Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
PubblicatoAnnalisa Franco Modificato 9 anni fa
1
1 Facoltà di Economia U niversità degli Studi di Parma Corso di Economia Industriale Cap. 3 Anno Accademico 2015-16
2
2 Le Strutture di Mercato: La Concorrenza
3
3 Quesiti di base Quali caratteristiche ha una impresa per poterla definire ‘concorrente’? Quando un settore opera in regime di concorrenza? Quali sono i benefici della concorrenza? Quali fattori non consentono alle imprese di agire in regime di concorrenza?
4
Definizione di concorrente e di mercato di riferimento I concorrenti sono quelle imprese le cui scelte strategiche hanno impatto le une sulle altre. L’insieme delle imprese concorrenti identifica un mercato Se un mercato è correttamente definito, la fusione di due imprese determina «a small but significant (>=5%) nontransitory (1 year) increase of price» (SSNIP) 4
5
SSNIP≈beni succedanei (Due prodotti sono succedanei se, all’aumento del prezzo di X, mentre il prezzo di Y rimane invariato, le vendite di X diminuiscono e contemporaneamente le vendite di Y salgono) (Stesse caratteristiche e prestazioni; stesse occasioni di uso; stesso mercato geografico) 5
6
6 Elementi caratteristici di un mercato concorrenziale Omogeneità dei beni Informazione perfetta Le imprese sono price taker Assenza di costi di transazione Assenza di esternalità Libertà di entrata e di uscita dal settore Perfetta divisibilità dell’output Elevata numerosità delle imprese(?)
7
7 Massimizzazione del profitto in regime di concorrenza =p^q-C(q) con p^=prezzo dato; q=quantità prodotta; C=costi totali
8
8 Condizioni di max L’obiettivo dell’impresa è: max =p^q-C(q)
9
9 Condizioni di max L’obiettivo dell’impresa è: max =p^q-C(q) Condizione di primo ordine: derivando la funzione di rispetto a q e ponendola uguale a 0 si ricava: p ^-dC(q)/d(q)=0 p ^-MC=0
10
10 Condizioni di max Condizione di secondo ordine: - C(q)/ (q)<0 MC>0
11
11 Condizioni di max Condizione di secondo ordine: - C(q)/ (q)<0 MC>0 Nel punto di equilibrio la pendenza di MC deve essere positiva
12
12 P 0 AVC Q Massimizzazione del profitto in regime di concorrenza
13
13 P 0 AVC AC Q Massimizzazione del profitto in regime di concorrenza
14
14 P 0 MC AVC AC Q Massimizzazione del profitto in regime di concorrenza
15
15 P 0 MC AVC AC Q Pc Massimizzazione del profitto in regime di concorrenza
16
16 P 0 MC AVC AC Q Qc Pc Massimizzazione del profitto in regime di concorrenza
17
17 P 0 MC AVC AC Q Qc Pc Massimizzazione del profitto in regime di concorrenza
18
18 P 0 MC AVC AC Q Qc Pc Effetti della riduzione del volume di produzione al di sotto di Qc
19
19 P 0 MC AVC AC Q Qc Pc Effetti della riduzione del volume di produzione al di sotto di Qc
20
20 P 0 MC AVC AC Q Pc Effetti della riduzione del volume di produzione al di sotto di Qc Qc1
21
21 P 0 MC AVC AC Q Qc1 Pc Effetti della riduzione del volume di produzione al di sotto di Qc
22
22 P 0 MC AVC AC Q Qc Pc Effetti della riduzione del volume di produzione al di sotto di Qc Qc1
23
23 P 0 MC AVC AC Q Qc Pc Effetti della riduzione del volume di produzione al di sotto di Qc Qc1
24
24 P 0 MC AVC AC Q Qc Pc Effetti dell’incremento del volume di produzione oltre Qc
25
25 P 0 MC AVC AC Q Qc Pc Effetti dell’incremento del volume di produzione oltre Qc
26
26 P 0 MC AVC AC Q Qc Pc Effetti dell’incremento del volume di produzione oltre Qc
27
