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PubblicatoRoberta Ferrara Modificato 9 anni fa
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Dare da mangiare agli affamati e Insegnare agli ignoranti
PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI Dare da mangiare agli affamati e Insegnare agli ignoranti in alcuni scritti di Don Guanella
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Dare da mangiare agli affamati
«Un cuore cristiano che crede e che sente non può passare innanzi alle indigenze del povero senza soccorrervi. In questo si conosce che uno è vero seguace di Gesù Cristo, se ha carità per i poveri e i sofferenti nei quali è più viva l’immagine del Salvatore». Possiamo trovare in questa affermazione di don Guanella un chiaro riferimento all’opera di misericordia corporale Dare da mangiare agli affamati. Guanella Luigi, Regolamento dei Servi della Carità (1905), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p
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Guanella Luigi, La Divina Provvidenza, aprile 1900, p. 27.
«Non si risparmino cure perciò per la loro salute e anche se nelle nostre Case si può dare al povero solo quel tanto che basta per toglierlo dall’indigenza, tuttavia si procura che quel tanto infonda nei ricoverati , anche fisicamente, la forza e la robustezza che li rende spesso oggetto di invidia ai facoltosi. Bisogna provvedere cibo nutriente e adatto alla loro età e alla loro condizione». Non bisogna risparmiare cure verso i poveri e bisogna provvedere il cibo nutriente. Don Guanella vuole il massimo nel vivere la carità verso il povero.
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Guanella Luigi, La Divina Provvidenza, aprile 1900, p. 26.
Don Guanella, nel caratterizzare i contenuti della sua pedagogia, ne esprime i due grandi settori con una ricchezza di formule molto semplici e chiare: «portare al prossimo un aiuto corporale e un aiuto spirituale; queste opere della Piccola Casa sono opere di misericordia e come tali si dividono in opere di misericordia corporali e opere di misericordia spirituali». Abbiamo qui il riferimento al nutrimento per il corpo e il nutrimento allo spirito e alle opere di misericordia corporale e spirituale.
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Guanella Luigi, Vieni Meco per le suore missionarie americane in uso nella Congregazione delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza in Como (1913), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma 1988, p. 796. «Il primo e più abbandonato fra tutti, raccoglietelo voi e metterlo a mensa con voi e fatelo vostro, perché questi è Gesù Cristo». Qualsiasi cosa avete fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli lo avete fatto a me. Per don Guanella questa esperienza era regola di vita cristiana.
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Guanella Luigi, La Divina Provvidenza, aprile 1908, p. 13.
«Dare pane a chi ne ha bisogno perché non abbia ad emigrare: cioè terra per fabbricare e per coltivare a chi ne domanda, e lavoro». Don Guanella voleva che si soccorresse il povero ma chiedeva anche che al povero di desse la possibilità di provvedere a se stesso attraverso il lavoro delle su emani e con le sue capacità.
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Guanella Luigi, In tempo sacro
Guanella Luigi, In tempo sacro. Fervorini per ogni giorno della quaresima (1884), in Scritti per l’Anno Liturgico, Nuove Frontiere, Roma 1992, p. 894. «Il bambino prende il suo cibo di latte e cresce; il fanciullo prende il suo nutrimento di pane e si fortifica; l’adulto si adatta ad ogni sorta di cibo ancor agreste e con ciò si fa uomo perfetto. Tu sia bambino, o adolescente, o uomo formato, sii come tu vuoi: se ti accosti al cibo del dovere divino, crescerai cristiano perfetto fino a ingigantire, e cioè a divenire un cristiano eroico, perché il crescere nella virtù non ha misura. Intanto, piace mangiare il pane quotidiano, così il giusto giubila col nutrimento spirituale del santo volere di Dio». Qui troviamo il riferimento al cibo dell’anima: la Parola di Dio, i sacramenti e soprattutto l’Eucarestia.
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Insegnare agli ignoranti
«Questo è un compito altissimo e nobilissimo: far crescere i fanciulli buoni e civili, religiosi, senza nulla trascurare di quanto è necessario alla loro istruzione, onde restituirli alla famiglia figlioli docili, alla società cittadini utili, onorati e amanti della patria, e a Dio anime sante». Il tema dell’istruzione è molto caro a don Guanella. Voleva che tutti sapessero scrivere e leggere. Non dimentichiamo che aprì delle scuole serali per l’istruzione degli analfabeti. Guanella Luigi, La Divina Provvidenza, aprile 1895, p. 218.
