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Corruzione e sottosviluppo nel continente africano

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Presentazione sul tema: "Corruzione e sottosviluppo nel continente africano"— Transcript della presentazione:

1 Corruzione e sottosviluppo nel continente africano

2 Non c'è dubbio che l'Africa sia ricca di risorse naturali come diamanti, oro, petrolio, minerale di ferro, ecc. Si sarebbero potute utilizzare queste risorse per il bene del popolo dell'Africa. Il continente avrebbe potuto essere il posto migliore sulla terra, ma invece si sta dividendo in milioni di pezzi. Ora il continente si trova di fronte al contrario delle sue aspettative: la povertà, l'arretratezza, la peggiore attesa di vita, un livello elevato di analfabetismo rispetto ad altri continenti nel mondo. Nonostante i milioni di dollari degli aiuti occidentali versati nel corso degli anni, l'Africa sta ancora andando verso il basso. Perché? Una risposta che milioni di persone aspettano. La risposta non è la guerra, non sono le malattie; è la corruzione. In Africa, oggi, la corruzione è diventata un fatto normale e accettato, anche se sta lacerando il continente. Il futuro rubato dai governi corrotti. Un continente con problemi di responsabilita o trasparenza, corruzione da cima a fondo e dove i ricchi restano ricchi mentre i poveri continuano ad essere poveri. Un continente in cui i poveri devono corrompere per sopravvivere; per curarsi negli ospedali, per ottenere posti di lavoro e per uscire dalla prigione. Nessuno sembra preoccupato di questo sistema di sopravvivenza del più forte. Si può sopravvivere solo facendo parte del sistema.

3 Il Marocco dichiara guerra alla corruzione
Il Marocco è considerato un modello di modernità per il mondo arabo ma è afflitto da una corruzione molto radicata che ne limita lo sviluppo sociale ed economico, alimentando l’illegalità. Tra le professioni dove la corruzione è più radicata ci sono, subito dietro alle forze dell’ordine in generale e alla polizia stradale in particolare, i dipendenti della sanità pubblica. Secondo la Banca Mondiale, la corruzione ostacola notevolmente gli investimenti stranieri tanto da avvertire che il Marocco potrebbe presto entrare nella lista nera degli stati più corrotti del mondo. La corruzione manda in fumo, secondo le stime del governo, il 2 per cento del Prodotto interno lordo. Il Marocco dice basta con un piano biennale che partirà a inizio 2011 e si concluderà alla fine dell'anno successivo. Il piano coinvolgerà tutti i settori dello Stato e l'intera popolazione: si va da corsi e lezioni anticorruzione nelle scuole e nelle università, a campagne d'informazione che inviteranno i cittadini a denunciare ogni forma di abuso. .

4 Libia: le ragioni della rivolta
La corruzione imperante e il dominio totale dei servizi segreti sulla vita quotidiana dei cittadini sono alla base di un regime che ha sperperato le ricchezze del paese non per costruire una Libia moderna, capace di creare occupazione e prosperità per il popolo, ma per comperare le coscienze, conquistare l’appoggio di altri dittatori, in impossibili e perdenti guerre  africane (Uganda, Ciad…) e nel lusso per i suoi figli e adepti. La Libia è un paese ricco, ma i libici sono poveri. Le immense ricchezze derivate dal controllo assoluto di petrolio e gas hanno portato corruzione e nepotismo. IL popolo vuole democrazia e giustizia sociale

5 Il primato della Nigeria: la corruzione
La Nigeria affronta ancora una volta il suo vero problema, la corruzione, un fenomeno che la rende tristemente famosa nel mondo e l’unico settore dove riesce ad essere in testa alle classifiche. Corrotti e corruttori. Da oltre sessant’anni le maggiori società petrolifere estraggono greggio nigeriano che si presenta di buona qualità e in quantità tali da far registrare a fine 2010 una produzione nazionale di 2,6 milioni di barili al giorno. Il petrolio rappresenta il 90-95% dell'export in valore, l'80% delle entrate statali, il 90% delle riserve in valuta estera. Un affare colossale gestito da pochi gruppi industriali internazionali e da una ristretta élite di governanti locali che non ha investito in una crescita sociale ma ha lasciato che il patrimonio ambientale venisse irrimediabilmente inquinato impoverendo così ulteriormente i nigeriani che non possono più vivere di pesca, allevamento e agricoltura e al tempo stesso non trovano impiego presso le raffinerie.

6 Senegal: sogno di democrazia
Contraddizione e corruzione sono gli ingredienti della politica senegalese. Siamo nel Paese in cui un terzo della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno e le strade sono inondate da 50 mila mendicanti, la maggior parte dei quali sotto i 7 anni. I senegalesi hanno votato Wade perché pensavano che avrebbe fatto rinascere il Paese; hanno creduto alle sue promesse, ma una volta preso il potere non ha pensato ai problemi della gente. La popolazione si è impoverita mentre i politici hanno continuato ad arricchirsi con un sistema clientelare e corrotto.

7 Da dove passa la rinascita africana
Il destino dell’Africa è quello di dipendere dagli altri, nonostante abbia delle ricchezze incredibili. La corruzione ha portato i leader di quei Paesi che hanno fatto la guerra di liberazione dal colonialismo a diventare dei tiranni, e chi non lo è diventato è stato ucciso prima. In Africa non ci sono controlli. La corruzione coinvolge la polizia che può fermarti per strada ed estorcerti dei soldi con qualsiasi pretesto; il piccolo imprenditore, i governi, ma anche Paesi interi. Basti pensare all’operazione economica che fa oggi la Cina in Africa. Ossia? oggi la Cina ha sostituito di fatto l’ Europa e gli Stati Uniti perché elargisce contributi economici senza porre condizioni. Il governo cinese vince facilmente le gare internazionali grazie ai costi minimi dovuti alla bassa qualità dei prodotti e ai carcerati portati a lavorare in Africa. Gli Africani non sono interessati a guardare se la Cina rispetta i diritti umani, così come la Cina non si pone scrupoli a negoziare con governi corrotti. Cosa dovrebbe fare l’Occidente? Dovrebbe dare strumenti alla società per rafforzarsi e non fare interventi solamente umanitari. Dovrebbe lavorare con giovani, donne e organizzazioni della società civile per trasmettere conoscenze. Non esportare la democrazia, perché ognuno ha la sua ed ogni realtà è diversa. Ascoltare il popolo, non esistono ricette I parrocchiani di un paesino della Repubblica Democratica del Congo scrissero una lettera alla redazione di una rivista missionaria italiana nella quale dicevano: “Abbiamo saputo che tante brave persone stanno cercando di far cancellare i debiti del nostro Paese. Ringraziateli per il pensiero, ma spiegate a tutti che senza debiti da pagare il nostro Presidente avrà più soldi per i suoi aguzzini e i suoi militari di fiducia e non riusciremo mai a liberarcene; per favore, dite a tutti di non farlo!”.


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