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27/10/111 SICUREZZA SUL LAVORO: La prevenzione inizia con la comunicazione … che inizia con l’ascolto… INCONTRO DI FORMAZIONE PER PREPOSTI (Art. 37 D.Lgs.

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1 27/10/111 SICUREZZA SUL LAVORO: La prevenzione inizia con la comunicazione … che inizia con l’ascolto… INCONTRO DI FORMAZIONE PER PREPOSTI (Art. 37 D.Lgs. 81/08) Relatori: l’RSPP Dott. Davide Piccolo & Dott- Federica Franchi

2 2 OBIETTIVI / PROGRAMMA DELL'INCONTRO 1)Breve ripasso sugli obblighi aziendali e in particolare del preposto in materia di sicurezza e salute del lavoro con particolare riferimento al piano di emergenza 2)Aggiornamento sulla situazione infortunistica aziendale e sul test condotto in merito nel 2010 3) Adempiere all'art. 37 del D.Lgs. 81/08 4) Fornire indicazioni utili a migliorare la comunicazione tra colleghi e da/verso i «sottoposti»

3 3 D.Lgs. 81/08 Art. 37 c. 7 I dirigenti e i preposti ricevono, a cura del datore di lavoro, un’adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodico in relazione ai propri compiti in materia di salute e sicurezza del lavoro. I contenuti della formazione comprendono: a) principali soggetti coinvolti e i relativi obblighi; b) definizione e individuazione dei fattori di rischio; c) valutazione dei rischi; d) individuazione delle misure tecniche, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione.

4 4 IL PREPOSTO D.Lgs. 81/08 Art. 2 c.1 «preposto»: persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende alla attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa... ATTENZIONE: principio dell'effettività o concetto del preposto di fatto... conta ciò che uno fa concretamente, non le “etichette”, i “gradi”.

5 5 I “superiori” D.Lgs. 81/08 Art. 2 c.1 lett. d «datore di lavoro»: il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l’assetto dell’organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività, ha la responsabilità dell’organizzazione stessa o dell’unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa «dirigente»: persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organizzando l’attività lavorativa e vigilando su di essa

6 6 I SOTTOPOSTI D.Lgs. 81/08 Art. 2 c.1 «lavoratore»: persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito dell‘organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, …

7 7 I SOGGETTI “TERZI” D.Lgs. 81/08 Art. 2 c.1 «responsabile del servizio di prevenzione e protezione»: persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali... designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per coordinare il servizio di prevenzione e protezione dai rischi; «medico competente»: medico in possesso di uno dei titoli e dei requisiti formativi e professionali... che collabora...con il datore di lavoro ai fini della valutazione dei rischi ed è nominato dallo stesso per effettuare la sorveglianza sanitaria e per tutti gli altri compiti...; «rappresentante dei lavoratori per la sicurezza»: persona eletta o designata per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro;

8 8 La Resposabilità della persona giuridica secondo il D.Lgs. 231/01... “esteso” alla sicurezza Si configura se si verifica per almeno due volte in 5 anni un infortunio con: ● lesione grave o gravissima colposa o omicidio colposo ● Interesse (ex ante) o vantaggio (ex post) aziendale (es. risparmio di tempo o denaro, rispetto di tempi di consegna, mancato pagamento di penali contrattuali...) ● Inosservanza delle norme antinfortunistiche

9 9 Le sanzioni previste dal D.Lgs. 231/01... “esteso” alla sicurezza Il giudice può disporre: 1: Sanzione pecuniaria fino ad € 1.549.370 commisurata in quote (da € 258,23 ad un massimo di € 1549,37) in proporzione alle capacità economiche e patrimoniali aziendali. La gravità del danno determina il numero di quote applicate. 2: sanzioni interdittive ● interdizione dell’esercizio dell’attività; ● divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione; ● sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell’illecito ● esclusione da agevolazioni, finanziamenti e contributi; ● divieto di pubblicizzare beni e servizi.

