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Interdipendenze ed esternalità

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Presentazione sul tema: "Interdipendenze ed esternalità"— Transcript della presentazione:

1 Interdipendenze ed esternalità

2 Definizione Interdipendenza: azioni e scelte degli agenti influenzano il benessere degli altri agenti e questi ultimi influenzano con le proprie scelte ed azioni il benessere dei primi. In economia gran parte delle interdipendenze sono generate all’interno di un mercato e si riflettono sui prezzi. Esempio Brasile: etanolo con canna da zucchero. La variazione interessa di benessere sia i produttori di etanolo sia i consumatori di zucchero attraverso una variazione di prezzo.

3 In questo caso si parla di influenze tra settori diversi dell’economia (pseudoesternalità).
Se assumiamo di operare in un mercato perfettamente concorrenziale tali esternalità non generano inefficienza perché gli agenti reagiscono in modo ottimale alle variazioni di prezzo. Rilevano invece tutti gli eventi che influenzano il benessere e non si riflettono nei prezzi e dunque impediscono agli agenti di aggiustare il loro comportamento in modo ottimale.

4 Rilevano cioè le esternalità tecnologiche:
Le esternalità sono definite come gli effetti - che possono risultare sia vantaggiosi che svantaggiosi – provocati sull’attività si produzione e/o di consumo di una persona dall’attività di produzione o di consumo di un’altra persona, che non si riflettono nei prezzi pagati o ricevuti (Brosio 1998, p.56). La differenza tra pseudoesternalità ed esternalità tecnologiche è che le prime non modificano le funzioni di produzione (cioè il legame tra input e output) mentre le seconde producono un cambiamento in tale relazione.

5 Nell’esempio dello zucchero, non cambia la funzione di produzione delle imprese che utilizzano l’input zucchero (al limite cambia la combinazione efficiente). L’inquinamento atmosferico invece sposta alcune fuzioni di utilità e produzione. Per esempio, se l’aria è inquinata le imprese di pulizia devono utilizzare una maggiore quantità di detersivo.

6 Perché le esternalità tecnologiche sono fonte di inefficienza?
Dagli studi di microeconomia sappiamo che la quantità prodotta/consumata si determina nel punto di equilibrio tra domanda e offerta, a livello di prezzo che rende uguale la disponibilità a pagare dei consumatori e la volontà di produrre delle imprese. Tutte le implicazioni che seguono discendono dalla fiducia nel prezzo come indicatore della relazione tra UM, CM e efficienza.

7 Se il prezzo non riflette in maniera precisa questa relazione la quantità scambiata sul mercato non ha le note caratteristiche. (Per esempio, se un’impresa non tiene conto nel determinare il suo CM dei costi generati dall’inquinamento, allora si prospetterà una curva di offerta che per ogni livello di prezzo implica una quantità superiore a quella ottimale).

8 Tassonomia delle esternalità
Positive (giardino, istruzione) o negative. Unilaterali o reciproche (pescatori). Da impresa a impresa Da impresa a consumatore Da consumatore a impresa (scarico e pesca) Da consumatore a consumatore.

9 Origine delle esternalità
Perché il mercato fallisce? Perché i prezzi non incorporano i costi/benefici generati dalle esternalità? PERCHE’ manca o è inefficiente l’assegnazione dei diritti di proprietà. ESEMPIO: un’impresa scarica rifiuti liquidi in un corso d’acqua. La stessa acqua viene utilizzata per irrigare un campo.

10 L’acqua è una risorsa scarsa suscettibile di usi alternativi dunque è un bene economico ma non è stabilito chi sia il titolare del relativo diritto di proprietà. Ne segue che il bene non può essere venduto/comprato (scambiato). Non essendo determinato il diritto (per esempio l’impresa non deve pagare un prezzo per inquinare il fiume) la risorsa viene utilizzata in quantità eccessiva) inefficiente.

11 Diritti di proprietà ed esternalità: Il teorema di Coase
L’attribuzione dei diritti di proprietà se fosse possibile permetterebbe di riassorbire l’esternalità. HP1: Diritto attribuito all’impresa Questa potrebbe far pagare al contadino l’utilizzo dell’acqua. Il prezzo che il contadino è disposto a pagare dipende dal livello di inquinamento dell’acqua.

12 L’impresa ha incentivo a ridurre l’inquinamento per ottenere un prezzo più elevato dal contadino.
HP2: Diritto attribuito al contadino Egli farà pagare un prezzo all’impresa per l’uso dell’acqua. Il prezzo sarà tanto più alto tanto più l’acqua è inquinata. Dunque l’impresa ha incentivo a ridurre l’inquinamento. In entrambi i casi l’inquinamento si riduce. Si noti che non si parla di “eliminare” l’esternalità negativa ma di allocarla in maniera il più possibile efficiente così come avviene per ogni altro bene economico.

13 L’affermazione per cui una perfetta attribuzione dei diritti di proprietà conduce ad una gestione efficiente delle esternalità si deve a R. Coase ed è nota come “teorema di Coase”. In realtà il teorema non trova applicazione per la presenza di costi di transazione e per l’enforcement (esercizio e tutela) del diritto. Dunque si devono costruire altri strumenti per internalizzare le esternalità.

14 Il problema espresso in termini grafici
BM è la curva di domanda del bene prodotto dall’impresa; come sappiamo ogni punto indica la valutazione del beneficio (utilità marginale) per i consumatori derivante dal consumo del bene. CM è la curva di offerta, come è noto indica il costo marginale sopportato dall’impresa per la produzione del bene. La semiretta ES indica l’esternalità negativa, cioè il costo per la società provocato dall’inquinamento dell’aria. La curva è inclinata positivamente: cresce al crescere della produzione. Si assume che la tecnologia sia fissa: l’unico modo per variare la quantità di esternalità consiste nel variare la produzione.

