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La parola al minore senza coinvolgerlo: linee guida AIMeF

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Presentazione sul tema: "La parola al minore senza coinvolgerlo: linee guida AIMeF"— Transcript della presentazione:

1 La parola al minore senza coinvolgerlo: linee guida AIMeF
Dott.sa Isabella Buzzi per il convegno di Diritto e Rovescio APS - Parma 28/11/2015

2 L’ascoto del minore 155 sexies C.C.
Riconosce al Giudice il “potere di disporre” l’audizione del figlio minore che abbia compiuto gli anni 12, o anche di età inferiore ove capace di discernimento, anche prima della emanazione dei provvedimenti provvisori sulla genitorialità. Obiettivo: acquisire tuti i possibili elementi per consentire al Giudice della separazione di far sì che al minore venga garantito l’apporto di entrambe le figure genitoriali, a prescindere dalla loro separazione.

3 L’Ordine degli psicologi del Lazio mette in luce
Che il minore sia in grado di discernere tra realtà e fantasia Possibili errori metodologici Scopo dell’ascolto diventa: il raccogliere elementi per disporre in modo tale che il minore riesca a mantenere rapporti significativi con i propri genitori, che sono in crisi e si stanno separando, o si sono separati (in quanto non riescono a decidere da soli, litigano). Oppure disponga differentemente e decida di escludere l’affido condiviso.

4 Ascoltare il minore per dare regole alla genitorialità
Ascolto SENSATO (Linee guida Ordine Psicologi Lazio) 1) il senso dell’ascolto finalizzato alla decisione di un terzo (CTU o Giudice) 2) il senso… che poi vedremo nel dettaglio

5 Quali passi per l’Ascolto delegato al CTU
Chiarire ai minori il perché si è lì e chi sono tutti (ruoli, nomi, contesto) L’ascolto si colloca nella valutazione: anamnesi, diagnosi o psico-diagnosi delle parti e dei minori, incontro con altre figure, osservazioni relazione genitori-figli, ecc. Verbale di ascolto, richiesto dal giudice… non un solo incontro ma su più colloqui

6 Ascolto in ausilio al magistrato
Stanza del magistrato o stanza con specchio Tempo ridotto Argomenti mirati Collaborazione col magistrato Gestione vissuti del minore in modo più superficiale Evidenziare al magistrato eventuali indicatori di rischio (per esempio in relazione alle famiglie d’origine)

7 Gli psicologi mettono in rilievo che ciò che conta veramente è il COME
Contesto: non bastano i peluches e i lego Linguaggio: parlare ai bambini, non è come parlare come i bambini Uso delle domande: necessità di una formazione specifica Comunicazione non verbale: attenzione a stereotipi e interpretazioni ingenue

8 Come interpretare queste frasi?
Voglio andare a vivere in Spagna con la mamma Non voglio vedere papà: non gli interessa niente di me! Voglio il tempo diviso a metà! Interpretazione letterale? Decodifica attraverso anche altri parametri?

9 Rischio di delega L’ascolto letterale del minore contiene il rischio di delegare a lui le scelte di vita, perché lo stiamo facendo? Oppure le interpretazioni sono fatte sulla base dell’esperienza e dei criteri morali del magistrato? Attenzione alle strumentalizzazioni, manifeste o latenti, da parte dei genitori

10 Mirko, 5 anni CTU “Che cosa ti ricordi di quando la mamma e papà vivevano insieme?” M “Papà mi picchiava e non giocava mai con me. Il papà è cattivo e io voglio andare in Calabria con la mamma” Dopo momenti di gioco e di racconti sulle vacanze, il bambino dice: M “Quando finiamo poi tu vedi la mamma?”, CTU “Sì, perché?”, M: “Le dici che sono stato bravo ?”, CTU “Che cosa vuol dire: sono stato bravo?”, M “Le dici che ti ho detto tutto del papà, così poi la mamma mi porta a giocare”, CTU “Dove ti porta a giocare?, M “La mamma mi ha promesso che se dicevo tutto per bene, dopo potevo fare tanti giochini elettronici al bar qui sotto”