27 Decisione di chiusura L’impresa rimane in attività solo se i profitti derivanti da continuare a produrre sono uguali o superano i costi di cessare la produzione
28
28 Hp.1 Assenza di costi irrecuperabili Costi fissi = 0 AC=AVC Ps=<AVC*
29
29 P 0 MC AVCAC Q Decisione di chiusura in assenza di costi irrecuperabili Ps Qs
30
30 Hp.2 I costi fissi sono irrecuperabili Costi irrecuperabili/Costi fissi=1 AC>AVC Ps=<AVC*
31
31 P 0 MC AVC AC Q Decisione di chiusura in presenza di costi irrecuperabili=costi fissi Ps
32
32 Hp.3 Una quota dei costi fissi sono recuperabili (evitabili) Costi irrecuperabili/Costi fissi 0 AC>AVC Ps>AVC*
33
33 P 0 MC AVC AC Q Decisione di chiusura in presenza di costi irrecuperabili < costi fissi Ps Ps°
34
34 Considerazioni Al diminuire dell’incidenza dei costi irrecuperabili sui costi fissi aumenta il livello di Ps La decisione di produrre o meno è indipendente dai costi fissi irrecuperabili In particolari condizioni l’impresa che subisce perdite non esce dal mercato L’impresa che opera con p<Ps tendenzialmente non investe in capitale fisso
35
35 Dall’impresa al settore: La curva di offerta del settore nel breve periodo La curva di offerta del settore nel breve periodo è la somma orizzontale delle curve di offerta delle imprese che ne fanno parte
36
36 Dall’impresa al settore: La curva di offerta del settore nel breve periodo Assunzioni: Le imprese producono beni omogenei Le imprese che operano nel settore sono identiche (n=numero delle imprese attive) I costi fissi sono totalmente irrecuperabili
37
37 La curva di offerta del settore nel breve periodo q P MC AVC Impresa AC
38
38 La curva di offerta del settore nel breve periodo Ps qs q P MC AVC Impresa A’ AC
39
39 La curva di offerta del settore nel breve periodo A’ rappresenta il punto in cui i costi variabili minimi sono tangenti al prezzo di esclusione (Ps). Se q < qs e/o P<Ps, l’impresa non produce Ne consegue che qs è il livello di offerta minimo e Ps è il livello di prezzo minimo
40
40 La curva di offerta del settore nel breve periodo Ps qs q P Qs=nqs P Q MC AVC Ps ImpresaSettore A’ AC
41
41 La curva di offerta del settore nel breve periodo Ps qs q P Qs=nqs P Q MC AVC D Impresa Settore A’ AC
42
42 La curva di offerta del settore nel breve periodo Ps qs q P Qs=nqs Q°=nq° P Q MC AVC E D Impresa Settore AC A’
43
43 La curva di offerta del settore nel breve periodo Ps qs q P P° Qs=nqs Q°=nq° P Q MC AVC E D Impresa Settore AC A’
44
44 La curva di offerta del settore nel breve periodo Ps qs q P P° Qs=nqs Q°=nq° P Q MC AVC E D Impresa Settore AC A’
45
45 La curva di offerta del settore nel breve periodo Ps qs q P P° Qs=nqs Q°=nq° q° P Q MC AVC E D Impresa Settore AC A’
46
46 La curva di offerta del settore nel breve periodo Ps qs q P P° Qs=nqs Q°=nq° q° P Q MC AVC E D Impresa Settore AC A’
47
47 Dal breve al lungo periodo Nel breve periodo le imprese percepiscono un profitto positivo. Ne derivano due effetti: Le imprese preesistenti sono incentivate ad aumentare la produzione Entrano nuove imprese Le conseguenze saranno: Aumento dei costi Aumento dell’offerta Riduzione dei prezzi
48
48 Dal breve al lungo periodo Nel lungo periodo l’impresa sceglie il volume di produzione che permette di minimizzare i costi medi totali (A*) NB - Nel lungo periodo l’impresa che vende a P<AC deve uscire dal mercato (nel lungo periodo i costi irrecuperabili risultano virtualmente nulli. Inoltre le imprese non sostengono costi di entrata e di uscita).
