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PubblicatoGraziella Antonini Modificato 10 anni fa
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L’Etiopia, uno dei paesi più poveri di questa Africa enorme, affascinante. Qui la natura è genuina.
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Qui la natura ti parla negli immobili silenzi, nei rumori del vento, della pioggia, nelle voci degli uccelli.
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Ti stupiscono le notti stellate, il chiarore della luna, le aurore, i tramonti e poi . . . la gente.
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Etiopia, il paese della gente sempre in movimento...
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Etiopia, il paese dei bambini che ti circondano con i loro sorrisi
Etiopia, il paese dei bambini che ti circondano con i loro sorrisi. Senti le loro mani stringere le tue in un gesto di saluto fiducioso...
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Le loro mani, i loro occhi ti chiedono protezione ed amore.
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Etiopia, il paese dalle malattie terribili dove le cure sono un lusso per pochi.
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Denutrizione, malaria, aids, tumori, limitano ancora oggi l’età media a 37 anni.
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Abbiamo incontrato questa bambina di 8 anni appena abbandonata in strada.
Era così denutrita che il suo fisico non accettava alcun alimento.
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Quante storie dolorose
Quante storie dolorose! Ho parlato a lungo con questo papà malato di aids. Sapeva di doversene andare come era stato per la mamma (oggi anche per lui è accaduto). La sua preoccupazione erano i i suoi figli. Cosa ne sarebbe stato di loro? Ora sono ospiti del progetto “Street Children”
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Un paese dove una bottiglia vuota è ancora un bene prezioso…
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Un paese dove con 10 euro una famiglia vive per un mese
Un paese dove con 10 euro una famiglia vive per un mese. Le persone attendono con pazienza il turno nella distribuzione del pasto a cura del Vicariato di Soddo.
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Ma per qualcuno è troppo tardi…
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Questi bambini bellissimi sono salvi perché persone sensibili hanno fatto una piccola rinuncia ed hanno consentito loro di sopravvivere, grazie ad un’adozione a distanza o a una semplice donazione.
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Guardate questo bimbo bellissimo: non ha una mamma, non un papà, l’unico suo tesoro è la piccola palla che tiene in mano. Staccarmi da lui è stato doloroso.
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Questa foto è una testimonianza per noi che siamo abituati ad aprire un rubinetto. Non dimentichiamo che questi bambini fanno chilometri per andare al pozzo e portarsi a casa questa acqua maleodorante per bere, cucinare e lavarsi.
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Operaie cieche in una fabbrica di mattoni: il loro guadagno è di 50 centesimi al giorno.
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Eppure, nonostante tutto, la gente è sorridente, serena, fiduciosa.
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Vedete quanti problemi ma la gente nasce, vive e muore senza tanto agitarsi.
Si assoggetta alle leggi naturali con uno spirito di sopportazione che impressiona…
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Molte volte ci siamo commossi, abbiamo avuto gli occhi lucidi…
Ma la nostra è stata una commozione nuova perché abbiamo vissuto esperienze che hanno rivoluzionato in noi molte cose. Esperienze che non ci hanno più permesso di essere quelli di prima. Da questa gente abbiamo imparato a riscoprire i valori veri della vita, l’attenzione verso il nostro prossimo, l’importanza della fiducia. Abbiamo imparato a ridimensionare i nostri problemi. Abbiamo capito che la serenità non è fatta di possesso ma di amore.
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“ABBA” MARCELLO Padre Marcello è colui che ci ha permesso di conoscere la gente dell’Etiopia. Opera nel Vicariato di Soddo. E’ diventato sacerdote a 52 anni, dopo la morte della moglie e da allora sono 10 anni che lavora per questa che è ormai la sua gente. Viaggiando con lui è impressionante sentire le voci che si levano chiamandolo per nome anche nei luoghi più sperduti.
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In ogni parte della Regione, tutti lo conoscono e si rivolgono a lui per un aiuto.
“Allora Marcello, allora Marcello…” Questo è quanto continuava a ripetere teneramente questo bimbo che ha fermato la nostra macchina correndoci incontro.
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Non c’è persona che non si sia a lui rivolta senza ricevere aiuto concreto. Un tetto per chi non ce l’ha. Un sostegno economico per gli ammalati. Un pasto per i più indigenti. Un acquedotto dove manca l’acqua. E tutto ciò, e molto di più, indistintamente verso tutti senza alcuna distinzione di religione o credo. Padre Marcello ci illustra il suo nuovo grandioso progetto, durante la distribuzione dei pasti giornalieri, sulla collina dove lo stesso sorgerà.
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IL PROGETTO “STREET CHILDREN”
(Bambini di strada) Un grande e coraggioso progetto per la costruzione di una struttura polivalente, dove accogliere 150 bambini di strada con quanto resta delle loro famiglie. Una struttura con dormitori, infermerie, locali di svago, locali per scuole materne, appartamenti per volontari… Un progetto approvato dal governo etiope che entro quest’anno si concluderà. Un progetto del valore di € Un progetto che ha bisogno dell’aiuto di tutti per la sua ultimazione e per la sua gestione!
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IL PROGETTO “STREET CHILDREN” IN FASE DI REALIZZAZIONE
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ECCO IL RISULTATO DI TANTI AIUTI: ORA SI LAVORA PER COMPLETARE LA STRUTTURA E RENDERLA FUNZIONALE.
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IL PRIMO NUCLEO DEGLI “STREET CHILDREN” CON LA DIRETTRICE MARCELLA
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IL SANTO NATALE SI AVVICINA
Se decidiamo di fare una piccola rinuncia, possiamo dare un senso nuovo e vero a questa festività che ci farà anche sentire meglio. Il nostro contributo andrà direttamente nelle mani di Padre Marcello e potrà fare la differenza tra la vita e la morte di un essere umano meno fortunato di noi. (La natività in una capanna etiope)
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sul conto corrente bancario intestato a “Confartigianato Novara VCO”
Padre Marcello destinerà quanto ricevuto per un aiuto concreto a chi ne ha bisogno: una casa, un pozzo per l’acqua, una pecora, le cure mediche, un ricovero in ospedale, un pasto, il progetto “street children”. Per contribuire concretamente è possibile effettuare un versamento, della cui trasmissione a Padre Marcello con relativa documentazione mi faccio personalmente garante, sul conto corrente bancario intestato a “Confartigianato Novara VCO” Codice IBAN: IT 14 H oppure direttamente, con possibilità di deduzione fiscale, su: “Ethiopia’s Street Children – Villaggio dei Ragazzi Sorridenti ONLUS” Conto corrente postale Conto corrente bancario - Codice IBAN: IT 67 P Codice Fiscale: Grazie per la vostra sensibilità. Franco Panarotto (Coordinatore del Progetto Confartigianato Etiopia)
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“IL BENE CHE OGNUNO DI NOI PUÒ FARE È UNA GOCCIA NEL MARE DEI
BISOGNI DEL MONDO… …MA SONO LE GOCCE CHE FANNO IL MARE” (Madre Teresa)
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