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PubblicatoRuggero Angeli Modificato 9 anni fa
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So- stare nei conflitti: i conflitti come rischi ed opportunità Di Rita Roberto
Pedagogista consulente coniugale e familiare
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Il nostro percorso 1 Controversia e conflitto
Riflessioni sulla violenza: L’escalation della violenza Violenza diretta e indiretta L’approccio nonviolento Aggressività e assertività I bisogni umani La gestione dei conflitti Modello M-m e E-E
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Il nostro percorso 2 Le competenze
Sviluppare competenze per la trasformazione nonviolenta dei conflitti Assertività Comunicazione Creatività
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Il nostro percorso 3 Piste di lavoro nella scuola
Introdurre esplicitamente nell’ambiente scolastico la problematica ineludibile del conflitto · Coniugare la dimensione concreta dell’esperienza personale con una visione globale (micro & macro) · Presentare l’approccio della nonviolenza, creativo e sostenibile.
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Le modalità di lavoro Insegnamento / apprendimento reciproco
Attività individuali, a piccoli gruppi, plenarie Verifiche in itinere, integrazioni, approfondimenti offerti dai partecipanti
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Differenza tra Controversia e Conflitto
Controversia: una divergenza di opinioni, di punti di vista, teorie diverse Conflitto: una crisi della relazione tra le parti, in cui sono presenti : una contraddizione di scopi disagio e sofferenza
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Comportamento conflittuale
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Tipi di conflitti I conflitti si possono classificare in base a:
le dimensioni (micro –meso – macro) i tipi di relazione (intra – inter)
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Una varietà di conflitti!
Trova uno o più esempi per ogni tipo di conflitto dimensioni MICRO MESO MACRO INTRA …… ….. INTER relazione
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DESCRIZIONE DI UN CONFLITTO
E’ importante individuare, in un conflitto: le parti in causa i comportamenti messi in atto dalle parti i motivi del conflitto (gli scopi incompatibili o configgenti delle parti) le percezioni ed i vissuti delle parti in conflitto (come viene visto il conflitto; come viene percepita la situazione; gli atteggiamenti e i sentimenti verso l’altro; i sentimenti suscitati dalla situazione o dalle interazioni…)
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ARTICOLAZIONE DEL CONFLITTO
A - ATTEGGIAMENTI C - CONTRADDIZIONE B - COMPORTAMENTI
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Due livelli: un livello manifesto (empirico, osservato, conscio)
un livello latente (teorico, inferito, inconscio)
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Ostacoli alla gestione costruttiva dei conflitti
Credenze Processi Il quadrante della mente Stile attributivo Abilità disabilità Obiettivo : comprendere le ragioni che stanno alla base dell’esplosione del conflitto
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credenze c'è un solo modo di affrontare questo problema
i conflitti sono inevitabili perchè l'uomo è naturalmente predisposto alla collera nella vita bisogna sempre guardarsi dagli altri c'è un solo modo di affrontare questo problema la migliore difesa è l'attacco
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I processi Le credenze costituiscono delle “batterie”
che caricano alcuni fondamentali processi cognitivi I processi ipergeneralizzazione filtraggio selettivo Selezione arbitraria delle informazioni: considero validi solo quegli aspetti che sono coerenti con le mie credenze Estendere, in modo arbitrario, le caratteristiche di una persona o di una situazione, a una moltitudine di persone o di eventi
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accettazione o rifiuto
processi pensiero polarizzato lettura del pensiero Molte nostre azioni vengono guidate dalla convinzione di avere intuito e decifrato i pensieri dell’altro conseguenze: la profezia si autoavvera Insistenza su scelte dicotomiche una delle quali esclude l’altra. conseguenza: accettazione o rifiuto acritici
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Attribuzioni esterne Risultato positivo o negativo Quando si consegue
un successo o un fallimento viene attribuito al caso, alla fortuna o a caratteristiche legate alla situazione
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si ! attribuzioni esterne e risultato negativo
si può favorire il conflitto? si ! attribuendo agli altri la responsabilità dei nostri problemi
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CONSEGUENZE SOCIALI DELLE STRATEGIE SCELTE
Gli altri possono: Sentirsi umiliati e manipolati nutrire rancore IMPORRE Abituarsi a richiedere sempre di più, consapevoli di ottenere ACCETTARE COMPROMESSI Provare frustrazione espressa in molti modi negativi EVITARE Trarre vantaggio dalla debolezza e dalla perdita di autorità della persona acquiescente CEDERE
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La mappa dei conflitti La mappa dei conflitti è una tecnica visiva per mostrare le relazioni tra parti in conflitto. Può aiutare a capire meglio la situazione, a chiarire le relazioni di potere, a identificare possibilità di intervento. Si può usare all’inizio, insieme ad altri strumenti analitici; più tardi, per mettere a punto delle strategie di intervento Altre mappe possibili: geografiche, di rapporti di potere, dei bisogni, delle percezioni e sentimenti, ecc.
