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PubblicatoSeverino Nicoletti Modificato 9 anni fa
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Marx, Durkheim, Weber: le origini della teoria sociale
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Teoria, ricerca empirica e sapere sociologico
La sociologia si articola nei seguenti “momenti” conoscitivi, tra loro strettamente interdipendenti (circolarità): Teoria (= opera razionale di sistematizzazione e sintesi che orienta, sul piano “sostanziale”, la ricerca empirica – “momento 1 della Teoria”) Ricerca empirica (= tecnica e metodologia) Sapere sociologico (= risultati della ricerca rielaborati alla luce della teoria – “momento 2 della Teoria”)
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Parte I: Società, modernità e teoria sociologica
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Quando nasce la sociologia?
Lo studio sistematico del comportamento umano e della società prende avvio solo alla fine del XVIII secolo ed è favorito da tre rivoluzioni: rivoluzione scientifica: si ricorre alla scienza per comprendere il mondo; rivoluzione industriale: grandi trasformazioni socio-economiche accompagnano lo sviluppo di innovazioni tecnologiche; rivoluzione francese (1789): segna il trionfo dei valori di libertà e uguaglianza.
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L’affermazione della modernità
Questi tre processi segnano l’affermazione della MODERNITÀ, definita da: dinamismo (elevato tasso di cambiamento); dominio della razionalità in ogni ambito; la centralità dell’idea di progresso; individualismo. L’idea di Modernità si contrappone all’idea di Tradizione
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Dalla modernità alla Società
Dalla “matrice” della modernità si afferma l’idea che il sistema sociale è auto-costruito dall’azione degli uomini e delle forze sociali, quindi è oggetto di conoscenza ed intervento razionale (elemento costitutivo dell’idea di modernità); Nasce la SOCIETÀ come idea, progetto e forma sociale generale (modo di essere particolare del sistema sociale)
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La Società La SOCIETÀ (in senso stretto) è definita dalle seguenti caratteristice: l’insieme delle forme e dei processi socioculturali situati all’intero dei confini dello Stato-nazione; queste forme e processi sono definiti dal codice della razionalità e sono altamente differenziate (divisione sociale del lavoro); primato delle relazioni secondarie su quelle primarie; centralità dei rapporti sociali tra forze produttive-economiche; dominio dei grandi apparati burocratici e distinzione élites\masse (ordine gerarchico fondato su criteri acquisitivi) le forme e processi non sono casuali ma devono essere organizzati secondo un’idea organicista di ordine: ciascun individuo e gruppo svolge un compito utile per il tutto;
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I due principali assi problematici posti dalla Società
I due principali assi problematici che pone la Società, sono: assicurare l’integrazione delle sue parti nonostante il dinamismo della modernità e la crescente individualizzazione\differenziazione; Gestire la forza dirompente dei processi di emancipazione\affermazione del Soggetto (razionalità sostanziale), “conciliandoli” con i processi di sviluppo della Tecnica (razionalità strumentale).
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Parte II: la nascita della sociologia: Karl Marx
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La nascita della sociologia
Una sensibilità pre-sociologica si riscontra già nelle opere degli illuministi (in particolare di Montesquieu e di Rousseau); Tuttavia, è con il XIX secolo che nasce la sociologia e la teoria sociologica; Il materialismo storico-dialettico (rovesciamento dell’idealismo hegeliano), attraverso il pensiero di Karl Marx da vita anche ad un corpus teorico di stampo sociologico; La sociologia vera e propria, come disciplina che si auto-riconosce e si propone all’esterno, nasce con il positivismo (francese) e le opere di Auguste Comte e Hebert Spencer.
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L’idealismo L’idealismo è quella corrente filosofica che trova in Hegel ( ) il suo massimo esponente. Si fonda sull’idea di una realtà colta come “movimento infinito del tutto” in cui questo Tutto è identificato con uno Spirito razionale assoluto (Soggetto). Le idee e gli uomini che le vivificano hanno dunque il primato; Per Hegel “tutto ciò che è reale è razionale”; La dialettica è la legge di movimento dello spirito, quindi della storia e del reale. Essa si articola in tre momenti: Tesi, anti-tesi e sintesi; La Storia è orientata ed ha un senso filosofico: essa si muove verso la progressiva affermazione della razionalità e della libertà nel mondo; tuttavia, gli attori primari di questa Storia sono gli Stati (il momento più alto dello spirito oggettivo e della sua eticità, che riassume e supera gli altri due momenti, “la famiglia” e “la società civile”).
