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PubblicatoAndrea Longhi Modificato 9 anni fa
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Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'adolescenza 1 Il patto tra le generazioni cura dei legami ed educazione Introduzione a cura di Pierpaolo Triani Università Cattolica del Sacro Cuore
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Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'adolescenza 2 Struttura dell’introduzione Premessa 1. L’attuale dinamica dei rapporti tra le generazioni 2. Il patto come prospettiva culturale 3. Il patto educativo 4. Il patto come modalità di intervento 5. Le possibili linee d’azione 6. Il patto e la sfida dell’intercultura
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Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'adolescenza 3 Premessa Il termine patto, prima di indicare possibili piste di azioni, intende essere innanzitutto un messaggio: il rapporto e il legame tra le generazioni non può essere dato per scontato; affinché esso sia segnato dall’attenzione e dalla costruttività è necessario sia reso oggetto di attenzione continua sia da parte degli adulti ma anche da parte dei ragazzi stessi.
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Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'adolescenza 4 1. Alcune caratteristiche delle attuali generazioni Persistenza basso livello di natalità Continuo processo di invecchiamento della popolazione Cambiamento nelle strutture e nei comportamenti familiari Difficoltà di inserimento dei giovani nel mercato del lavoro
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Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'adolescenza 5 1. rapporti tra le generazioni Da un lato si denuncia una crisi dei rapporti tra generazioni, il distacco, la mancanza di comunicazione, riconoscimento, ascolto con conseguenti situazioni di solitudine e marginalità. Dall’altro lato, si sottolinea una prossimità tra generazioni che ha aspetti di positività e problematicità. Per affrontare in modo positivo le trasformazioni in atto si è andata diffondendo la convinzione che occorra pensare il rapporto tra le generazioni secondo il principio della solidarietà.
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Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'adolescenza 6 2. Il patto tra le generazioni In connessione con la visione di comunità sociale che il principio di solidarietà intende promuovere e con i nodi problematici che intende contrastare si è andata diffondendo in Italia negli ultimi anni l’espressione ‘patto tra le generazioni’.
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Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'adolescenza 7 2. Il patto come prospettiva culturale Il termine patto, prima di indicare possibili piste di azioni, intende essere innanzitutto un messaggio: il rapporto e il legame tra le generazioni non può essere dato per scontato, affinché esso sia segnato dall’attenzione e dalla costruttività è necessario sia reso oggetto di attenzione continua. Parlare di patto tra le generazioni significa assumere e promuovere una precisa prospettiva culturale, ossia un modo specifico di leggere il rapporto tra vita sociale e crescita delle persone. Tale prospettiva culturale si basa su alcuni assunti.
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Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'adolescenza 8 I tre assunti Il primo assunto riguarda il riconoscimento del valore di ogni generazione, anche quelle relazionalmente più fragili, come risorsa per tutti. Il secondo assunto “è il riconoscimento di un “destino comune” tra le generazioni, della loro stretta interdipendenza e corresponsabilità [anche gli adolescenti vanno responsabilizzati] Il terzo assunto riguarda l’affermazione dell’importanza sostanziale, per il mantenimento e lo sviluppo della vita umana e sociale, della convivenza pacifica, del dialogo, della coesione, della comunicazione, dell’educazione, della cura, della partecipazione tra le generazioni.
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Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'adolescenza 9 3. Il patto educativo Il patto tra le generazioni si esprime in molteplici ambiti. Tra di essi ricopre un ruolo fondamentale l’ambito educativo in considerazione delle attuali sfide che l’attraversano. L’educazione avviene sempre in un contesto ‘pattizio’, tra l’educatore e l’educando, tra i genitori, tra la famiglia e la scuola, tra le diverse istituzioni coinvolte. Tali patti hanno generalmente il carattere dell’informalità e dell’implicito; si strutturano nel loro farsi concreto senza averne definito prima, in astratto, i caratteri. La questione attuale, però, è che molti di questi patti informali appaiono deboli, erosi da una molteplicità di fattori; le dinamiche fiduciarie e l’attribuzione di ruoli che erano implicite chiedono oggi, spesso, di essere esplicitati.
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Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'adolescenza 10 3. Alcune consapevolezze Riconoscere l’educazione come impresa comune Affrontare le trasformazioni Costruire responsabilmente nuovi approcci educativi Fare i conti con le criticità
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Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'adolescenza 11 4. Il patto come modalità di intervento La riflessione teorica e le esperienze messe in atto negli ultimi anni ci permettono di delineare, almeno in termini generali, le operazioni fondamentali, le condizioni, i soggetti, le forme e livelli di azioni che concorrono a declinare la prospettiva culturale del patto in modalità di intervento.
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Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'adolescenza 12 4. I livelli di azione I°: lavorare sulla consapevolezza II°: lavorare sulle condizioni III°: lavorare sulla quotidianità IV: lavorare sui dispositivi
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Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'adolescenza 13 5. Aree di lavoro Si possono individuare quattro aree di lavoro declinabili in diversi obiettivi. Le aree sono: a)Operare sulla sensibilità e la mentalità b)Operare per l’incontro e lo scambio di risorse c)Operare per una comunità educante d)Operare nel campo del sostegno educativo dei genitori e delle famiglie
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Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'adolescenza 14 6. Il patto e la sfida dell’intercultura «L’interculturalità non è un processo naturale e immediato – afferma Elena Besozzi, direttrice del Cirmib - bensì un progetto consapevole, che definisce le regole dello stare insieme, la legittimità delle opzioni culturali, il loro diritto di espressione. L’incontro tra culture diverse fa emergere difficoltà, resistenze, incomprensioni, conflitti e pone la necessità di elaborare strategie, progetti, per gestire, governare la dialettica anche conflittuale che si viene a creare nel confronto/scontro tra culture diverse».