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16 Il problema dell’esternalità è che il suo costo non viene spontaneamente incluso dall’impresa in CM.
Se l’impresa tenesse conto delle esternalità il CM passerebbe da CM a CM+ES . La produzione si ridurrebbe da Qs a Qs’ Ciò comporta una perdita di profitti per l’imprenditore pari a FE’E (differenza tra BM e CM per ogni unità di riduzione). Ciò comporta un aumento del benessere della società pari a Qs’QsIK (distanza tra ES e asse delle q.tà) Per costruzione la somma delle due aree è pari a FE’EM. Ne segue che il gudagno netto è dato dalla differenza tra FE’EM e FE’E (ME’E). Si noti che il raggiungimento dell’efficienza non implica l’annullamento dell’esternalità.

17 Imposte Come si ricorderà l’impresa X che inquina il corso d’acqua crea inefficienza perché può acquistare un fattore della produzione ad un prezzo troppo basso (anzi zero) e quindi può praticare per il suo prodotto un prezzo artificialmente basso. Una prima soluzione consiste nell’applicare un’IMPOSTA SPECIFICA in modo da correggere il prezzo.

18 L’importo dell’imposta, per ogni unità di prodotto, teoricamente corretto è deve essere uguale al danno marginale provocato al livello al quale viene effettuata la produzione efficiente. Graficamente……

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20 La produzione efficiente è data da OQs’ mentre Qs’I è il danno marginale corrispondente a tale produzione. Esso determina l’aliquota dell’imposta su ogni unità di produzione. Aumentiamo ora la linea dei costi CM di tale entità: la linea CM si sposta parallelamente verso l’alto di una distanza pari a Qs’I.

21 L’impresa ora deve decidere in base al nuovo costo: sceglierà la quantità OQs’ cioè quella efficiente, dove la nuova curva dei costi incontra la curva dei benefici.

22 Un esempio numerico A )Sia P=23-Q la curva di domanda per il prodotto dell’impresa X. B) Sia P=5+3Q la curva di offerta dell’impresa X. C) Sia ES=0,5Q la funzione di inquinamento. TROVIAMO L’IMPOSTA NECESSARIA AD OPERARE LA CORREZIONE DELL’ESTERNALITA’: sommiamo cioè B) e C): P=5+3,5Q

23 In equilibrio D=O: 5+3,5Q=23-Q da cui Q=4 4 è il livello di produzione efficiente. Sostituendo in C) troviamo che l’esternalità ha, a quel livello, valore 2 che dunque rappresenta l’imposta da applicare ad ogni unità prodotta.

24 Oltre alla produzione efficiente l’imposta assicura anche un gettito pari al rettangolo E’HKL. Esso può servire ad indennizzare coloro che hanno subito danni oppure a finanziare opere dirette a ridurre l’esternalità.

25 Come si calcolano i danni dell’inquinamento? Una digressione
Per esempio, il valore delle abitazioni situate in zone molto inquinate è più basso di quello di abitazioni che si trovano in zone “sane”. Se prendiamo due abitazioni identiche, la differenza di prezzo dovrebbe misurare la valutazione che il mercato dà all’inquinamento.

26 Calcolo dei prezzi edonimetrici
Per il calcolo si usa l’analisi di regressione. Come variabile dipendente si usa il valore di mercato delle abitazioni, come variabili indipendenti tutte le caratteristiche delle abitazioni atte ad influenzare il loro valore, compreso un indicatore del livello di inquinamento (per esempio, la quantita di CO2).Il valore del coefficiente associato a tale variabile indica l’ammontare del danno così come valutato dal mercato.

27 Sussidi Un metodo in linea di principio efficiente come l’imposta è rappresentato dalla concessione di un sussidio all’impresa inquinante affinchè riduca la sua produzione. Il governo dichiara che pagherà un sussidio pari a Qs’I per ogni unità non prodotta.

28 Nel calcolo dei costi benefici dell’impresa x il sussidio ha lo stesso effetto dell’imposta. Infatti la decisione di produrre di più implica la rinuncia al sussidio. Al livello di produzione OQs l’impresa ha un ricavo uguale al costo di EQs. Bisogna però aggiungere la rinuncia al sussidio: EQs + Qs’I= CQs che è > di EQs di un ammontare pari a EC.

29 All’impresa conviene dunque ridurre la produzione e incassare il sussidio.
Con successive riduzioni di produzione il costo si va riducendo fino ad essere di nuovo uguale al ricavo in OQs’. Questa soluzione comporta il pagamento di una somma pari all’area IQs’per QsQs’.

30 La soluzione è identica alla precedente però la soluzione è discutibile dal punto di vista distributivo: Non solo comporta un esborso da parte dello stato ma lo mette in condizioni di asimmetria informativa. L’impresa può tendere ad esagerare la produzione prima del sussidio per ottenere una somma maggiore.

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32 La regolamentazione La soluzione più usata è quella giuridica della regolamentazione. In pratica si fissano limiti massimi alla quantità di inquinamento che industrie e consumatori possono produrre, pena l’applicazione di sanzioni pecuniarie o legali. Industrie e privati possono decidere di ridurre le proprie attività oppure di installare dispositivi che riducano l’esternalità.

33 A parte i casi in cui la regolamentazione è l’unica soluzione (per esempio sostanze tossiche per cui si impone il divieto assoluto di produzione) essa si rivela più inefficiente delle soluzioni precedenti: Impone a tutti lo stesso comportamento mentre le condizioni ambientali possono variare (fiumi di portata diversa…) Richiede continui controlli di adempimento.

34 Altre soluzioni.. Vendita all’asta dei diritti ad inquinare
Tutela degli interessi diffusi


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