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PubblicatoNicola Clemente Modificato 10 anni fa
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L’archivio istituzionale delle tesi di dottorato (Open Uniud)
Area Servizi per la Ricerca 30 novembre 2012
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a cura di Liliana Bernardis
Che cos’è ? Un deposito istituzionale ad accesso aperto è un archivio di servizi e di collezioni digitali liberamente accessibili in rete che raccoglie la produzione intellettuale e scientifica di un'istituzione (un'università, un dipartimento, un centro di ricerca). In questa occasione parliamo della collezione tesi di dottorato, considerate prodotti di ricerca a tutti gli effetti e come tali facente parte di quella categoria di documenti che, secondo la Dichiarazione di Berlino e le recenti raccomandazione dell’Unione Europea devono essere pubblicamente accessibili. a cura di Liliana Bernardis
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Perché l’accesso aperto?
Le tesi di dottorato subiscono un processo di validazione molto accurato. Il processo di validazione non è mediato dagli editori per cui non è necessario chiedere l’autorizzazione al deposito in un archivio aperto. Le tesi di dottorato sono pubblicamente consultabili presso le due Biblioteche Nazionali, per cui si possono definire «pubblicazioni» a tutti gli effetti Infine sono oggetti digitali nativi Gli archivi istituzionali sono il luogo ideale per il deposito e la disseminazione dei prodotti di ricerca anche al fine di colmare il gap tra Italia e altri paese europei in questo settore a cura di Liliana Bernardis
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a cura di Liliana Bernardis
Obiettivi: 1 Ottemperare agli obblighi di legge riguardanti il deposito legale delle tesi di dottorato presso le Biblioteche Nazionali Centrali di Firenze e Roma senza ricorrere all’invio di documentazione cartacea. Il DPR 252/2006 «Regolamento recante norme in materia di deposito legale dei documenti di interesse culturale destinati all'uso pubblico» (attuativo della L.106/2004) elenca tra le tipologie di documenti oggetto di deposito quelli diffusi su supporto informatico e quelli diffusi tramite rete informatica La procedura (harvesting automatico e riversamento dei dati nell’indice SBN), autorizzata dalla circolare MIUR n.1746 del 20 luglio 2007, può essere adottata da tutti gli atenei che raccolgono le tesi di dottorato in un archivio aperto, secondo le raccomandazioni contenute nelle Linee guida per il deposito delle tesi di dottorato negli archivi aperti. a cura di Liliana Bernardis
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a cura di Liliana Bernardis
Obiettivi: 2 Aumentare la visibilità di questo tipo di materiale aumentandone l’impatto sia a vantaggio del dottore di ricerca che dell’istituzione. I documenti e le informazioni archiviati nell’archivio istituzionale, grazie alla piena rispondenza di questi siti a standard internazionali, sono reperibili attraverso motori di ricerca specialistici (es. Pleiadi) o generalisti come Google e Google Scholar. Il servizio garantisce inoltre la conservazione nel tempo dei documenti depositati. a cura di Liliana Bernardis
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Il percorso effettuato
Delibera del Consiglio SBA del con la quale si approva la creazione di un archivio istituzionale per le tesi di dottorato Tradotto in obiettivo (da completare entro il 2012) nell’ambito del Piano della Performance Analisi di mercato (estate 2011) Affidamento diretto del servizio al CILEA (Lettera d’ordine dell’11 novembre 2011) Inizio configurazione su piattaforma software open source (DSpace) (gennaio 2012) Test e aggiustamenti (febbraio-aprile 2012) Formazione e revisione (giugno 2012) Presentazione alla riunione di Coordinamento dei dottorati del a cura di Liliana Bernardis
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Lo strumento utilizzato
DSpace è sviluppato in Java dal Massachusetts Institute of Technology e da Hewlett-Packard Permette il deposito, la conservazione e la disseminazione di oggetti digitali, ad esempio i prodotti della ricerca e i materiali per la didattica di un'università Alle funzionalità tipiche del software il CILEA ha aggiunto alcune funzionalità sviluppate per SURplus OA-Open Archive (modulo repository dei prodotti della ricerca). Ad es: Possibilità di scegliere un eventuale periodo di embargo per ogni file depositato Generazione automatica delle citazioni Possibilità di duplicare le informazioni contenute in un item per la creazione di un nuovo item Estrazione delle tabelle in file di diversi formati (csv, xml, xls, pdf, ecc..) Estrazione delle citazioni in vari formati (RefMan, BibTeX, RefWorks, EndNote, Wikipedia, ecc.) Possibilità di segnalare un record in vari social networks (Facebook, Delicious, Citeulike, Connotea, ecc.) Upload delle pubblicazioni verso il sistema di governo istituzionale della ricerca Harvesting delle tesi di dottorato per le Biblioteche Nazionali Import a partire da identificatori (DOI, PubMed, etc.) Import da file bibliografici (EndNote, BibTex, etc.) Raffinamento progressivo delle ricerche (navigazione a faccette) a cura di Liliana Bernardis
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a cura di Liliana Bernardis