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Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'adolescenza 15 6. Spunti di riflessione da due ricerche Una prima ricerca è quella svolta nelle scuole dell’infanzia di Trento e conclusa nel 2005.
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Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'adolescenza 16 Differenze nelle pratiche di cura, negli stili educativi Differenze tra genitori italiani e genitori stranieri: diversa concezione dell’autorità, diversi stili educativiDifferenze tra genitori italiani e genitori stranieri: diversa concezione dell’autorità, diversi stili educativi Differenze tra realtà genitoriale e realtà scolastica (‘particolarismo’ dei genitori, universalismo delle insegnanti …)Differenze tra realtà genitoriale e realtà scolastica (‘particolarismo’ dei genitori, universalismo delle insegnanti …)
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Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'adolescenza 17 Problemi aperti Ridotto contatto e prossimità fra gli adulti protagonistiRidotto contatto e prossimità fra gli adulti protagonisti Scarso contatto tra genitori italiani e stranieriScarso contatto tra genitori italiani e stranieri Bisogno di farsi accogliere ed accettare da parte dei genitori stranieriBisogno di farsi accogliere ed accettare da parte dei genitori stranieri Esplorazione reciproca più che incontro e scambioEsplorazione reciproca più che incontro e scambio La differenza, quando non crea problema, è spesso minimizzata, elusaLa differenza, quando non crea problema, è spesso minimizzata, elusa Sentimenti di indifferenza, diffidenza, ma anche di rispetto reciproco, di curiosità, …Sentimenti di indifferenza, diffidenza, ma anche di rispetto reciproco, di curiosità, … Sguardi che si incrociano … ma percorsi paralleli
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Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'adolescenza 18 Bisogni emersi dalla ricerca Bisogno di scambiare esperienze, confrontare pratiche di cura e stili educativi, valori e regole di riferimentoBisogno di scambiare esperienze, confrontare pratiche di cura e stili educativi, valori e regole di riferimento Necessità di sviluppare consapevolezza sulla propria appartenenza culturaleNecessità di sviluppare consapevolezza sulla propria appartenenza culturale Bisogno di acquisire competenze, strumenti, di sviluppare praticheBisogno di acquisire competenze, strumenti, di sviluppare pratiche Necessità di coltivare spazi e tempi ‘comuni’Necessità di coltivare spazi e tempi ‘comuni’
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Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'adolescenza 19 La ricerca nelle scuole dell’infanzia del Comune di Brescia (2007-2008)
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Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'adolescenza 20 Analisi dell’impatto del progetto “Crescere nel confronto” In sede di ricerca si è assunto un punto di vista, quella della multiculturalità gestita in forma dialogica, basata sul riconoscimento dell’altro come persona nella sua pienezza: questo punto di vista comunicativo, relazionale non misconosce né il conflitto né le difficoltà dell’incontro; piuttosto ritiene riduttiva sia l’ottica puramente assimilazionista, anche quella mascherata sotto il termine di integrazione, sia l’ottica del relativismo radicale, che ritiene impossibile l’incontro e pensa la convivenza come “vite separate”.
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Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'adolescenza 21 I risultati principali Una multiculturalità a volte vistosa, che sviluppa curiosità e impegno nell’accoglienza e inserimento, ma che esprime anche: - paura, diffidenza, disorientamento diffusi; - gradi diversi di disponibilità e di preparazione; - una conflittualità sopita e riscontrata nell’altro piuttosto che in se stessi (gioco del rimando; - la forza dell’esperienza diretta e dello sviluppo di competenze nelle insegnanti, che appaiono sovente in grado di gestire e riconoscere le diverse problematiche; - l’esistenza di distanza o conflitti più tra gli adulti che nei bambini o tra adulti e bambini (lasciar fare ai bambini …?) - un “vivere ai margini” dei genitori stranieri, ma anche un non pieno coinvolgimento dei genitori; - una prossimità attenta e matura nel personale ausiliario, capace di osservare, cogliere, riflettere, ma altrettanto bisognoso di esplicitare e poter discutere e scambiare opinioni, comportamenti, ecc. - un personale amministrativo più “distaccato” e diffidente (preoccupato per il sovraccarico di problematiche?)
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Conferenza Nazionale sull'Infanzia e l'adolescenza 22 Indicazioni per il futuro … Una realtà in movimento, con molto dinamismo, una conflittualità sottaciuta o mascherata dal ruolo del servizio (servizio educativo). Pertanto, si tratterà di: - sviluppare il processo di riconoscimento dei problemi (esplicitazione) - sviluppare le capacità per gestire una multiculturalità reale (sviluppo di conoscenze, di una capacità dialogica, di una sensibilità alla diversità come qualcosa di reale ma non necessariamente minacciosa) - lavorare “su se stessi” (riflessività) e su una capacità di de- centramento (mettersi al posto dell’altro …) e di riconoscimento della possibilità di incontro anche nella diversità - creare occasioni di “formazione in situazione” anche tra soggetti con ruoli e competenze diversi (insegnanti, ausiliari, genitori …)
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