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La scienza cognitiva Insieme di discipline che hanno:
Come oggetto lo studio dei processi cognitivi Come metodologia il metodo Simulativo Ottagono cognitivo: Filosofia Linguistica Intelligenza artificiale Antropologia Neuroscienze Psicologia Psicopatologia Educazione
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Paradigma comune Il sistema cognitivo è visto come un calcolatore (elabora le informazioni) È visto come somigliante ad una macchina di Von Neumann Unità centrale di elaborazione Un magazzino di memoria Elaborazione delle informazioni di tipo seriale Costituita da programmi autonomi organizzati secondo Scopi-Sottoscopi-Autocontrollo
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Uomo/macchina Uomo e macchina come: elaboratori d’informazione attraverso manipolazione di simboli Epistemologia operazionista: Costruire un programma capace di esibire un comportamento oggetto d’interesse Ricostruzione simbolica: Identità di risultato Equivalenza di procedura
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Limiti Conoscenza del sistema mal definita a priori, descrizione del fenomeno non con sufficiente dettaglio: micromondi del mondo reale Sistema cognitivo come disincarnato e immateriale (caratteristiche mentali fortemente legate alle caratteristiche somatiche). Elaborazione sintattica dei simboli vs elaborazione semantica (Searle: esperimento della stanza cinese) Rappresentazioni simboliche fisicamente manipolabili: non corrispondenza con elaborazione del nostro cervello
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Anello di congiunzione
Per definire dei programmi al calcolatore abbiamo bisogno di avere una teoria sulla Rappresentazione della Conoscenza L’uomo non percepisce il mondo in modo passivo Possiede degli SCHEMI che gli permettono di cogliere aspetti del mondo
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La comunicazione Principale attività sociale umana
Linguaggio come principale canale espressivo ma non si esaurisce nel linguaggio
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Che cosa hanno in comune questi mezzi di comunicazione?
Per comunicare usiamo Parole Disegni Scritture Azioni Emozioni Che cosa hanno in comune questi mezzi di comunicazione?
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Implica reciprocità (temporale/spaziale o entrambe)
Wiener: messaggio comunicativo contrasta con l’entropia crescente del sistema mondo Riguarda perciò le aspettative dei partecipanti (es. silenzio a seguito di una domanda) Implica reciprocità (temporale/spaziale o entrambe) Si distingue da Estrazione di informazioni La comunicazione umana è intrinsecamente qualitativa (non quantità d’informazioni ma significato che inf. Hanno per il ricevente) Deve essere intenzionale Deve essere cosciente
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Teoria matematica della comunicazione (Shannon e Weaver, 49)
Perché ci sia informazione deve esserci anche la più minima variazione di segnale. Unità elementare bit (0-1). Il contenuto d’informazione di un messaggio è legato alla probabilità che venga emesso, tanto più informativo quanto più improbabile La probabilità non è sufficiente a stabilire l’importanza di un messaggio La quantità d’informazione non è contesto indipendente, dipende dagli interlocutori Solo nell’interazione possiamo parlare di comunicazione
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La comunicazione è dall’estrazione d’informazione
La comunicazione è intenzionale Inferire informazioni da altri, né consapevoli né desiderosi è estrazione d’informazione Comunicazione animale: Estrazione d’informazioni (non intenzionale/non simbolica) Indicatore: livrea, corna altezza Segno: nido, tracce impronte digitali Comunicazione (intenzionale/non & simbolica) Segnale: colore durante il corteggiamento Simbolo: messaggio linguistico/extralinguistico
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Riassumendo le teorie sulla comunicazione
Teorie del codice: Comunicare significa codificare e decodificare informazione. Il significato di un messaggio è stabilito a priori Shannon Waever Teorie vero-condizionali Teorie inferenziali: Comunicare significa costruire un significato insieme al proprio interlocutore, nessun significato è stabilito a priori Grice Searle
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Modello del codice Le frasi sono segnali (input) che codificano pensieri Il processo di decodifica prende i segnali e produce un messaggio associato a quel segnale tramite un sistema di codici Abbiamo visto come esista un gap tra decodifica dell’informazione semantica e i contenuti (pensieri) davvero intesi dal parlante Teoria del codice prevede un ulteriore livello di decodifica per il significato pragmatico Introduce il concetto di CONTESTO: le assunzioni che permettono di interpretare un enunciato: la conoscenza condivisa
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Modello inferenziale Per comunicare bisogna essere almeno in due
La comunicazione è il risultato di una attività congiunta, non riducibile a sequenze di messaggi Il significato del messaggio si costruisce insieme: attraverso le conoscenze condivise e la realizzazione nel qui ed ora a cui contribuiscono tutti i partecipanti Un messaggio non corrisponde mai ad un unico significato, significato è contrattato insieme Ma che forma hanno queste inferenze? quali conoscenze condivise sono usate per comunicare?
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Comunicazione verbale & non verbale
Linguistica: enunciati, e linguaggio dei segni Extralinguistica: musica, gesti, risposte emotive (diverso da paralinguistico) La differenza tra le due non è sul modo in cui le informazioni vengono trasmesse ma sul processo di produzione (lingua dei segni)
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Entrambi i canali sono intenzionali e simbolici
Sono più efficaci con contenuti diversi In situazioni naturali interagiscono sempre a vicenda
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Caratteristiche comuni
Permanenza Impermanenza Linguaggio: scrittura Linguaggio: parole a voce Extra: pittografia Extra: gesto
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Comunicazione linguistica
Composizionale: fa uso di un sistema di simboli (unità piccole componibili): il significato è l’insieme degli atomi sia il loro ordine (frasi passive). Sistematicità: esistono regole sintattiche che organizzano l’ordine degli elementi Produttività: infinito lessico, infinito numero di frasi. Dislocazione: può fare riferimento a momenti/luoghi diversi dal momento del proferimento
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Comunicazione extralinguistica?
Associativa: non è fatta di costituenti, ma di elementi non scomponibili (ciascuno un significato atomico). Non è possibile una struttura sovraordinata ma solo la giustapposizione. Produttività limitata: limitato numero di segni condivisi Dislocazione: impossibile quella temporale, inutile quella spaziale Analogica: il simbolo rimanda alle proprietà caratteristiche dell’oggetto Condivisibile: autore/fruitore arbitrarietà delle immagini
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Comunicazione culturale
Le forme permanenti di comunicazione hanno permesso il potenziamento della conoscenza. Con la scrittura l’evoluzione della cognizione umana ha potuto espandersi oltre i confini fisici del cervello e di sfruttare le disponibilità presenti nell’ambiente. Scrittura artefatto di cognizione situata.
