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PubblicatoRoberta Cara Modificato 9 anni fa
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PRETESA DI MASSIMO REALISMO: le cose avvengono sotto i nostri occhi MASSIMO GRADO DI ARTIFICIALITA’: tutto è inganno travestimento, tecitazione, Simulazione TEATRO Pirandello esalta questa AMBIGUITA’, al fine di evidenziare la ambiguità della vita. il teatro è uno straordinario strumento di conoscenza e di critica della realtà
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Nel teatro pirandelliano, il personaggio si rende autonomo rispetto all’attore ed all’autore: la TRAMA non è più prioritaria, ma invece è centrale il rapporto carattere – maschera – personaggio Secondo Pirandello, l’opera teatrale deve beffarsi di se stessa, rinunciando ad essere “naturale” ed ostentando la propria artificosità: TEATRO NEL TEATRO
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Prima fase del teatro pirandelliano: “teatro del grottesco” vicende che spingono all’esasperazione il paradosso, la contraddizione legata alle convenzioni borghesi (spesso nel triangolo Marito/moglie/amante. C’è ancora uno stretto rapporto tra il teatro e la produzione narrativa (novelle) 1917: “Così è (se vi pare)” “Il piacere dell’onestà” 1918: “Il giuoco delle parti”.
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La follia come finzione, che serve ad isolarsi dalla vita, a recitare una parte per estraniarsi dall’esistenza reale e dai propri sentimenti, è il tema di un altro dei capolavori di Pirandello. Con “Enrico IV” e i “Sei personaggi…” Pirandello arriva al grande successo di pubblico e si converte definitivamente al teatro. 1921: “Enrico IV”
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Il TEATRO NEL TEATRO (o metateatro): P. scrive una trilogia di opere teatrali nelle quali è proprio il teatro ad essere protagonista. Si abbatte la “quarta parete”, e si riflette, mettendoli a nudo, sugli artifici teatrali. I personaggi prendono vita propria e dialogano con i loro interpreti. 1921: “Sei personaggi in cerca d’autore” 1923-24: “Ciascuno a suo modo” 1928-30: “Questa sera si recita a soggetto”.
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