Stato dell’arte L’archivio è stato aperto ed è stato attivato l’handle server per consentire l’interrogazione da parte della BNCF Inserite dall’Area Ricerca le 126 tesi (complete di metadati e full-text) discusse nel 2012 E’ in corso l’integrazione tramite web service con Ess3 per l’autenticazione dei dottorandi Prossimamente Individuazione policy di Ateneo [collezioni da inserire nell’archivio, reti alle quali registrarsi, progetti a cui aderire (Pleiadi, OpenDOAR), ecc.] da parte degli organi accademici a cura di Liliana Bernardis
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Tesi di dottorato e diritti d’autore
Le tesi sono tutelate dal diritto di autore (Legge n. 633/1941 e successive modifiche) In quanto autore della tesi il dottorando possiede i diritti morali (non trasmissibili e illimitati nel tempo) i diritti di utilizzazione economica o patrimoniale che possono essere ceduti, in parte o in esclusiva e che sono temporalmente limitati. Fa eccezione il caso in cui la ricerca sia stata finanziata da terzi (in tal caso fa fede il contratto con l’ente finanziatore) Ai presunti eccessi della legislazione in tema di diritto d’autore ha risposto negli ultimi anni un vasto movimento che propugna valori di «apertura dei contenuti» (open content, open source, open access). Denominatore comune ai vari orientamenti che si riconoscono in questo movimento è il ricorso da parte dei titolari dei diritti a contratti di licenza che attribuiscono agli utenti diritti e facoltà maggiori di quelli di cui essi godrebbero in base alle rigide norme in tema di diritto d’autore a cura di Liliana Bernardis
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Utilizzo di materiali sotto tutela
L’autore deve essere consapevole che quando scrive la propria tesi deve rispettare i diritti altrui: l’obbligo riguarda sia la versione digitale che la versione a stampa del suo lavoro Foto/immagini---> devono essere a bassa risoluzione e di qualità inferiore all’originale (una distinzione va fatta tra opera fotografica e riproduzione fotografica di un’opera) Articoli---> va indicata chiaramente l’opera da cui sono tratti Brevi citazioni--->citare le fonti Dati sensibili- non dovrebbero essere oggetto di dissertazione a cura di Liliana Bernardis
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L’embargo Alcune tesi non possono essere rese pubbliche (parti di esse sono state sottoposte ad un editore o in attesa di pubblicazione; tesi finanziate da enti esterni che vantano dei diritti su di esse; lavori in attesa di brevetto con richiesta già depositata) In questi casi si ricorre all’embargo al termine del quale la tesi viene comunque resa pubblicamente consultabile. L’embargo si applica solo quando è opportunamente motivato; per tutto il periodo dell’embargo la tesi depositata in un archivio istituzionale è secretata e resa accessibile solo per quanto riguarda i metadati. Le tesi soggette ad embargo sono comunque raccolte per ottemperare agli obblighi di legge. Secondo la normativa vigente in materia di dottorato, esse saranno consultabili nei locali delle Biblioteche Nazionali su PC privi di periferiche dopo il trattamento biblioteconomico in SBN. a cura di Liliana Bernardis
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Le licenze Creative Commons (CC)
Ci sono due tipi di licenze che il dottorando deve sottoscrivere all’atto dell’autoarchiviazione: Licenza di deposito (specifica i diritti della hosting organization) Licenza di distribuzione (specifica cosa può fare l’utente che scarica un documento) L’autore che associa al proprio lavoro una licenza Creative Commons, oltre a mantenere tutti i diritti sulla propria opera, offre alla comunità alcuni dei diritti esclusivi che la legge sul diritto d’autore gli riconosce Le licenze Creative Commons (le prime sono state rilasciate a partire dal 2002) sono dei contratti veri e propri mediante i quali il titolare dei diritti concede ai fruitori dell’opera una serie più o meno ampia di diritti Le CC sono state tradotte in italiano nel Le licenze si formano dalla combinazione di 4 diversi tipi di condizione Attribuzione Devi attribuire la paternità dell'opera nei modi indicati dall'autore o da chi ti ha dato l'opera in licenza Non Commerciale Non puoi usare quest'opera per fini commerciali. Non opere derivate Non puoi alterare o trasformare quest'opera, ne' usarla per crearne un'altra. Condividi allo stesso modo Se alteri o trasformi quest'opera, o se la usi per crearne un'altra, puoi distribuire l'opera risultante solo con una licenza identica o equivalente a questa. Le diverse combinazioni (che comprendono sempre obbligatoriamente la condizione "attribuzione") danno luogo a 6 tipi di licenza. a cura di Liliana Bernardis
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Riepilogo workflow Lo studente presenta alle Segreterie richiesta di sostenere l’esame finale di dottorato (23 dicembre di ogni anno) Il collegio docenti delibera l’ammissione all’esame finale (entro 31 gennaio di ogni anno) La tesi viene depositata nell’archivio istituzionale a cura del dottorando che sottoscrive la declaratoria (sarà modificata ad accogliere una sorta di validazione da parte del tutor). L’ultima data utile per la consegna verrà definita dagli organi di governo Discussione Approvazione record bibliografico a cura del team preposto e pubblicazione su web Deposito legale via harvesting a cura di Liliana Bernardis
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Riferimenti Documenti CRUI Legge 22 aprile 1941, n. 633 e successive modifiche e integrazioni Lista Sherpa/RoMEO Licenze Creative Commons AePIC: a cura di Liliana Bernardis
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