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L’evoluzione della comunicazione
Minimo di comunicazione presente in tutti animali sessuati, dipende dalla complessità sociale Sistemi rigidi: tutti i segnali geneticamente costituiti (1 segnale = 1 significato) mammiferi inferiori Sistemi semirigidi: mammiferi sociali, significati composti Sistemi aperti: infiniti significati elementari infiniti modi di comporli Che relazione intercorre tra linguaggio e comunicazione nell’evoluzione?
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Continuità linguistica (Piaget, Bruner)
il linguaggio si sviluppa da capacità comunicative non verbali (fasi premotorie), entrambe richiedono stessi passaggi cognitivi (allora perché scimpanzè non comunicano?) Discontinuità linguistica (Chomsky) Il linguaggio è di origine modulare e dovuto a complessa mutazione genetica non focalizzata, (non graduale). Non si è sviluppato per fini comunicativi ma poi stato utilizzato per questi (Pinker: esistono forme intermedie: Pidgin) Continuità extra-linguistica (Burling): somiglianze nelle capacità comunicative non verbali umane: Espressioni innate, non graduate, scarso bisogno di apprendimento (es. sorriso) L’uomo si differenzia per canale linguistico
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Discontinuità cognitiva
1% del genoma che ci differenzia dai primati ha determinato cambiamenti cerebrali importanti. Lente modificazioni hanno portato a protolinguaggio (importante per comunicazione e per pensiero e memoria) la comunicazione migliora con protolinguaggio e si crea circuito virtuoso
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Fanno parte di una stessa competenze cognitiva?
Necessario osservare lo sviluppo nella storia onto/filogenetico
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Chomsky La grammatica/sintassi è una proprietà della mente
Distinta dalla capacità di comunicare E’ una facoltà autonoma ed innata La comunicazione è solo una delle funzioni del linguaggio Grammatica come un sistema finito di regole per la generazione di frasi ben formate
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Grammatica trasformazionale
Ricerca di parametri universali che sono comuni a tutte le grammatiche particolari (corrisponde alla capacità dei bambini di imparare a parlare) Esiste un meccanismo mentale innato ed universale che permette di codificare certi eventi come esperienze linguistica (fornisce organizzazione cognitiva) Non trattare il linguaggio come sequenza di parole permette di acquisirlo minimizzando il ruolo dell’esperienza
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Le competenze linguistiche
Proprietà geneticamente determinate, possono richiedere maturazione o l’esposizione alle specifiche esperienze Principio delle dipendenza dalla struttura (una lingua si basa sulle relazioni strutturali che compongono gli elementi di una frase) Parametri sono invece dipendenti da una specifica lingua (richiedono esposizione per essere stabilito il valore specifico es. la posizione del soggetto) Diverso da PRESTAZIONE (procedure che gli uomini eseguono davvero)
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Gli elementi Il linguaggio analizzabile per:
Struttura profonda (indaga le relazione strutturali della frase) Struttura superficiale (i diversi elementi possono subire movimenti es. domande) regole di trasformazione che permettono di passare da una all’altra (regole devono essere formalizzate) Gli elementi di base sono i sintagmi: Nominale/aggettivale/verbale/preposizionale Una frase è raggruppabile in diversi sintagmi (SN= N, Deter, A), a volte un sintagma composto da molte parole = nel mezzo del cammin di nostra vita (AVV)
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SHRDLU (Winograd, 1972) Programma di calcolo per l’analisi sintattica del linguaggio (senza una teoria semantica) Programma in LISP- esperto di un mondo fittizzio (oggetti + Braccio meccanico) Risponde adeguatamente a domande su suo dominio Esegue ordini Chiede chiarimenti
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I Wittgenstein Tractatus philosoficus: recuperare l’essenza del linguaggio trasformando le proposizioni del ling. Comune a ling. Logico-matematico Ridurre le forme linguistiche agli elementi semplici (alla logica vero-funzionale) Tavole di verità ci dicono le condizioni necessarie in cui una parola ha senso Linguaggio traveste il pensiero Lo scopo è recuperare corrispondenza tra forma del corpo (grammatica profonda) e forma dell’abito (grammatica superficiale, es. verbo essere) Rintracciare l’unità formale del linguaggio
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tractatus Empirismo logico: ridurre proposizioni a condizioni di verità- definire possibilità se sono vere o false (fuori piove). L’insieme di possibilità- spazio logico degli eventi del mondo
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II Wittgenstein Le critiche
La filosofia empirica ha cercato di spiegare quando si deve limitare a descrivere e dire “si gioca questo gioco linguistico” riferisce del tractatus “la filosofia del ling. Si occupa di individuare le proposizioni elementari e di definirne la forma. Questo è un errore noi abbiamo già tutto e lo abbiamo attualmente. Ci muoviamo nell’ambito della grammatica del nostro linguaggio comune e tale gram. c’è già” non un linguaggio ideale
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Impossibile ricondurre le parole ad oggetti semplici:
I Le parole non hanno significato se non corrispondono a oggetti semplici Riflessioni filosofiche: non è possibile pensare alle parole come riferimenti ad elementi oggettivi del mondo (cosa succede quando abbiamo a che fare con parole come: pensare?) Impossibile ricondurre le parole ad oggetti semplici: Quale livello le definisce (sedia- gambe etc, molecole etc.) Molte parole indicano più oggetti Le proposizioni elementari non sono logicamente valide di per sé, esistono relazioni di esclusione interne. Es. non esiste l’indipendenza logica delle prop. elementari: es dico il disco è blu, sto anche dicendo che non è rosso…
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Ciò che dà vita al segno è il suo USO
Con le prop. Noi facciamo innumerevoli cose diverse, non esiste l’essenza pura delle proposizioni La relazione tra oggetto-nome dipende dal nostro modo di rappresentare le cose, in quel momento. Esistono tra le proposizioni rapporti di esclusione e d’inferenza di cui la logica non da conto. Le regole della sintassi non possono essere ridotte alla logica vero-funzionale Non esiste un linguaggio primario che esprime il vero ma un solo linguaggio, quello comune. Più interessante lavorare per analogie che per distinzioni
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Giochi linguistici L’uso del linguaggio è vincolato da regole: regole del comportamento linguistico – Convenzionalità delle interazioni Giochi linguisitici: importante sono il sistema di regole che non sono unità formali Significato sta nella funzione che prop. ha all’interno di un sistema di regole grammaticali Queste sono però convenzionali, distinguono solo il senso dal non senso secondo una specifica convenzione Le regole d’uso non sono rigorose vengono interpretate secondo alcune famiglie di costrutti più o meno imparentati I giochi non sono definiti una volta per tutte
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La pragmatica Morris divide il linguaggio in: Sintassi (relazione tra segni tra di loro) Semantica (relazione tra segni e oggetti a cui si riferiscono) Pragmatica (relazione tra segni e loro interlocutori) Pragma (fatto-azione), pragmatismo= si oppone all’idea di K come struttura stabile ma Processo Interpretativo Difficile definire il suo ambito senza accavallamenti con altre discipline (alcune parole indicano di loro relazioni tra il parlante e la situazione descritta es. sign. Di fortunamente)
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Possibili definizioni
Si occupa dell’origine, impiego ed effetto dei segni sul comportamento dei partecipanti alla com. Tutto ciò che non può essere spiegato da regole grammaticali/semantiche lo studio delle azioni ce si possono fare parlando E’ l’uso effettivo del linguaggio Che cosa vuole dire USO?
