali sperimentiamo la reale esistenza delle cose, sia per mezzo dell‘INTELLETTO che intus legit nelle cose, cioè ne penetra la natura.

4 GENESI DELLA CONOSCENZA
MENTE:La mente riceve gli elementi delle sue cognizioni mediante i sensi. Il senso però nulla dice della loro costituzione entitativa di un oggetto: apprende infallibilmente questo colore, quel suono, ma non dice quale sia la natura del colore e del suono, se siano qualità semplici o complesso di vibrazioni e moti. Questo dovrà prudentemente dedurlo l'intelletto esaminando quale sia la natura delle cose;

5 Gli universali I dati dei sensi esterni vengono riuniti dal senso comune, conservati nella memoria sensitiva, riprodotti nel fantasma o immagine complessiva delle qualità raccolte in uno stesso soggetto. Il fantasma rappresenta questa cosa, questa sostanza, questo uomo. L’intelletto astrae l'idea universale di ente, di sostanza, di uomo, ecc.; idee dapprima più universali che poi a poco a poco col moltiplicarsi dei dati dell'esperienza, coi rapporti e confronti fra una nozione ed un'altra, vanno sempre più determinandosi e danno una conoscenza più completa e perfetta delle cose.

6 Il procedere della conoscenza
La mente procede nella ricerca della verità per via di ragionamento deduttivo e induttivo: ragionamento deduttivo quando da giudizi più universali scende a conclusioni più particolari; ragionamento induttivo quando invece dal particolare passa all'affermazione universale.

7 Le condizioni per la nascita del metodo scientifico
L’universo posto in essere, da un Creatore (architetto) che tutto ha posto “con misura , calcolo e peso”. Gli antichi consideravano il mondo assoggettato alla volontà cappricciosa degli dei. Conoscere per loro significava sapere quale era il loro volere e nel cercare di compiacerli con riti propiziatori, sotto tale condizione non poteva comparire la “vera scienza” Fiducia nelle capacità della ragione di comprendere l’universo in quanto razionale e dunque intellegibile. Consapevolezza che l'essenza delle cose è inattingibile o comunque esula dalle finalità della scienza, che deve invece indagare i rapporti tra le cose ed esprimerli attraverso una misurazione oggettiva e universalmente comunicabile

8 Dove e quando? Queste condizioni hanno favorito il processo che ha portato alla rivoluzione scientifica Nella cultura occidentale europea, profondamente plasmata dalla concezione giudaico-cristiana di un mondo, non soggetto alla volontà capricciosa degli dei, ma intelligentemente creato e ordinato razionalmente da Dio, dunque intellegibile. Questa fiducia nella ragione venne incoraggiata dalla scolastica medievale di Alberto Magno e san Tommaso, e diffusa in quelle gloriose invenzioni della cattolicità che furono le università medievali. La scienza ha prodotto i suoi frutti migliori quando ha dimostrato prima di tutto a se stessa di non essere magia, pura potenza, pura volontà. La pietra filosofale del nostro tempo è con ogni evidenza l’illusione di creare, manipolare, selezionare ….

9 Le riduzioni Idealismo: antepone l'idea alla realtà. (Il finito è ideale, diceva addirittura Hegel). La verità perciò non è la conformità delle cognizioni con le cose, ma con le leggi del pensiero. Tutto ciò che esiste, esiste in quanto è pensato. “Non esistono più i fatti, esistono soltanto interpretazioni” Nietzsche Empirismo e scientismo: riduce la scienza ad esperienze sensibili, riduce la ragione a “razionalità” , la fa coincidere con ciò che è dimostrato scientificamente

10 Lo scientismo: una gatta da pelare
Ovvero l’idea, secondo la quale, nessun campo della conoscenza può sfuggire al dominio del metodo scientifico, può evitare di essere ricondotto al metodo logico-matematico e al metodo sperimentale. La metafisica è quel orizzonte, necessario alla conoscenza del particolare.“Non vi è alcun momento in cui la nostra conoscenza (particolare) possa fare a meno dell'universale" (E. Agazzi)

11 Razionalità e ragione La razionalità non esaurisce la ragione ma ne è compresa. La ragione ha a che fare con discipline per nulla scientifiche come l’arte, la musica, la religione ecc. Scienza e religione ad esempio non sono per nulla in contraddizione. L’atto di fede quando non si riduce a fideismo è un atto della ragione. Chi adora la ragione non la usa; chi non l’adora la usa perché ben la conosce. Chesterston La scienza senza la religione è zoppa, la religione senza la scienza è cieca. Einstein