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Karl Marx (1818-1883) La sua produzione è costituita da:
una parte filosofica; una parte politico-ideologica; una parte economico-sociologica (quella che rimane, tutt’ora, viva); studi storici. L’ambizione di Marx fu quella di fondare su basi scientifiche il socialismo
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Karl Marx (1818-1883) Principali opere:
L’ideologia tedesca (scritta nel 1845 ma resa pubblica da Engels, postuma, nel 1888); Manifesto del Partito comunista (con Engels, 1848); Critica dell’economia politica (1859); Il Capitale (primo volume: 1867; altri due volumi pubblicati postumi da Engels nel 1885 e nel 1894).
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Karl Marx ( ) Allievo di Hegel, rovescia la sua dialet- -tica: non è il pensiero, l’Idea, che precede e fonda tutto ma l’attività concreta degli uomini, in particolare attraverso il loro lavoro di trasformazione della Natura; La struttura economica fonda la società e i suoi mutamenti determinano i mutamenti storici del Tutto (fonti del suo pensiero a questo proposito: economisti classici, storici francesi)
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Karl Marx (1818-1883) Concetti fondamentali:
Struttura economica (modo di produzione) Sovrastruttura Società di classe Ideologia come falsa coscienza Alienazione e sfruttamento
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Karl Marx (1818-1883) Studia i cambiamenti della società moderna
legati allo sviluppo del capitalismo: un modo di produzione radicalmente diverso dai suoi precedenti storici e costituito da due elementi: - il capitale: mezzi di produzione usati per produrre merci; - il lavoro salariato: l’insieme dei lavoratori che, privi dei mezzi di produzione, vendono la propria forza lavoro in cambio di un salario.
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Karl Marx (1818-1883) Il capitalismo è un sistema classista e
nella società capitalista sono presenti due classi: - la borghesia: i capitalisti proprietari dei mezzi di produzione; - il proletariato: la classe operaia priva dei mezzi di produzione. Il rapporto fra classi è conflittuale, fondato sullo sfruttamento: - la borghesia è la classe dominante; - il proletariato è la classe subordinata.
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Karl Marx (1818-1883) Le società cambiano a causa delle
contraddizioni insite nei rispettivi modi di produzione: il motore della storia è l’esplodere di queste contraddizioni, nel momento in cui lo sviluppo delle forze di produzione è “frenato” dai rapporti di produzione. Il sistema capitalistico è destinato a essere rovesciato da una rivoluzione dei lavoratori (Soggetto storico), che instaurerà una società senza classi, nel momento in cui se ne determineranno le condizioni (crisi di sovraproduzione-caduta tendenziale del saggio di profitto-proletarizzazione crescente)
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Parte III: La prima crisi della società europea
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Dal XIX al XX secolo XIX Secolo: ottimismo, fede nella scienza, modernizzazione, conflitti di classe, nazionalismo. “Svolta” del secolo: crisi “morale” della società borghese; sensazione diffusa di decadenza della civiltà. “Avvento” della prima società di massa (in luogo della società classista liberale)
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La prima società di massa
Industrializzazione su vasta scala e gigantismo industriale: nascita del fordismo; Estensione della burocrazia e del ceto medio; Urbanizzazione in crescita; Primi mezzi di comunicazione di massa; Prima democratizzazione della società e partiti di massa.
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La prima società di massa
Concetto sociologico di Massa: aggregato di individui che vivono ed operano a stretto contatto tra loro, in una situazione di anonimato, omogeneizzazione esteriore e prevalente interazione non focalizzata, sottoposti agli stessi stimoli cui reagiscono in modo (tendenzialmente) simile. Società di massa. Parole chiave: Anonimato Omologazione e conformismo Eterodirezione Inquadramento Irrazionalismo
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In questo quadro si inserisce la fondazione della sociologia scientifica ad opera di Max Weber ed Émile Durkheim (sociologia classica o della prima modernità)
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Nel quadro dell’avvento della società di massa si inserisce la fondazione della sociologia scientifica ad opera di Max Weber ed Émile Durkheim (sociologia classica o della prima modernità)
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Parte II. Émile Durkheim o del sociologismo
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Émile Durkheim (1858-1917): Principali opere
La divisione del lavoro sociale (1893) Le regole del metodo sociologico (1895) Il suicidio (1897) Le forme elementari della vita religiosa (1912)
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Émile Durkheim ( ) Durkheim è il padre dell’olismo sociologico; È un positivista (fatto sociale); È un laico\laicista; Critica costantemente il metodo individualista (in particolare dell’economia politica); È un riformatore (la sociologia serva a migliorare la società).
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La divisione del lavoro sociale (1893)
Distingue tra Società a solidarietà meccanica e Società a solidarietà organica: Società a solidarietà meccanica: Pre-moderne; Bassa divisione del lavoro; Segmentali; Credenze e sentimenti comuni (coscienza collettiva= fatto morale\istituzionale) sono dominanti: gli individui sono “intercambiabili” nei loro ruoli e simili.
