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Il tema della “regalità” di Gesù propone, alla fine dell’anno liturgico, la riflessione sul senso della storia, alla luce della parola di Gesù. Gesù è.

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1 Il tema della “regalità” di Gesù propone, alla fine dell’anno liturgico, la riflessione sul senso della storia, alla luce della parola di Gesù. Gesù è re, ma non “di qui”. La sua regalità non entra in competizione con i poteri di questo mondo... Piuttosto il suo stile di re diventa una chiara denuncia e un netto giudizio sulla logica del potere umano. La croce è il suo trono, la sua “gloria”, la risurrezione il “Sì” del Padre alla logica del servizio del Figlio.

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4 Il IV vangelo non parla del processo religioso dinanzi al Sinedrio. Sviluppa ampiamente il processo civile davanti a Pilato. Si tratta di una composizione molto accurata, dove ogni elemento del processo viene reinterpretato in chiave teologica. La struttura dell’intero brano si articola in 7 scene, in base agli spostamenti di Pilato all’«esterno» e all’«interno» del pretorio (18,28-19,16): il prefetto è costretto a fare la spola, perché i Giudei non potevano entrare nel pretorio per non contaminarsi.

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6 Per i sinottici la componente di fondo del vangelo è costituita dall’annuncio e instaurazione del Regno di Dio mediante la predicazione e l’attività di Gesù. Giovanni trascura quasi completamente il tema del regno durante il ministero di Gesù. Ma fa della regalità di Cristo il motivo dominante di buona parte del racconto della passione.

7 Gesù in effetti (dice Gv) è re in modo paradossale. Egli diventa re attraverso la sofferenza e la morte di croce. Il dialogo tra Gesù e Pilato è incentrato dunque sul tema della regalità e ha uno scopo apologetico e cristologico insieme.

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9 «Sei tu il re dei giudei?» Ecco l’accusa dei sommi sacerdoti. Gesù è accusato di essere il messia, il Cristo, l’uomo incaricato da Dio che avrebbe dovuto rovesciare il potere politico di Roma. La risposta di Gesù («Dici questo da te...», una domanda a una domanda) fa scattare la reazione sdegnata di Pilato. Egli esprime tutto il suo disgusto per questo popolo: «Sono forse io Giudeo?...».

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13 «Ma il mio regno non è di qui». La traduzione «di quaggiù» è fuorviante. Gesù non contrappone cielo e terra, ma due mondi differenti Quello del potere, dell’egoismo… e quello dell’amore, del servizio...

14 «Per questo sono nato...: per rendere testimonianza alla verità» Ecco il tema che interessa a Gesù, quello della... VERITÀ Cos’è la verità? Quella su Dio. Dio è Amore che chiede di essere accolto. L’uomo che accoglie questo Amore diventa suo figlio! (cfr. Prologo)

15 «Chiunque è dalla verità» Non dice: «Chiunque ha la verità» Gesù dice: Io sono la Verità e non.... Io ho la Verità! Colui che pensa di possedere la Verità ha la tendenza ad escludere quelli che non sono d’accordo con lui. Quando uno ritiene di avere la verità ritiene di poter giudicare gli altri.

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17 «Chiunque è nella verità ascolta la mia voce» Ci saremmo aspettati il contrario: Chi ascolta la mia voce si mette nella verità... No! Chi è nella verità è colui che ha nel proprio cuore una passione sconfinata per il bene dell’uomo, tale da mettersi al servizio di tutti! Solo quelli che fanno del dono incondizionato l’unico valore della propria vita, solo questi capiscono le parole di Gesù.

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