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Dai grandi del ‘900 al neorealismo

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Presentazione sul tema: "Dai grandi del ‘900 al neorealismo"— Transcript della presentazione:

1 Dai grandi del ‘900 al neorealismo
f. meneghetti

2 Le tappe intermedie La poetica del frammento (La Voce) : immediato primo dopoguerra Il ritorno all’ordine (Ronda) e il fascismo Il realismo degli anni ’30 e i primi segnali di dissenso L’apertura europea e americana di Solaria f. meneghetti

3 Le riviste del ‘900 RIVISTA PERIODO POETICA LA VOCE 1 gm - dopoguerra
Frammentismo e autobiografismo LA RONDA anni ‘20 Prosa d’arte e ritorno all’ordine SOLARIA anni ‘30 Sprovincializzazione, mito della lett. americana IL POLITECNICO Dopoguerra (2 gm) Impegno civile; letteratura non consolatoria f. meneghetti

4 Il realismo degli anni ‘30
Riferimento alla realtà, e non all’ordine di facciata del regime fascista Richiamo a Solaria e all’apertura degli orizzonti culturali (vs. Strapaese) Da ricordare: Gli indifferenti di Moravia, metafora dell’inettitudine e della fiacca volontà di ribellione degli italiani verso il fascismo. f. meneghetti

5 Gli indifferenti Leo entrò per primo nel salotto, andò alla tavola, accese una sigaretta; avvolto nella veste da camera, come un lottatore, a gambe larghe, con la testa, arruffata e tozza, china verso l’invisibile fiammifero, egli dava l’impressione di un uomo sicuro di sé e della sua vita; poi si voltò; allora, non senza odio, Michele alzò la mano e sparò. Non ci fu né fumo, né fracasso; alla vista della rivoltella Leo spaventatissimo si era gettato con una specie di muggito dietro una sedia; poi il rumore secco del grilletto. “S’è inceppata” pensò il ragazzo. f. meneghetti

6 Caratteristiche Scrittura in terza persona
Prosa di tipo descrittivo, tendente all’oggettività Realismo borghese, non “umile” come nel verismo Tema dell’inettitudine di Michele Denuncia delle ipocrisie di una famiglia “per bene” f. meneghetti

7 Fortuna e sfortuna di Fontamara
Pubblicato nel 1930 in Svizzera, da Ignazio Silone Grande fortuna nel dopoguerra: denuncia dei soprusi compiuti dal fascismo ai danni dei “cafoni”, come l’eroe Berardo Viola L’autore, che manifesta il suo orientamento cattolico, cade nel dimenticatoio dopo la scoperta del suo ruolo di spia. f. meneghetti

8 Il mal d’America E’ Solaria per prima a far conoscere la letteratura europea (fr. ingl. russa) e quella americana Caratteristiche della lett. americana: vitalismo, vita vissuta, no accademismi, dialoghi, linguaggio parlato, libertà Continuazione del mito americano con Pavese e Vittorini f. meneghetti

9 I miti americani Hemingway Steinbeck Dos Passos Faulkner Melville
Edgard Lee Masters E dopo la guerra la beat generation: Jack Kerouac, Allen Ginsberg, William Burroughs, Gregory Corso, Neal Cassady, Gary Snyder, Lawrence Ferlinghetti, Norman Mailer f. meneghetti

10 Pavese, Paesi tuoi, 1941 « ... andavamo come i buoi senza sapere dove, lui col suo fazzoletto rosso al collo, il suo fagotto, e le sue brache di fustagno. Questi goffi di campagna non capiscono un uomo che, per quanto navigato, messo fuori un bel mattino si trova scentrato e non sa cosa fare. Perché uno poteva anche aspettarselo ma, quando lo rilasciano, lí per lí non si sente ancora di questo mondo e batte» f. meneghetti

11 Pavese: Paesi tuoi 1941 Richiama per la trama certe novelle di Verga. Ma la campagna che fa da sfondo agli eventi è trasfigurata in senso “barbarico”: si perde così uno schietto realismo. Berto, appena uscito dal carcere, segue al paese il suo compagno di cella, Talino, che in passato ha incendiato la cascina di un “rivale” che aveva corteggiato la sorella. In un eccesso di gelosia incestuosa e un impeto incontenibile di violenza, spingono Talino all'orrendo omicidio della sorella: le infila un tridente nel collo, facendola morire. Paesi tuoi è considerato il romanzo di Pavese in cui le influenze americane sono più sensibili; si veda il mito della natura selvaggia. Lo stile si caratterizza per la predominanza dei dialoghi e dei toni gergali o dialettali del parlato e per una prosa scarna ed essenziale. F. Meneghetti 2006

12 Vittorini,Conversazioni in Sicilia, 1941
«Io ero, quell'inverno, in preda ad astratti furori». Silvestro, tipografo milanese, turbato per gli eventi del suo tempo e per la separazione dei genitori, approda in una Sicilia offesa e dimenticata, fuori dal tempo. Una terra che Vittorini - Silvestro aveva lasciato tempo prima, in cui si collocano dei ricordi di infanzia e adolescenza adesso pronti a riaffiorare. f. meneghetti

13 Conversazioni… : lo stile
Io qui ricordai a campagna attorno a una casa cantoniera con la linea del treno, e i fichidindia, e con gridi di maiale. Si stava bene nelle case cantoniere, pensai. Tutta quella campagna per correre, senza coltivarla, senza contadini, solo con qualche pecora e gli uomini dello zolfo che passavano di ritorno dalle zolfare la notte. Si stava bene, pensai, e chiesi: - Avevamo anche polli, no? Mia madre disse di sì, ne avevamo qualcuno naturalmente, e io dissi: - Si faceva la mostarda.. E mia madre: - Si faceva ogni sorta di cose.. I pomodori seccati al sole…I mostaccioli di fichidindi. - Si stava bene, - io dissi, e lo pensai, pensando ai pomodori a seccare sotto il sole nei pomeriggi di estate senza anima viva in tanta campagna. Era campagna secca, color di zolfo, e io ricordai il gran ronzio dell’estate e lo sgorgare del silenzio, e di nuovo pensai che si stava bene. (..) - Erano posti di malaria, per lo più! – disse mia madre. f. meneghetti

14 Il Politecnico Rivista di Elio Vittorini , che si caratterizza per: Antifascismo Indipendenza dai partiti Scoperta di Gramsci (Quaderni dal carcere) Mito gramsciano di una letteratura nazional-popolare Conseguente impegno vivile f. meneghetti


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