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La divisione del lavoro sociale (1893)
Distingue tra Società a solidarietà meccanica e Società a solidarietà organica: B) Società a solidarietà organica: Moderne; Alta divisione del lavoro; Differenziate socialmente ed organicamente connesse (soluzione pacifica problema “lotta per la vita”; Credenze e sentimenti differenziati: l’invadenza della coscienza collettiva si riduce.
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La divisione del lavoro sociale (1893)
La Società a solidarietà organica: Nasce per effetto dell’aumento della densità (morale, materiale) e del volume sociale; È questa società che rende possibile l’individuo e l’individualismo; La sfida è quella di ricostruire e mantenere un certo livello di coscienza collettiva (= integrazione sociale) senza la quale la solidarietà organica andrebbe in pezzi (per l’individualizzazione eccessiva)
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Il suicidio (1897) Suicidio egoistico: dipende da un modello d’integrazione sociale individualistico, che isola l’individuo dal gruppo e lo lascia solo, con il peso delle sue responsabilità (tipico della società moderna); Suicidio altruistico: dipende da un modello d’integrazione sociale centrato sul primato del gruppo (tipico delle società segmentali); Suicidio anomico: dipende dalla mancanza di regole sociale o dalla loro obsolescenza (anomia) (tipico delle società moderne, specie in fase di accellerato cambiamento).
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Il suicidio (1897) Il “radicamento” del suicidio egoistico o altruistico in certi gruppi\zone spiega la costanza del tasso di suicidi; Il suicidio anomico spiega l’impennata del tasso di suicidi in concomitanza con fenomeni di rapido mutamento sociale; l’anomia è la patologia sociale più grave della società moderna; la ricostruzione di una morale adeguata (la cui prima fonte è la società stessa, passando per il gruppo professionale e che si impone, disciplinandolo, all’individuo) è la sfida fondamentale che il sociologo ha di fronte.
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Le forme elementari della vita religiosa (1912)
Studia il totemismo australiano perché, all’epoca, considerata la più elementare forma di religione: da qui è possibile ricostruire l’essenza (sociale) della religione (come fatto sociale “universale”); Principali conclusioni di Durkheim: Gli interessi religiosi sono la trasfigurazione simbolica del culto della società (dunque degli interessi morali e sociali); Ogni società si dà gli dei di cui più a bisogno per mantenere la sua coesione (religiosità= coesione sociale).
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Parte III. Max Weber: il destino della ragione e la sociologia comprendente
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Ricapitolando: i fondamenti della teoria sociale olista
Marx: gli interessi materiali e il potere hanno un ruolo fondamentale nella spiegazione sia dell’ordine che del mutamento (la struttura economica – e la cultura materiale – spiega(no) la cultura e le istituzioni). L’enfasi è sul mutamento Durkheim: l’assetto delle istituzioni, le dinamiche dei rapporti sociali e quelle demografiche, hanno un ruolo fondamentale nella spiegazione sia dell’ordine che del mutamento (la cultura normativa-istituzionale spiega la struttura, anche materiale). L’enfasi è sull’ordine
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Max Weber (1864-1920) Principali opere:
Il metodo delle scienze storico-sociale (raccolta postuma di saggi pubblicati tra il 1904 ed il 1918); L’etica protestante e lo spirito del capitalismo ( ); Sociologia delle religioni (dal ); Il lavoro intellettuale come professione (1918); Economia e Società (pubblicato postumo nel 1922)
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Max Weber (1864-1920): l’approccio sociologico
La sociologia è una scienza: comprendente, volta alla ricostruzione concettuale delle istituzioni sociali e del loro funzionamento, si riferisce alla cultura (in primo luogo alla scelta\applicazione dei valori storici). L’elemento fondamentale su cui si costruisce la conoscenza sociologica è la comprensione dell’azione sociale e la produzione di un sapere condizionale (sistema logico deduttivo [diverso ma non contrapposto] alla compresione storica dei singoli eventi contestualizzati)
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Max Weber (1864-1920): l’approccio sociologico
Tipologia dell’azione sociale: Razionale rispetto allo scopo (razionalità strumentale o formale) Razionale rispetto al valore (razionalità materiale o sostanziale) Affettiva Tradizionale
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Max Weber (1864-1920): l’approccio sociologico
La società è in continuo divenire (tramite conflitti e lotte di potere) ed è il risultato di una molteplicità di processi multicausali, il cui esito non è mai scontato o pre-determinato. Le idee, i valori, hanno una loro dinamica autonoma che incide sulla realtà con e quanto i processi materiali
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Max Weber (1864-1920): alcuni risultati fondamentali dei suoi studi
Inconciliabilità tra etica della responsabilità ed etica della convinzione (antinomia fondamentale della condizione umana); L’avvento della modernità porta alle estreme conseguenze: Il processo di disincanto del mondo; Il processo di razionalizzazione del pensiero e della società. Destino della ragione e dell’Occidente: “gabbia d’acciaio”
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Max Weber (1864-1920): alcuni risultati fondamentali dei suoi studi
Il principale mezzo tramite il quale si manifesta la razionalizzazione sociale (gabbia d’acciaio) è la burocrazia (= organizzazione basata sulla razionalità formale). Essa è definita idealtipicamente dalle seguenti caratteristiche: Potere e controllo fondato sull’Autorità; Gerarchia razionale di funzioni, mansioni e quindi uomini; Divisione spinta del lavoro, su base razionale; Regolamenti astratti; Reclutamento del personale in base alla competenza; Separazione tra i mezzi dell’amministrazione e il patrimonio dei funzionari; Impersonalità, generalità e standardizzazione delle prestazioni.