49
49 0 MC AVC AC q P La curva di offerta nel lungo periodo P° qs Qs=nqs qs’ A* A’
50
50 0 MC AVC AC q P La curva di offerta nel lungo periodo P° qs Qs=nqs qs’ A* A’
51
51 0 MC AVC AC q P La curva di offerta nel lungo periodo P° qs Qs=nqs qs’ A* A’
52
52 Il numero delle imprese aumenta, la quantità prodotta aumenta, il prezzo diminuisce fino a quando P*=A*
53
53 0 MC AVC AC q P La curva di offerta nel lungo periodo qs qs’ A* A’ P*=A* E*
54
54 La curva di offerta nel lungo periodo A* corrisponde al nuovo prezzo di esclusione (Ps)
55
55 0 MC AVC AC q P La curva di offerta nel lungo periodo qs qs’ A* A’ Ps=A* E*
56
56 La curva di offerta diviene quindi orizzontale (S*)
57
57 0 MC AVC AC q P La curva di offerta nel lungo periodo qs qs’ A* A’ Ps=A* E* S*
58
58 In corrispondenza di E* è possibile identificare Q’s’=n’qs’
59
59 0 MC AVC AC q P La curva di offerta nel lungo periodo qs Q’s’=n’qs’ qs’ A* A’ Ps=A* E* S*
60
60 Implicazioni Nel lungo periodo le imprese hanno un profitto nullo
61
61 Implicazioni Nel lungo periodo le imprese hanno un profitto nullo Il numero delle imprese (n’) è tale per cui il settore è in equilibrio sia nel breve che nel lungo periodo
62
62 Implicazioni Nel lungo periodo le imprese hanno un profitto nullo Il numero delle imprese (n*) è tale per cui il settore è in equilibrio sia nel breve che nel lungo periodo Esiste un solo prezzo al quale la quantità che le imprese vogliono fornire corrisponde alla quantità che i consumatori vogliono acquistare
63
63 Inclinazione della curva di offerta di lungo periodo La curva di offerta di l.p. non è sempre piatta Effetti delle economie di scala Effetti della scarsità delle risorse fisiche e manageriali (efficienza)
64
64 Offerta fissa Oltre Q1 all’aumento della produzione si registra un aumento dei costi
65
65 La curva di offerta di l.p. (con offerta fissa) P1 q1 q P MC AC1
66
66 La curva di offerta di l.p. (con offerta fissa) P1 q1 q P Q1=n1q1 P Q MC AC1 P1
67
67 La curva di offerta di l.p. (con offerta fissa) P1 q1 q P Q1=n1q1 P Q MC AC1 P1
68
68 La curva di offerta di l.p. (con offerta fissa) P1 q1 q P Q1=n1q1 P Q MC AC1 P1 P2 q2 Q*=n1q2 P2
69
69 In corrispondenza di q2 vengono allentati i vincoli di offerta (es. impiego di una tecnologia meno efficiente) (AC2). Il prezzo di vendita diviene P2
70
70 La curva di offerta di l.p. (con offerta fissa) P1 q1 q P Q1=n1q1 P Q MC1 AC1 P1 AC2 S* P2 q* Q*=n1q* P2 MC2 q2
71
71 La curva di offerta di l.p. (con offerta fissa) Entrano nuove imprese con tecnologia AC2 e vendono a prezzi P2
72
72 La curva di offerta di l.p. (con offerta fissa) P1 q1 q P Q1=n1q1 P Q MC1 AC1 P1 AC2 S* P2 q* Q*=n1q*Q2=n1q2 +n2q2 P2 MC2
73
73 Il flusso di nuove entranti si interrompe in corrispondenza di Q2 Oltre Q2 i prezzi riprendono a salire
74
74 La curva di offerta di l.p. (con offerta fissa) P1 q1 q P Q1=n1q1 P Q MC1 AC1 P1 AC2 S* P2 q* Q*=n1q*Q2=n1q2 +n2q2 P2 MC2
75
75 Elasticità della domanda e dell’offerta rispetto al prezzo Relazione (biunivoca) tra variazione dei prezzi e variazione della domanda (offerta)
76
76 Elasticità della domanda e dell’offerta rispetto al prezzo L’elasticità della domanda è la variazione percentuale della quantità domandata del bene i-esimo determinata dalla variazione del prezzo di un punto percentuale
77
77 Elasticità della domanda e dell’offerta rispetto al prezzo L’elasticità dell’offerta è la variazione percentuale dell’offerta del bene i-esimo determinata dalla variazione del prezzo di un punto percentuale