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L’uso del linguaggio I contesti in cui si svolge
“ sono quasi le cinque” I contesti in cui si svolge La relazione tra gli agenti impegnati? I loro stati mentali? Le regole che gestiscono il dialogo Le regole della comunicazione: che spiegano la relazione tra significato lett e del parlante
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Aree di sviluppo Studio dei fenomeni psicologici e sociologici implicati Studio di specifici elementi linguistici che fanno riferimento ad un contesto (deittici) Studio degli elementi che fanno riferimento al parlante
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La pragmatica Morris divide il linguaggio in: Sintassi (relazione tra segni tra di loro) Semantica (relazione tra segni e oggetti a cui si riferiscono) Pragmatica (relazione tra segni e loro interlocutori) Pragma (fatto-azione), pragmatismo= si oppone all’idea di K come struttura stabile ma Processo Interpretativo Secondo Morris non necessaria analisi psicologica: basta studiare le abitudini comportamentali di una comunità linguistica Difficile definire il suo ambito senza sovrapposizioni con altre discipline (alcune parole indicano di loro relazioni tra il parlante e la situazione descritta es. sign. Di fortunamente)
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Possibili definizioni
La pragmatica: si occupa dell’origine, impiego ed effetto dei segni sul comportamento dei partecipanti alla com. E’ tutto ciò che non può essere spiegato da regole grammaticali/semantiche lo studio delle azioni che si possono fare parlando Definizione di tutti i contesti possibili di un enunciato E’ l’uso effettivo del linguaggio Che cosa vuole dire USO?
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L’uso del linguaggio I contesti in cui si svolge
“ sono quasi le cinque” I contesti in cui si svolge La relazione tra gli agenti impegnati? I loro stati mentali? Le regole che gestiscono il dialogo Le regole della comunicazione: che spiegano la relazione tra significato lett e del parlante
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Semantica e pragmatica
Difficile sganciare il significato dal contesto in cui avviene, la semantica non distinguibile da prag. Che cosa intendiamo per contesto: contesto semantico – Una scelta linguistica ha già in sé una serie di assunzioni di sfondo (contesto dipendenti) (es. tagliare torta; capelli; strada) contesto di enunciazione: le relazioni tra gli agenti di una comunicazione Quanto la pragmatica può essere inserita nelle discipline psicologiche: studio degli stati mentali implicati nel parlare Oppure nelle regole formali che organizzano la conversazione (etnometodologia, Garfinkel, 1972)
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Fenomeni al limite Deissi: espressioni linguistiche che indicano entità variabili a seconda del contesto. es. dimostrativi (pronomi personali, possessivi, espressioni di tempo e luogo): “passami quel libro lì. Presupposizioni: proposizioni assunte implicitamente in determinati enunciati: “francesco ha smesso di fumare” Qualsiasi asserzione ha in sé la presupposizione che i termini usati abbiano un riferimento: “il re di Francia è calvo”
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Aree di sviluppo Studio dei fenomeni psicologici e sociologici implicati Studio di specifici elementi linguistici che fanno riferimento ad un contesto (deittici) Studio degli elementi che fanno riferimento al parlante
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Austin: atti linguistici
Origine: distinzione tra enunciati descrittivi (scuscettibili di valutazione in termini di verità, es. il gatto è sul tappeto) e enunciati non descrittivi (condizioni di felicità) es. Chiedo scusa. Linguaggio distinguibile per le AZIONI che con esso si fanno: IL DIRE E’ FARE
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Performativi Esistono degli atti linguistici alla forma indicativa che non descrivono degli atti ma che servono per realizzarli “con questo anello io ti sposo” Necessitano di regole convenzionali e di circostanze appropriate affinché siano realizzabili: “in chiesa con un prete”
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Condizioni di buona riuscita
possiamo perciò definire le regole del linguaggio in base alle condizioni di felicità (le condizioni che ne determinano la realizzabilità dell’azione). È prevista una procedura convenzionale Che prescrive circostanze e comportamenti Tutti i partecipanti eseguono la procedura correttamente e con sincerità (deve avere i sentimenti richiesti) Fallimenti: per abuso di procedura o non realizzabilità
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Oltre i performativi Estende questi criteri a tutti gli aspetti del linguaggio (performativi impliciti) Ogni enunciato è un’azione dal momento che modifica gli stati mentali degli interlocutori Il linguaggio può essere descritto secondo delle regole che organizzano l’azione
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Tre punti di vista Ogni enunciato può essere analizzato dal punto di vista Atto locutorio: specifico atto – forma letterale “ pietà, pietà!” Atto illocutorio: intenzioni del parlante implorare qualcuno Atto perlocutorio: effetti che ci si propone di ottenere sull’altro Che l’altro si impietosisca Ogni livello può non soddisfare condizioni di buona riuscita: perlocutorio è strettamente privato
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tassonomia Ordina i verbi performativi in 5 categorie
Verdittivi Esecutivi Commissivi Espositivi Comparativi Categorie non omogenee, basato su analisi superficiale
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Grice Significato naturale: “quelle nuvole vogliono dire pioggia”
estrazione d’informazioni da indicatori significato degli eventi naturali processi inferenziali non condivisi Significato non naturale: ciò che noi intendiamo attraverso l’uso di un enunciato Significato comunicativo L’enunciato è comunicativo quando: il parlante vuole ottenere un certo effetto e vuole che tale effetto sia in parte anche dovuto al riconoscimento dell’intenzione di ottenerlo
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Implicatura conversazionale
Inferenza pragmatica (diverso da presupposizione) in avanti “Vedi ancora Federica?” “Il suo secondo marito è gelo sissimo” Presupposizione: ha avuto un primo marito Implicatura: Non si sono incontrati
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Principio di Cooperazione
Presupposto razionale che sottostà agli scambi comunicativi in termini di comportamenti finalizzati La comunicazione intesa come un comportamento razionale “Dai il tuo contributo alla conversazione nel modo in cui è richiesto Allo stadio in cui è richiesto dallo scopo richiesto o dalla direzione dello scambio in cui sei impegnato”
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Massime della comunicazione
Quantità: contributo informativo quanto richiesto dagli scopi Qualità: dare un contributo vero –non dire il falso – non dire cose di cui non hai prove Relazione: sii pertinente Modo: -evita espressioni ambigue - evita espressioni oscure - sii breve - procedi con ordine
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Comunicazione reale Noi non sembriamo così razionali nel produrre comunicazione Grice li considera le basi razionali che ci permettono di fare inferenze come: implicature
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Violazioni Comunicative: o sfuttamenti Non comunicative:
Qualità: es. Metafore “Gianna è un oca” l’enunciato palesemente falso Quantità: es. tautologie “i bambini sono bambini” Modo: es. Tecnicismi “suo marito è affetto da stenosi mitralica” Non comunicative: Qualità: es inganno Relazione: es. sviare il discorso Non volontarie: Errori (logorroico, superficiale, distratto, etc)
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La pragmatica cognitiva (Airenti, Bara, Colombetti, 83)
Teoria computazionale dei processi cognitivi implicati nella comunicazione Comunicazione come atto congiunto di tutti i partecipanti Per spiegarla è necessario scomporre negli stati mentali implicati ma tener conto che si tratta sempre di un attività relazionale: entrambi i partecipanti ne condividono la responsabilità, in ogni momento Ma cooperiamo solo quando andiamo d’accordo?
