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PubblicatoBenedetto Colucci Modificato 9 anni fa
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La traduzione può anche avere aspetti ludici, legati soprattutto all’orizzonte di attesa di chi legge (in base a informazioni come il genere letterario, l’autore, … il lettore si immagina di trovarsi di fronte ad un certo testo, ma scoprirà se è davvero così solo man mano che lo legge) Levý immagina la traduzione come un gioco a informazione completa, dove ogni mossa influisce su quella successiva e, soprattutto, dipende da tutte quelle precedenti (tipo gli scacchi, ad esempio) Traduzione come gioco
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Con il sistema di Levý si vuole verificare di volta in volta le scelte traduttive fatte alla luce del panorama completo delle scelte possibili Importante secondo Levý è anche il fattore tempo : esso infatti non è infinito, per cui incide in qualche modo sul lavoro del traduttore propenderà per la strategia minimax, che gli permette, cioè, di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo (non si cerca quindi la soluzione migliore in assoluto, ma quella che soddisfi ‘i requisiti minimi’) Traduzione come gioco
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Anche Eco vede la traduzione come una sorta di gioco d’azzardo, perché tradurre significa interpretare, e interpretare significa scommettere che il senso che noi diamo ad un testo sia effettivamente il senso di quel testo Tradurre è quindi il risultato di una congettura interpretativa Tradurre è una scommessa, un processo di approssimazione: migliore sarà l’approssimazione, più efficace sarà la traduzione Traduzione come gioco
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Secondo Leopardi, il testo poetico in rima finisce per influenzare il poeta nell’espressione dei concetti («il concetto è mezzo del poeta, mezzo della rima, e talvolta un terzo di quello e due di questa, talvolta tutto solo della rima») Ma la stessa cosa la si potrebbe dire di altre dominanti come il metro, le assonanze, la strofa, le allitterazioni, la posizione grafica del testo… Nel passaggio da una lingua ad un’altra è quasi impossibile riuscire a mantenere tutti gli aspetti connotativi di un testo poetico La traduzione poetica
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Molti traduttori di poesia hanno rinunciato a priori ai versi, alcuni hanno rinunciato alla resa metrica, altri hanno trasformato il metro, altri hanno tentato di mantenere magari la rima; in genere, però, in quest’ultimo caso il risultato sono versi che con l’originale hanno in comune poco o niente. Nabokov (e i tedeschi negli ultimi due secoli) ritengono che la traduzione poetica vada affidata ad un poeta e filologo, che rispetterà le caratteristiche del testo originale, chiedendo al lettore lo sforzo di accettare schemi magari a lui poco familiari. La traduzione poetica
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Una traduzione poetica può quindi essere fatta: Accesso diretto all’originale : forma di traduzione sia interlinguistica che intralinguistica, si offre il testo originale (non tradotto, quindi) accompagnato da un apparato critico che ne faciliti l’accesso Traduzione lineare con testo a fronte : è una traduzione testuale e interlinguistica, dove il metatesto (traduzione) è supplementare e complementare al prototesto (testo d’origine); se il metatesto è molto servile (traduzione parola per parola) non si può definire testo, ma sarà un’accozzaglia di parole che non avrebbe senso in un contesto diverso La traduzione poetica
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Traduzione filologica : traduzione linguistica adeguata (fedele al prototesto) ma non accettabile (il metatesto non è leggibile a sé stante), finalizzata alla comprensione del prototesto da parte del lettore (per cui si sacrificano gli aspetti formali quando necessario) Traduzione con una sola dominante : si dà la precedenza alla caratteristica più evidente del testo (spesso la rima), ottenendo in genere pessimi risultati Traduzione con gerarchia di dominanti : prevede una scelta razionale degli elementi della poesia da mantenere (spesso in base alle esigenze editoriali), spiegando in nota gli aspetti che si sono perduti La traduzione poetica
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Trasposizione culturale : prevede l’esistenza di omologhi culturali nella lingua ricevente, e la possibilità di individuarli (es. il pentametro giambico inglese per gli alessandrini francesi, il verso libero per le forme classiche di versi…) bassa considerazione del lettore modello (non favorisce lo scambio culturale) Traduzione poetica / d’autore : è affidata ad un poeta della cultura ricevente, che rielabora l’originale e ne crea una nuova poesia ottimo dal punto di vista della resa, pessimo dal punto di vista della traduzione La traduzione poetica
