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PubblicatoGino Orsini Modificato 9 anni fa
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2 Gruppo 4 – 19 settembre 2009 - pomeriggio “L'accoglienza delle nuove generazioni: evento nascita e servizi per la prima infanzia” esperienze: “ I NIDI FAMILIARI” IN PROVINCIA DI TRENTO Un servizio socio-educativo complementare al nido d'infanzia, previsto dalla legge provinciale n.4/ 2002 Flavia Perini – Assessorato Istruzione Provincia autonoma di Trento
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3 L'esperienza: cosa I servizi di nido familiare-tagesmutter sono servizi complementari al nido d'infanzia e fanno parte del sistema dei servizi socio-educativi per la prima infanzia della provincia di Trento. Sono stati progettati per corrispondere a diversificate esigenze di flessibilità delle famiglie rispetto alla cura e educazione dei bambini da 0 a 3 anni.
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4 L'esperienza: cosa Fra il 1999 e il 2002, prima di essere inclusi nel Sistema dei servizi socio-educativi per la fascia 0-3 anni, i servizi tagesmutter sono stati gestiti da una Cooperativa, fondata da un gruppo di operatrici che hanno seguito una formazione finanziata dal Fondo sociale europeo, rivolta a donne, con l'obiettivo di una riqualificazione professionale.
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5 L'esperienza: cosa La preparazione professionale delle operatrici, in quella fase, è stata realizzata con corsi di formazione post- scuola dell'obbligo, con un numero di ore da 200 a 400 circa.
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6 Cosa: la normativa dal 2002 Con la nuova legge provinciale n.4/2002, vengono inclusi nella rete dei servizi socio-educativi per i bambini in età da 0 a 3 anni, i nidi familiari-servizi tagesmutter, come servizi complementari al nido e i servizi integrativi: centri genitori-bambini e spazi- gioco; Le disposizioni attuative della Legge provinciale (delibera della G.P. n. 1891 del 2003 e ss.mm.), descrivono le norme sui requisiti strutturali, organizzativi e di funzionamento di tutti i servizi 0- 3, compresi quelli domiciliari.
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7 Cosa numero di bambini accolti e rapporto educatore- bambino Il servizio può accogliere fino a 5 bambini presenti contemporaneamente (3 se di età inferiore a 9 mesi), compresi i figli della tagesmutter (se presenti durante l'orario di apertura del servizio e se di età inferiore a 13 anni); È prevista, inoltre, l'eventuale estensione del servizio a bambini fino a 13 anni di età (che si è verificata sporadicamente);
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8 Cosa: calendario e tempi di apertura il calendario è concordato e formalizzato con le famiglie dei bambini utenti e si svolge nell'arco di tutto l'anno; Il tempo di apertura va da un minimo di due a un massimo di undici ore giornaliere; c'è la possibilità di iscrizioni diversificate in relazione al tempo di permanenza del bambino; Un bambino non può frequentare più di 11 ore al giorno anche se in servizi diversi.
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9 Cosa: gli operatori educativi Attualmente gli operatori educativi di nido familiare- servizio tagesmutter sono 92; ogni anno c'è un movimento determinato da nuove iscrizioni all'Albo provinciale di ulteriori servizi e dalla chiusura di altri.
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10 Cosa: gli operatori educativi Con l'inclusione di questa tipologia di servizi nella rete dei servizi territoriali per la prima infanzia, viene previsto, fra i requisiti per la qualifica professionale degli operatori, un corso di 800 ore, dopo la scuola media; Tale corso prevede un esame finale per l'ottenimento dell'attestato di qualifica, rilasciato dal Servizio provinciale competente.
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11 Cosa: i requisiti previsti I requisiti necessari perchè questa tipologia di servizi per l'infanzia venga finanziata, riguardano vari aspetti che connotano in senso qualitativo il servizio stesso. Le disposizioni attuative della legge provinciale prevedono che la Cooperativa e i servizi ad essa collegati, vengano iscritti nell'apposito Albo provinciale; prevedono, inoltre, che i Comuni definiscano se intendono sostenere tale servizio nell'ambito della programmazione territoriale, dando così l'avvio al finanziamento previsto.
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12 Chi: i soggetti coinvolti – la Provincia Annualmente, la Giunta provinciale, assegna i trasferimenti a valere sul fondo perequativo (art. 6 della legge provinciale n. 36 del 15. 11. 1999: “Norme in materia di finanza locale”), relativi ai servizi di nido d'infanzia e nido familiare; I criteri e le modalità per la determinazione di detti trasferimenti sono indicati nell'allegato parte integrante della deliberazione della Giunta prov. n. 1760/2009.