10 10 Le sanzioni previste dal D.Lgs. 231/01... “esteso” alla sicurezza Per non incorrervi deve essere dimostrato: - Applicazione (prima del fatto!) di modelli organizzativi... - Vigilanza sul funzionamento e l’osservanza dei modelli di affidata ad organismo autonomo per iniziativa e controllo; - il reato è stato commesso eludendo fraudolentemente il modello di organizzazione e di gestione; - non vi é stata omessa o insufficiente vigilanza da parte del suddetto organismo

11 11 MODELLI ORGANIZZATIVI E SISTEMI DI GESTIONE come strumenti «esimenti» SISTEMI DI GESTIONE come strumenti «esimenti» Art. 30 D.Lgs. 81/08 (estratto) Il MO – SGS deve prevedere idonei sistemi di registrazione dell’avvenuta effettuazione delle attività svolte. Il MO deve: articolare (secondo natura, attività e dimensioni aziendali), le funzioni per assicurare competenze tecniche e poteri necessari per la verifica, valutazione, gestione e controllo del rischio, prevedere un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello. prevedere un idoneo sistema di controllo sulla sua attuazione e sul mantenimento dell'idoneità delle misure adottate. Il MO va riesaminato e se serve modificato quando siano scoperte violazioni significative delle norme relative alla prevenzione degli infortuni e all’igiene sul lavoro, o in caso di mutamenti organizzativi e di attività in relazione al progresso scientifico e tecnologico.

12 12 MODELLI ORGANIZZATIVI E SISTEMI DI GESTIONE… e tutela dell’ambiente SISTEMI DI GESTIONE… e tutela dell’ambiente Attenzione: da agosto 2011 «la 231» si applica anche ai reati contro l’ambiente come ad esempio: Emissioni in atmosfera senza autorizzazione o senza seguire le prescrizioni dell’autorizzazione o superando i limiti di emissione Scarichi idrici senza autorizzazione o senza seguire le prescrizioni dell’autorizzazione o superando i limiti di emissione Rifiuti: mancato rispetto dei requisiti di deposito temporaneo, certificati d’analisi falsi, ecc.

13 13 GIURISPRUDENZA E SANZIONI DISCIPLINARI A proposito di sistema disciplinare per i trasgressori... Sentenza Corte di Cassazione n.1512 (14/01/10):...davanti ad un comportamento del lavoratore scorretto, ripetuto ed in violazione delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro non è ammesso da parte del datore di lavoro un atteggiamento di tolleranza nei suoi confronti ma in tali casi questi deve esercitare il massimo rigore ed il suo intervento non deve limitarsi a semplici richiami ma deve tradursi, se necessario, in interventi sanzionatori e disciplinari.

14 14 SISTEMA DISCIPLINARE Definisce le tipologie di provvedimenti in caso di inosservanza e le modalità per irrogarli Esemplifica i comportamenti non corretti “puniti” Fornisce gli strumenti per l'applicazione del sistema stesso (richiami, registrazioni, ecc.) IMPORTANTE CI SIA, PIU' IMPORTANTE APPLICARLO!

15 15 Un Sistema di Gestione della Sicurezza si può rappresentare con lo schema: SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

16 16 Alcune considerazioni su un SGS: DEVE ESSERE CREDIBILE SIA DA CHI LO DEVE APPLICARE SIA DA CHI LO DEVE GIUDICARE 1) la politica (le buone intenzioni) non può che partire da una conoscenza della situazione aziendale.... necessità di ANALISI INIZIALE: complessa e impegnativa 2) La programmazione del miglioramento è un esercizio teorico se non si prevedono risorse (tempi e €) adeguate per portare avanti gli interventi SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

17 17 Alcune considerazioni su un SGS: DEVE ESSERE CREDIBILE SIA DA CHI LO DEVE APPLICARE SIA DA CHI LO DEVE GIUDICARE 3) L'attuazione richiede volontà e possibilità da parte dei soggetti chiamati a garantirla (es. preposti) 4) Ogni soggetto deve sentirsi protagonista sia nel ruolo del “fare” sia in quello di “verificare”: sentirsi “osservati” può generare ansie ma sicuramente genera “eustress”, stimola a non sedersi, a fare la propria parte. SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

18 18 Alcune considerazioni su un SGS: DEVE ESSERE CREDIBILE SIA DA CHI LO DEVE APPLICARE SIA DA CHI LO DEVE GIUDICARE 5) La direzione, che ha “partorito” la politica e ha creato il SGS, deve credere anche nel ruolo del monitoraggio e controllo e nell'mportanza della vigilanza. 6) Nel riesame la dirazione deve avere il coraggio anche di provvedimenti esemplari, sia nel bene (es. incentivi) che nel male (sanzioni) e di rimettersi in discussione (riprogrammazione, cambiamenti di rotta se necessario) SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