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Si può cercare di stabilire il lettore modello (quello, cioè, che prevedo leggerà il testo tradotto) Più vasto è il mercato, più è possibile offrire anche traduzioni di nicchia Gli agenti internazionali mediano tra editore/autore straniero ed editore locale Fondamentale è la figura del redattore, che ‘corregge’ le traduzioni per renderle più leggibili, ma che spesso non ha la stessa competenza del traduttore sulla cultura da cui il testo proviene La traduzione editoriale
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La qualità della traduzione può essere valutata: Sull’esperienza personale e sull’intuito: ci si basa sull’esperienza del traduttore, la cui sensibilità è quindi molto importante Sull’equivalenza dinamica: la traduzione suscita nel lettore lo stesso effetto (o simile) che l’originale suscita nel lettore della lingua originale (teoria di Nida). Un problema è l’identificare l’effetto suscitato da un testo; altro problema è che, per ottenere tale effetto, potrei dover tradurre allontanandomi dal testo originale La traduzione editoriale
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Reiss e Vermeer applicano la teoria dello skopos : il testo è un patrimonio informativo, e la traduzione deve fornire le stesse informazioni alla cultura ricevente House parla invece di traduzione esplicitante (è evidente l’opera del traduttore, perché il testo è legato alla cultura di partenza) e traduzione implicita (la traduzione è ‘invisibile’, passa per essere un originale, perché il testo non ha peculiarità culturali) È vero che molti editori si affidano all’intuito del traduttore, ma questo non significa che il traduttore sia poi libero in tutto e per tutto nelle sue scelte La traduzione editoriale
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Si tratta della traduzione di quelli che Eco definisce testi chiusi, e Jakobson non poetici (quelli, cioè che non hanno variabili interpretative, come un manuale, una norma, un articolo divulgativo, un elenco telefonico…) Il traduttore non ha quindi la preoccupazione del ‘come’ dire, e può ricorrere a note, piccoli adattamenti, precisazioni, anche se in caso di intervento cospicuo è tenuto a distinguere il testo originale dal suo intervento personale La traduzione specializzata
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Dovendo tradurre informazioni con utilità pratica, il traduttore adeguerà, ad esempio, le unità di misura, può leggermente modificare la sintassi, e abolire le ripetizioni, anche se queste a volte sono utili per evitare noiosi rimandi La traduzione settoriale non deve essere bella, deve essere chiara. Occorre però massimo rispetto per paragrafi, proposizioni e frasi. È importante per la traduzione settoriale il livello di specializzazione La traduzione specializzata
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Testo tecnico: un testo scritto da specialisti per specialisti (articoli scientifici in riviste specializzate) Testo a media specializzazione: comprensibile anche a non addetti ai lavori con qualche competenza generica Testo divulgativo: comprensibile anche ad un pubblico generico È esclusa la possibilità interpretativa personale Il residuo (la parte ‘non traducibile’ di un testo) è qui praticamente riducibile a zero. Il traduttore conosce le consuetudini settoriali (sono molto utili i testi paralleli) La traduzione specializzata
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Il saggio spesso ha maggiore connotatività (cioè dice più di quel che dice, dà una grande possibilità di interpretazione) del testo che commenta È un testo non narrativo su un argomento di carattere prevalentemente filosofico, dove prevalgono la razionalità delle argomentazioni e l’aspirazione estetica (da cui la connotatività) Rispetto ad un articolo scientifico, nel saggio il riferimento all’oggetto è più disteso, più elegante e non necessariamente preciso (può darsi per scontato) La traduzione saggistica
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Lo stile del saggio è sensibilmente più elegante di quello di un articolo critico Il traduttore deve conoscere molto in molti campi, proprio perché il saggio può essere ricco di riferimenti intertestuali impliciti, che naturalmente vanno colti e rispettati La traduzione saggistica