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13 Chi: i soggetti coinvolti – la Provincia I trasferimenti per il servizio di nido d'infanzia vengono determinati attraverso: il prodotto del numero medio di utenti iscritti o sostenuti nell'anno con il trasferimento standard per utente(€ 5.912 per il 2009); I trasferimenti per il servizio di nido familiare vengono determinati attraverso: Il prodotto del numero delle ore fruite dagli utenti e sostenute dal comune durante l'anno con il trasferimento standard per ogni ora fruita (€ 3,1 per ora, per il 2009. Le tariffe orarie vanno da € 7.00 a €11.00 ).
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14 Chi: i soggetti coinvolti – la Provincia per il 2009, alle risorse erogate sulla finanza locale, sono aggiunte le risorse confermate a valere sul Fondo per la famiglia, stanziate per il 2008 e corrispondenti a: € 346.841,60, per i nidi domiciliari € 2.354.094,97, per il servizio di nido d'infanzia
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15 Chi: i soggetti coinvolti – la Provincia Con provvedimento n. 212/2009, la Giunta provinciale ha, infatti, confermato un sussidio aggiuntivo orario per i nidi familiari-tagesmutter (pari a € 1,20 per ogni ora sostenuta dal Comune), ai 3,00 € ordinariamente concessi. Il nuovo importo è di € 4,20 ogni ora; e una riduzione delle tariffe relative al servizio pubblico di nido d'infanzia nella misura del 30%.
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16 Chi: i soggetti coinvolti – i Comuni I Comuni che decidono di sostenere organismi della cooperazione sociale o di utilità sociale non lucrativi in possesso dei requisiti previsti, adottano un regolamento di “promozione e sostegno del servizio di nido familiare-tagesmutter”, che regolamenta tra i vari aspetti, anche il sostegno economico alle famiglie residenti che usufruiscono del servizio stesso; Il sostegno può essere diretto, verso le famiglie;
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17 Chi: i soggetti coinvolti – i Comuni oppure erogato all'organismo della cooperazione sociale titolare del servizio, il quale va ad abbattere pro-quota, i costi sostenuti dalle famiglie che utilizzano il servizio anche al di fuori del territorio comunale, per bambine/i di età fra 3 mesi e 3 anni, e per un monte ore mensile e/o annuale massimo riconosciuto annualmente dall'amministrazione comunale.
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18 Chi: i soggetti coinvolti – i Comuni Il contributo è differenziato in relazione alle condizioni socio-economiche delle famiglie; è definito sulla base di criteri di equità e tutela delle fasce sociali meno abbienti; è determinato tenendo conto di vari fattori ( costo complessivo del servizio, entità del contributo provinciale e condizioni socio-economiche delle famiglie).
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19 Chi: i soggetti coinvolti – le famiglie la famiglia presenta la domanda al Comune o alla Cooperativa che eroga il servizio, specificando il periodo in cui necessita del servizio, il presunto monte ore mensile e l'organismo della cooperazione sociale iscritto all'Albo provinciale presso il quale intende utilizzare il servizio (dal 2009 sono 2 le Cooperative iscritte all'Albo; Con atto del responsabile dell'ufficio comunale competente viene definita l'ammissione al contributo.
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20 Chi: i soggetti coinvolti – le famiglie Entro il 15° giorno del mese successivo a quello di utilizzo del servizio, l'organismo di gestione emetterà fattura per quanto di competenza del Comune e addebiterà alla famiglia utente il costo orario diminuito del contributo comunale; Per garantire la trasparenza delle tariffe praticate, ciascun organismo della cooperazione sociale o di utilità sociale presso cui le famiglie residenti possono usufruire del servizio, è tenuto a fornire annualmente alle amministrazioni comunali, copia del tariffario in vigore.
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21 Chi: i soggetti coinvolti – le famiglie L'utente può quindi modificare il numero di ore richieste inizialmente secondo le proprie esigenze, nel limite del monte ore massimo ammesso dall'Amministrazione comunale; Viene garantito il diritto all'inserimento di bambini con disabilità o in situazione di svantaggio sociale e culturale, per i quali può essere valutata una diversa entità del sostegno.
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22 dove I servizi di nido familiare-servizio tagesmutter sono dislocati sul territorio dei Comuni della provincia di Trento.
