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PubblicatoBertoldo Melis Modificato 10 anni fa
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Accolto linvito a partecipare al gioco, nella seconda fase i ragazzi si impegnano a farne proprio lo stile nel rispetto di tutti. La gioia cristiana infatti non è un bene personale ma collettivo: se ci si impegna solo per la propria felicità, nessuno ne giova.
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Nel Mese della pace i ragazzi si accorgono che, perché il gioco funzioni, è necessario limpegno di tutti nel rispettare le regole, le persone e lambiente. Quando ciò non accade, il gioco non è più divertente per nessuno, nemmeno per chi ha trasgredito. Guardando i luoghi ricreativi presenti nel loro territorio, si accorgono delle situazioni di abbandono e di incuria che precludono ad altri la possibilità di godere di quegli ambienti. I ragazzi si impegnano perché tutti comprendano limportanza del rispetto delle regole per il bene comune.
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labito stesso di Cristo, quello della carità sacramenti Nel Secondo Tempo di Catechesi scoprono che il ruolo a cui sono chiamati, labito nuziale che indossano tutti fin dal giorno del loro Battesimo, è labito stesso di Cristo, quello della carità verso i fratelli. Celebrano e riscoprono i sacramenti come momento di grazia che non riguarda i singoli ma tutta la Chiesa. Nutrendo e, nel contempo, esprimendo la fede essi generano infatti frutti personali ed ecclesiali: segni della presenza vera di Dio al fianco degli uomini e dellimpegno di questultimi a vivere da figli dello stesso Padre.
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Condividere è sentirsi responsabili del Bene comune e costruttori di una comunità, la Chiesa, che ciascuno contribuisce a rendere bella accogliendo la grazia dei Sacramenti e testimoniandone i frutti.
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La Pace ha le caratteristiche del vento, invisibile, in costante movimento, impetuosa o silenziosa, capace di arrivare dovunque e di stravolgere le carte in tavola. Lobiettivo dei bambini, dei ragazzi, dei giovani e degli adulti di AC è di credere fino in fondo che il soffio di Pace, che viene da Dio, sia capace di raggiungere ogni angolo della terra, di far sentire la sua dolce potenza alle menti e ai cuori degli uomini, diventando così noi stessi, per primi, sentinelle e ambasciatori di questo vento di pace
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La scelta del gadget per il Mese della Pace, deriva direttamente dallimmagine del vento. Con il vento si può giocare, si può utilizzare il suo soffio per far volare in alto un aquilone. Laquilone diventa così il simbolo di questo soffio di Pace che vogliamo far arrivare al mondo. Gli aquiloni diventano così un segno visibile dellimpegno dei bambini e dei ragazzi per i loro coetanei di Haiti.
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E importante in questa fase dedicare una specifica attenzione ai luoghi del gioco, quegli spazi (pubblici e non, curati e meno curati) che potrebbero diventare luoghi di gioco, luoghi di incontro e di relazione. Un modo per far sentire i bambini e i ragazzi protagonisti del territorio che vivono e che spesso rischia di dimenticarsi di loro e delle loro esigenze. La riflessione sui luoghi è accompagnata anche dal concetto di regola
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In una comunità, se i luoghi vengono utilizzati solo secondo le esigenze di alcuni, tutti gli altri non potranno usufruirne. Proprio su questo potrà concentrarsi la riflessione da fare insieme ai ragazzi durante le attività previste per il Mese della Pace. I bambini e i ragazzi devono comprendere la possibilità che hanno di trasformare e abitare i luoghi della città, anche secondo le proprie esigenze e non solo secondo quelle degli adulti.
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Nel 2010 lisola di Haiti è stata colpita da una catastrofe naturale che ha messo in ginocchio il Paese. La Croce Rossa Internazionale parla di circa 3.000.000 di persone coinvolte e danneggiate dalluragano. La risonanza dellevento ha mobilitato lintero pianeta ad interessarsi di questo piccolo Stato e, con grande fatica, oggi i bambini di Haiti hanno rivisto aprire la maggior parte delle loro scuole.
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Durante lo scorso anno, il CSI ha concretizzato questo aiuto rendendo possibile lattivazione di un corso per 40 allenatori/educatori con un solo, grande scopo: far tornare i bambini a fare il loro lavoro più importante, quello di giocare. Il corso ha permesso a molti giovani e adulti del luogo (formati dai volontari del CSI) di mettersi a servizio dei bambini e dei ragazzi per farli tornare a giocare per strada, nei campi, in quei luoghi che la catastrofe aveva distrutto e resi inutilizzabili.
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Il canale privilegiato è stato quello dello sport (su cui si è concentrato parte del corso), ma in genere si è considerato il gioco insieme come strumento per riportare i bambini alla normalità.
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I fondi di questanno serviranno a finanziare la realizzazione di un campo per lo sport e il gioco, con uno spazio attrezzato, per far sì che i bambini e i ragazzi di Haiti, accompagnati dai loro allenatori/educatori possano tornare a valorizzare la propria città e possano tornare ad occuparlo nel modo più giusto per la loro età: con il gioco. I luoghi, devastati dalla natura, grazie al progetto tornano utili per stare insieme e riempirli con lentusiasmo dello sport e del gioco.
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Gli Stati riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita ed artistica (Art. 31 Convenzione sui diritti dellinfanzia)
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