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Dando al technical writer le informazioni tecniche e il lettore modello (quello che ne leggerà la traduzione), questi deve produrre il testo più adatto allo scopo Egli non è un esperto in materia, ma qualcuno che si fa spiegare dagli esperti per poi esporre in maniera chiara ai non esperti In ambito scientifico è comune l’uso di termini stranieri, ma questo non è tanto frutto di xenofilia quanto dal fatto che il materiale di riferimento è scritto in quella lingua Il technical writing
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Ci possono essere due tipi di problemi però: Il progresso scientifico porta a reinterpretazioni teoriche e nuovi inquadramenti di elementi e concetti La ricerca scientifica si va sempre più specializzando, rendendo difficile la comunicazione tra i diversi settori C’è poi il problema delle sigle, degli acronimi e delle parole contratte, ormai quasi ovunque usate nella lingua internazionale (non in Spagna) Esistono enti internazionali per l’unificazione della terminologia e dei simboli scientifici Il technical writing
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È il tipo di testo scritto più vicino alla forma orale Di solito il doppiaggio permette di modificare timbro di voce, pronuncia, pause, inflessioni… Per doppiaggio si intende di solito quello interlinguistico (spesso non controllato dal regista) Il doppiaggio interlinguistico condivide con la poesia il problema dei due piani indipendenti, in questo caso il labiale e il semantico naturalmente in genere si predilige l’accettabilità (il testo va capito, poco importa se non è del tutto fedele all’originale) Traduzione per il cinema
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L’Italia (così come la Spagna) ha una grande tradizione di doppiaggio, che nasce dall’imposizione fascista di tradurre in italiano tutto, anche i nomi Lo svantaggio del doppiaggio è la perdita di autenticità (soprattutto se pensiamo che doppiatori famosi doppiano attori famosi, e quindi i grandi attori hanno ‘tutti’ la stessa voce) Sottotitoli : usatissimi nel mondo, permettono di avere la voce originale, il significato delle parole e, per di più, facilitano la comprensione linguistica Traduzione per il cinema
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Con il doppiaggio si occulta il più possibile il fatto che il testo offerto sia una traduzione, il che ‘chiude’ il potenziale interpretativo del fruitore finale Il doppiaggio tende a cancellare i confini tra la cultura emittente e quella ricevente e quindi ad annichilire la curiosità per il diverso Nel nord Europa si ricorre al voice-over : audio originale in sottofondo, con voce narrante (nella propria lingua) in primo piano Traduzione per il cinema
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Il sottotitolaggio può essere: Intralinguistico come ausilio fisico: entra in gioco la componente extraverbale (gesti, intonazione, timbro, pronuncia…; di solito sui testi scritti) Intralinguistico come ausilio linguistico: si esprimono anche i tratti soprasegmentali (si fanno ‘vedere’ i suoni sottotitoli per non udenti) Interlinguistico come ausilio fisico e come ausilio linguistico: come sopra, ma traducendo da una lingua ad un’altra Traduzione per il cinema
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Va distinto innanzitutto Testo drammaturgico: destinato alla pubblicazione, che quindi ha le stesse problematiche di un qualsiasi testo letterario Testo scenico: finalizzato ad essere messo in scena, destinato quindi alla recitazione La prima difficoltà è che di solito si tratta di dialoghi e monologhi, per cui la traduzione va fatta in termini realistici, e tradurre lingua parlata in (altra) lingua parlata è particolarmente difficile Traduzione per il teatro
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In caso di traduzione scenica, la recitabilità ha il sopravvento su qualsiasi altro elemento, anche sulla precisione filologica della traduzione Problema dei dialetti, slang, gerghi: se tradotti con equivalenti della cultura ricevente potrebbero creare effetti comici indesiderati o spaesamento Alcune compagnie lasciano il testo originale con dei sopratitoli Dove la dominante sia l’intrattenimento, di solito ci si affida al rifacimento (la precisione filologica passa in secondo piano) Traduzione per il teatro
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Traduzione letteraria e saggistica: ampia cultura generale, acuta sensibilità linguistica e letteraria, grande formazione critica Traduzione editoriale: disposti al compromesso Traduzione non letteraria: approfondire le proprie conoscenze, ma in un numero limitato di campi Conclusioni
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