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Le primitive della comunicazione
Cooperazione comportamentale e conversazionale Grice e Sperber dimenticano situazioni molto tipiche: A: Fai una pausa caffè? B: Il mio capo sta per tornare I due livelli di cooperazione funzionano secondo regole autonome: Giochi coportamentali Regole conversazionali
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Giochi comportamentali
Wittgenstein II e Relevance theory mettono in evidenza duttilità della pragmatica La cooperazione va conquistata e concordata volta per volta Gioco si definisce come contesto di regolazione dell’interazione Posssiamo confrontarle con il livello conversazionale e definirle come il meta-livello che ne controlla le inferenze Essi si basano su schemi stereotipati di interazione E si specificano in Mosse, possibilmente al minor grado di dettaglio
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Ogni gioco ha le sue condizioni di validità
Struttura di conoscenza sociale, condivisa dai partecipanti all’interazione, che coordina le loro mossa e consente di dare significato a ciascun atto Qualsiasi atto ha un significato completo solo all’interno di un gioco comportamentale condiviso I processi inferenziali servono per identificare il gioco (no diretti vs indiretti) Ogni gioco ha le sue condizioni di validità Specifica le possibili mosse (atti linguistici o azioni) che lo realizzano “beve vino?” [RICERCA DI MERCATO] X chiede a y circa le sue preferenze [OFFERTA AD UN OSPITE] X offre da bere ad Y Y accetta o rifiuta
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“Sei libero domani sera?”
[INVITO AD USCIRE] “Possiamo andare al cinema” [RICHIESTA DI UN FAVORE] “Va bene, ti faccio da baby sitter” Il significato semantico è evidente, illocutorio e perlocutorio sono oscuri Per cooperare conversazionalmente i partecipanti devono condividere, almeno parzialmente, il gioco comportamentale Questi sono piani d’azione, secondo conoscenze tacite o esplicite degli interlocutori- intenzioni di eseguire un’azione
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Condizioni di validità
Il grado di condivisione di giochi dipende dalla conoscenza reciproca, (dal chiedere l’ora o l’allusione tra due amici) I gruppi di appartenenza definiscono i giochi giocabili non è necessario che siano totalmente espliciti (format prelinguistici) Consentono la definizione strutturale Relazione: l’insieme dei giochi giocabili tra due interlocutori Condizioni di validità: Tempo: determinano l’intenzione di farlo Luogo: prevedono una situazione di attivazione, più o meno restrittive (performativi) Condizioni specifiche del gioco Distinte in mosse: X dice/Fa (apertura significativa) Y risponde
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Tipi di gioco Giochi culturali: Giochi di gruppo Giochi a due
Occidente/Oriente- Culture europee- culture cittadine Giochi di gruppo Giochi a due Interazioni libere Esistono situazioni di Rottura del gioco O di fallimento del gioco (attore non è capace di portarlo avanti)
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Gioco Conversazionale
La comprensione di un enunciato avviene secondo diverse fasi Fasi inferenziali grazie alle quali si compie comprensione e generazione di un enunciato Necessita la comprensione Atto espressivo Significato inteso dal parlante Effetto comunicativo sul partner Reazione Generazione
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Comunicazione non standard
Tutto ciò che implica un allontanamento dalle regole per default Le metaregole bloccano il processo inferenziale standard nel caso una fase non abbia raggiunto gli obiettivi prefissati Si ricorre ad inferenze di tipo classico Distacco intenzionale da parte del parlante: Sfruttamento (riguarda l’intenzione del parlante) Interazione non espressiva Inganno (riguarda l’effetto comunicativo) Fallimenti (riguarda l’ascoltatore ed effetto comunicativo)
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Interazione non espressiva Sfruttamento
Es. si legge ad alta voce, si recita Sfruttamento Come per Grice la teoria prevede la possibilità di sfruttare le regole del gioco conversazionale per guidare il dialogo in senso non standard es. ironia, situazioni come se, metafore, iperbole ed altre figure retoriche
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Ironia Per Grice: ironico quando dico p ed entrambi condividiamo che non p Esiste una tonalità prosodica che serve a marcare il contenuto ironico, posso però avere anche umorismo serio Sperber e Wilson parlano invece di enuciato ecoico: l’enunciato fa eco al pensiero di qualcun altro, con tonalità critica
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Ironia costituisce uno scenario possibile in cui emerge per contrasto un elemento di contraddizione
Per comprenderla è necessario che l’ascoltatore riesca ad inferire ciò che il parlante ritiene K condivisa (permette di identificare il contrasto) BELAp r (A enuncia p che è incompatibile con lo stato di cose r) BELASHBAr EXPRESSAp CINTA SHBA p r
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Semplice e complessa Semplice: Express p = non p come ironie di Grice
Complesse: prevede una serie di inferenze che permettano di comprendere che p è incompatibile con una K condivisa
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Simulazione come-se Simulazione sociale in cui entrambi gli interlocutori condividono che le intenzioni espresse non sono quelle reali La comune consapevolezza non deve essere rivelata vs ironia L’utilità reciproca è confermare alcuni giochi comportamentali
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Fallimento Tutti i casi in cui si ha un insuccesso dell’effetto comunicativo, a qualsiasi livello Le intenzioni del parlante possono voler ottenere una modificazione sul mondo o l’esecuzione di una specifica azione A seconda dell’intenzione in parlante definisce il livello di rottura Es. convenevoli
