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PubblicatoEugenia Papa Modificato 9 anni fa
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LA FRASE SEMPLICE M. Dardano – P. Trifone, Grammatica italiana con nozioni di linguistica, Zanichelli, Bologna, III ed.
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La frase semplice L’analisi logica identifica le categorie sintattiche della frase semplice: soggetto, predicato, complemento, attributo, apposizione. L’analisi grammaticale identifica le categorie grammaticali: le cinque parti variabili e le quattro parti invariabili del discorso: Articolo, nome, pronome, aggettivo, verbo / avverbio, preposizione, congiunzione, interiezione. L’analisi sintattica o del periodo identifica le varie specie di proposizioni che compongono la frase complessa: principale, coordinata, subordinata.
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Il testo Nella sua realtà concreta la lingua si presenta in testi.
Il testo si può definire come un atto comunicativo orientato verso un certo tema e con un’intenzione e una finalità chiaramente definite. Nel testo si possono distinguere frasi semplici o proposizioni e frasi complesse o periodi (formate da più proposizioni). La frase minima è una frase semplice formata solo dal soggetto e/o dal predicato.* La proposizione è ogni segmento di frase fornito di un predicato. La frase può essere verbale (provvista del verbo), nominale (priva del verbo) ed ellittica (del soggetto, del verbo, del complemento oggetto, o di altri costituenti della frase; ellissi nei dialoghi). (Chi lo vuole? Io /lo voglio/)
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La struttura della frase semplice
I due componenti indispensabili della frase sono: il soggetto e il predicato. Il soggetto è ciò di cui parla il predicato; il predicato è l’elemento che dice qualcosa del soggetto. Secondo altre teorie linguistiche la frase semplice ha due componenti fondamentali: gli elementi nucleari-obbligatori* ed extranucleari (o circostanziali) – facoltativi.*(Giorgio ha conosciuto Manuela l’anno scorso a Ferrara)*Le valenze o argomenti del verbo - gli elementi necessari per completare il significato della frase - sono il criterio in base al quale possiamo distinguere gli elementi nucleari da quelli extranucleari: esistono verbi con valenza zero, monovalenti, bivalenti, trivalenti. (piovere; nascere; lodare; donare)
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Valenze e argomenti del verbo
Esistono verbi con valenza zero (piove), monovalenti (nascere, correre partire + soggetto), bivalenti (lodare, intraprendere - a 2 argomenti), trivalenti (dare, donare, scrivere – a 3 argomenti). Se un dato elemento sia nucleare o extranucleare dipende dalle caratteristiche semantiche e grammaticali del verbo e dal contesto: Ricevere: Mv. Questa radio non riceve bene Bv. Paolo ha ricevuto una lettera Tv. Il mare riceve le acque dai fiumi
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Struttura generale della frase semplice
SCHEMA ad albero: Frase Giorgio ha conosciuto Manuela l’anno scorso a Ferrara* Elementi nucleari / elementi extranucleari Soggetto e Sintagma verbale Verbo - Argomenti del verbo (diversi dal soggetto) – Elementi avverbiali
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Il soggetto Il soggetto è un componente fondamentale della frase e completa il significato del verbo Concorda con il predicato nel numero, nella persona e nel genere Qualsiasi parte del discorso può fare da soggetto (nome, pronome, aggettivo, verbo, articolo, preposizioni ecc. ed anche un’intera proposizione) La sua posizione è generalmente prima del verbo, tranne che per alcuni verbi intransitivi Può essere sottinteso
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I criteri formali che individuano il soggetto
La posizione all’inizio della frase Il caso nominativo per le lingue che possiedono le declinazioni L’intonazione della frase (Maria / ama Paolo) Oltre ai criteri formali si deve ricorrere a criteri di ordine logico-semantico (infatti il soggetto grammaticale non dev’essere il soggetto logico, ossia l’agente reale dell’azione: Giovanni è stato colpito da Giorgio) Qualsiasi elemento della frase possiede un ruolo sintattico (soggetto, complemento, ecc.) e un ruolo semantico (agente, paziente, strumento)**
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Il predicato Il predicato è ciò che viene detto a proposito del soggetto Può essere di due specie: verbale e nominale (voce del verbo essere=copula + nome o aggettivo) (Il vestito è bianco; Milano è una città) Il predicato verbale è costituito da un verbo predicativo ossia di significato compiuto e che può essere usato anche da solo***
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Il predicato verbale Sono predicati verbali anche:
- il verbo essere quando significa “esistere, stare, rimanere, abitare, risiedere, vivere, trovarsi, appartenere” (l’auto è di mio fratello) i verbi passivi infatti il verbo essere vi ha funzione di ausiliare (il libro è stato letto) i tempi composti di numerosi verbi intransitivi, dei verbi riflessivi, e degli intransitivi pronominali (è arrivata in ritardo; Marco si è pettinato, Carla si è vergognata) - i verbi servili (dovere, potere e volere) e fraseologici (cominciare a, stare per, smettere di) che formano un tutto unico con il verbo che reggono
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I copulativi (da copula=legame)
Parere, sembrare, stare, rimanere, diventare, riuscire, risultare, nascere, vivere, morire, rendere ecc. (fare, agire, operare; stare, restare, rimanere,venire; risultare, apparire, rivelarsi; formare, costituire, rappresentare, comporre; comportarsi, mostrarsi, presentarsi; prospettarsi, delinearsi, profilarsi) Questi verbi servono a collegare il soggetto a un nome o a un aggettivo detto complemento predicativo (Mario riesce simpatico, sembra malato, sta bene…) che ne completano il significato Anche altri verbi si possono costruire con il complemento predicativo sono i cosiddetti: appellativi al passivo* (essere detto, chiamato, nominato, battezzato) effettivi alcuni intrans.(stare, restare, parere, sembrare, diventare, divenire, rendere, fare) elettivi al passivo (essere eletto, creato, nominato, acclamato, scelto, assunto) estimativi al passivo (essere stimato, ritenuto, considerato, creduto, giudicato)
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