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La prima guerra mondiale
Il ruolo dell’Italia a cura della Prof.ssa Maria Isaura Piredda
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La posizione degli intellettuali all’inizio del conflitto
All’inizio della guerra si era diffuso in tutti i paesi un clima di esaltazione bellicista Le cifre della guerra però portarono presto dubbi e demoralizzazione (i governi dell’Intesa nei quattro anni di guerra avevano messo in campo sessanta milioni di soldati, di cui - dieci milioni morirono in combattimenti, - venti milioni furono feriti, - otto milioni finirono prigionieri o dispersi)
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Le voci contro la guerra cominciano ad ottenere più spazio
Il papa Benedetto XV aveva più volte condannato l’inutile strage Benedetto XV
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In tutti gli stati però chi si esprimeva apertamente contro la guerra veniva censurato e accusato di “disfattismo” I mass-media venivano usati per la propaganda a favore della guerra
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LA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO
Allo scoppio del conflitto il governo italiano si era dichiarato NEUTRALE perché il trattato della Triplice Alleanza costringeva a schierarsi con gli alleati solo qualora questi fossero stati attaccati (stavolta invece era stata l’Austria ad attaccare la Serbia)
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Gli imperi centrali premevano perché l’Italia rispettasse l’alleanza e scendesse in campo o quanto meno si mantenesse neutrale allettandola con promesse territoriali Anche i governi dell’Intesa facevano proposte all’Italia perché intervenisse al loro fianco Il governo italiano prendeva tempo contrattando segretamente con gli uni e con gli altri e valutando le proposte
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IL DIBATTITO PUBBLICO La questione dell’intervento in guerra divenne oggetto di un animato dibattito pubblico tra NEUTRALISTI ed INTERVENTISTI
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I NEUTRALISTI Liberali giolittiani Socialisti Cattolici
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La posizione di Giolitti
Giolitti si era momentaneamente ritirato dalla guida del governo per lasciar “decantare” il clima politico. Egli era contrario all’intervento perché riteneva che il paese non fosse in grado di affrontarne i costi Giovanni Giolitti
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GLI INTERVENTISTI Volevano che l’Italia intervenisse al fianco dell’Intesa per liberare Trento e Trieste: Repubblicani Radicali Socialisti riformisti
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Manifestazione in favore della guerra a Roma
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Manifestazione in favore della guerra a Milano
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Manifestazione in favore della guerra a Bologna
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Benito Mussolini (ex direttore del quotidiano socialista
Erano favorevoli all’intervento anche coloro che si ispiravano al principio della “violenza purificatrice” Movimento operaio Benito Mussolini (ex direttore del quotidiano socialista “Avanti!”, espulso dal partito proprio per le sue posizioni) Benito Mussolini
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Erano favorevoli all’intervento anche i liberali conservatori (di Destra)
SALANDRA (capo del Governo succeduto a Giolitti nella primavera del 1914) SONNINO (ministro degli esteri) Salandra Sonnino
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… e i nazionalisti Vedevano nel conflitto un’occasione per realizzare un’espansione territoriale e favorire una rinascita morale nel paese
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Il PATTO DI LONDRA Il 26 aprile 1915 Salandra e Sonnino firmarono segretamente il Patto di Londra con cui i paesi dell’Intesa promettevano all’Italia per il suo intervento la Venezia Giulia, il Trentino, il Sud Tirolo, l’Istria, parte della Dalmazia, il porto albanese di Valona
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Verso l’intervento Il re Vittorio Emanuele III respinse le dimissioni
Sapendo di non disporre della maggioranza in parlamento Salandra si dimise Il re Vittorio Emanuele III respinse le dimissioni Salandra ottenne dal parlamento poteri straordinari in caso di conflitto Vittorio Emanuele III
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20 maggio 1915 seduta storica alla Camera: vengono votati pieni poteri per Salandra Tutti i deputati urlano “Viva la guerra” e “ Viva l’Italia”
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L’Italia dichiara guerra all’Austria
23 maggio 1915 L’Italia dichiara guerra all’Austria 24 maggio 1915 l’esercito italiano varca i confini austriaci
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L’esercito italiano entra in guerra - 24 maggio 1915
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IL FRONTE MERIDIONALE L’entrata in guerra dell’Italia apre un nuovo fronte (lungo tutto l’arco delle Alpi orientali, talvolta anche sopra i 3000 metri di quota) Le truppe italiane erano numericamente superiori ma le difficoltà nei collegamenti e nei rifornimenti e le caratteristiche del terreno di combattimento impedirono significativi avanzamenti
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Fronte italiano
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Le truppe italiane erano guidate dal generale Cadorna
Varcato il confine austriaco occuparono le postazioni in Trentino e sulla linea del fiume Isonzo Undici offensive tra il luglio 1915 e il dicembre 1917 non portarono avanzamenti Cadorna
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La battaglia di Caporetto
Il 24 ottobre 1917 le truppe austro-tedesche sfondarono il fronte italiano a Caporetto costringendo l’esercito italiano ad attestarsi sulla linea del Piave
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La ritirata di Caporetto
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24 ottobre 1918 l’esercito italiano,
guidato dal generale Diaz subentrato a Cadorna, contrattacca e sbaraglia il nemico a Vittorio Veneto occupando Trento e Trieste Diaz
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3 novembre 1918 – superato il Piave e conquistata Vittorio Veneto, la cavalleria italiana entra a Trento
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Disfatta degli austriaci
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Artiglieria austriaca catturata dagli italiani
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4 novembre 1918 viene firmato l’armistizio chiesto dall’Austria
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L’armistizio fra Italia ed Austria venne firmato nella Villa Giusti a Padova
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Arrivano a Padova i firmatari
Plenipotenziari austriaci arrivano a Padova Plenipotenziari austriaci entrano a Villa Giusti
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Comando Supremo dell'Esercito Austro-ungarico
Gen. Viktor Weber Edler von Webenau Colonn. Karl Schneller Cap. di Fregata Johannes Prinz von und zu Liechtenstein Ten. Colonn. F.v. Nyékhegyi Cap. di Corvetta Georg Ritter Zwierkowski Ten. Colonn. Gen. Viktor Freiherr von Seiller Cap. di S.M. Camillo Ruggera
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Comando Supremo dell'Esercito Italiano
Ten. Gen. Pietro Badoglio Magg. Gen. Scipione Scipioni Colonn. Tullio Marchetti Colonn. Pietro Gazzera Colonn. Pietro Maravigna Colonn. Alberto Pariani Cap. Vasc. Francesco Accinni Badoglio
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Clausole dell’Armistizio di Villa Giusti
Immediata interruzione delle ostilità in terra, mare e cielo Smobilitazione totale delle forze austro-ungariche Ritirata delle forze austro ungariche entro i confini stabiliti nel trattato di pace (Saint-Germain, 1919)
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