78
78 Elasticità della domanda e dell’offerta rispetto al prezzo Se P Q> P (La curva di domanda è elastica) ( Q/Q)/( P/P)= >1 (<-1) Y
79
79 Elasticità della domanda e dell’offerta rispetto al prezzo Se P Q= P (La curva di domanda presenta elasticità unitaria) ( Q/Q)/( P/P)= 1 Y*
80
80 Elasticità della domanda e dell’offerta rispetto al prezzo Se P Q< P (La curva di domanda è anelastica) ( Q/Q)/( P/P)= <1 Y
81
81 Curva di domanda residuale La curva di domanda residuale è la curva di domanda specifica di una singola impresa E’ equivalente all’intera domanda del mercato meno l’offerta delle imprese concorrenti
82
82 La diversa inclinazione della curva di domanda residuale rispetto alla curva di domanda del settore E’ sufficiente un numero piccolo di imprese attive in un settore perché la curva di domanda residuale sia più elastica della curva di domanda del settore.
83
83 Implicazioni Anche se la curva di domanda del settore è inclinata negativamente, è possibile che la singola impresa abbia di fronte una domanda quasi orizzontale (quasi perfettamente elastica)
84
84 Curva di domanda residuale PP Domanda residuale Domanda e offerta (aggregata) delle altre imprese Q Q2 Q Dr D S P1
85
85 Curva di domanda residuale PP Domanda residuale Domanda e offerta (aggregata) delle altre imprese Q Q1 Q3 Q Dr D S P2 Qr
86
86 Curva di domanda residuale PP Domanda residuale Domanda e offerta (aggregata) delle altre imprese Q Q1 Q2Q3 Q Dr D S P1 P2 Qr
87
87 Conclusioni Se l’impresa è sufficientemente piccola, l’impatto derivante dalla sua uscita sulla domanda complessiva del settore è modesto. Quindi il prezzo non aumenta in maniera sensibile. Ad una rilevante contrazione della sua offerta i prezzi non si modificano in modo rilevante In altre parole, per la singola impresa la domanda residuale presenta una inclinazione quasi perfettamente elastica
88
88 Elasticità ad arco della domanda =( q/ p) (p1+p2)/2 (q1+q2)/2
89
89 Concorrenza, efficienza e benessere Il raggiungimento dell’equilibrio concorrenziale ha due implicazioni: efficienza nella produzione efficienza nel consumo
90
90 Efficienza nella produzione a) Le imprese se intendono max il profitto devono min i costi. Dato che il profitto è nullo, se una imprese presenta costi superiori alla media, nel tempo accumulerà perdite che la costringeranno ad uscire dal mercato. Quindi, qualsiasi scelta di allocazione delle risorse che risulti inefficiente non può che essere temporanea In equilibrio, non esiste una allocazione alternativa delle risorse che consenta di aumentare la quantità (ridurre i costi) di un prodotto senza ridurre la quantità (aumentare i costi) di almeno un altro prodotto
91
91 Efficienza nel consumo Nessun consumatore acquisterebbe un bene ad un prezzo superiore al prezzo di equilibrio. Se una impresa tenta di vendere ad un prezzo superiore a quello di equilibrio, la propria offerta rimane invenduta. I consumatori, infatti, hanno infinite alternative e sono perfettamente informati sui prezzi praticati dai concorrenti I beni offerti a prezzi superiori ai costi marginali rimangono invenduti. Quindi i prezzi uguagliano i costi marginali
92
92 Il valore che un acquirente attribuisce al consumo del bene è esattamente uguale al costo marginale sostenuto per produrlo Nessuna riallocazione dei beni tra i consumatori può avvantaggiare un consumatore senza danneggiarne almeno un altro.