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23 Dove: numero di servizi sul territorio Nel periodo dal 2004 al 2009, il numero di servizi domiciliari presenti sul territorio provinciale si è alternato fra gli 80 e i 90, con nuove iscrizioni e depennamenti dall’Albo provinciale La situazione attuale è la seguente: Numero comuni: 42 Numero servizi: 91 (di cui 13 a Trento e 11 a Rovereto) Stima media bambini iscritti (n. 6 c.a.per ogni servizio): 540
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24 quando negli anni '80, il sistema dei servizi educativi per la prima infanzia nella provincia di Trento, era costituito da asili nido comunali gestiti in forma diretta (12 strutture con 680 posti); Nel 1993 viene prevista una modificazione della legge provinciale che stabilisce per i Comuni la possibilità di affidamento in gestione dei nidi a Cooperative/Enti senza fini di lucro.
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25 quando I nidi familiari sono partiti, nella provincia di Trento, nel 1999 come servizi privati per le famiglie con bisogni di particolare flessibilità di orari nella cura dei figli; si sono ispirati al modello altoatesino delle tagesmutter, molto più radicato quello, nella cultura tedesca;
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26 Quando nel 2004 la Cooperativa che gestisce i nidi familiari viene iscritta all'Albo provinciale con 82 servizi domiciliari presenti in circa 54 Comuni;
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27 Quando – i dati del 2008 87 Comuni sostengono il servizio domiciliare 532 bambini utenti corrispondenti a 513 famiglie Numero totale delle ore usufruite dagli utenti e sostenute dai Comuni – 201.443 Costo corrispondente al numero di ore € 586.381,77
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28 Quando: i dati del 2005 50 Comuni sostengono il servizio domiciliare Numero totale delle ore usufruite dagli utenti e sostenute dai Comuni – 122.230 Costo corrispondente al numero di ore € 304.608,67. dati raccolti dall'Ufficio Servizi per l'infanzia del Servizio scuola dell'infanzia, istruzione e formazione professionale della Provincia presso le Amministrazioni comunali, utili per il riparto dei finanziamenti relativi all'anno 2009, per i servizi già attivi o attivati nel corso del 2008.
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29 perchè I servizi domiciliari sono stati progettati per corrispondere a diversificate esigenze di flessibilità delle famiglie rispetto alla cura e educazione dei bambini da 0 a 3 anni.
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30 perchè e rispondere ai bisogni delle bambine e dei bambini, attraverso soluzioni articolate, sul piano strutturale e organizzativo, diverse da quelle previste nell'organizzazione del nido.
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31 I pro e i contro: punti qualificanti Questa tipologia di servizi socio-educativi costituisce una risposta nelle piccole realtà dove difficilmente potrebbe essere realizzato un nido d'infanzia; Gli operatori educativi devono conseguire un'abilitazione professionale frequentando un corso di formazione di base di 800 ore.
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32 I pro e i contro: punti qualificanti L a legge prevede, per gli operatori educativi tagesmutter, la formazione obbligatoria in servizio che annualmente viene concordata dalla Provincia autonoma di Trento con i Comuni e le cooperative che gestiscono i servizi; La formazione, progettata e svolta dall'Assessorato all'Istruzione della Provincia, ha puntato in questi anni sull'approfondimento degli aspetti dello sviluppo del bambino, degli interventi educativi con i bambini, degli interventi di cura e dei rapporti con le famiglie, nell'ambito della specificità organizzativa del servizio domiciliare.
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33 I pro e i contro: punti qualificanti La formazione obbligatoria in servizio, che viene realizzata dalla Provincia per il personale di tutte le tipologie di servizi per l'infanzia, contribuisce a dare maggior solidità al progetto educativo dei nidi familiari che hanno una storia più breve rispetto agli altri servizi.
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34 I pro e i contro: punti qualificanti La Cooperativa che gestisce i nidi familiari, nella fase di iscrizione all'Albo provinciale, ha elaborato un progetto pedagogico del servizio domiciliare, ispirandosi al modello pedagogico creato da Emmi Pikler nell'esperienza da lei realizzata nell'Istituto di Loczy, a Budapest: creare una relazione educativa privilegiata con uno stesso adulto;
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35 I pro e i contro: punti qualificanti favorire nel bambino la consapevolezza di sé e dell'ambiente attraverso la regolarità del succedersi degli avvenimenti nel tempo e la stabilità delle situazioni nello spazio. Nel progetto educativo specifico di ciascun servizio, si fa leva sul concetto di “casa”, richiamando le valenze culturali e affettive che il contesto evoca.