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Fallimento dell’espressivo
Incomprensione: B non comprende il letterale o il significato di A, la reazione è immediata e molto chiara (es. chiedo spiegazioni) Fraintendimento: B capisce in modo diverso ciò che è stato detto. E’ quindi all’oscuro della sua incomprensione Rifiuto: B capisce ciò che è stato detto da A ma non si adegua Due tipologie possibili a tutti i livelli Fallimento dell’espressivo Incomprensione: - B non consapevole del gioco proposto; - B è consapevole ma non comprende l’atto espresso Fraintendimento: Comprende come espressivo un atto che non lo è; o viceversa; Comprende un enunciato per un altro
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Fallimenti di significato (riguarda le intenzioni di A)
Incomprensione: B non identifica il gioco a cui la mossa si riferisce (perché me lo dici?) Fraintendimento: B segue una catena inferenziale diversa da quella di A Errata applicazione delle regole per default (non capisce l’ironia) Blocco delle regole (caso contrario) Differente uso delle conoscenze (A e B hanno in mente giochi diversi)
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Fallimento dell’effetto (B ne è consapevole)
Errata applicazione delle regole (B assume come vere certe intenzioni di A) Blocco delle regole (B rifiuta il gioco) Differente uso della conoscenza - B non ritiene valide: Condizioni di validità Incapacità di A di svolgere il compito Incapacità di B di svolgere il compito Inattendibilità di A Sono chiamati Recuperi i modi in cui è possibile fare fronte da parte di A ai rifiuti di B
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Inganno Richiedono la capacità di raffigurarsi il comportamento di B sulla base di rappresentazioni fasulle con proprio vantaggio Consapevole violazione di un gioco comportamentale t0BELa non-p t1CINTa SHba p t2Expressa p t3BELa SHab p
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Inganni semplici e complessi
Semplici (es. Bugie) A genera un enunciato p a cui non crede con CINTa SHba p Complessi (es. Bugie) A genera un enunciato q che implica p che guida B verso una mossa sbagliata a cui A non crede
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La comunicazione delle emozioni dalla psicologia all’informatica
1.1 Marco Del Giudice
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Percorso Una definizione di emozioni: la prospettiva evoluzionistica
Funzioni comunicative delle emozioni Espressione e lettura delle emozioni Applicazioni informatiche e simulazione
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Le emozioni sono risposte adattative, predisposte biologicamente, a situazioni ed eventi importanti per il benessere dell’organismo nella sua storia evolutiva Questa definizione ha delle implicazioni… 1. Le emozioni hanno delle FUNZIONI 2. sono (almeno in parte) UNIVERSALI
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Cosa c’è in un emozione? Componenti fisiologiche: risposte autonome (circolazione, respirazione, muscoli lisci viscerali), ormonali, scheletriche (postura, espressioni facciali…) Componenti cognitive: tonalità dell’esperienza, memoria, focalizzazione dell’attenzione… Il risultato è un cambiamento, sia esterno che interno, diretto all’AZIONE. Questo cambiamento è, tendenzialmente, rapido e (almeno in parte) involontario
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FUNZIONI: esterna interna
Iniziare a fronteggiare la situazione Segnalare il proprio stato (e le proprie intenzioni) alle altre persone e/o ai predatori Preparare il corpo e la mente all’azione Portare al centro dell’attenzione l’evento da fronteggiare (auto-segnalazione) Quindi, una delle funzioni delle emozioni sembra essere una forma di COMUNICAZIONE, sia dalla persona verso l’esterno sia all’interno della persona
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Emozioni e comunicazione
Si possono individuare almeno tre funzioni comunicative (in senso lato) delle emozioni: Segnalare all’esterno il proprio stato e le proprie intenzioni (N.B.: può avvenire anche al di fuori dell’attenzione cosciente, oppure in modo involontario. Quindi può non esserci intenzione comunicativa: è un caso limite rispetto alla comunicazione intesa in senso stretto) 2. Nell’uomo, a questa funzione si aggiunge quella che si potrebbe chiamare auto-comunicativa: l’emozione ci può informare… del nostro stato in rapporto all’ambiente e alle altre persone (comprese le relazioni importanti) di quali sono gli eventi a cui prestare attenzione (e dedicare energie!)
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3. L’espressione delle emozioni aiuta a regolare l’interazione durante gli scambi comunicativi
:-( Emoticons nella comunicazione via internet Ricerche su pazienti con lesioni ai sistemi di produzione e/o comprensione delle emozioni: ci sono gravi problemi relazionali e di comunicazione Ricerche sulla soppressione delle emozioni (Gross): quando una persona maschera le emozioni durante un dialogo, si distrae più facilmente e il suo partner mostra un’alta attivazione fisiologica (segnale di stress), anche se non si accorge coscientemente del motivo
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Cosa c’è di universale nelle emozioni?
Risposte fisiologiche Espressioni del viso (studi transculturali) Situazioni prototipiche attivanti / dimensioni nella valutazione (es: piacevolezza – controllo – novità) Cosa può variare con le differenze individuali e culturali? La valutazione di situazioni / eventi specifici (comunque l’apprendimento è biologicamente facilitato: fobie…) Le regole di espressione (“display rules”) Le modalità di regolazione Il significato delle emozioni nei diversi contesti: quando è positivo / opportuno provare determinate emozioni?