93
93 Benessere e concorrenza Efficienza nella produzione e efficienza nel consumo rendono massimo il benessere potenziale raggiungibile nel tempo dato.
94
94 Misurazione del benessere: il surplus del consumatore e del produttore La curva di domanda indica i diversi valori che i consumatori attribuiscono alla disponibilità del bene offerto La curva di offerta rappresenta i costi marginali sostenuti dai produttori in relazione al variare dell’output. Indica i costi ai quali i produttori sono disponibili a produrre le diverse quantità di beni.
95
95 Surplus del consumatore e del produttore S D P 30 25 20 15 10 5 0 2030 Q
96
96 Surplus del consumatore E’ la differenza tra quanto il consumatore sarebbe disposto a spendere e quanto effettivamente spende per acquistare le unità desiderate
97
97 Surplus del consumatore e del produttore S D P 30 25 20 15 10 5 0 2030 Q
98
98 Surplus del consumatore e del produttore S D P 30 25 20 15 10 5 0 2030 Q
99
99 Surplus del consumatore e del produttore S D P 30 25 20 15 10 5 0 2030 Q Surplus del consumatore
100
100 Surplus del consumatore e del produttore S D P 30 25 20 15 10 5 0 2030 Q
101
101 Surplus del consumatore e del produttore S D P 30 25 20 15 10 5 0 2030 Q
102
102 Surplus del consumatore e del produttore S D P 30 25 20 15 10 5 0 2030 Q
103
103 Surplus del consumatore e del produttore S D P 30 25 20 15 10 5 0 2030 Q
104
104 Surplus del produttore E’ la massima quantità di denaro che è possibile sottrarre ai ricavi del produttore senza indurlo all’uscita dal mercato.
105
105 Surplus del consumatore e del produttore S D P 30 25 20 15 10 5 0 2030 Q
106
106 Surplus del consumatore e del produttore S D P 30 25 20 15 10 5 0 2030 Q
107
107 Surplus del consumatore e del produttore S D P 30 25 20 15 10 5 0 2030 Q Surplus del produttore
108
108 Surplus del consumatore e del produttore S D P 30 25 20 15 10 5 0 2030 Q
109
109 Surplus del consumatore e del produttore S D P 30 25 20 15 10 5 0 2030 Q
110
110 Surplus del consumatore e del produttore S D P 30 25 20 15 10 5 0 2030 Q
111
111 Surplus del consumatore e del produttore S D P 30 25 20 15 10 5 0 2030 Q
112
112 Surplus del consumatore e del produttore S D P 30 25 20 15 10 5 0 2030 Q
113
113 Surplus del consumatore e del produttore S D P 30 25 20 15 10 5 0 2030 Q Surplus del produttore Surplus del consumatore
114
114 I costi sociali (perdita di benessere) Ogni fattore che allontana il prezzo effettivo dal quello di concorrenza determina una perdita di benessere La perdita di benessere è misurata in termini di perdita secca (DWL)
115
115 I costi sociali (perdita di benessere): es. 1 (imposta di produzione) Imposta T=10
116
116 Surplus del consumatore e del produttore S D P 30 25 20 15 10 5 0 2030 Q
117
117 Surplus del consumatore e del produttore S D P 30 25 20 15 10 5 0 2030 Q Trasferimenti
118
118 Surplus del consumatore e del produttore S D P 30 25 20 15 10 5 0 2030 Q DWL
119
119 Surplus del consumatore e del produttore S D P 30 25 20 15 10 5 0 2030 Q DWL
120
120 Perdita secca La perdita secca (deadweight loss) rappresenta la somma delle riduzioni nei surplus del consumatori e del produttore dovute ad una deviazione dall’equilibrio concorrenziale.
