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Shelàch A proposito del precetto dello Tzitzìth, la Torà scrive: Lo vedrete, e ricorderete tutti i precetti del Signore e li metterete in pratica. I Maestri.

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1 Shelàch A proposito del precetto dello Tzitzìth, la Torà scrive: Lo vedrete, e ricorderete tutti i precetti del Signore e li metterete in pratica. I Maestri hanno notato che lespressione vedrete compare tre volte nella Torà, la prima quando il Faraone ordina alle levatrici ebree di guardare al momento del parto in modo da uccidere i maschi e salvare le femmine, la seconda quando Moshè ordina agli esploratori di guardare attentamente e valutare le condizioni della Terra promessa; la terza volta è questa. È quindi evidente che questi tre punti hanno qualcosa che li mette in relazione. Ma che cosa? Nei Pirqè Avòth (3:1) è detto che chi vuole evitare di cadere in peccato deve considerare tre cose: da dove viene, dove va, e davanti a Chi dovrà rendere conto delle sue azioni. Questo vedere ripetuto può effettivamente darci lidea: si viene da un parto, si va verso la terra, si deve rendere conto a Chi ci ha dato i precetti. Ma è possibile una lettura forse più intimista. In ogni fatto della vita ci troviamo sempre davanti ad una scelta. Veniamo da un momento nel quale un attimo può fare la differenza fra la vita e la morte (come per i neonati ebrei in Egitto), ed andiamo verso una vita sulla terra nella quale la stessa sussistenza dipende da una continua scelta fra bene e male; solo quando guardiamo verso le mitzwòth (e lo tzitzìth, per sua stessa natura, è legato alla mitzwà del guardare per ricordare le mitzwòth), solo allora noi arriviamo non ad una scelta fra bene e male (poiché le mitzwòth sono bene per se stesse), ma al rendere conto a noi stessi del vantaggio di scegliere il bene. Rav Elia Richetti Regola 4 A. Non via è differenza se si tratta palesemente di un precetto positivo o negativo della Torà, noto a tutti, perché certamente con il racconto (di questa trasgressione) sarà profondamente mortificato colui che ascolta; ma perfino se si tratta di un precetto cui molti ebrei non prestano attenzione, e non comporta un biasimo eccessivo, come dire di uno che non vuole studiare la Torà, o che ha detto menzogna (tranne quando sia utile rivelare questa menzogna, ed egli lo faccia solamente al fine di questa utilità, come spiegheremo più avanti alla regola 10, par.4), e casi di questo tipo, anche così è vietato, perché in ogni caso dalle sue parole traspare che quellaltro non rispetta la Torà. E perfino parlare di lui riguardo a derivazioni dei precetti, come ad esempio: (dire) che è avaro di soldi e che non onora lo Shabbàth come si deve (considerati i suoi mezzi), poiché questa cosa si riferisce al precetto positivoRicorda (il giorno dello Shabbàth) e come è scritto nel Sèfer Charedìm. Oppure perfino riguardo a un detto rabbinico, col quale i nostri Maestri abbiano sentenziato che non bisogna compiere una certa azione a priori, e qualcuno racconti, perfino in assenza del trasgressore e perfino quando la cosa sia vera, di averlo visto di persona compiere quellazione, anche così è vietato. (Liberamente tratto da Le leggi della maldicenza del Chafètz Chaìm, 2007)

2 settimanale no. 216 A cura dellUfficio Rabbinico di Venezia La Parashà della settimana: Shelàch Acc. lumi ore: 20.44 Uscita ore: 22.00 AVVENIMENTI DELLA SETTIMANA Lunedì e martedì 30 Siwàn/1° Tamùz 5769 (22/23.6.2009) Rosh Chòdesh Tamùz ci sarà la Tefillà alle 07.30 in Sinagoga Levantina 28 Siwàn 5769 20 Giugno 2009 Rav Raffaello Della Pergola Nato nel 1876 e morto nel 1923, studiò al Collegio Rabbinico di Firenze e fu Rabbino Capo di Gorizia dal 1903. Nel 1910 fu nominato Rabbino Capo di Alessandria dEgitto, dove rimase fino a poco prima della sua dipartita, avvenuta a Firenze. Durante la prima guerra mondiale, fu di grande aiuto ai profughi da Israele che trovarono rifugio in Egitto. Fu attivamente sionista, al punto che Weizmann lo invitò a presenziare alla posa della prima pietra dellUniversità Ebraica di Gerusalemme nel 1918. Guida paterna e carismatica, fu sempre pronto a calarsi nelle nuove realtà in cui si trovò a vivere, per essere vicino alla sua gente e poter mantenere un ruolo di interlocutore con le autorità. בס"ד תורת היום


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