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Sistemi di valutazione
Universali e variabili nella risposta emotiva Espressioni Regolazione Display rules Vocabolario Sistemi di valutazione EVENTI Prototipici Appresi Attivaz. risposta Risposta fisiologica Meccanismi fortemente automatici
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I canali dell’espressione emotiva
Involontari Risposte fisiologiche (es: arrossire, respirazione) Voce Espressioni facciali Postura Linguaggio Volontari (più controllabili)
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Il canale più studiato in psicologia è quello delle espressioni facciali
Ci sono prove di alcuni segnali distintivi universali almeno per le emozioni di paura, sorpresa, disgusto, gioia, rabbia, tristezza, disprezzo È un canale molto utilizzato e molto ricercato dalle persone È parzialmente volontario e parzialmente involontario (ricerche sulla menzogna…)
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Paul Ekman e il FACS Ekman ha studiato l’espressione delle emozioni in diverse culture, e ha messo a punto un sistema per la codifica delle espressioni facciali. Il FACS (Facial Action Coding System) è un sistema a base anatomica, che divide il viso in unità muscolari dette AU (action units). L’ EMFACS è un sistema derivato, che utilizza le AU distintive per ricostruire il significato emotivo di un’espressione. Attualmente il FACS è il sistema di codifica di riferimento, per la sua capacità di codificare praticamente tutti i possibili movimenti del viso…
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Esempi di codifica FACS
10 13 14 …però è molto difficile da imparare e lento da utilizzare
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Negli ultimi anni si sono sviluppate tre linee di ricerca con obiettivi convergenti. La palla passa all’informatica… Automatizzare i sistemi di codifica delle espressioni per la ricerca psicologica Realizzare sistemi capaci di leggere le emozioni degli esseri umani (interazione uomo-macchina) Simulare espressioni facciali (interazione uomo-macchina, videogiochi, avatar, animazione digitale)
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Riconoscimento / codifica
in questo momento è il campo più avanzato. Sia i programmi di riconoscimento che di simulazione più sofisticati si basano sul FACS
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Simulazione Problemi: andamento nel tempo dell’attivazione muscolare (importante per la naturalezza!) quali emozioni simulare? Prototipi vs. dimensioni continue (dibattito Ekman – Russell) Ci sono risultati molto promettenti, legati soprattutto all’industria dell’animazione. Nel campo dell’interazione uomo-macchina, la simulazione delle espressioni si lega strettamente alla creazione di agenti emozionali.
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La ricerca in questo campo non si può separare dall’ avanzamento delle teorie psicologiche (e neurobiologiche) sulle emozioni. La scelta del modello teorico è determinante per il successo delle simulazioni… Quali tra i modelli attuali delle emozioni funzionano meglio? Quali sono più realistici? Quali presentano difficoltà di implementazione? Dall’informatica alla psicologia: la simulazione di agenti artificiali potrà contribuire alla validazione e al miglioramento dei modelli psicologici? Al futuro la risposta…
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Links Una FAQ introduttiva all’espressione delle emozioni “per informatici”: Uno dei laboratori più avanzati sulla lettura automatica delle espressioni facciali: www-2.cs.cmu.edu/~face/ Qui si studia la simulazione delle emozioni, oltre a una serie di altre cose estremamente interessanti: Per le simulazioni di agenti emozionali via software… Inoltre, una pagina di links molto ricca sulla comunicazione non verbale: www3.usal.es/~nonverbal/
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Letture consigliate Plutchick (1994): Psicologia e biologia delle emozioni. Bollati Boringhieri. [buona introduzione a tutti i temi principali] Damasio (1999): Emozione e coscienza. Adelphi. [molto bello, sulla neurologia della coscienza e dei rapporti di questa con l’emozione. È uno dei libri più importanti degli ultimi anni] Ekman (2003): Emotions Revealed. Times Books. [un libro divulgativo ma molto interessante di Ekman, con molti esempi di espressioni facciali. Non tecnico, con parecchi riferimenti bibliografici] Pinker (1997): Come funziona la mente. Mondadori. [introduzione alla psicologia evoluzionistica, molto divertente e ricca di spunti. Un po’ speculativo su alcuni temi, ma affascinante!]
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Searle Riprende la letteratura degli atti linguistici ma ponendo più attenzione al mentale: Atto illocutorio preso come unità di analisi e definito come: atto comunicativo intenzionale Atto comunicativo è il prodotto di certi stati mentali e ha lo scopo di influire su quelli dell’ascoltatore Non azione razionale ma azione intenzionale Grice ha confuso il significato con la comunicazione. Gli illocutori non corrispondono a cvategorie di performativi /categoria superficiale) Nella comunicazione esistono due intenzioni: Intenzioni rappresentative (l’essenza del significato) Intenzioni comunicative (gli stati mentali) Dopo chomsky ha bisogno di ancorare le sue teorie al linguaggio per delimitare usi linguistici
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Trascura l’idea poco definita di Austin di tenere in considerazione l’ascoltatore (come eliminare dall’analisi delle azioni le sue conseguenze?) Searle distingue tra intenzione all’azione privata e intenzione collettiva (agire in modo sociale). La sua analisi riguarda solo la prima Conversazione è il frutto di intenzionalità collettiva Questa ha regole che trascendono regole di costituzione degli atti linguistici (una fusione degli stati intenzionali che costituiscono gli atti) Questa intenzione non aggiunge nulla agli elementi costitutivi che sono gli illocutori Lo studio dell’effetto perlocutorio permette di osservare una discrepanza
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Criteri di tassonomia Tassonomia deve classificare gli atti in base agli scopi che con quell’atto gli interlocutori vogliono raggiungere (Forza illocutoria) Qual è lo scopo illocutorio e la forza illocutoria di un comando o richiesta? Le condizioni di felicità non sono regole per valutare esito degli atti, ma regole costitutive: Contenuto proposizionale Condizione preparatoria (ciò che rende possibile l’atto) Condizioni di sincerità (adeguatezza degli stati mentali) Condizione essenziale (significato pragmatico dell’atto, l’intenzione rilevante) Sottolinea l’importanza delle assunzioni di sfondo anche per la comprensione di espressione letterale
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Stati psicologici espressi?