19 19 a) sovrintendere e vigilare sulla osservanza degli obblighi dei lavoratori, delle disposizioni aziendali e di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei DPI, in caso di persistente inosservanza, informare i loro superiori diretti; b) verificare che solo i lavoratori istruiti accedano alle zone a rischio grave e specifico; c) richiedere l'osservanza delle misure per il controllo delle situazioni di emergenza e dare istruzioni per l'evacuazione… nel piano aziendale è previsto che i preposti garantiscano l’evacuazione dei sottoposti e provvedano al loro censimento sul luogo di raduno IL RUOLO DEL PREPOSTO

20 20 d) informare... i lavoratori esposti a pericolo grave e immediato sul rischio e le disposizioni necessarie; e) non richiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività in situazioni di pericolo grave ed immediato; f) segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente sia le deficienze di mezzi, attrezzature di lavoro e DPI, sia ogni altra condizione di pericolo delle quali venga a conoscenza; g) frequentare appositi corsi di formazione. d) informare... i lavoratori esposti a pericolo grave e immediato sul rischio e le disposizioni necessarie; e) non richiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività in situazioni di pericolo grave ed immediato; f) segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente sia le deficienze di mezzi, attrezzature di lavoro e DPI, sia ogni altra condizione di pericolo delle quali venga a conoscenza; g) frequentare appositi corsi di formazione. IL RUOLO DEL PREPOSTO

21 21 prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o omissioni, conformemente a formazione, istruzioni e mezzi forniti contribuire...all'adempimento degli obblighi previsti su salute e sicurezza; osservare le disposizioni e le istruzioni impartite per la loro protezione; utilizzare correttamente attrezzature di lavoro, sostanze e preparati pericolosi, mezzi di trasporto, nonché i dispositivi di sicurezza; GLI OBBLIGHI DEI LAVORATORI

22 22 non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza, di segnalazione o controllo; non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro competenza o che possono compromettere la sicurezza; partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzati; sottoporsi ai controlli sanitari utilizzare in modo appropriato i DPI; segnalare immediatamente le deficienze dei mezzi e dei dispositivi e condizione di pericolo di cui vengano a conoscenza.... GLI OBBLIGHI DEI LAVORATORI

23 23 … pulizia e ordine delle postazioni di lavoro significano prevenire gli infortuni (quest’anno un caso è stato dovuto a materiale stoccato in maniera scorretta) e le malattie professionali (minor esposizione a polveri sottili) oltre che maggior durata delle attrezzature: ad es. Gli utensili pneumatici si rompono ed usurano di più se non operano in ambienti puliti (lo sporco entra e “devasta” le parti in movimento). Si trovi il tempo e si organizzi sempre una pulizia sia delle parti comuni che delle postazioni! GLI OBBLIGHI DEI LAVORATORI

24 24 INFORTUNI: situazione aggiornata TABELLA DI SINTESI ANDAMENTO INFORTUNISTICO PERIODO 2006 – 2010 annoore lavorateinfortuniindice freq.gg. persidurata mediaindice grav.mediana 200625057031123,72738,81,15 20072616252491,725810,81,04 20082759652590,644117,61,67 200925584531121,251516,62,07 201024495725102,161924,82,55 Totali5 anni136 2106 Medie5 anni 27,2105,9421,215,71,65,6

25 25 INFORTUNI: situazione aggiornata Obbiettivo 2011 (dato ad inizio anno) era di ridurre i giorni persi del 30% riportandolo ai valori medi del periodo. Attualmente (01/01/11 – 31/10/11) si sono verificati 19 infortuni con 262 gg. Persi. Portando il dato ai 12 mesi si possono stimare 314 gg persi che equivarrebbe a quasi un – 50% … impegniamoci tutti affinché ciò accada, anzi a far meglio (siamo stati più bravi in passato!!) Attendiamo comunque anche i dati relativi alle ore lavorate per trarre conclusioni attendibili.

26 26 INFORTUNI GRAVI N.B.: due casi oltre i 40 giorni nel solo 2011 (80 e 57 gg) Nel 2010 erano stati 5, nel 2009 erano 4, nel 2008 furono 2 nel 2007 furono 2 ….. Totale nei 5 anni: 15 Applicando il criterio previsto dalla «231» …

27 27 INFORTUNI & SICUREZZA: Cosa ne pensano i lavoratori TEST CONDOTTO A OTTOBRE 2010 su circa 60 operai Su Prevenzione e protezione: come vengono gestite …. Ma soprattutto come vengono percepite da chi lavora E Quali sono le cause degli infortuni in azienda ECCO I RISULTATI

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