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PubblicatoGeronimo Martina Modificato 10 anni fa
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Saggi biochimici per la valutazione dell’attività di ligandi
in linee cellulari Il ciclo cellulare è composto fondamentalmente da due parti: l’interfase e la mitosi. Interfase Fase G1: sintesi dei componenti cellulari Fase S: duplicazione del materiale genetico Fase G2: sintesi dei materiali necessari alla successiva mitosi.
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Il processo mitotico è costituito da 4 fasi:Profase, Metafase, Anafase, Telofase
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Le cellule normali non hanno la capacità di proliferare indiscriminatamente a causa di alcuni geni ubiquitari ad azione repressiva: p53 e Rb. Il gene p53 viene così chiamato in quanto codifica per una proteina di 53 kDa associata alla cromatina e alla matrice nucleare di cellule normali e tumorali. La sua entrata nel nucleo è mediata da proteine chaperon in particolare la Hsp70 (heat shock protein).
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Il gene p53 viene considerato un tumor suppressor gene in quanto la sua attività è in grado di arrestare la progressione del ciclo cellulare nella fase G1, favorendo la riparazione del DNA danneggiato. A questo punto si aprono due possibilità: se la riparazione è produttiva il ciclo cellulare può riprendere e la cellula sopravvive; nel caso in cui il danno sia irreparabile, p53 promuove l’apoptosi della cellula.
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Se la riparazione non ha successo s’innesca il meccanismo di apoptosi
La proteina p53 è una DNA-binding protein in grado di riconoscere un motivo simmetrico di 10 bp e di attivare la trascrizione dei geni. Se la riparazione non ha successo s’innesca il meccanismo di apoptosi Fas L’innesco dell’apoptosi può avvenire mediante attivazione ligando Fas-L con il suo recettore Fas. Il recettore Fas è una proteina presente sulla membrana plasmatica appartenente alla famiglia dei recettori del TNF-NGF. Quando lega il suo ligando induce apoptosi:
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Nell’uomo i processi apoptotici sono coinvolti in:
- sviluppo embrionale - sviluppo del sistema nervoso centrale - atrofia tissutale endocrino-dipendente - turn-over cellulare In numerosi processi patologici, quali infezioni virali (AIDS), tumori, e malattie autoimmuni, una deregolazione dell’apoptosi può essere la base o una delle cause della patogenesi della malattia.
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Induzione dell’apoptosi
- radiazioni ionizzanti - legame del recettore Fas con il suo ligando Fas-L (vedi percorso 1 e percorso 2) - rimozione dal mezzo di coltura dei fattori di crescita - riduzione della disponibilità di ATP - aumento di Ca++ citoplasmatico
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percorso 1 dopo il legame si ha oligomerizzazione del recettore Fas che provoca il reclutamento di proteine citosoliche FADD/MORT ad attività adattatrice; su queste proteine si aggancia la caspasi 8 che attiva a cascata le altre caspasi fino alla caspasi 3 la quale produce idrolisi dei substrati citosolici e nucleari.
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percorso 2 L’interazione recettoriale porta all’attivazione di una fosfolipasi C specifica per la fosfatidilcolina e di una sfingomielinasi acida. Dall’idrolisi della sfingomielina si generano i ceramidi i quali inducono apoptosi nelle cellule emopoietiche mediante il ganglioside GD3. L’apoptosi da GD3 sembra agire a valle delle caspasi in quanto non può essere bloccata da inibitori specifici delle caspasi.
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percorso 3 (mitocondriale)
La caspasi 8 ha come substrato il bid (BH3 interacting domain death agonist). Il prodotto di idrolisi del bid indicato come t-bid entra nei mitocondri e genera oligomerizzazione dei fattori pro-apoptotici Bax e Bak che portano alla fuoriuscita dal mitocondrio del citocromo c che è il cofattore dell’APAF-1 (Apoptotic Protease Activating Factor 1) che attiva la caspasi 9 che poi porta all’attivazione della caspasi 3 e al taglio dei substrati cellulari. Fattori pro-apoptotici: bax, bad, bak Fattori antiapoptotici: bcl-2, bcl-xL
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L’apoptosi può essere indotta da ligandi che interagendo su recettori specifici portano all’innesco in seguito ad aumento di Ca++ citoplasmatico. La caratterizzazione di questi recettori, la loro funzione regolatrice all’interno della cellula costituisce un metodo di valutazione dell’attività di ligandi verso questi recettori.
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Monitoraggio dell’apoptosi
Studio Citotossicità Dosaggio LDH LDH Lattato Piruvato NAD NADH 560 nm Resorufina Resazzurina Diaforasi 590 nm
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Dosaggio delle Caspasi Cysteinyl Aspartate Specific Proteinases
Colorimetrico Fluorimetrico Le caspasi sono delle cisteino-proteasi in grado di tagliare i substrati dopo un residuo di aspartato. Attualmente sono note 10 tipi di caspasi e la più studiata è la caspasi 3. La caspasi 3 è normalmente presente in forma inattiva, come pro-caspasi la quale proteoliticamente viene attivata.
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La caspasi 3 è in grado di tagliare il poli-ADP-ribosio-polimerasi (PARP) un enzima coinvolto nella riparazione del DNA. Dalla mappatura del sito di taglio del PARP è stato identificato un tetrapeptide DEVD come sito dell’attività caspasica. La coniugazione del DEVD con un residuo colorimentrico o fluorimentrico costituisce il substrato per il dosaggio della caspasi presente.
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Attivazione della caspasi1
Induzione di apoptosi Attivazione della caspasi1 DEVD-pNA DEVD-AFC caspasi3 DEVD DEVD -pNA -AFC rivelazione colorimetrica rivelazione fluorimetrica pNA = p-nitroanilide ; AFC = 7-ammino-4-trifluorometilcumarina
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Dosaggio della Annexina V
L’annexina V è una proteina con forte attività anticoagulante che ha elevata affinità calcio-dipendente per amminofosfolipidi. La fosfatidilserina è localizzata dalla parte interna della membrana cellulare, mentre mediante trasporto attivo durante l’apoptosi viene a trovarsi sul lato esterno della membrana cellulare. L’annexina V in presenza di Ca++ ha elevata affinità per la fosfatidilserina.
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Legando all’annexina V un residuo fluorescente come il fluorescein isotiocianato (FITC) è possibile misurare la quantità di fosfatidilserina presente sul lato esterno della membrana cellulare. citoplasma FICT Annexina V Ca++ fosfatidilserina esterno interno
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bromuro di 3-[4,5-dimetiltiazol-2-il]-2,5-difenil tetrazolio
Dosaggio MTT bromuro di 3-[4,5-dimetiltiazol-2-il]-2,5-difenil tetrazolio mitocondrio MTT (giallo) Formazano MTT Colore (azzurro)
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