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Le istituzioni politiche tra medioevo ed età moderna
ovvero: la nascita dello Stato moderno f.meneghetti 2006
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Premessa In questa presentazione lo studente non si troverà davanti una montagna di date e nomi da imparare, ma dovrà affrontare alcuni concetti complessi, che dovrà dimostrare di aver compreso, anche effettuando le comparazioni che gli saranno chieste. Alla base di tale presentazione sta dunque una distinzione fondamentale tra due concetti storici: evento (cioè fatto di breve durata) e istituzione (cioè struttura con caratteri di permanenza). f.meneghetti 2006
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L’eredita’ romana La civiltà romana ha lasciato in eredità alla società europea occidentale un modello forte di stato: cioè un’autorità che si esercita sulla popolazione di un dato territorio, sulla base di una serie di norme scritte (diritto pubblico); Anche se i romani hanno conosciuto un’importante esperienza repubblicana, dominata dal principio della collegialità, la principale eredità lasciata al Medio Evo è rappresentata dall’Impero, cioè una monarchia sovra-nazionale, che, nel caso di Roma, gravitava sul Mediterraneo. f.meneghetti 2006
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Chi detiene il potere nel medioevo?
A seconda dell’ampiezza del territorio su cui si esercita l’autorità, si può parlare di tre tipi di potere: POTERI UNIVERSALI (con carattere, cioè, sovranazionale); POTERI PARTICOLARISTICI (di limitata estensione: cioè feudi e comuni); POTERI INTERMEDI (con dimensioni regionali o nazionali: si tratta per lo più di grossi feudatari che si trasformano in monarchie nazionali). f.meneghetti 2006
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I POTERI UNIVERSALI I poteri universali sono rappresentati dalla Chiesa e dall’Impero. Entrambi questi poteri hanno radici nella civiltà classica. Entrambi sono poteri di diritto (perché si ritengono legittimati da antichi privilegi), ma non sono anche poteri di fatto, almeno a pieno titolo. Infatti nel corso del Basso Medioevo, per ragioni diverse, vanno incontro ad un processo di graduale declino che porta la Chiesa ad essere un’autorità spirituale, più che politica, al di fuori dello Stato pontificio, e l’Impero a divenire uno stato nazionale germanico. f.meneghetti 2006
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La chiesa L'autorità del papa, vescovo di Roma ma anche capo della cristianità sin dai primi secoli dell’era cristiana, diventò ben presto anche politica. Grazie ad alcuni personaggi di rilievo come Gregorio I Magno, il papato iniziò a colmare il vuoto politico-amministrativo lasciato dalla dissoluzione dell'Impero d'Occidente, e ad allargare la sua influenza anche sulle chiese d'Oriente (fino allo scisma del sec. XI). Il potere temporale del papato si costituì grazie alle donazioni dei re longobardi e dei franchi e alla “donazione di Costantino”, un documento apocrifo in base al quale l’Imperatore d’Oriente regalava alla Santa Sede l’Impero d’Occidente e legittimava l’autorità politica del papa. f.meneghetti 2006
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L’impero Era stato Carlo Magno, re dei Franchi, a farsi incoronare dal papa (evento assolutamente nuovo) a capo del Sacro Romano Impero. La nuova istituzione si differenziava dall’impero romano per varie ragioni: il carattere confessionale; Le dimensioni più contenute (rappresentava di fatto tre nazioni: Francia, Italia, Germania); Il carattere continentale più che mediterraneo. I rapporti personali tra sovrano e sottoposti. Dopo la morte di C.M., il titolo di Imperatore passò solo all’erede che regnava in Germania. f.meneghetti 2006
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CAUSE DI DECADENZA DEI POTERI UNIVERSALI
Furono diversi i fattori a togliere potere di fatto alle due autorità sovra-nazionali: la lotta per le investiture (Impero vs. Chiesa) Le contestazioni mosse alla teoria teocratica di Innocenzo III , specie da parte degli eretici I contrasti tra Impero e Comuni in Italia, seguiti poi da un progressivo disinteresse degli imperatori per le vicende italiane; Il trasferimento della sede papale ad Avignone per tutto il ‘300 e le ingerenze politiche (italiane e francesi) nell’elezione del Pontefice. f.meneghetti 2006
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POTERI PARTICOLARISTICI: I FEUDI
Il feudalesimo sorge dalla disgregazione del potere politico avvenuta con il crollo dell’impero romano, e riprende vigore dopo la frantumazione del Sacro Romano Impero, cui consegue uno stato di anarchia. Tuttavia il feudalesimo non rappresenta un principio di organizzazione, ma semmai di frammentazione, perché favorisce la dispersione e la parcellizzazione dei poteri, con conseguente gap tra grossi e piccoli feudi, specie dopo il riconoscimento dell’ereditarietà degli ultimi (constitutio de feudis, 1037). Il potere dei feudi interessa la campagna in modo particolare. Il sorgere dei comuni, che esercitano una formidabile concorrenza al feudo, contribuirà ad indebolirlo. f.meneghetti 2006
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Funzionamento del feudo
Elementi del feudo: Vassallo Valvassino Valvassore Beneficio (econ.) Immunità (pol.giur.) Vassallaggio f.meneghetti 2006
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POTERI PARTICOLARISTICI: I comuni
I comuni, diffusi in nell’Europa occidentale, rappresentano un fenomeno urbano, nel senso che le città rappresentano in genere una sorta di isola non feudale in un mare feudale. Perciò a governarle sono istituzioni ed uomini borghesi. Questo non vale però per l’Italia, là dove la direzione della città spetta inizialmente ai magnati, cioè feudatari (secondogeniti) che hanno lasciato la campagna, e trasferiscono in città la loro attitudine al comando e alla guerra. Infatti il comune italiano, che ai autolegittima (potere di fatto, non di diritto) si caratterizza anche per la tendenza ad espandersi territorialmente, a spese della compagna circostante e dei comuni più piccoli. f.meneghetti 2006