Queste condizioni di felicità sono caratteristiche costitutive, sono altro da principi d’interpretazione (vedi diretti-indiretti) Direzione di adattamento? Esistono parole che descrivono il mondo per come appare (asserzione) Esistono parole che modificano la realtà esterna (comando) Atti sono soddisfatti se si verifica la direzione d’adattamento Stati psicologici espressi? In diversi atti è esplicitata la predisposizione del parlante verso il contenuto (Io credo, assumo, apprezzo…)
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Tassonomia Assertivi: funzione di impegnare il parlante rispetto ad uno stato di cose (es. affermare, insistere, giurare) Stato psi. è la credenza (che p) Parole si adattano al mondo Direttivi: funzione di indurre l’ascoltatore a fare qualche cosa (implorare, invitare, domandare) Le parole modificano il mondo Commissivi: impegnano il parlante ad assumere una certa condotta futura (es. promettere, continuo, impegnarsi, giurare) Le parole impegnano rispetto al mondo Espressivi: esprimere lo stato psicologico rispetto ad un contenuto (es. ringraziare, dispiacersi, congratularsi) Nessuna direzione
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Dichiarazioni: performativi di Austin
Sono gli unici casi in cui valgono le condizioni di felicità Quando le condizioni sono soddisfatte esiste una corrispondenza tra enunciato e realtà (adattamento nelle due direzioni). Introduce così elementi extra-verbali Searle cerca una corrispondenza con le strutture sintattiche profonde degli enunciati di ciascuna classe di atti
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Diretti ed indiretti Alcuni atti vengono utilizzati per indicarne un altro: “ti assicuro che me la pagherai” Proferire un atto illocutorio attraverso uno secondario (atto letterale): distingue tra forza letterale e forza illocutoria Come fa l’ascoltatore a capire l’intenzione? Secondo Searle viene prima interpretato il secondario…dà il via a processi d’inferenze, dal momento che la forza letterale non esaurisce la forza illocutoria. Basandosi su cooperazione di Grice
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Principi di Grice Per Searle viene cercata una seconda interpretazione che porta alla comprensione dell’atto secondario (sulla base di conoscenze di fondo linguistiche e non) “Puoi telefonarmi tu?” Assumo che stia cooperando e che il suo enunciato abbia un qualche senso La situazione non è tale da indicare un interesse teorico per le mie abilità, e saprà già che è sì (informazione di background) Ha perciò un ulteriore punto illocutorio Perciò la domanda indica le condizioni preparatorie Stiamo ora parlando dell’appuntamento di domani Vuole perciò che io soddisfi le condizioni per una richiesta Mi sta chiedendo di chiamarla
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Però… Il fenomeno degli indiretti è molto presente nel nostro linguaggio naturale: es. “Sai che ore sono?” Per Searle sono convenzionali solo perché esplicitano condizioni preparatorie Spesso legato a forme di cortesia “è indispensabile che alla riunione non ci siano assenti” La teoria degli atti linguistici non sembra sufficiente a contenere tutti i fenomeni comunicativi Perché gli indiretti sono più frequenti dei diretti Forse non è necessaria l’analisi del diretto: es. studi in età evolutiva La riduzione del linguaggio ad atti primitivi o di base non è soddisfacente
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Indiretti convenzionali e non Gibbs
Esistono anche indiretti convenzionalizzati: Ci sono casi di relazioni sistematiche Acquistano un valore idiomatico Espressioni convenzionali perché rispecchiano condizioni preparatorie all’azione (es. “Riesci a darmi una mano giovedì?”), Ipotesi dell’ostacolo Questi indiretti sono interpretati come diretti Si definiscono atti non convenzionali quelli in cui è necessario attivare le catene inferenziali proposte da Searle
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Gazdar Non esiste una forza letterale semanticamente autonoma
Insensato distinguere tra diretti e indiretti L’ascoltatore arriva al significato inteso dal parlante senza analizzare il significato letterale In realtà in caso di dubbi gli ascoltatori ripercorrono il significato partendo dal letterale Nei fraintendimenti mostriamo di tenere a mente le modalità letterali per giungere alla seconda interpretazione
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Lakoff È necessario introdurre nell’analisi il comportamento pragmatico: Rapporto con il destinatario Situazione concreta dell’informazione Esplicite trasformazioni di queste da parte del parlante Esiste un’ulteriore regola a massime di Grice che è la Regola di cortesia Non ti imporre Offri delle alternative Metti l’altro a suo agio e sii amichevole In caso di conflitto questa regola ha la meglio per esempio su massime di modo
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Si tratta di un fenomeno universale o solo di certe culture, quali sono le regole che la costituiscono? Non basta esprimere la propria intenzione, ma questa necessita di adeguate introduzioni (es. i saluti) Perché alcune regole necessitano di insegnamento esplicito ed altre no (es. indiretti)? Dipende dalle culture (occidentale-giapponese) Alcune culture preferiscono espressioni dirette, rendersi il più possibile comprensibile (Nuova Guinea)
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Teoria della pertinenza Sperber-Wilson
Prima teoria cognitiva della comunicazione Entrano nell’ambito della discussione tra comunicazione e psicologia vs teorie filosofiche che si attengono allo studio del linguaggio La pragmatica è una branca della psicologia volta all’interpretazione degli enunciati Dove per comunicazione si intende l’interpretazione degli enunciati (quindi linguaggio), e il linguaggio come sistema computazionale La pragmatica diventa un dominio in cui abilità linguistiche, logica e mnestica interagiscono Intendono perciò studiare come un sistema cognitivo interpreta gliu enunciati costruendo inferenze che utilizzano K linguistiche
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Sistema centrale di pensiero
Esistono capacità cognitive limitate: (es. la memoria di lavoro) perciò deve esistere un dispositivo in grado di economizzare sforzo di elaborazione Le risorse cognitive vengono allocate su input più pertinenti e disponibili La teoria riguarda le applicazioni di inferenze centrali non specializzate La cognizione umana si organizza, in modo automatico, per raggiungere questo meta-obiettivo di massimo profitto e minima spesa Si basa su processi inferenziali non dimostrativi: la verità delle premesse rende possibile la verità delle conclusioni (non necessariamente vere
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Tentativo di ridurre le massime di Grice ad un unico principio
“dove vive Mario?” “da qualche parte nel sud della Francia” Grice: sincerità vs qualità Per Sperber la pertinenza non è mai violata, perciò il più pertinente possibile rispetto alle sue K Per gli autori è necessario un solo principio e non la sua realizzazione tra diverse massime (priorità decisa di volta in volta)
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La pertinenza “ogni comunicazione ostensiva trasmette come presupposto la propria pertinenza” (es. Mary e Peter) Comunicare significa richiamare l’attenzione di qualcuno e implica che l’informazione comunicata sia considerata rilevante Principio di pertinenza: l’interlocutore è spinto a rintracciare il contesto più vicino in cui sia rintracciabile un’interpretazione plausibile Capire un enunciato significa: Formulare un’ipotesi sulla base di input provenienti da sistemi percettivi e grammaticali Confermare tale ipotesi sul confronto con assunti di fondo depositati in memoria
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Parlante ed ascoltatore si muovono sulla base del principio
