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Cenni sulla psicanalisi
A cura della prof. Francesca Meneghetti
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Che cos’è La psicanalisi nasce anzitutto come tecnica terapeutica per fronteggiare le psiconevrosi (disturbi di origine psichica, che si manifestano anche sul piano somatico, p.e. come paralisi, senza che vi siano lesioni negli organi interessati) ad opera di Sigmund Freud, medico viennese, ebreo, che si era specializzato in psichiatria. Per curare tali disturbi, F. dovette ipotizzare una teoria dell’inconscio, ovvero una psicologia del profondo.
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Dal metodo attivo a quello passivo
Le terapie precedenti avevano un carattere attivo (ipnosi, elettroterapia, idroterapia): al contrario Freud propone un nuovo metodo basato sul ruolo passivo e neutrale del medico, che si limita ad ascoltare, senza giudicare, tutto ciò che al paziente viene in mente, e che affiora alla sua coscienza secondo una libera associazione di idee.
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Perché incontra resistenze
Fin da subito la psicanalisi incontrò resistenze. In una conferenza rivolta ai medici, Freud le giustificò con il fatto che la psicanalisi infliggeva la terza grande umiliazione all’umanità, dopo: - Copernico: l’uomo non è più al centro dell’universo; - Darwin: l’uomo non è più “signore della terra” (creato ad immagine e somiglianza di Dio”) ma il risultato di un lungo processo evolutivo che parte dal regno animale.
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La terza umiliazione all’umanità
Secondo Freud la psicanalisi è percepita come un’umiliazione perché: 1. demolisce l’idea che psiche e coscienza coincidano: solo una piccola parte dei nostri pensieri è cosciente, il resto è inconscio e legato alla parte più arcaica e profonda dell’io, dominio degli istinti; 2. afferma che pulsioni di natura sessuale sono alla base non solo delle psiconevrosi, o delle perversioni, ma anche delle più alte creazioni artistiche, scientifiche e culturali (per cui “alto” e “basso” hanno la stessa radice); 3. inoltre propone un’idea nuova di sessualità, non come attrazione verso l’altro sesso (finalizzata alla procreazione) ma come libido, priva di una meta precisa e presente fin dalla nascita.
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La struttura della vita psichica
Coscienza preconscio Super-io io rimozione Inconscio o Es
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Da dove viene l’inconscio?
L’inconscio è la parte più primitiva dell’io, strettamente legata al mondo somatico (corpo) e ai suoi istinti fondamentali: di vita (i. alimentare, per l’individuo; i. sessuale, per la specie) e di morte. Tali istinti sono dotati di una grande energia (libido) e perseguono il principio del piacere (cioè vogliono essere assecondati subito e totalmente). Ma l’ambiente esterno (educazione) insegna un po’ alla volta a mediare il principio di piacere con quello della realtà, e a contenere tali impulsi.
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L’origine della civiltà
La civiltà, dal punto di vista freudiano, può essere considerata come una forma di contenimento delle pulsioni inconsce, a partire da quella più pericolosa di tutti: l’incesto. Il neonato infatti ama la madre di un amore sessuale (compatibilmente con la sua età), e, vedendo nel padre un terzo incomodo, in modo primitivo vorrebbe eliminarlo (anche se nutre amore per la protezione che ne riceve). Questo, con riferimento ad una famosa tragedia greca, è il complesso di Edipo, che va, evidentemente, contenuto per assicurare la vita in sicurezza di tutta la società. Il ruolo “censorio” del padre, cui Freud assegna un ruolo basilare, nell’educazione, viene così assimilato dal bambino, e diventa il suo Super-io, ovvero la sua istanza morale, che lo giudica e lo fa sentire in colpa se sbaglia.
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Come dimostrare l’inconscio?
Si tratta di un problema arduo, perché nessun osservatore esterno può assistere ad una seduta psicanalitica, dove si cogliere l’emergere di pensieri inconsci: infatti la terapia funziona solo se, attraverso un rapporto esclusivo medico-paziente, si crea il cosiddetto transfert, che consente a quest’ultimo di proiettare sullo psicanalista sentimenti che lui ha già vissuto con il padre o un’altra figura fondamentale della sua vita. Per risolvere il problema, Freud propone però di prestare attenzione ad alcune esperienze della vita quotidiana che tutti possono osservare, senza… aver bisogno di un trattamento analitico.
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I lapsus o atti mancati un compromesso tra
A tutti capita di dire una cosa al posto dell’altra o di dimenticare qualcosa. Il lapus, o atto mancato, secondo Freud non è casuale. Se accade, ha un senso: rappresenta infatti un compromesso tra un pensiero inconscio, ostile verso questo qualcosa un’intenzione cosciente (di fare o dire qualcosa) A posteriori, possiamo renderci conto che in noi c’erano pensieri sui quali non avevamo il controllo.
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I sogni un compromesso tra
Anche i sogni hanno un senso (prima di allora vi si prestava pochissima attenzione scientifica): sono un compromesso tra Pensiero inconscio: bisogno di realizzare un desiderio (in forma allucinatoria) Intenzione: desiderio di dormire Nel caso del sogno però il contenuto manifesto (ciò che si “vede” in sogno) è diverso dal contenuto latente (ciò che realmente desidera l’inconscio). Ciò che determina la differenza è il cosiddetto “lavoro onirico”
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Il lavoro onirico Quando noi dormiamo, l’inconscio è attivo e cerca di approfittare del nostro stato per farsi sentire. Però i suoi desideri sono in gran parte inaccettabili per il nostro super-io: allora, per soddisfarli in forma allucinatoria (come se fosse un film) l’inconscio li maschera con vari “trucchi”: Passa dall’astratto al concreto (es.: possedere= sedersi sopra) Condensazione (più persone o cose si fondono in una sola, che, pertanto, non riusciamo a identificare) Spostamento d’accento (il “riflettore” del nostro film punta su un soggetto che è meno importante di quello che sta in ombra, o nello sfondo) Simbolismo (l’inconscio ricorre a dei simboli universali che sono attinenti alla sfera della sessualità) E i sogni d’angoscia? Che desiderio realizzano? In realtà si tratti di sogni il cui contenuto latente è venuto a galla, è diventato riconoscibile: allora il sogno viene interrotto bruscamente dal nostro risveglio e l’angoscia è data dal fatto di aver percepito un desiderio inaccettabile.
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Il contributo che la psicanalisi ha dato alla cultura del ‘900
Ha contribuito alla “crisi della ragione”, dimostrando il peso che ha la sfera istintuale (anche se la cura comporta il portare alla coscienza i traumi nascosti); Ha insegnato il metodo della libera associazione di idee, poi ripreso da Joyce e da Svevo; Ha valorizzato esperienze banali, come lapsus e sogni, dimostrando che avevano un senso; Ha sottolineato il ruolo genitoriale nell’ educazione; Ha dato una spiegazione psicologica di fenomeni storici del ’900 come il totalitarismo (culto del capo) e le guerre.
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Per saperne di più… - Introduzione alla psicanalisi;
Per approfondire, è meglio leggere direttamente i libri di Sigmund Freud: - Introduzione alla psicanalisi; - L’interpretazione dei sogni.
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