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PubblicatoAbramo Di bella Modificato 11 anni fa
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La qualità della vita adulta la vocazione educativa la professionalità
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La metafora
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Sulle rive di un altro mare
si ritira un altro vasaio negli anni della maturità. Gli si velano gli occhi, gli tremano le mani, è arrivata la sua ora.
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Allora si compie la cerimonia dell’iniziazione:
il vasaio maturo offre al vasaio giovane il suo pezzo migliore. Così vuole la tradizione ………
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L’artista che se ne va consegna il suo capolavoro all’artista che viene iniziato.
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Il vasaio giovane non conserva quel vaso perfetto per contemplarlo e ammirarlo, ma lo butta per terra, lo rompe in mille pezzi,
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raccoglie i pezzetti e li incorpora alla sua argilla.
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La creazione del pezzo migliore
Passione e umiltà
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La consegna del pezzo migliore
Incontro Consegna -Affidamento
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Accoglienza = frantumare
L’accoglimento del pezzo migliore Accoglienza = frantumare
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La raccolta dei pezzetti….. l’incorporazione nella propria argilla
Pazienza e attenzione
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Dalla metafora alcune domande….
Come adulti, abbiamo ancora la "passione per un’arte"? Abbiamo, noi adulti, un "capolavoro" da con-segnare? Narriamo la pazienza che sostiene la con-segna e che accompagna il ri-conoscimento dei "mille pezzi"?
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La proposta: essere adulti sorgivi
Cos’è che fa di un uomo e di una donna degli adulti sorgivi all’interno di una comunità?
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L’uomo e la donna divengono adulti sorgivi all’interno di una comunità, nel momento in cui si scoprono capaci di fiducia e di narrare una promessa buona sulla vita.
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Adulti sorgivi lo si è se si vive la grazia di quella promessa buona sulla vita che cresce in noi e che rivendica di essere narrata e affidata
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Quale vita?
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La competenza educativa
Educare implica in primo luogo la disponibilità a prendersi cura dell’altro La competenza educativa è radicata nell’amore
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La persona adulta che vuole essere una presenza significativa coltiva in se stessa uno sguardo fiducioso e positivo nei confronti dei soggetti in crescita. Ama e fa sentire tale amore, vuole bene in modo maturo. Promuove dinamismi di coinvolgimento e di autentica crescita.
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La sfida, per chi vuole comunicare l’amore alla vita e la speranza di un futuro migliore, è quella di impegnarsi personalmente e costantemente a crescere in umanità, autenticità e servizio alle giovani generazioni.
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La riflessività è un’esigenza centrale non solo dell’agire educativo, ma anche di ogni metodologia formativa degli educatori La riflessione critica consente di modificare l’azione per adattarla alle circostanze specifiche e ai singoli interlocutori.
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Nel contesto attuale è importante promuovere e sostenere una conversazione riflessiva individuale e di gruppo con l’esperienza in atto
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una conversazione capace di leggere e problematizzare i dati di fatto, di mettere in relazione l’esperienza e la conoscenza acquisita in precedenza e la situazione emergente per giungere a prospettare un’azione adeguata, cioè capace di rispondere all’appello sfidante della realtà.
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La competenza dal punto di vista morale e spirituale si qualifica per il tipo di rapporto educativo che viene attivato e sostenuto nel corso della pratica educativa.
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Rimane centrale nella dinamica dell’azione e della relazione il sistema di valori, motivi, desideri che anima l’educatore e la sua qualità in funzione della responsabilità educativa che egli deve affrontare.
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La comunità di pratica: apprendere insieme dall’esperienza
È il luogo indicato da molti pedagogisti contemporanei come l’ambiente formativo ideale, in cui diversi attori si confrontano e si costituiscono attorno a pratiche di lavoro nel cui ambito si sviluppano solidarietà organizzativa sui problemi, condivisione di saperi pratici e linguaggi.
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La prima caratteristica di una comunità di pratica è l'impegno reciproco dei partecipanti
Altre caratteristiche sono la condivisione di un’impresa comune e di un repertorio di simboli, parole, gesti, storie, modi di operare, idee.
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La necessità di una formazione condivisa
Verso una sintesi La necessità di una formazione condivisa
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La vocazione di educatore esige una capacità pronta e costante di rinnovamento
e di adattamento. Non è sufficiente raggiungere solo inizialmente un buon livello di preparazione, occorre, mantenerlo ed elevarlo, in un cammino di apprendimento permanente.
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La formazione permanente, richiede una costante ricerca personale e comunitaria delle sue forme di realizzazione, nonché un percorso condiviso ed alimentato anche dallo scambio e dal confronto tra educatori consacrati e laici.
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La sintesi tra fede, cultura e vita che è richiesta oggi agli educatori cristiani esige la maturazione di una particolare sensibilità nei confronti della persona da educare per sapere cogliere, oltre alla domanda di crescita in conoscenze e competenze, anche il bisogno di crescita in umanità.
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Occorre promuovere quell’incontro con Dio in Cristo che susciti negli educatori l’amore e apra all’accoglienza e alla vera cura dell’altro
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È necessaria una formazione
teologica che aiuti ad articolare l’intelligenza della fede con l’impegno professionale e l’agire cristiano spirituale per far crescere il rapporto con Gesù Cristo e configurarsi a lui che è il Maestro, l’educatore vero.
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L’intuizione è di porre l’esperienza, il vissuto concreto al centro del dialogo educativo e spirituale: la vita quotidiana nelle sue piccole, attuali, ma decisive attese, problemi, paure, speranze, progetti.
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La società e la cultura propongono motivi e modalità per affermarsi nella vita.
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le giovani generazioni rischiano però di non arrivare a una risposta personale, al perché vivere e al come dare alla propria vita un senso concreto.
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Si tratta di formarsi insieme laici e persone consacrate condividendo la vita di preghiera nelle forme opportune, anche di comunità, per nutrire la riflessione, il senso della fraternità e della dedizione generosa
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In sintesi la proposta Essere adulti sorgivi
Apprendere insieme dall’esperienza Intraprendere religiose-laici percorsi formativi attenti alla dimensione vocazionale della professione e con la finalità di migliorare la pratica educativa
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Quali invece le difficoltà?
Quali possibilità intravedo di applicare concretamente le proposte che mi sono state rivolte? Quali invece le difficoltà?
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l'educazione cristiana
concepisce la sua vicinanza alle giovani generazioni come “aiuto” a - scoprire e appassionarsi alla vita nella sua pienezza, - viverla gioiosamente come dono da impegnare per gli altri, - radicarla nei valori evangelici.
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Grazie
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