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Guanella Luigi, Regolamento interno dei Figli del Sacro Cuore nella casa Divina Provvidenza (1899), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p «In favore dei propri fratelli meno favoriti dal dono dell’intelletto, come sono i deficienti in generale, cioè quei giovinetti o adulti che, avendo impedite le facoltà intellettuali, vivono in perpetua infanzia. Sono deficienti, ma il più delle volte sono capaci di qualche miglioramento». Per don Guanella anche i ʽbuoni figliʼ avevano diritto all’istruzione, anche loro potevano migliorare la loro le loro facoltà intellettive. Don Guanella è uno dei pionieri che ha fatto di tutto per l’istruzione dei diversamente abili.
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Guanella Luigi, Regola delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza (1902), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p. 330. «Con l’esercizio della vita apostolica: all’istituzione, secondo l’opportunità, di scuole serali, festive o professionali, per aiutare i figli del popolo, come pure di scuole agricole e sperimentali per l’agricoltura in aiuto dei poveri dei campi». Le scuole per don Guanella erano essenziali in un periodo di analfabetismo e di poca capacità di specializzarsi in un lavoro professionale. Voleva che tutti potessero, secondo delle capacità, provvedere a se stessi e non essere vittime di un sistema politico che voleva sottomettere il popolo attraverso l’ignoranza e la povertà.
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Guanella Luigi, Regolamento interno dei Figli del Sacro Cuore nella casa Divina Provvidenza (1899), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p «Ciò serve all’educatore sia perché, dove i giovinetti sono maggiormente e aiutati dalla grazi, ivi di applichino di proposito; sia perché almeno in qualche ramo di studio e di arte riescano utili; sia per saperli utilmente impiegare a suo tempo». Don Guanella voleva che nelle sue case i giovani ricevessero l’istruzione dovuta per essere poi capaci di impiegarli nei mestieri più vicini alle loro capacità
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Guanella Luigi, Regolamento interno dei Figli del Sacro Cuore nella casa Divina Provvidenza (1899), in Scritti per le Congregazioni, Nuove Frontiere, Roma1988, p.1053. «Chi ha speciale attitudine allo studio ed è capace di esami si può condurre a un perfezionamento. Chi ha attitudine particolare in qualche arte professionale sia perfezionamento nei diversi lavori: per i giovanetti artigiani, la tipografia, la sartoria, la calzoleria, la scatoleria, il falegname di fabbrica; per le fanciulle, lavori di cucito, di ricamo, di maglieria, di merletti e quegli altri che verranno richiesti». Ritorna il tema di prima, don Guanella voleva che si aiutassero i ragazzi a tirare fuori le loro capacità attraverso l’insegnamento e soprattutto nel saper tirar fuori da ciascuno le proprie capacità.
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1. Hai mai letto un testo di don Luigi Guanella dove si parla del suo metodo pedagogico educativo?
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2. «Un cuore cristiano che crede e che sente non può passare innanzi alle indigenze del povero senza soccorrervi». Don Guanella, come buon samaritano, soccorreva i poveri e li metteva a tavola con lui. Ti è capitato di far sedere a tavola con te un povero bisognosi di pane materiale?
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3. Per don Guanella cibo dell’anima è la Parola di Dio
3. Per don Guanella cibo dell’anima è la Parola di Dio. Leggi quotidianamente la Parola di Dio? Come cooperatore guanelliano ti nutri con il pane della parola per conoscere sempre più la volontà di Dio per la tua vita?
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4. Don Guanella, nel caratterizzare i contenuti della sua pedagogia, ne esprime i due grandi settori con una ricchezza di formule molto semplici e chiare: «portare al prossimo un aiuto corporale e un aiuto spirituale». Nel vivere la carità tieni conto di queste due dimensioni? Come don Guanella sai dare Pane e Signore?
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5. Il tema dell’istruzione è molto caro a don Guanella, voleva che tutti sapessero scrivere e leggere. Oggi tutti sanno leggere e scrivere, se c’è un analfabetismo che preoccupa è quello affettivo: sei convinto/a che oggi se c’è un insegnamento da attuare è quello del linguaggio dell’amore?
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6. Molti cristiani ignorano la Parola di Dio e pensano che posso vivere lo stesso facendone a meno. La tua testimonianza come cooperatore del Vangelo della carità è fondata sulla Parola di Dio?
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