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INCONTRI FORMATIVI SULL’ACCOGLIENZA e SUL GRUPPO
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FARE GRUPPO ovvero COMUNICARE ATTRAVERSO I PROPRI PUNTI DI FORZA E PUNTI DI DEBOLEZZA
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Perché sono nati i gruppi Uno sguardo all’etologia
Geneticamente, e probabilmente anche fisicamente, lo scimpanzè è l'animale più vicino all'uomo. Il DNA dello scimpanzé infatti è uguale a quello dell'uomo per il 98%. Gli scimpanzè vivono in branchi più o meno numerosi, composti da maschi, femmine e cuccioli. A guidarli sono di solito i maschi.
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Una delle attività più curiose del branco è quella dello "spulciamento" reciproco (il "grooming"), che è un importante fattore di aggregazione sociale.
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Perché sono nati i gruppi Uno sguardo all’evoluzione della specie
Circa uno o due milioni di anni fa i nostri antenati dovevano trovarsi davanti al fatto, dovuto forse a una delle epoche glaciali, che gli alberi stavano diventando sempre più scarsi: dovettero scendere a terra. E qui, essendo più lenti, più deboli e meno equipaggiati di zanne e unghie, si trovarono in serio svantaggio rispetto ai loro nemici: i grandi carnivori dell'epoca. Su che cosa si potevano appoggiare? Sul numero e sulle loro mani maldestre. Se fossero stati animali solitari si sarebbero sicuramente estinti. Sopravvivevano quelli che lanciavano degli oggetti contro il nemico, e non singolarmente (probabilmente avrebbero mancato il bersaglio) ma tutti insieme. Sopravvivevano quelle tribù che: a) usavano le mani per afferrare degli oggetti da usare come arma, e b) si difendevano non singolarmente ma come gruppo.
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L’istinto di socialità
Quindi l'uomo si sviluppò come un animale sociale, cooperativo. Sviluppò L'ISTINTO DI SOCIALITÀ. Quegli uomini che avessero avuto delle tendenze solitarie venivano eliminati dalla selezione naturale. E l'istinto di socialità si manifestò come un senso d'angoscia negli individui ogniqualvolta si trovassero separati dai loro simili, angoscia che li spingeva a cercarli per riunirsi a loro, perché di fatto in quella situazione l'isolamento significava prima o poi la morte. Sopravvivevano solo quelli con un forte istinto solidale. L'istinto di socialità si manifesta in un bisogno di essere accettati in qualche modo dalla società dei nostri simili.
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Dallo spulciamento alla comunicazione attraverso la parola
Il gruppo diventava coeso tramite lo spulciamento, cioè ciascuno doveva accudire un po’ tutti gli altri, solo in questo modo si creava un clima di fiducia reciproca; aumentando i pericoli era opportuno che i gruppi fossero più numerosi, ma questo rendeva problematica la pratica dello spulciamento, allora questa pratica si è evoluta tramite lo sviluppo e il raffinamento dei grugniti scimmieschi, fino a diventare un sistema di comunicazione sempre più complesso: la parola. Questa evoluzione ha permesso la creazione di gruppi più grandi perché i segnali di fiducia (o la manutenzione delle relazioni) si sono trasformati da una pratica che richiede molto tempo (lo spulciamento) ad una pratica più veloce: la parola
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Cos’è il gruppo Il gruppo è un insieme di persone il cui modo di stare insieme tende a far emergere, attraverso la comunicazione, le risorse individuali e di gruppo Il gruppo è definito proprio da come le persone stanno insieme, se la loro comunicazione tende a far affiorare i pregi e i difetti di ciascuno per essere conosciuti e accettati, questo insieme di persone è un gruppo Se invece prevalgono pregiudizi, dinamiche di competizione o di sottomissione, questo insieme di persone non è un gruppo ma un branco o una banda
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Qual è lo scopo del gruppo?