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Come costruire una mappa dei conflitti
PROBLEMA PARTE C PARTE F PARTE E D PARTE A PARTE B PARTE ESTERNA Le sfere sono le parti in causa Le dimensioni relative indicano le relazioni di potere. Le linee: semplici = relazioni strette doppie = alleanza a zig zag = conflitto con interruzioni = relazione interrotta
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Un’attività riflessiva 1° parte
Ciascuno pensa ad un conflitto e lo descrive utilizzando la scheda proposta (individuale): Individua, in un conflitto, i seguenti elementi: le parti in causa i comportamenti messi in atto dalle parti i motivi del conflitto (gli scopi incompatibili o configgenti delle parti) le percezioni ed i vissuti delle parti in conflitto (come viene visto il conflitto; come viene percepita la situazione; gli atteggiamenti e i sentimenti verso l’altro; i sentimenti suscitati dalla situazione o dalle interazioni…)
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Un’attività riflessiva 2° parte
Si raccolgono le schede e insieme se ne analizzano alcune, raccogliendo i dati che via via emergono su cartelloni predisposti per evidenziare: i livelli di conflitto (con intra/inter), oggetti del contendere: tipologie (divergenza/concorrenza..) e motivi (posizioni, interessi, valori, bisogni…), i comportamenti agiti nel conflitto: cosa si fa nel conflitto, le percezioni/sentimenti presenti (vissuti, osservati o immaginati
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1° fase - conflitto centrato sul problema
IRRIGIDIMENTO: le posizioni si cristallizzano; si sviluppa una percezione selettiva che porta a sottolineare gli aspetti positivi del proprio gruppo e si crea una maggiore coesione interna; in primo piano c’è l’oggetto del contendere POLARIZZAZIONE E DIBATTITO: le parti utilizzano la comunicazione come un duello verbale per vincere l’una sull’altra (contrapposizione negativa distorsione del ragionamento dell’altro, atteggiamento che comunica superiorità…) TATTICA DEL FATTO COMPIUTO: dalla comunicazione con le parole alla comunicazione con i fatti (“non serve parlare…”), i comportamenti diventano più negativi; la relazione con l’avversario peggiora PREOCCUPAZIONE per l’IMMAGINE e RICERCA di ALLEATI: la relazione diventa parte centrale del conflitto; sviluppo di una immagine del nemico totalmente negativa, ricerca di alleati
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2° fase - conflitto centrato sulla relazione
PERDITA DELLA FACCIA: attacchi diretti alla posizione dell’altro; è la controparte in quanto tale a costituire “il problema”; ciascuna parte cerca di spiegare il “vero carattere” dell’altra, facendogli perdere la faccia STRATEGIE della MINACCIA: compaiono atti violenti; ciascuno si sente minacciato e danneggiato da ciò che fa l’altro.
