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PubblicatoSebastiano Falco Modificato 9 anni fa
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Il Piano della performance e il caso di di Sapienza Università di Roma
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Il Piano della performance Il Piano della Performance è un documento programmatico triennale a scorrimento annuale redatto dall’organo di vertice dell’amministrazione, che definisce gli elementi fondamentali su cui si basa la misurazione, la valutazione e la rendicontazione della performance, in coerenza con gli obiettivi strategici individuati. Il Piano è redatto ai sensi dell’art. 10 del D. Lgs. n. 150/2009, seguendo le indicazioni delle delibere n.112/2010, n.1/2012 e n.6/2013 della Commissione per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche (CIVIT) ora Autorità nazionale anticorruzione e per la valutazione delle pubbliche amministrazioni (ANAC). Il Piano è coordinato e integrato con altri strumenti programmatori relativi alla performance, alla qualità, alla trasparenza, alla prevenzione della corruzione (decreti legislativi n. 33 e n. 39 del 2013) e contiene obiettivi precisi derivanti dall’applicazione delle previsioni contenute nei relativi programmi.
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Il Piano della performance 2014-2016 di Sapienza Il Piano della performance di Sapienza esplicita, nell’ottica della trasparenza e della rendicontazione sociale, gli indirizzi e gli obiettivi strategici che l’Ateneo intende perseguire per il triennio, in coerenza con il Piano strategico 2012-2015 “Dieci obiettivi per Sapienza”. Il Piano definisce gli elementi fondamentali (obiettivi, indicatori e target) su cui si baserà la misurazione, la valutazione e la rendicontazione della performance dell’Ateneo; recepisce gli obiettivi assegnati dalla Governance al Direttore Generale, e declina tali obiettivi in obiettivi operativi per le diverse Aree dirigenziali; recepisce gli obiettivi operativi assegnati dalla Governance alle Strutture (Facoltà e Dipartimenti). L’identificazione degli obiettivi è frutto di un’analisi del contesto esterno ed interno, che ha consentito di valutarne punti di forza e debolezza, opportunità e minacce; gli obiettivi riflettono la complessità di una grande università generalista.
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La programmazione degli obiettivi nello Statuto di Sapienza Lo Statuto di Sapienza, in vigore dal novembre 2012, prevede che: il Rettore proponga annualmente al Senato Accademico ed al Consiglio di Amministrazione un documento di programmazione che individui gli obiettivi sia per la didattica e la ricerca, sia per l’Amministrazione, definendo i relativi indicatori di misura; (art. 18, comma 2, lettera e) il Senato Accademico ed il Consiglio di Amministrazione procedano, per quanto di competenza, alle rispettive delibere in merito agli obiettivi per i Dipartimenti e le Facoltà in tema di ricerca e didattica, e agli obiettivi da assegnare al Direttore Generale e all’Amministrazione; (art.19, comma 2, lettera c ed art. 20, comma 2, lettera a) il Direttore Generale affidi gli obiettivi ai dirigenti di ciascuna delle aree in cui si articola la Direzione generale, seguendo il complesso delle attività gestionali; (art. 22, comma 2, lettera c) ai Direttori di Dipartimento e ai Presidi di Facoltà è corrisposta un’indennità, legata sia alla carica sia al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione. Il mancato raggiungimento degli obiettivi, da parte dei Direttori di Dipartimento o dei Presidi di Facoltà, può comportare, la sospensione dalla funzione da parte del Rettore e il conseguente re-invio alla struttura di riferimento per l’elezione del Direttore o del Preside. (art. 4, commi 10 e 11)
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Struttura del documento Nel Piano si descrivono: la Missione, la Visione e i valori dell’Ateneo; Le attività istituzionali e i numeri dell’Università; l’analisi del contesto interno ed esterno; Le azioni e gli obiettivi strategici di Sapienza, riclassificati secondo lo schema Missioni e Programmi; il sistema complessivo degli obiettivi per l’Amministrazione centrale di Sapienza; gli obiettivi per la valutazione della performance organizzativa delle strutture decentrate (Facoltà e Dipartimenti); il ciclo di gestione della performance (fasi, soggetti interessati e tempistica).
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Alcune caratteristiche del Piano Nel Piano sono individuate azioni concrete per: Miglioramento della qualità della Formazione Aumento dell’internazionalizzazione Assicurazione della qualità Miglioramento dei Servizi agli studenti Ricerca e Terza Missione Gestione del personale Gestione finanziaria Gestione infrastrutturale e tecnologica Assicurare la trasparenza e la prevenzione della corruzione
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Gli obiettivi 2014 e 2015 Per l’anno 2014 : 20 obiettivi specifici per il Direttore Generale, che a loro volta si declinano in 72 obiettivi per i vari Direttori di Area, cui si aggiungono 8 obiettivi derivanti da normativa o da Piani dell’ateneo già definiti 12 obiettivi specifici per i Presidi di facoltà e 14 per i direttori di Dipartimento Con l’aggiornamento 2015: 18 obiettivi specifici per il Direttore Generale, declinati in 68 obiettivi per i Direttori di Area, cui si aggiungono 9 obiettivi derivanti da normativa o da Piani dell’ateneo già definiti 16 obiettivi specifici per i Presidi di Facoltà e 17 per i Direttori di Dipartimento
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Aspetti qualificanti del Piano 2015 Compiutezza con cui viene descritto il cascading degli obiettivi Approfondimento, per ciò che riguarda l’Amministrazione Centrale, del cascading delle responsabilità con l’identificazione della responsabilità gestionale fino alle unità organizzative (Settori) Inserimento di indicatori analoghi o affini a quelli che insistono a vario titolo sul sistema universitario (Programmazione triennale ex l. 43/2005, nel D.M. 815/2014 sui i criteri di ripartizione del FFO, documenti ANVUR ecc…) Presenza di un collegamento tra il Piano e il ciclo di programmazione economico-finanziaria e di bilancio con riferimento agli obiettivi operativi dell’Amministrazione. Pagina 8
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Il Monitoraggio e la rendicontazione Attraverso le azioni di monitoraggio è possibile controllare lo stato di avanzamento delle azioni per il raggiungimento degli obiettivi nonché procedere a modifiche o integrazioni degli stessi, adattandoli ai cambiamenti che possono verificarsi sia all’interno che all’esterno dell’Ateneo. Attraverso la rendicontazione annuale (Relazione sulla performance) è possibile presentare a tutti gli stakeholders i risultati di performance dell’ateneo, ivi incluse le criticità. Sapienza utilizza una rappresentazione grafica che permette l’immediata identificazione visiva del livello di raggiungimento degli obiettivi ( )
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Il Piano Integrato 2016 Nel 2013 le competenze per la gestione del sistema di valutazione delle attività amministrative delle università sono state trasferite all’ANVUR. A luglio 2015, l’ANVUR ha emanato le «Linee guida per la gestione integrata del ciclo della performance delle università statali italiane» che invitano, nell’ottica della semplificazione e dell’integrazione dei vari documenti richiesti agli Atenei, la redazione di un Piano integrato a partire dall’anno 2016, che contenga al suo interno anche il Piano per la trasparenza e quello per la prevenzione della corruzione. Si raccomanda l’introduzione di obiettivi di performance anche per le strutture Sapienza si trova avvantaggiata avendo già, sin dal 2011, incluso nell’attività programmatoria Facoltà e Dipartimenti, prevedendo obiettivi rivolti ad accrescere il raccordo tra òle due anime dell’università, mministrativa e accademica)
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