121
121 Surplus del consumatore e del produttore S D P 30 25 20 15 10 5 0 2030 Q DWL
122
122 I costi sociali (perdita di benessere): es. 2 (restrizioni all’entrata) In t0 nel settore sono attive n=300 imprese che operano in regime di concorrenza. Le imprese hanno un profitto nullo e producono q1 al prezzo P1
123
123 I costi sociali (perdita di benessere): es. 2 (restrizioni all’entrata) q P MC AC1 q1
124
124 I costi sociali (perdita di benessere): es. 2 (restrizioni all’entrata) q PP Q MC AC1 P1 S1 Q1=100q2 D q1
125
125 I costi sociali (perdita di benessere): es. 2 (restrizioni all’entrata) P1 q1 q PP Q MC AC1 P1 S1 Q1=300q2 D
126
126 I costi sociali (perdita di benessere): es. 2 (restrizioni all’entrata) In t+1 viene imposta una restrizione all’entrata (cartello istituzionale, ecc.). Il numero delle imprese passa da 300 a 200
127
127 Implicazioni L’output di ogni impresa che rimane attiva aumenta (da q1 a q2) L’output complessivo si contrae La curva di offerta di lungo periodo si sposta verso sinistra
128
128 I costi sociali (perdita di benessere): es. 2 (restrizioni all’entrata) P1 q1 q P Q2=200q2 P Q MC AC1 P1 S1 q2 Q1=300q1 S2 D
129
129 Implicazioni L’output di ogni impresa che rimane attiva aumenta (da q1 a q2) L’output complessivo si contrae La curva di offerta di lungo periodo si sposta verso sinistra Il prezzo aumenta (da P1 a P2)
130
130 I costi sociali (perdita di benessere): es. 2 (restrizioni all’entrata) P1 q1 q P Q2=200q1 P Q MC AC1 P1 S1 P2 q2 Q1=300q2 P2 S2 D
131
131 I costi sociali (perdita di benessere): es. 2 (restrizioni all’entrata) P1 q1 q P Q2=200q1 P Q MC AC1 P1 S1 P2 q2 Q1=300q2 P2 S2 D
132
132 Implicazioni L’output di ogni impresa che rimane attiva aumenta (da q1 a q2) L’output complessivo si contrae La curva di offerta di lungo periodo si sposta verso sinistra Il prezzo aumenta (da P1 a P2) Le imprese conseguono un profitto positivo Il surplus del consumatore si contrae Emergono costi sociali da inefficienza
133
133 I costi sociali (perdita di benessere): es. 2 (restrizioni all’entrata) P1 q1 q P Q2=200q1 P Q MC AC1 P1 S1 P2 q2 Q1=300q2 P2 S2 D
134
134 I costi sociali (perdita di benessere): es. 2 (restrizioni all’entrata) P1 q1 q P Q2=200q1 P Q MC AC1 P1 S1 P2 q2 Q1=300q2 P2 S2 D DWL
135
135 I presupposti della concorrenza
136
136 I presupposti della concorrenza Libertà di entrata e di uscita Assenza di esternalità
137
137 La contendibilità dei mercati Un mercato è contendibile quando le imprese possono entrare e uscire senza sostenere costi irrecuperabili. In un mercato contendibile, la deviazione del prezzo dall’equilibrio di concorrenza provoca l’entrata di nuove imprese. L’ingresso di nuove imprese determina il ritorno alle condizioni e di equilibrio di concorrenza
138
138 Barriere all’entrata Una barriera all’entrata è un costo che l’impresa entrante deve sostenere e che invece le imprese preesistenti non devono sostenere. Es. Promozione di un marchio
139
139 Barriere all’uscita come barriere all’entrata (Caves e Porter)
140
140 Fattori all’origine delle barriere all’entrata Vantaggi assoluti di costo (accesso al credito; disponibilità di materie prime, ecc) Dimensione dell’investimento e economie di scala (più elevate economie di scala, più elevati investimenti in capitale fisso, maggiori costi irrecuperabili, maggiori barriere all’uscita, più elevate barriere all’entrata)
141
141 Fattori all’origine delle barriere all’entrata Differenziazione del prodotto (reputazione e preferenze del consumatore; vantaggio della prima mossa; investimenti addizionali del nuovo entrante)
142