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3° fase - dalle parole ai fatti…
DISTRUZIONE LIMITATA: la comunicazione è interrotta, non si vede una soluzione al problema in cui vi sia spazio anche per l’altro, considerato un ostacolo e un pericolo; azioni dirette contro la controparte, per distruggere il suo potenziale coercitivo; processi di de-umanizzazione DISINTEGRAZIONE: la base del potere , le risorse e la legittimazione all’esistenza dell’altro sono gli obiettivi da colpire DISTRUZIONE RECIPROCA: il solo scopo diventa l’eliminazione dell’altro, anche a prezzo della propria esistenza
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Due modalità per affrontare i conflitti…
violenza incompatibilità di scopi rancore odio nonviolenza creativita’ empatia
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L’approccio NONVIOLENTO
Il conflitto può essere sia fonte di violenza, sia fonte di crescita: decisivo è il modo in cui lo si affronta Nessun singolo attore detiene tutta la responsabilità: interdipendenza delle parti La responsabilità della trasformazione costruttiva del conflitto risiede nelle scelte dei singoli attori: potere/responsabilità di ciascuno L’azione intrapresa può avere conseguenze negative: importanza della reversibilità delle azioni La forza deriva dall’unione per un fine comune: cooperazione
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L’approccio NONVIOLENTO
Nessuno possiede la verità: ciascuno la ricerca nel dialogo La vita è sacra: rifiuto della violenza
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Per trasformare in modo nonviolento i conflitti…
…costruire nuove consapevolezze differenza tra aggressività e violenza riflessione sugli atteggiamenti personali … sviluppare nuove competenze dalla relazione di violenza alla relazione di equivalenza dalla logica del vincere alla logica del comprendere
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Alcuni dei più comuni atteggiamenti assunti nei conflitti
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Strategie nell’affrontare un conflitto
ALTA IMPORRE “Si fa a modo mio” Strategie: Esercita controllo, entra in competizione, agisce con la forza, combatte. Atteggiamento: Impaziente con spirito di ricerca di informazioni e impegnato nel progettare le azioni. elevato interesse per i risultati RISOLVERE “Risolviamolo insieme” Strategie: Raccoglie informazioni, cerca il dialogo, guarda alle alternative possibili. Atteggiamento: si preoccupa e si impegna per cercare una soluzione. ENFASI SUI RISULTATI basso interesse per le relazioni elevato interesse per le relazioni COMPROMESSO “Io concedo qualcosa se anche tu fai lo stesso” Strategie: Abbassa le aspettative, contratta, cerca un vantaggio reciproco. Atteggiamento: cauto ma disponibile. EVITARE “Il conflitto? Cos’è il conflitto?” Strategie: evita, nega, ignora, si astiene, ritarda. Atteggiamento: rifiuta di entrare nel dialogo e/o di raccogliere informazioni. basso interesse per i risultati RICOMPORRE “Qualunque cosa dici per me va bene”. Strategie: è d’accordo, compiace, attenua i toni, ignora le discordanze Atteggiamento: interessato all’opinione e all’approvazione degli altri BASSA Enfasi sulle relazioni ALTA
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Atteggiamenti nelle situazioni di conflitto
A. ATTIVITA’ individuale: penso a un conflitto interpersonale in cui sono stato/a coinvolto/a, quindi su 3 diversi foglietti scrivo: cosa ho provato come ho reagito di che cosa sentivo bisogno dopo Poi metto a disposizione degli altri membri del gruppo la mia riflessione, contribuendo a costruire due tabelloni, rispettivamente su i sentimenti e vissuti (A) e su atteggiamenti e comportamenti (schema della violenza / nonviolenza verso di sé e verso gli altri). ATTIVITA’ plenaria: a conclusione delle due fasi di lavoro, vi è uno scambio di osservazioni, confronti e riflessioni
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Questionario di autoanalisi del proprio comportamento in situazioni di conflitto 1
Pensa ad un conflitto nel quale sei stata/o coinvolta/o e segna con una crocetta, tra i comportamenti sotto elencati, quelli che più si avvicinano al tuo tipo di reazione immediata:
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Qual è la tua reazione immediata? E il comportamento successivo?
1. evito la persona e cambio argomento 2. ridicolizzo, scherzo sul problema 3. sto zitto/a e mi comporto freddamente 4. cerco di capire il punto di vista dell’altro 5. chiedo scusa 6. dico all’altro che mi sento in conflitto e vorrei parlarne 7. limito il conflitto individuando aree di accordo 8. minaccio 9. esprimo i miei sentimenti senza accusare 10. attacco verbalmente l’altro 11. attacco fisicamente l’altro 12. cedo e fingo di essere d’accordo 13. rinvio ad un momento più calmo 14. mi lamento finché ottengo ciò che voglio 15. nascondo i miei sentimenti 16. mi vendico 17. cerco di convincerlo/a 18. chiedo l’intervento di qualcuno che mi dia ragione 19. cerco qualcuno che possa aiutarci a comprenderci meglio 20. minimizzo, cercando di convincermi che non è poi così importante
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Questionario di autoanalisi del proprio comportamento in situazioni di conflitto 2
Se dovessi individuare i comportamenti messi in atto in un momento successivo, sarebbero gli stessi o sarebbero altri? I comportamenti individuati sono quelli per te prevalenti, in genere, nelle situazioni di conflitto? Se è così, a che cosa lo attribuisci? Se, invece, il tipo di conflitto può influenzare molto il comportamento di risposta, quali ti sembrano le variabili più significative ?
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Un approccio olistico all’educazione
Un intreccio tra: realtà esterna e interna a sé Presente, passato e futuro
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Possibili esiti di un conflitto
Vince A Trascendenza Compromesso Vince B Fuga
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Strategie per gestire un conflitto
Negoziare Accettare compromessi evitare cedere imporre
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