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PubblicatoPatrizio Gentile Modificato 10 anni fa
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1 POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA Laurea magistrale in Turismo, territorio e sviluppo locale Corso: Politiche per lo sviluppo rurale 2 - Lezioni AA 2012-2012
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2 Nascita della Politica Agricola Comunitaria-PAC 1958-Conferenza di Stresa: nasce la CEE 1960-Trattato di Roma 3 principi PAC 1) preferenza comunitaria 2) solidarietà finanziaria 3) mercato unico. 1962- Entrata in vigore della PAC
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3 Riforme della PAC 1968 - Piano Mansholt: ridurre il numero di imprese e renderle più efficienti 1972 - Direttive strutturali per la moderniz- zazione dellagricoltura 1985 - Libro verde: riduzione eccedenze 1992 - Riforma MacSharry: decoupling 1999 - Agenda 2000:apertura allEst 2003 - Riforma Fischler: 2 pilastri
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4 Problemi e obiettivi negli anni 50-60 50% circa della popolazione in agricoltura Redditi agricoli 50% dei redditi industriali Emergenza alimentare - voto agricolo Modernizzare il settore Aumentare i redditi agricoli Stabilizzare i mercati (quantità e flussi) Prezzi ragionevoli per i consumatori
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5 Problemi e obiettivi negli anni 60-70 Esodo agricolo dei giovani- da arginare. Troppi anziani- favorirne il pensionamento. Mantenere il consenso- voto agricolo Modernizzare il settore – meccanizzazione Aumentare la produttività Aumentare i redditi agricoli Proteggere il mercato della Comunità
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6 Eterogeneità dei processi di sviluppo rurale Fonte: Ploeg J.D. Van der (2006) Oltre la modernizzazione, ed. Rubbettino, Catanzaro.
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7 Aziende agricole e sviluppo rurale Aziende di produzione profitto - aziende professionali scala, conoscenze esogene, specializzazione Aziende di erogazione benessere dei componenti - aziende di pratiche innovative nicchia, conoscenze endogene, pluriattività Lo sviluppo rurale : - è un fenomeno eterogeneo e complesso, non determinato unicamente dai mercati e dalla tecnologia; ha natura dinamica; ha sempre carattere politico. Il contesto, che influenza il processo produttivo, varia in relazione al tempo, allo spazio e al ruolo degli attori.
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8 Mercato unico: le Organizzazioni Comuni di Mercato (OCM) OCM = Insieme di misure che consentono allUE di gestire il mercato di un determinato prodotto agricolo (produzione e scambio) Obiettivo: garantire agli agricoltori uno sbocco per le produzioni e la stabilità dei redditi ai consumatori sicurezza alimentare e prezzi ragionevoli. Hanno sostituito le organizzazioni nazionali di mercato.
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9 Segue OCM - 1 Attualmente si contano 22 OCM che interessano circa il 90% della produzione agricola della UE. Le OCM consentono di fissare prezzi unici per categorie di prodotto in tutti i mercati UE; concedere aiuti agli agricoltori o agli operatori del settore; istituire meccanismi di controllo della produzione; disciplinare gli scambi con i Paesi terzi.
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10 Segue OCM - 2 Le OCM prevedono, per alcuni comparti agricoli, i pagamenti diretti agli agricoltori (compensazioni per le diminuzioni di reddito dovute alla diminuzione dei prezzi di sostegno). Sino alla riforma 2003 i pagamenti erano versati in base alle produzioni (numero capi, numero ettari). Attualmente, in generale, tali aiuti sono disaccoppiati dalla produzione e inseriti nel regime di pagamento unico.
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11 Mercato Unico - Sistema dei prezzi PAC Prezzo di orientamento (o indicativo o base) viene fissato dalle autorità comunitarie a riferimento del mercato tenuto conto di alcune variabili (costi di produzione, annata agraria ecc). Prezzo di intervento viene fissato dalla commissione e garantisce lacquisto e lo stoccaggio dei prodotti eccedenti. Rappresenta la soglia minima del prezzo di mercato. Prezzo soglia (o di entrata) regola gli scambi con i Paesi terzi mediante un sistema di dazi (prodotti importazione) e di restituzioni (prodotti di esportazione).
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12 1968 – II Piano Mansholt Esprime i primi dubbi sulle azioni di PAC in relazione alla politica di sostegno dei prezzi che, a suo avviso, non avrebbe migliorato la situazione dei redditi agricoli ma avrebbe avuto effetti distorsivi. Dal Piano vengono poste le basi per le prime azioni di politica strutturale della UE.
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13 1972 – Le direttive strutturali N. 159/72 – Ammodernamento delle aziende agricole. Obiettivo raggiungere un reddito comparabile con quello dei settori extra-agricoli. N. 160/72 – Incentivazione dellabbandono dellattività agricola (prepensionamento, accorpamento terreni e dismissione attività). Obiettivo favorire la ristruttura-zione aziendale. N. 161/72 – Informazione socioeconomica e qualificazione professionale. Differenti tempi di recepimento nelle legislazioni nazio- nali. LItalia, occupata dalla riforma delle Regioni a statuto ordinario, recepirà in ritardo.
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14 Principali tappe negli anni 70-80 1973 – Ingresso di DK, Irlanda e GB gli interessi della CE si spostano verso le produzioni continentali a scapito di quelle mediterranee. 1979 – SME Serpente monetario ECU, Importi Compensativi Monetari 1981- 86 – Aumenta il peso dei Paesi mediterranei (ingresso Grecia, Spagna e Portogallo Piani Integrati Mediterranei - PIM PROBLEMA DELLE ECCEDENZE
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15 1975 – Direttiva strutturale N. 268/75 – Direttiva sullAgricoltura di montagna e zone svantaggiate. Obiettivo mantenere lagricoltura per conservare lo spazio naturale nelle aree rurali ed evitare lo spopola- mento. Si evolve sino al concetto di comunità agricola vitale. Si estingue nel 2005. Introduce il riconoscimento delle differenze di origine territoriale nellagricoltura della UE e il concetto di zone svantaggiate (57% della SAU UE). Prevede finanziamenti (75%) e indennità compensative. 3 categorie.
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16 Gli anni 80: la crisi del FEOGA- Garanzia 1982 - Insostenibilità della spesa agricola (FEOGA- Garanzia) crisi di bilancio 1984 – Introduzione delle quote latte e ri- duzione dei prezzi di sostegno (intervento) 1985 – Libro verde modifica della PAC. Si delinea il sistema del decouplig introducendo misure che tengano conto degli aspetti territoriali, sociali e ambientali 1986 – Inizio Uruguay Round. 1988- Stabilizzatori di bilancio e introduzione dei Quantitativi massimi garantiti
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17 Gli anni 80: le nuove politiche strutturali Reg. n. 2088/85 - Programmi Integrati Mediterranei- PIM vanno a rafforzare le misure già previste dalla dir. n. 268/75, Francia Paese leader.
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