12 La tecnoscienza La volontà teologica si è trasformata nella volontà tecnologica, come tentativo di incrementare all’infinito la possibilità di realizzare scopi. La tecnica non ha limite assoluto, davanti ad essa non esiste più alcun limite, alcuna “natura” da rispettare. La tecnica, guidata dalla scienza moderna, vuole diventare assoluta, incondizionata e infinita potenza. La tecnoscienza come nuova forma di dittatura, proviene da quella cultura illuministica che risale a Cartesio (dal suo “cogito ergo sum” che subordina l’esse al cognosco, considerato qualcosa di primordiale al quale si aggiunge la sua concezione di un universo inteso come una macchina, dove Dio è estromesso e relegato solo all’inizio, scendendo lungo il quale si scorge la volontà di potenza descritta da Nietzsche, una volontà manipolatoria del reale che oggi acquista il significato di tecnoscienza.

13 Biogenetica L’essenza della biogenetica è questa: l’uomo può “fare” l’uomo a sua immagine e somiglianza, a immagine dei suoi sogni o dei suoi incubi. L’uomo artefice di se stesso, ha disposizione una grande energia, paragonata da qualche scienziato a quella che si sprigiona dal nucleo atomico. Questa può innescare la sua stessa distruzione. L’uomo con le sue capacità ha preso in mano le redini dell’evoluzione “contro il caso e la necessità”, per riprogettarsi secondo i suoi gusti. In questo processo evolutivo vi è il miglioramento dell’uomo e la selezione eugenetica

14 Biogenetica 2 Il pericolo per l'uomo e per il genere umano viene non tanto da queste capacità ma da una crisi che è culturale, che non sa più cogliere con chiarezza “chi sia l’uomo e cosa debba essere”. Il mondo, che nel passato era l'oggetto della conoscenza diventa ora l'oggetto della sua volontà, la quale è troppo spesso volontà di potenza sulle cose. L’uomo manipolatore di se stesso, privo di autocontrollo e del senso del limite, poiché “tutto ciò che è possibile fare deve essere fatto”, riduce la propria vita ad un bene relativo, da valutare a seconda della sua qualità, cioè a seconda dei benefici e dei vantaggi che comporta per il soggetto interessato e per il contesto sociale che lo circonda.

15 Il metodo scientifico: ipotetico-deduttivo-sperimentale
Ipotetico, perché i dati osservati sono interpretati come conseguenza di un’ipotesi assunta come vera. Bisogna precisare però che per Galileo l’ipotesi è uguale alla verità dei fatti, è una fondata congettura attorno all’ordine effettivo della realtà naturale, non semplicemente una serie di calcoli la cui validità non ha nessuna connessione col mondo reale. Deduttivo perché dall’ipotesi, che assumo come premessa vera e causa dell’evento, posso dedurre l’evento stesso. Inoltre dall’ipotesi posso sempre dedurre ulteriori conoscenze che mi possono permettere di spiegare ulteriori aspetti di quell’evento. Sperimentale perché il fondamentale criterio di convalida delle teorie è l’esperienza, che non si riduce però solo all’osservazione, come gli aristotelici, ma anche all’interrogazione della natura tramite l’esperimento, ovvero la ricreazione delle condizioni per cui il fenomeno si verifica. E se ciò non fosse possibile, si può ricorrere all’immaginazione, all’esperimento mentale.

16 Le componenti del metodo
1) Stupore e desiderio di conoscere 2) Osservazione 3) Formulazione dell’ipotesi 4) Verifica dell’ipotesi mediante l’esperimento 5) Legge

17 1) STUPORE e MERAVIGLIA generano il vero osservatore
E’ lo stupore che conta, principio indiscusso di scienza ( che permette) di vedere il mondo come fosse appena stato fatto, come se anche chi lo vede fosse appena stato fatto. E’ naturalmente il solo modo di vederlo. Purtroppo non è dato a tutti. Vedere la creazione come nell’istante in cui è uscita dalle anguste Mani. ….Non come oggetto conosciuto, abituato, ma come primo, come l’oggetto primo di uno sguardo primo, come l’oggetto tutto nuovo, con uno sguardo tutto nuovo. Sguardo nuovo, sguardo delle origini, sguardo originale, originario, che sguardo…. Ci volle uno sguardo acuto, uno sguardo singolarmente nuovo e mai usato; un giorno ci volle che arrivasse quello sguardo e vedesse, primo ad annunciare, a rivelare ciò che ora salta agli occhi di tutti…. C. Peguy Il movente della conoscenza: lo stupore percezione della realtà, come qualcosa che “esiste”, che si pone di fronte a noi, che ci precede, che è altro da noi, che ci sorprende come un gratuito. Paolo VI, al convegno I nuclei delle galassie, 1970

