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PubblicatoSamuele Fabiani Modificato 9 anni fa
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LEZIONE 12 DELLA SCUOLA DEL SABATO RITORNO IN EGITTO SABATO 19 DICEMBRE 2015 SABATO 19 DICEMBRE 2015 4° TRIMESTRE 2015
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Ghedalia è nominato governatore del rimanente di Giuda. (Geremia 40:6-12) Ismael uccide Ghedalia e conduce in cattività il rimanente. (Geremia 40:13-41:10) Johanan libera il rimanente e chiede a Geremia di consultare Dio. (Geremia 41:11-42:6) La risposta divina: Tornate in Giudea e sottomettetevi a Babilonia. (Geremia 42:7-22) Johanan rifiuta di ubbidire a Dio e torna in Egitto. (Geremia 43:1-7) Geremia profetizza in Egitto. (Geremia 43:8-13) Rifiuto e superbia di Giuda. (Geremia 44)
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«Geremia andò da Ghedalia, figlio di Aicam, a Mispa, e abitò con lui in mezzo al popolo che era rimasto nel paese» (Geremia 40:6)
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«Sia la tua risposta gradevole o sgradevole, noi ubbidiremo alla voce del SIGNORE nostro Dio, al quale ti mandiamo, affinché bene ce ne venga, per aver ubbidito alla voce del SIGNORE nostro Dio» (Geremia 42:6) «e dissero al profeta Geremia: «Ti sia accetta la nostra supplica, e prega il SIGNORE, il tuo Dio per noi, per tutto questo residuo (poiché, di molti che eravamo, siamo rimasti pochi, come lo vedono i tuoi occhi) affinché il SIGNORE Dio tuo, ci mostri la via per la quale dobbiamo camminare, e che cosa dobbiamo fare». (Geremia 42:2-3) Di fronte alla scelta tra l’andare in Egitto o tornare a Mispa, il popolo finalmente chiese consiglio a Dio attraverso il profeta Geremia. Il popolo si compromise a ubbidire a Dio, come fecero i loro progenitori quando uscirono dall’Egitto. (Esodo 24:7) «Se prendiamo il Cristo come guida egli ci condurrà sani e salvi alla meta. Anche il peggiore dei peccatori può trovare la strada giusta.» E.G.W. (Con Gesù sul monte delle beatitudini - pag. 104)
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«Dio ci offre la possibilità di scegliere, sta a noi perfezionare la scelta. Non possiamo cambiare il nostro cuore, dominare pensieri, impulsi, affetti, non possiamo fare qualcosa per essere puri e pronti per collaborare con il Signore, ma possiamo scegliere di consacrarci a lui e offrirgli la nostra volontà. Allora egli potrà suscitare in noi «... Il volere e l'agire, secondo il suo disegno benevolo» (Filippesi 2:13). Così tutto il nostro essere sarà sotto il controllo del Cristo. » E.G.W. (Sulle orme del gran Medico - pag. 94)
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«Azaria, figlio di Osaia, e Iocanan, figlio di Carea, e tutti gli uomini superbi dissero a Geremia: Tu dici il falso; il SIGNORE, il nostro Dio, non ti ha mandato a dire: "Non andate in Egitto per abitarvi» (Geremia 43:2) Il desiderio di ricercare la guida divina apparentemente era sincera. Ma, in realtà, quello che volevano era che Dio fosse d’accordo coi loro piani: andare in Egitto. Giustificarono la loro condotta accusando Geremia di mentire e di lasciarsi influenzare dal suo scriba Baruc. Quando il peccatore non è disposto ad abbandonare le sue vie, la ragione è messa da parte. Se la Parola non concorda coi loro desideri, non è ascoltata. Se vogliamo essere guidati veramente da Dio, dobbiamo essere disposto ad andare dove Lui ci conduce, e fare quello che ci chiede.
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«Prendi nelle tue mani delle grosse pietre e nascondile nell'argilla della fornace da mattoni che è all'ingresso del palazzo del faraone, in Tafnes, in presenza degli uomini di Giuda» (Geremia 43:9) Attraverso i simboli, Dio aveva un nuovo messaggio per il popolo disubbidiente: Il paese in cui andavano a rifugiarsi non avrebbe dato loro sicurezza, ma sarebbero stati attaccati nuovamente in quel luogo. Nell’anno 568 a.C., mentre in Egitto vi era la guerra civile, Nabucodonosor alzò i suoi padiglioni nel luogo dove Geremia aveva nascosto nell’argilla delle grandi pietre. La nostra unica protezione e sicurezza in questo mondo sta nell’ubbidire a Dio, Lui è la nostra unica sicurezza.
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«Quanto alla parola che ci hai detto nel nome dell’Eterno, non ti ascolteremo.» (Geremia 44:16) Alcuni anni più tardi, gli ebrei in Egitto continuarono a commettere le stesse abominazioni che commettevano in Gerusalemme. Questa volta, sfidarono apertamente la parola di Dio pronunciata da Geremia. Lungi dal pentirsi dei loro peccati, si vantavano nel commetterli. Essi dicevano che, quando adoravano apertamente gli idoli al tempo di Manasse, «avevamo abbondanza di pane, stavamo bene e non vedevamo nessuna calamità» (Geremia 44:17). Non ricevendo il castigo per i loro peccati, pensarono che i mali che avevano sofferto erano la conseguenza per aver cessato di peccare!
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«La rebellione e l’apostasia sono nell’aria stessa che respiriamo. Ci colpiranno, a meno che, mediante la fede consegneremo le nostre anime indifese a Cristo» E.G.W. (Messaggi scelti - volume 2 cap. 6 pag 66)
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