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Max Weber (1864-1920): alcuni risultati fondamentali dei suoi studi
La burocrazia: È una forma di organizzazione del lavoro che si ritrova tanto nell’attività economica (= imprese moderne) quanto nello Stato (= amministrazione pubblica) e nei Partiti (= Partiti di massa e politici di professione); Compare sporadicamente in altre civiltà (Egitto antico, Roma ecc.) ma solo nella modernità e solo in Occidente si afferma come forma dominante e centrale della società; Sul piano politico, la burocrazia è essenziale alla democrazia di massa ma rischia sempre di soffocare il primato della politica.
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Parte IV. L’analisi del capitalismo e l’etica protestante in Max Weber
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Max Weber (1864-1920): l’analisi del capitalismo
Esiste uno stretto rapporto tra burocratizzazione e sviluppo del capitalismo in Occidente; Quando parla di capitalismo Weber ha soprattutto in mente il capitalismo industriale; Il capitalismo è definito da Weber come: un sistema socioeconomico fondato sull’esistenza di imprese che si prefiggono come scopo la massimizzazione del profitto e l’accumulazione indefinita del capitale, tramite l’utilizzo dell’organizzazione razionale del lavoro e della produzione (mezzi = burocrazia e razionalità formale)
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Per un confronto tra Weber e Marx…
Per Marx il capitalismo si definisce come: Un sistema socioeconomico fondato sulla proprietà privata dei mezzi di produzione che utilizza, su questa base, la Forza Lavoro per massimizzare il profitto e accumulare indefinitivamente il capitale (mezzi = rapporti di produzione)
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Max Weber (1864-1920): l’analisi del capitalismo
Per Max Weber, Marx sottovaluta il ruolo della burocratizzazione (fenomeno che non scomparirà in caso di statalizzazione totale dei mezzi di produzione – socialismo – ma si accentuerà); Per dar conto delle specificità del capitalismo occidentale e della sua genesi, occorre dunque riferirsi non solo alla struttura materiale (come fa Marx) ma anche alla sfera sociale (borghesia) e culturale (rapporto tra accumulazione, burocrazia e metodicità);
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Max Weber (1864-1920): l’analisi del capitalismo
Dato che i sistemi religiosi dominano le società pre-moderne (anche in Occidente) occorre indagare le specificità delle etiche economiche in esse presenti, per comprendere come mai solo in Occidente si è affermato il capitalismo (= genesi della borghesia occidentale e della sua natura peculiare); N.B.= Morale: norme di comportamento universalmente valide, legate cioè ad una teoria della giustizia, e operanti nella coscienza; Etica: norme che governano il comportamento reciproco delle persone in un dato campo; la separazione delle sfere sociali nel corso della modernità, porta ad una separazione tra etica (specifica) e morale. Ma nelle società pre-moderne, dominate dalle religioni, le due dimensioni sono sovrapposte.
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Max Weber (1864-1920): l’analisi del capitalismo
Weber risponde a questi interrogativi, in particolare con: L’etica protestante e lo spirito del capitalismo ( ): formulazione della tesi interpretativa (studio di un singolo caso); Sociologia delle religioni (dal ): analisi comparata dello stesso problema, soffermandosi su: confucianesimo, taoismo, induismo, buddismo, ebraismo antico. “Dimostrazione per differenza”; Ulteriori considerazioni vengono svolte in Economia e Società (1922).
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Max Weber (1864-1920): l’etica protestante e lo spirito del capitalismo
Tesi di Weber: significativa corrispondenza tra “spirito del capitalismo” e “spirito del protestantesimo”, ovvero: - È conforme allo spirito di un certo protestantesimo (calvinismo) adottare, nei confronti dell’attività economica, una serie di atteggiamenti che, unici nella storia, hanno contribuito a creare l’ambiente culturale da cui è potuto dipanarsi il capitalismo occidentale
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