18 2) Osservare,.… con attenzione
La realtà esige serietà per poter essere conosciuta, esige occhi aperti, mente attenta e cuore ospitale affinché il Mistero che essa cela si riveli nella sua verità profonda. Albert Einstein

19 La fede in un mondo esterno a noi
“La fede in un mondo esterno indipendente dall’individuo che lo esplora è alla base di ogni scienza della natura“ Einstein “Noi uomini siamo gli esploratori della realtà non i suoi creatori” G.P. II

20 Fuga dalla realtà “L’aspetto probabilmente più sorprendente e sconcertante della fuga dalla realtà è l’abitudine a trattare i fatti come se fossero mere opinioni. Tutti i fatti possono essere cambiati e tutte le menzogne rese vere. Ciò in cui ci si imbatte è l’incapacità o l’indisponibilità a distinguere tra fatti e opinioni.” Hannah Arendt

21 Non riducibile al materiale
“Lo scienziato che non ammette l’insondabile mistero non è neanche un buon scienziato “ Einstein “Non tutto ciò che può essere contato conta e non tutto ciò che conta può essere contato”.

22 3) L’ipotesi E’ il tentativo di ricostruire l’essere esistente mediante il processo intellettuale. Nell’intuizione si può avere la percezione immediata dell’essere: “Credo che il puro pensiero sia sufficientemente potente a comprendere il mondo.” Albert Einstein

23 4) Esperimento L’esperimento è il consulto che si fa alla natura: La risposta che essa dà, rappresenta la modalità con cui la natura risponde. (Con Einstein abbiamo a che fare con un particolare tipo di esperimenti che sono del tutto mentali)

24 5) Legge Rappresenta la descrizione di un fenomeno, di una regolarità in forma matematica, ma che non esaurisce la realtà. Neanche un insieme di leggi cioè una teoria non esaurisce la realtà e neppure una compiuta “Teoria del Tutto” potrà esaurisce la realtà. “Quando le leggi della matematica si riferiscono alla realtà non sono certe e quando sono certe non si riferiscono alla realtà” Einstein Persino lo studio del moto di tre masse che si attirano secondo legge di gravitazione di Newton, non è possibile risolverlo in modo esatto!

25 La domanda sul “tutto” L'uomo non si accontenta di conoscere il "come" della scienza, non si accontenta di singole risposte a un numero anche infinito di domande ma è capace di interrogare la domanda, di pensare il pensiero ossia di porsi l'interrogativo assoluto, di porre la domanda sul tutto, che non è da interpretarsi come una somma cumulativa di particolari, così come l'insieme della fisiologia e dell'anatomia non dice ancora tutto su ciò che un individuo.

26 I limiti della scienza “La scienza non può risolvere il mistero ultimo della natura. E ciò perché, in ultima analisi, noi stessi facciamo parte del mistero che stiamo cercando di risolvere. “ Max Planck

27 L’UMILTA’ DELLO SCIENZIATO
“Io non so come mi giudichi il mondo; a me sembra d'essere un bambino che gioca sulla spiaggia del mare e si rallegra se di quando in quando trova un ciottolo più lisco degli altri o una conchiglia più bella delle altre, mentre il grande oceano della verità sta inesplorato davanti a lui. “ Isaac Newton Chi adora la ragione non la usa; chi non l’adora la usa perché ben la conosce. Chesterston

28 La casualità delle scoperte
Molte delle scoperte importanti è stata del tutto casuale; è come se la realtà stessa si mostrasse a chi la indaga in maniera approfondita. “In qualche strano modo, qualsiasi fatto scoprii o qualunque percezione ebbi, non mi parve mai una mia scoperta bensì piuttosto qualcosa che esisteva da sempre e in cui ebbi la fortuna di imbattermi” Chandrasekhar “Il caso favorisce solo una mente ben preparata” Pasteur

29 Fine presentazione: un omaggio ad Albert Einstein che con molte sue considerazioni ci ha guidati al metodo scientifico

30 Alcuni importanti nomi di grandi scienziati cattolici
Linneo, Ruggero Bacone, Louis Pasteur, Johann Gregor Mendel, Alessandro Volta, André-Marie Ampère, Michael Faraday, Edison, Mercalli, Schiapparelli, Pacinotti, Marconi, Maxwell,, Luigi Galvani, Léon Foucault, Copernico, Newton, Galileo Galilei, Keplero, Boscovich, Celsio, Torricelli, Alexis Carrel , John Eccles, Johnny von Neumann, Max Plank, Niels Bohr, Rubbia ecc.

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