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Evoluzione dei comuni italiani
Dal punto di vista territoriale: Si passa da uno stato cittadino ad uno stato più esteso, fino a raggiungere dimensioni regionali; Dal punto di vista istituzionale: Si passa attraverso fasi diverse Fase consolare, repubblicana (governo dei magnati) Fase podestarile (scontro tra magnati e borghesi e ricerca di un arbitro esterno) Fase popolare (i borghesi cacciano i magnati dal potere: v. Firenze con Giano della Bella), oppure: fase signorile, che prelude ad un passaggio alla monarchia. f.meneghetti 2006
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I poteri intermedi Si tratta di grossi feudi o di monarchie feudali, che, un po’ alla volta, attraverso la guerra, si impongono come potere di dimensione nazionale, tale da comprendere nel proprio territorio tutte le persone che parlano la stessa lingua. Questi poteri si affermano anche grazie alla crisi dei poteri universali e alla debolezza di quelli particolaristici e tendono a perdere caratteristiche feudali per diventare stati nazionali moderni. Le più significative monarchie feudali sorgono in Francia, in Inghilterra, nella penisola iberica e nel sud Italia, per tacere dell’Europa orientale. f.meneghetti 2006
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CARATTERI DELLO STATO MEDIEVALE
Il rapporto tra sovrano e collaboratori e sottoposti è personale e si basa sulla fiducia; I sottoposti (vassalli) sono tenuti a sostenere il sovrano in ogni impresa militare; La guerra è infatti una prerogativa aristocratica; Non esiste un sistema di imposte dirette, Esistono contribuzioni straordinarie in caso di guerra ed una serie di imposte indirette (es. sul sale), balzelli, pedaggi. Non esiste un apparato burocratico. f.meneghetti 2006
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Una rivoluzione tecnologica
A determinare il passaggio da stato medievale a stato moderno si può dire sia stata la polvere da sparo. Tale invenzione ha rivoluzionato la tecnica militare, rendendo superata la cavalleria, imprimendo alla guerra il carattere di un’esperienza di massa, provocando cambiamenti nelle tecniche di assedio e di difesa, tali da comportare costi insostenibili senza il contributo dei cittadini. Di qui l’esigenza, per u sovrano, di contare i propri sudditi (censimento) e di indurli a pagare imposte dirette. f.meneghetti 2006
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Caratteri dello stato moderno
Lo stato moderno si caratterizza per tre elementi: Esercito Fisco Burocrazia. L’esercito, che ora si basa su fanteria ed artiglieria, è in parte costituito da sudditi arruolati, in parte da mercenari. I costi relativi vengono scaricati sui sudditi tramite le tasse, che vengono calcolate e riscosse da apposito personale con competenze professionali: la burocrazia, i cui rapporti con il sovrano sono del tutto impersonali. f.meneghetti 2006
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TEORIA E PRASSI DELLO STATO MODERNO
I re, per legittimare il loro potere, sostengono di essere stati investiti direttamente da Dio: pertanto la loro persona stessa è sacra (re taumaturghi; Inoltre, per consolidare ed estendere il loro potere, devono agire su due leve: guerre e matrimoni; Infine, per escludere qualsiasi ingerenza esterna, sono indotti a scontri o patteggiamenti (concordati) con la Chiesa cattolica, che esige il pagamento delle decime e quindi sottrae risorse agli stati medesimi. V. contrasti dei papi con la Francia e poi con Inghilterra e Germania. f.meneghetti 2006
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VERSO L’ASSOLUTISMO Lo stato moderno, che gravita sul sovrano, si accinge così a trasformarsi in Stato assoluto, nel senso che il re è svincolato (solutus, sciolto) da ogni controllo. Pertanto esercita il potere, anzi, tutti i tipi di potere (legislativo, esecutivo, giudiziario, religioso, culturale) senza alcun contrappeso. Si tratta in sostanza di una dittatura che è accettata in nome dell’origine divina della sovranità. Quando gli illuministi dimostreranno che alla base di questa c’è il cosiddetto patto sociale, voluto dagli uomini, i sudditi cominceranno a sentirsi cittadini (aventi cioè diritti oltre che doveri) e il re dovrà rispondere al loro consenso. f.meneghetti 2006
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Filippo ii e lugi xiv, re sole
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guerre f.meneghetti 2006
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matrimoni f.meneghetti 2006
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L’anomalia italiana Mentre in Europa il trend è quello appena descritto, in Italia le linee di sviluppo delle istituzioni statali sono diverse: Al sud permangono monarchie feudali; Al centro, resta lo stato della Chiesa; Nel centro-nord si passa da una polverizzazione di stati cittadini ad un sistema di signorie di dimensioni regionali, che resteranno indipendenti solo fino alla fine del ‘400; poi l’Italia diverrà teatro di conflitto tra Francia e Spagna, fino a perdere la propria libertà. f.meneghetti 2006
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Una storia di sudditanza e di divisuione
Con la pace di Cateu Cambresis(1559) inizia il predominio spagnolo nella penisola, che durerà fino all’inizio del XIX secolo, quando subentrano Austriaci e Borboni. L’Italia esisterà come entità culturale, linguistica e spirituale, ma non come entità politica: la sua sarà una storia di stati regionali, in gran parte sudditi di stati esteri (con rare eccezioni come la Repubblica di Venezia), fino al Risorgimento. f.meneghetti 2006
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