Il gruppo ha una funzione strategica: il benessere delle persone che lo compongono Stare bene in un gruppo significa stare meglio anche con se stessi. Se si sta bene si è anche in grado di impegnarsi meglio nelle attività del gruppo
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Differenza tra amicizia e gruppo
Il gruppo non lo si sceglie, nel gruppo ci si trova Il gruppo non è per sempre Gli amici li scegliamo noi, i membri del gruppo no. Il gruppo usa la diversità come risorsa, la differenza per crescere e capire Il gruppo richiede consapevolezza, l’amicizia spontaneità
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Cosa significa fare gruppo
Fare gruppo significa imparare a stare bene con le persone con cui si sta ma che non si sono scelte, al contrario di quanto accade con gli amici Per fare gruppo bisogna imparare a comunicare attraverso i propri punti di forza e i propri punti di debolezza, sia per conoscere gli altri, sia per farsi conoscere
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I porcospini di Schopenauer
Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.” -Arthur Schopenhauer
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Mentre gli amici li possiamo considerare come dei peluches a cui poterci stringere, il gruppo richiede di trovare una distanza/vicinanza che è diversa per ogni gruppo, un determinato livello di fiducia reciproca, un certo grado di complicità o di collaborazione, un modello comunicativo adeguato a quelle persone
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Ci presentiamo…. …con un gioco
Formiamo delle coppie tra persone che si conoscono poco Ci distribuiamo nella stanza e per dieci minuti ci presentiamo l’un l’altro dicendo tre nostri punti di forza e tre punti di debolezza Ritornati nel grande gruppo ognuno dei due componenti deve presentarsi come se fosse l’altro Rientrati nella propria identità ognuno dice se ha qualcosa da aggiungere o aggiustare
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Cosa ci dice questo gioco
Quando si entra a far parte di un gruppo è importante presentarsi, imparare a comunicare per farsi conoscere e conoscere gli altri Ognuno porta nel gruppo se stesso, con i suoi punti di forza e con i suoi punti di debolezza Possiamo cercare di metterci nei panni degli altri e provare a conoscerli in profondità e a comprenderli, possiamo cioè fare un’esperienza di EMPATIA Per fare questo occorre saper ascoltare Come in un’orchestra ognuno suona il suo strumento, ma è l’armonia dei suoni che produce una buona esecuzione musicale
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FARE GRUPPO ovvero SAPER ASCOLTARE SAPER COMUNICARE SAPER NEGOZIARE
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FARE GRUPPO SIGNIFICA SAPER ASCOLTARE
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Ricevere con empatia: ascoltare
EMPATIA: rispettosa comprensione di ciò che altri provano La vera empatia ci richiede di ascoltare con tutto il nostro essere. Una cosa è l’ascolto che sta solo nelle orecchie. Un’altra cosa è l’ascolto della comprensione. Ma l’ascolto dello spirito non è limitato ad alcuna facoltà, alle orecchie o alla mente. Esso esige dunque che tutte le facoltà siano vuote. E quando tutte le facoltà sono vuote, l’intero essere è in ascolto.
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“La capacità di offrire la propria attenzione ad una persona che soffre è una cosa rara e assai difficile; è quasi un miracolo; è un miracolo.” Simone Weil NON LIMITARTI A FARE QUALCOSA. SII PRESENTE
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Ascoltare non è… Dare consigli (penso che dovresti…)
Cercare di tirare su (questo non è niente, aspetta di sentire che cosa è capitato a me….) Educare (questo per te potrebbe trasformarsi in un’esperienza positiva….) Consolare (non è stata colpa tua…) Raccontare storie (mi fai venire in mente quella volta…) Zittire (tirati su, non starci così male…) Commiserare (oh, poverino…) Interrogare (quando è cominciato tutto questo?) Dare spiegazioni (ti avrei voluto chiamare, ma…) Correggere (non è così che è andata…)
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Gioco del testamento
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FARE GRUPPO SIGNIFICA SAPER COMUNICARE
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Comunicare nel gruppo significa saper…
Cooperare Stimolare la creatività del gruppo Negoziare Costruire un metodo per ragionare sui problemi Rispettare le regole esplicite e implicite Gestire il conflitto Passare dalle opinioni individuali a quelle condivise
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Saper comunicare ovvero…
Passare da una comunicazione superficiale, soggetta agli automatismi, spontanea, ad una comunicazione più in profondità, di gruppo, ponderata, consapevole
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FARE GRUPPO SIGNIFICA SAPER NEGOZIARE
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Saper negoziare ovvero…
Saper affrontare le divergenze di opinioni Saper vedere le cose da più punti di vista Saper percepire la diversità non come un ostacolo ma come una risorsa Non aver paura del conflitto… il conflitto è utile per eliminare le scorie della comunicazione, per trarre da una situazione di divergenza dei vantaggi comuni
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FARE GRUPPO SIGNIFICA SAPER PRENDERE DECISIONI
Un gruppo che funziona ha bisogno di trovare strategie per prendere decisioni ponderate, discusse tra tutti i membri del gruppo e che sappiano tener conto di tutte le variabili e di tutte le opinioni. Ci vuole però qualcuno che poi sappia sintetizzare tutto e dirigere il gruppo verso una decisione condivisa
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TECNICA DEL BRAINSTORMING ovvero tempesta di idee
Si identifica il problema da risolvere in modo semplice e mirato I membri del gruppo esprimono liberamente tutte le idee sul tema (tempo stabilito 30 minuti) Un partecipante prende nota di tutte le proposte Le proposte devono essere sintetiche, concrete, non bisogna dare motivazioni né commentare le proposte degli altri Questa tecnica permette di trovare soluzioni condivise, trovare liste di idee per una soluzione successiva, fare un programma di lavoro
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Gioco dei 6 cappelli
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Cosa ci portiamo a casa dopo questi incontri?
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