La pertinenza come regola generale della cognizione, è calcolata su processi inferenziali: “assumiamo che la meta universale della cognizione sia quella di acquisire informazioni pertinenti, quanto più l’informazione è pertinente tanto è meglio” Parlante ed ascoltatore si muovono sulla base del principio Effect: un’assunzione è rilevante in un determinato contesto in base alla misura in cui i suoi effetti sul contesto sono importanti Effort: la rilevanza dipende dalla relazione tra effetti sul contesto e l’impegno richiesto per tali effetti è modesto
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Definiscono le K condivise come Ambiente Cognitivo: il set di rappresentazioni mentali manifeste che l’individuo è in grado di considerare corrette in un momento dato (tutto ciò che è percepibile ed inferibile in un dato momento) Assunti diversi possono essere più o meno manifesti in un momento dato Ambiente Cognitivo Condiviso: qualsiasi assunzione che condividono più individui riconoscendo che è manifesta Inferenze non dimostrative: l’interlocutore avanza ipotesi sull’interpretazione e questa ipotesi può essere smentita o confermata da enunciati successivi Si fanno inferenze sia dal contesto presente sia dalla memoria, secondo processi probabilistici La struttura cognitiva (acquisire più informazione pertinente) utilizza tra gli altri mezzi il linguaggio
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Problemi Modello di uomo di CogSci cognitiva classica elaboratore di informazioni e memoria come magazzino di cui sono definibili percorsi e temporalità (contesti più accessibili, rapidità di recupero)Non verificato empiricamente e mancano criteri specifici per generare evidenze sperimentali Si affida ad un concetto troppo generale per spiegare una capacità molto specifica Dimentica aspetto costituzionale degli esseri umani “capacità di condividere esperienze”, la cooperazione la spiega meglio
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Comunicazione e mass media
Prospettiva tecnologica Strumento per trasferire informazione Comunicazione uno-molti Prospettiva culturale Dispositivo di mediazione tra uomo ed ambiente Non coincide con la capacità di moltiplicazione dello stesso messaggio
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Massa Aggregato di individui anonimi che si costituisce in funzione della condivisione di determinate esperienze Aggregato non stabile, mutevole e ampio Si definisce anche attraverso le pratiche relative alla diffusione dei media Come la folla è priva d’identità definita ma più stabile nel tempo, accomunata da medesimi interessi Asimmetricità tra la fonte e il suo target (fonte mediatica più esperta e autorevole) Con il consolidamento attuale l’audience sempre più percepito come partecipante attivo
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Modello lineare Effetti del messaggio univoci e che generano le stesse risposte (come teorie del codice) Lasswell: A chi Che cosa Attraverso quale canale Con quale effetto
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Opinion leader Spesso la comunicazione viene filtrata da rappresentanti di un det. Gruppo Lo scambio interattivo facilita l’adesione alla proposta Opinion leader rinforza la plausibilità del messaggio grazie alla sua competenza Seleziona la rilevanza delle informazioni ed interpreta il messaggio a seconda di sistemi di valori e categorie
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In realtà Selettività nell’esposizione: correlazione tra le opinioni della gente e ciò che sceglie di ascoltare Informazione elaborata sulla base del proprio sistema di credenze I media servono a rinforzare il sistema di valori Gli effetti dei media non sono lineari né prevedibili Studio più orientato ai processi cognitivi implicati nell’attribuzione di significato e alla selettività nell’esposizione I media guardano alla gratificazione dei bisogni dell’audience
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Modello multifattoriale
I media funzionano come filtri di polarizzazione sul piano cognitivo e informativo Relazione tra le scelte nella produzione (ordine e gerarchia di rilevanza offerta) e criteri di rilevanza e di K a disposizione dei fruitori Tv vs stampa rispetto al tempo per la riflessione rispetto al messaggio Secondo alcuni Media contribuiscono attraverso l’omologazione a creare un clima d’opinione
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Effetti a lungo termine
Orientamento mediale: preferenza verso certi contenuti,mezzi o generi L’orientamento consente di prevedere le scelte future in base anche a fattori specifici (offerta, circostanze individuali, contesto di consumo) Non solo omologazione ma anche differenziazione: l’accesso ai flussi d’informazione non è egualmente disponibile. Livello socioculturale più alto, più veloce nel recupero inf e nella gestione del sovraccarico Si parla perciò di Fruizione dei media: non esistono contenuti immutabili bensì una partecipazione alla costruzione di significati di diverse comunità interpretative Da un lato i media forniscono potenti dispositivi di approvazione culturale agendo quotidianemnte (amplificano, dilatano attegg e valori), dall’altro la recezione degli individui è diversificata e selettiva e ha la libertà di accettare o rifiutare i format proposti
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Pubblico non omogeneo al suo interno, più l’informazione è ristretta rispetto al target più il messaggio sarà in grado d’influenzare Gli effetti sull’audience a lungo termine sono determinati dalla capacità di cattura del programma (reach) e dalla frequenza d’esposizione (frequency), azione cumulativa Valutazione importante anche per definire gli spazi pubblicitari
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New media Comunicazione mediata da nuove tecnologie
a) Comunicazione asincrona b) Comunicazione sincrona A) ipertesti e ipermedia, , mailing list, SMS B) Chat, MUD (multi user dimension), video chat, Instant messaging
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Nessuna garanzia d’identità data solo dal contenuto del messaggio
In molte di queste forme sono assenti aspetti metacomunicativi (paralinguistico, extralinguistico), utenti non ricevono feedback Nessuna garanzia d’identità data solo dal contenuto del messaggio Disimpegna rispetto alla cooperazione (specie asincrona) Rallenta il ritmo della comunicazione (abbreviazioni) Modifica l’alternanza dei turni Rallentare identità ed impegno possono creare comunicazioni disfunzionali (opportunismo elettronico, Rocco et al. 1995): Creazione d’identità fittizie (spoofing) Disinvestimento dei principi di cooperazione (specie asincrona) Violazione della privacy (lurking) Invio di messaggi non desiderati (spamming) Ostruzionismo (bombing)
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Reduce social cues theory (Sproull, Keisler, 1986)
Rarefazione dell’identità in CMC I soggetti meno vincolati da regole sociali Più liberi di esprimersi Più tentati di violare le regole sociali All’interno di organizzazioni questo può rendere lo scambio più democratico Paradosso psicologico di internet (Kraut. 1998): le potenzialità sociali di globalizzazione riducono il coinvolgimento sociale reale e aumento di isolamento.
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Social Information Processing theory
Come giustificare le relazioni affettive nate attraverso la comunicazione mediata, il successo degli SMS? Le persone sono spinte a generare relazioni interpersonali indipendentemente dal mezzo, anzi adottando le proprie strategie comunicative alle opportunità del mezzo
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Affinché abbia successo sono però necessarie:
Permette di superare le barriere spaziali ed economiche alla motivazione all’interazione Come altre comunità si definisce su una comune cultura di appartenenza (comunità virtuale) Permette ai soggetti di selezionare gradualmente le caratteristiche di personalità da presentare, riduce il rischio di rottura Affinché abbia successo sono però necessarie: Tempo Motivazione Capacità di costruirsi impressioni da inf disponibili Capacità di fornire questi indizi
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