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PubblicatoMonica Brescia Modificato 9 anni fa
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PARROCCHIA SAN VALENTINIANO VESOCOVO BANZANO DI MONTORO (AV)
Catechesi adulti: “LA PREGHIERA DEL PADRE NOSTRO” 7 DICEMBRE 2015
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Padre nostro che sei nei cieli”
SIGNORE, INSEGNACI A PREGARE (Lc 11, 1) “invocare Dio come Padre nostro che sei nei cieli”
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PADRE “NOSTRO” Gesù insegna a pregare al plurale. Nessuna invocazione del “Padre nostro” è al singolare, nemmeno la richiesta del perdono dei peccati. Ciò significa che Gesù concepisce la preghiera non solo come una elevazione a Dio, ma anche come un’ apertura profonda ai fratelli. Ciascuno di noi deve sentirsi in relazione filiare con Dio. Ma questa presa di coscienza verticale è inseparabile da quella orizzontale della nostra unione, nello Spirito, con tutti i fratelli.
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Quando diciamo Padre “nostro” non intendiamo solo dire che preghiamo con Cristo, ma che in Lui noi preghiamo con tutti gli uomini che vivono in Lui, con tutta l’ umanità presente e passata, perché in Lui la morte non conta più. Noi preghiamo anche con Maria, e con tutte le persone amate che non sono più e che ora sono rinati in Cristo. La Parola “nostro” rappresenta da sola il contesto di tutta la preghiera. La preghiera insegnataci da Gesù ha lo scopo di farci uscire da noi stessi, e gradualmente, portarci dentro il suo mondo e, attraverso di Lui, nel mondo dei fratelli e di tutta l’ umanità.
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“NOSTRO” riferito a noi:
Il “nostro” rileva la dimensione sociale ed ecclesiale della preghiera cristiana. ciò è specifico del Vangelo di Matteo, che in 18, 19 – 20, al centro del discorso ecclesiale, afferma l’ efficacia sacramentale della preghiera dei discepoli, quando sono concordi e riuniti nel nome di Cristo. Anche nella preghiera del singolo cristiano è TUTTA la famiglia di Dio che espone al Padre i suoi bisogni “NOSTRO” riferito a Dio: Ma, in modo ancora più profondo, l’ aggettivo nostro, è riferito a Dio. Esso “non esprime un possesso”, ma una relazione con Dio totalmente nuova (CCC. 2786). Relazione instaurata con la Nuova ed eterna Alleanza, che fa di noi, il suo popolo e della Trinità il nostro Dio (CCC. 2787)
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“NOSTRO” riferito alla Chiesa
In più, con l’ aggettivo nostro, esprimiamo l’ accettazione, attiva e passiva, della maternità della chiesa e della carità che ci unisce ad essa e in essa; così da avere come la comunità apostolica, un cuor solo e un anima sola (At 4, 32) perché abbiamo un unico Padre (Ef 4, 1 - 6)
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CHE SEI NEI CIELI I CIELI
Questa espressione biblica non significa un luogo (lo spazio), bensì un modo di essere, non la lontananza di Dio ma la sua Maestà. (CCC. 2794) I CIELI I Cieli, nel linguaggio simbolico biblico, indicano la dimora di Dio, cioè la sua trascendenza. I rabbini useranno questo termine come una circonlocuzione, che evitava loro di pronunciare il nome di Dio (Cfr Lc 10, 20) “i vostri nomi sono scritti nei cieli” . Perciò celeste è sinonimo di PERFETTO (Cfr. Mt 5, 48) “Come è perfetto il Padre vostro celeste”; ma è anche sinonimo di SANTO (Cfr. Gv 17) “Padre Santo”.
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LE SETTE DOMANDE Padre nostro che sei nei cieli=
Con linguaggio corrente potremmo trascrivere: Padre nostro che sei nei cieli= Padre di tutti, Onnipotente e Santo Iddio In ciò abbiamo la rivelazione fattaci e partecipataci da Cristo sull’ Onnipotente tenerezza di Dio Padre che nella storia dell’ Alleanza ci si rivela, non solo come Jhavè, il Dio per noi, ma anche come L’ Emmanuele, il Dio con noi (Cfr. Is 7,14 – Ap 21, 3) Secondo Sant’ Agostino, i cieli sono il cuore dei giusti, dove Dio abita come nel suo Tempio LE SETTE DOMANDE RIGUARDANO DIO RIGUARDANO NOI Il tuo nome Il tuo Regno La tua Volontà Del nostro pane quotidiano Di essere perdonati dai nostri peccati Di non soccombere alle nostre tentazioni Di vincere il nostro nemico
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LE DOMANDE Le Prime tre domande sono teologali perché ci attirano verso la Gloria del Padre (CCC. 2803). Queste tre suppliche sono già esaudite nel SACRIFICIO di Cristo Salvatore, ma sono ora rivolte, nella speranza, verso il compimento finale, in quanto Dio non è ancora tutto in tutti (CCC. 2804) Le altre quattro domande riguardano noi che, per divenire figli del Regno, abbiamo bisogno di vivere costantemente la nostra relazione con il Padre e con i fratelli. Queste ultime quattro domande, come altrettante vie verso di Lui, offrono alla sua Grazia la nostra miseria (CCC 2803).
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PREGHIAMO INSIEME Un giorno, il tuo giorno, o mio Dio, io verrò da Te. E nell’ autentica esplosione della mia Risurrezione saprò che la tenerezza sei Tu, che la mia libertà sei ancora Tu. Verrò verso di Te, mio Dio, e Tu mi donerai il tuo volto. Verrò verso di Te con il mio sogno più folle: portarti il mondo tra le braccia. Verrò verso di Te, e griderò a piena voce tutta la verità della vita sulla terra a Te che sei nei cieli. Ti griderò il mio grido che viene dal profondo dei secoli: Padre nostro! Ho tentato di essere un uomo, e sono tuo Figlio.
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A cura di Don Adriano D’ Amore
Buon Cammino… Prossimo incontro 14 Dicembre 2015 alle ore 20,00 presso la Chiesa di San Rocco “Sia santificato il tuo nome” A cura di Don Adriano D’ Amore
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