142 Esternalità La presenza di esternalità altera il meccanismo concorrenziale. I presupposti di efficienza della produzione e di efficienza del consumo non vengono più rispettati
143
143 Esternalità positive e negative Una esternalità positiva è un beneficio per il quale chi se ne avvantaggia non sostiene costi Una esternalità negativa è un danno per il quale chi lo produce non sostiene costi Una esternalità è un bene (un male) a cui non corrisponde un prezzo La presenza di elevati costi transazionali e di monitoraggio rende difficile il ricorso al contratto
144
144 Esternalità positive e negative Fallimento del mercato Beni (mali) pubblici
145
145 Caratteristiche dei beni (mali) pubblici Non rivalità nel consumo Non escludibilità es. Onde radio
146
146 Requisiti di efficienza e beni pubblici Offerta subottimale Consumo in eccesso
147
147 Costi sociali di una esternalità negativa: l’inquinamento L’impresa Alfa produce il bene Y. Realizzando Y, Alfa genera inquinamento W. W=f(Y) La popolazione soggetta ad inquinamento ricava comunque un beneficio dalla disponibilità del bene Y Alfa inizialmente non considera tra i propri costi i costi dell’inquinamento
148
148 Costi sociali di una esternalità negativa: l’inquinamento D P Q MCsi Qsi Psi
149
149 Costi sociali di una esternalità negativa: l’inquinamento D P Q MCsi Qsi Psi Costi marginali dell’inquinamento
150
150 Costi sociali di una esternalità negativa: l’inquinamento La somma orizzontale della curva del costo marginale di inquinamento e di Mcsi determina MCi
151
151 Costi sociali di una esternalità negativa: l’inquinamento D P Q MCsi Qsi Psi Costi marginali dell’inquinamento MCi
152
152 Costi sociali di una esternalità negativa: l’inquinamento D P Q MCsi Qsi Psi Costi marginali dell’inquinamento MCi Qi
153
153 Costi sociali di una esternalità negativa: l’inquinamento D P Q MCsi Qsi Psi Costi marginali dell’inquinamento MCi Qi Pi
154
154 Costi sociali di una esternalità negativa: l’inquinamento D P Q MCsi Qsi Psi Costi marginali dell’inquinamento MCi Qi Pi I
155
155 Costi sociali di una esternalità negativa: l’inquinamento D P Q MCsi Qsi Psi Costi marginali dell’inquinamento MCi Qi Pi I
156
156 Costi sociali di una esternalità negativa: l’inquinamento D P Q MCsi Qsi Psi Costi marginali dell’inquinamento MCi Qi Pi DWL I
157
157 Costi sociali di una esternalità negativa: l’inquinamento Se lo stato introduce una imposta sulle emissioni inquinanti T=I, il surplus del consumatore e quello del produttore vengono massimizzati
158
158 Costi sociali di una esternalità negativa: l’inquinamento L’introduzione della Tassa T costringe Alfa a produrre al livello Qi e quindi DWL=0
159
159 Costi sociali di una esternalità negativa: l’inquinamento D P Q MCsi Qsi Psi Costi marginali dell’inquinamento MCi Qi Pi DWL I
160
160 Costi sociali di una esternalità negativa: l’inquinamento D P Q MCsi Costi marginali dell’inquinamento MCi Qi Pi I
161
161 Forme di regolazione Restrizione dei volumi di produzione Introduzione di una tassa corrispondente alla curva dei costi marginali di inquinamento (vedi I) (internalizzazione delle esternalità)
162
162 Temi trattati Presupposti di un regime di concorrenza Massimizzazione del profitto in concorrenza Decisioni di uscita dal mercato Curve di offerta nel breve e nel lungo periodo Elasticità della domanda e dell’offerta Curva di domanda residuale Implicazioni della concorrenza sul benessere
163
163 Temi trattati Surplus del consumatore e del produttore Perdita secca Imposizione fiscale inefficiente Restrizioni all’entrata Barriere all’entrata Esternalità e efficienza
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.