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36 I pro e i contro: punti qualificanti Le attività proposte nei servizi domiciliari sono legate alla particolarità del servizio e quindi tengono conto dell'ambiente domestico nel quale si svolgono, del fatto che si è in presenza di un gruppo di età mista, della flessibilità negli orari di frequenza dei bambini, della formazione di base e della formazione in servizio degli operatori educativi.
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37 I pro e i contro: punti qualificanti La procedura di iscrizione all'Albo provinciale si svolge attraverso la valutazione delle documentazioni relative alla Cooperativa, del progetto pedagogico del servizio di nido familiare;
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38 I pro e i contro: punti qualificanti E inoltre, con l'acquisizione del progetto educativo del singolo servizio, della documentazione relativa all'abitazione e alla qualifica dell'operatore educativo. La valutazione conclusiva viene realizzata sul servizio già funzionante, attraverso un sopralluogo alle singole abitazioni volto a rilevare la corrispondenza dei requisiti:
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39 I pro e i contro: punti qualificanti sugli aspetti della struttura, attraverso la compilazione di una scheda da parte di un tecnico esperto in materia edilizia; sugli aspetti di funzionamento del servizio dal punto di vista organizzativo e pedagogico- educativo, attraverso la compilazione di una scheda - intervista, all'operatrice educativa, da parte di una coordinatrice pedagogica.
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40 I pro e i contro: punti qualificanti Se tutti i requisiti sono corrispondenti, prima la Cooperativa e quindi il singolo servizio, vengono iscritti all'Albo provinciale. L'iscrizione del singolo servizio all'Albo provinciale consente di attivare il sistema di finanziamento a favore delle famiglie; Per i servizi già iscritti all'Albo è previsto che i Comuni provvedano, successivamente, alla verifica del mantenimento dei requisiti.
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41 I pro e i contro: punti qualificanti Oltre alla formazione e l'aggiornamento in servizio del personale educativo, la Provincia garantisce il coordinamento pedagogico di sistema dei servizi socio-educativi per la prima infanzia; provvede inoltre alla raccolta dati ed al monitoraggio della qualità dei servizi esistenti.
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42 I pro e i contro: punti qualificanti Il progetto educativo del nido familiare dovrà prevedere l'attuazione di percorsi di raccordo per la continuità con gli altri servizi educativi presenti sul territorio; La normativa, inoltre, prevede che i Comuni promuovano il collegamento e la tenuta in rete dei diversi servizi educativi per la prima infanzia. Si tratta di un'attività che va costruita nel tempo, attraverso un percorso di informazione, di conoscenza reciproca, di scambio e di coinvolgimento delle famiglie.
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43 I pro e i contro: fattori di successo L'inclusione del servizio di nido familiare nel Sistema costituisce allo stesso tempo, garanzia per le famiglie, in quanto il sostegno finanziario è vincolato all'iscrizione all'Albo, e impegno per la cooperativa la quale deve controllare che i propri servizi siano in possesso dei requisiti previsti e li mantengano nel tempo.
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44 I pro e i contro: fattori di successo Corrisponde all'obiettivo di rispondere ai bisogni delle bambine e dei bambini, attraverso soluzioni articolate, sul piano strutturale e organizzativo, diverse da quelle previste nell'organizzazione del nido; Viene comunque previsto che il nido familiare sia sostitutivo del nido d'infanzia solo laddove non sia possibile offrire tale servizio (comuni con basso numero di potenziali utenti).
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45 I pro e i contro: fattori di successo Il nido familiare corrisponde all'interesse delle famiglie per un servizio di piccole dimensioni, con caratteristiche familiari. L'ente gestore, di riferimento per i singoli servizi, costituisce una struttura che garantisce la continuità per le famiglie e una rete per gli operatori educativi.
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46 I pro e i contro: fattori di successo Le disposizioni prevedono, per le operatrici educative, un supporto tecnico psico- pedagogico per l'elaborazione del progetto educativo del singolo servizio, tenendo conto del numero, dell'età e della frequenza dei bambini. La struttura della cooperativa prevede inoltre, la figura della coordinatrice territoriale, con funzioni di supporto organizzativo nei rapporti con le famiglie e per situazioni particolari nello svolgimento del servizio.
