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PAI Piano Annule di Inclusione

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Presentazione sul tema: "PAI Piano Annule di Inclusione"— Transcript della presentazione:

1 PAI Piano Annule di Inclusione

2 Normative di riferimento
Direttiva ministeriale del 27/12/2012 Circolare ministeriale n.8 del 6/03/2013 Nota ministeriale MIUR PROT 1551 DEL 27/06/2013 ( L. STELLACI)

3 Cosa prevede A-Individuazione degli aspetti di forza e di debolezza delle attività inclusive svolte dalla scuola; B-Predisposizione di un piano delle risorse da offrire e richiedere a soggetti pubblici e del privato sociale per impostare per l’anno scolastico una migliore accoglienza degli alunni con particolare attenzione a quelli con diversi Bisogni Educativi Speciali. C-È parte integrante del POF di cui è quindi premessa.

4 La Nota prot n° 1551 del 27 Giugno 2013 approfondisce così il significato di programmazione didattica del PAI: “Il P.A.I., infatti, non va inteso come un ulteriore adempimento burocratico, bensì come uno strumento che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei “risultati” educativi, per creare un contesto educante dove realizzare concretamente la scuola “per tutti e per ciascuno”.

5 La scuola attuale è chiamata ad affrontare positivamente quello che viene considerato il “dilemma del pluralismo educativo”: coniugare i differenti bisogni educativi – individuali, sociali, culturali, religiosi, etnici – degli allievi e delle loro famiglie, con il dovere di elaborare un progetto formativo comune, coerente con il contesto territoriale (Pavone, 2012) e, soprattutto, in grado di garantire il successo formativo.

6 si tratta di migliorare e aggiornare i saperi e le pratiche al fine di renderli più efficaci (ad esempio facendo riferimento alle diverse forme di intelligenza e agli stili di apprendimento preferiti); l’impegno rivolto a tutti gli allievi con BES, pur nella sua specificità per i singoli disturbi e funzionamenti, si riferisce in ultima analisi all’adozione di un approccio didattico unico (ma non uniforme), valido per tutta la classe. Gli insegnanti non devono variare tante didattiche quanti sono gli allievi con BES, ma devono sperimentare un nuovo modello didattico inclusivo adeguato alla complessità della classe che contempli differenti modalità e strumenti per tutti.

7 Nella Direttiva in questione viene riconosciuta la necessità di elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per tutti gli allievi che manifestano necessità speciali, anche attraverso la redazione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP), individuale o anche riferito a tutti gli studenti con BES della classe, ma articolato”.

8 SITUAZIONE ATTUALE

9 PUNTI DI CRITICITA’ 1-ridotto numero delle risorse di sostegno a favore degli alunni con disabilità; 2-elevato numero di alunni stranieri non alfabetizzati che si iscrivono in corso d’anno; 3-ridotte forme di sussidio da parte dei servizi sociali dei comuni di a favore delle famiglie con gravi problemi socio-economici;

10 4-situazioni di tensione fra i genitori delle classi frequentati da alunni con BES che esprimono comportamenti fortemente disturbanti e/o a rischio; 5- difficoltà nel desumere, per gli alunni neo-iscritti, dalla documentazione presentata, informazioni sufficienti utili a prevedere eventuali BES per l’anno scolastico successivo;

11 Punti di forza - docente titolare di funzione strumentale ex art. 33 CCNL responsabile dell’area dell’inclusione; - classi con LIM; - assistenti di 1° livello ex art. 13, comma 3 L. 104/1992 in numero sufficiente e disponibili ad una positiva collaborazione col personale della scuola;

12 Obiettivi di incremento dell’inclusività
MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA’ DELL’INSEGNAMENTO INCLUSIVO MEDIANTE: 1-programmazione didattica finalizzata al raggiungimento di competenze di base per tutti gli allievi (con particolare attenzione a quelli con BES) attraverso l’organizzazione di contesti didattici ricchi e stimolanti; l’uso di metodologie diversificate (lezione frontale, cooperative learning, tutoring, didattica laboratoriale, ecc.); 2-Pianificazione dei tempi di insegnamento-apprendimento che tengano conto del raggiungimento di livelli minimi di padronanza da parte di ciascuno studente; verifiche periodiche e strategie di recupero e consolidamento. 3-analisi qualitativa dell’errore e del feedback formativo.

13 COME REALIZZARLI 1-Aggiornamento dei docenti relativo a NUOVE DIDATTICHE INCLUSIVE; 2- Formazione dei docenti su aspetti salienti di alcune tipologie BES; 3-Rapporti con CTS E CTI; 4-Valorizzazione delle risorse esistenti; 5-Attenzione dedicata alle diverse fasi che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità fra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo. 6-Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive per la realizzazione di progetti di inclusione.


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