11 Carolina, 11 anni Voglio stare uguale con la mamma e col papà, sono figlia di tutti e due! Interpretazione letterale quasi ovvia Interpretazione tecnica della famiglia: il padre soffre di depressione per la perdita ravvicinata dei genitori e per la separazione coniugale. La figlia ama il padre e vuole sostenerlo nella sua sofferenza e nella sua solitudine

12 Irene, 13 anni Voglio andare in Spagna con la mamma. In Spagna è tutto più bello, avremo una casa vicino al mare… A Milano c’è lo smog e l’inquinamento. Il papà viaggia sempre, può venire quando vuole. Siamo sempre stati con la mamma e lei ha il diritto di lavorare, e ha trovato questo lavoro là. Nella lettura familiare, la madre di Irene è molto indipendente e Irene sa che la madre andrà in Spagna counque, anche senza di lei. Il rapporto affettivo con il padre è più sicuro e sereno.

13 Ascoltare il minore, nel senso del giudizio, vuol dire leggerlo oltre il dichiarato verbale, vuol dire leggerlo nella complessità comunicazione non verbale condizione emotiva condizione psichica profonda contesto della conflittualità familiare analizzata ad ampio raggio

14 Il secondo tipo di ASCOLTO SENSATO
E’ finalizzato alla dignità e al rispetto (Leggiamo la preghiera che un anonimo ha postato in internet)

15 Restituiscimi la mia dignità
Quando di chiedo di ascoltarmi e tu cominci a darmi consigli, non fai ciò che ti chiedo Quando ti chiedo di ascoltarmi e tu cominci a dirmi perché non dovrei sentirmi in quel modo, calpesti le mie sensazioni Quando ti chiedo di ascoltarmi e tu pensi di dover fare qualcosa per risolvere i miei problemi, mi deludi, anche se ti sembra strano perché io non voglio essere il tuo problema Io desidero essere al centro delle tue attenzioni per un po', mi basta poco, ascoltami Se resti in silenzio e mi ascolti senza darmi consigli, senza provare ad aggiustare le cose, puoi confidare in me e darmi fiducia

16 Questo è il senso dell’ascolto in mediazione familiare
Può il mediatore familiare dare questo tipo di ascolto sia ai genitori, sia ai loro figli? In AIMeF c’è chi sostiene di sì e vede i figli in mediazione In AIMeF c’è chi sostiene di sì, ma solo in determinate circostanze e, soprattutto, se il mediatore sa farlo con competenza In AIMeF c’è chi sostiene: che i figli non debbano assolutamente essere visti in mediazione

17 Chi sostiene di sì Per apprendere qualcosa di più sulla situazione dei figli Si adattano meglio se capiscono contesto e decisioni Dimostrano il loro punto di vista e i loro sentimenti, che vengono rispettati e hanno importanza Possono fare domande, commenti e contribuire con le loro idee

18 Chi sostiene di no La separazione è qualcosa che decidono gli adulti e che devono saper gestire gli adulti La loro partecipazione in MF ha i seguenti rischi: Coinvolgere i figli nel conflitto Aggravarsi conflitto di lealtà Delegittimazione autorità decisionale adulti Cambio di ruolo del mediatore Figli sotto pressione (in contesto decisionale dei genitori e in forma di espressione diretta) Genitori che istruiscono i figli Dopo aver dato i feed-back ai genitori, come reagiranno? E a casa?

19 I Gruppi di Parola per figli di separati
Visti i molti rischi, il luogo migliore potrebbe essere quello dei GdP I Gdp sono uno spazio espressivo non legato alle dinamiche decisionali e tantomeno a quelle legali È uno spazio libero in cui nessuno si dispiacerà per le parole dei bambini, e nessuno le utilizzerà nella lite

20 Dimensione gruppale del GdP
Sia i figli che i genitori partecipano in gruppo Il coraggio e la delega di responsabilità L’anonimato (lettera poster) Il sostegno e l’apprendimento fra pari, con il sostegno e la sorveglianza di adulti qualificati (per i figli) Non “scappare” davanti alle richieste dei figli (per i genitori)

21 Lettera del figlio del divorzio


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