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47 I pro e i contro: resistenze ed ostacoli Si sono manifestate resistenze da parte degli operatori dei nidi d'infanzia e dei Comuni che hanno sviluppato da più tempo il servizio di nido, i quali temono che si rischi una perdita della qualità raggiunta nel settore dell'educazione dei bambini; dove il servizio non è conosciuto ci sono delle diffidenze sulle modalità di svolgimento e sulla sua tenuta.
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48 I pro e i contro: criticità C'è una difficoltà a realizzare con continuità il monitoraggio e il controllo del mantenimento dei requisiti previsti dalla normativa. La nuova legge, infatti, ha previsto un sistema più articolato del precedente ma, mentre è stata valutata la corrispondenza di risorse umane per il suo svolgimento, non è stata valutata la necessaria corrispondenza di risorse umane per la supervisione e il controllo dei servizi; La durata del singolo servizio è legata ai progetti professionali del singolo operatore.
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49 Lo stato e le prospettive: indicatori di risultato Nella provincia di Trento il servizio di nido familiare è attivo da circa 5 anni; è rimasto pressochè invariato per numero complessivo di servizi e risponde a circa 530 famiglie, con un numero totale di 200.000 ore usufruite nell'anno e sostenute dai Comuni. Questo può essere considerato un indicatore di risultato rispetto alla richiesta delle famiglie di un servizio flessibile, svolto in contesto di tipo familiare,
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50 Lo stato e le prospettive: indicatori di risultato e rispetto all'obiettivo di servizio di ampliare e diversificare l'offerta di servizi socio-educativi per le famiglie. Al momento attuale si può affermare che lo svilupparsi di questa tipologia di servizio non ha interferito in modo significativo con lo sviluppo del servizio di nido d'infanzia, nelle diverse realtà del territorio, che si è espanso progressivamente negli anni.
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51 Lo stato e le prospettive: sviluppi auspicati Partendo dalle indicazioni del documento sui nidi domiciliari del Gruppo nazionale nidi infanzia (giugno 2009), si prevede di perseguire una qualificazione dei servizi di nido familiare, nelle seguenti direzioni:
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52 Lo stato e le prospettive: sviluppi auspicati Attivare ricerche sulle potenzialità e rischi di questi servizi, che informino sulle relazioni-dinamiche con i genitori, tra i bambini, sull'organizzazione giornaliera, sulla condizione professionale dell'operatore nella sua attività individuale, nei rapporti con la coordinatrice territoriale e con il coordinatore pedagogico dell'ente di appartenenza, al fine di combattere il rischio di isolamento organizzativo e psicologico degli operatori, migliorando le attuali reti territoriali tra operatrici e con gli altri servizi per l'infanzia;
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53 Lo stato e le prospettive: sviluppi auspicati A ttivare una verifica sull'andamento del servizio nel tempo; Definire nuovi strumenti e modalità per il coordinamento pedagogico generale; Costruire indicatori per la valutazione della qualità del servizio; Attivare un confronto con altri professionisti per approfondire, leggere, trovare conferma, rivedere i rapporti; prevedere cambiamenti e innovare l'esperienza in base all'evoluzione e ai cambiamenti dei bambini, attraverso la formazione continua, nell'ambito degli incontri territoriali promossi dalle Cooperative con il supporto tecnico psico- pedagogico, prevedendo il raccordo con gli altri servizi educativi presenti sul territorio.
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54 Lo stato e le prospettive: sviluppi temuti Rinuncia, da parte dei Comuni, a progettare l'istituzione di nuovi nidi d'infanzia per ripiegare su un servizio socio-educativo nel quale, per caratteristiche proprie, la componente assistenziale ha una parte significativa.
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55 Lo stato e le prospettive: sviluppi possibili/realistici Nell'ambito della formazione di base, prevedere di uniformare il titolo di educatore di nido e servizi integrativi per gli operatori di tutti i servizi, compreso quello domiciliare, con conseguente possibilità di ricorrere alla mobilità dall'uno all'altro. Realisticamente questo cambiamento comporta un impegno nella programmazione e realizzazione dei corsi di formazione di base e nella revisione della normativa per realizzare questo passaggio nel tempo.
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56 Lo stato e le prospettive: sviluppi possibili/realistici P roseguire e migliorare la professionalizzazione delle operatrici educative (attuali corsi di 30 ore annuali) con interventi formativi calibrati alle specificità del servizio, alternate a occasioni di formazione insieme alle educatrici dei nidi d'infanzia; sviluppare ulteriormente il servizio di nido familiare nelle realtà di piccole dimensioni, nelle vallate dove difficilmente si svilupperebbe il nido d'infanzia.
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