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EDUCAZIONE ALLA LEGALITA' I no CHE AIUTANO A CRESCERE

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Presentazione sul tema: "EDUCAZIONE ALLA LEGALITA' I no CHE AIUTANO A CRESCERE"— Transcript della presentazione:

1 EDUCAZIONE ALLA LEGALITA' I no CHE AIUTANO A CRESCERE
A scuola con i genitori... Dott.ssa Valeria Zotti Andria, Marzo 2007

2 DA DUE A CINQUE ANNI...

3 LA FISSAZIONE DEI LIMITI
Fantasia e realtà non sono ancora ben separate e definite. I genitori fungono da intermediari fra il figlio e il mondo esterno. La grande sfida che devono affrontare i genitori è quella di coltivare nei figli la passione e il coinvolgimento nel mondo e al tempo stesso insegnar loro ad adattarsi alle regole della società. La capacità di dire NO diventa particolarmente importante dopo i due anni. Il bambino ormai si sa muovere da solo e può andare incontro a molti pericoli; fa la sua comparsa la disciplina.

4 IL PROBLEMA DELLA COERENZA
La coerenza è importante soprattutto quando si tratta di fissare dei limiti. L'incoerenza crea tensione, perchè non si sa se le proprie speranze verrano frustrate o soddisfatte. I bambini preferiscono gli esiti prevedibili, anche se non sono quelli desiderati, alle montagne russe dell'alternarsi di speranze e delusione. La reazione più o meno coerente alle richieste che ci vengono poste, la posizione che assumiamo e il modo in cui affrontiamo i conflitti sono fortemente influenzati dal nostro carattere e dalla nostra storia.

5 LE PUNIZIONI Le punizioni sono importanti quando si cerca di far valere il proprio NO. Non è la punizione che conta, ma quello che comunicate attraverso il vostro comportamento. Non occorre una mazza per schiacciare una noce. Non è mai utile perdere le staffe; un comportamento incontrollato genera paura sia nell'adulto che nel bambino. Ma se qualche volta, come succede a tutti genitori, dite o fate qualcosa che poi rimpiangete non è la fine del mondo.

6 Il bambino imparerà che siete un essere umano e non un robot o un angelo.
Il modello che trasmettete è quello di una persona che riconsidera quello che ha fatto, si rende conto degli errori commessi, li ammette e chiede scusa. L'importante è non venir meno alla vostra funzione di adulti. Una punizione deve aiutare il bambino a imparare. La crudeltà insegna solo a essere cattivi. La vostra punizione deve mirare ad aiutarlo a riflettere di più.

7 MAI DIRE NO In questa fase è importante non frenare il loro entusiasmo e non frustrare le loro aspirazioni. E' importante anche che i bambini abbiano una visione realistica di quello che possono e non possono fare. Negare qualsiasi dipendenza porta a diventare autoritari, se non addirittura prepotenti. Quando i genitori pensano di non avere nessun potere sul comportamento del bambino considerano i suoi desideri dei bisogni e si adeguano. Il bambino non sarà abituato a gestire la frustrazione e quando si troverà di fronte ad una difficoltà farà sempre più fatica a superarla.

8 MAI DIRE NO All'altro estremo c'è il bambino troppo bravo.
Anche il bambino che non sopporta di essere piccolo e reagisce con una identificazione eccessiva con gli adulti, imitandoli, si sottrae ai disagi che sono indispensabili per diventare grandi. Il bambino non può imparare a controllare l'aggressività e le emozioni negative se non ha avuto la possibilità di provarle, di conoscerle in prima persona. Solo così può valutarne la forza e trovare in sé le risorse per imbrigliarle e, se possibile, utilizzarle per scopi vantaggiosi.

9 L'UTILITA' DEI LIMITI Sentirsi al sicuro: i limiti possono rappresentare delle restrizioni e mandare il bambino su tutte le furie, ma sono anche dei cancelli, che proteggono e fanno sentire al sicuro. Crescere forti: i limiti aiutano a sviluppare le proprie risorse e a tollerare la frustrazione. Il genitore che, con le migliori intenzioni, cerca di risparmiare al figlio qualsiasi sofferenza, potrebbe privarlo dell'opportunità di sviluppare degli strumenti per far fronte alle difficoltà. La frustrazione stimola il bambino a fare uso delle proprie risorse, purché naturalmente il “no” sia ragionevole e non generi disperazione.

10 IL RIFIUTO DEI LIMITI Accesso di collera: i limiti spesso provocano rabbia e dobbiamo essere in grado di affrontarla. I bambini devono potersi arrabbiare e devono trovare dei modi accettabili di esprimere la collera. Dovete sperare di far nascere in vostro figlio un forte senso di sé, perché si arrabbi quando viene maltrattato. L'adulto deve restare calmo, non deve farsi sopraffare dalle emozioni del bambino al punto da lasciarsi trascinare, cedendo anche lui all'ira.

11 IL RIFIUTO DEI LIMITI Genitori o mostri? : Può essere molto inquietante rendersi conto che un bambino vi ha trasformati in un mostro. Aggressività: a volte i bambini, per dar sfogo alla collera, diventano aggressivi. L'aggressività è spesso l'altra faccia della paura. Un modo di non essere spaventati è assomigliare a quelli che ci fanno paura, diventare noi l'aggressore. I bambini piccoli traducono subito in azione i loro sentimenti; per capire che il pensiero deve precedere l'azione hanno bisogno dell'esempio di un adulto.

12 LA SEPARAZIONE Il modo in cui il bambino vive la separazione dipende da come gli viene presentato il tempo che trascorrerà lontano dai genitori. La madre si fida della persona a cui lascia il figlio? Ha un buon ricordo dei periodi che lei stessa trascorreva fuori casa? Pensa di lasciare il figlio per il suo bene o per una propria esigenza, per esempio il lavoro? Una separazione tranquilla e fiduciosa crea nel bambino la prospettiva che trascorrerà delle ore piacevoli. La separazione va preparata con intelligenza. Dovrà essere un processo graduale, ma deve essere avviato perchè il bambino possa gustare altre gioie oltre a quelle che voi gli offrite.

13 IL SONNO Perchè abbiamo difficoltà a dimostrarci fermi quando si tratta di mandare a letto i figli e a dire loro di no quando vogliono venire nel lettone? Che cosa interferisce nelle nostre decisioni? Il modo in cui viene visto e praparato il sonno ne trasmette una certa immagine. Un bambino che di notte ha paura e viene preso regolarmente nel lettone non elabora delle strategie per cavarsela da solo, e di conseguenza è sempre vulnerabile.

14 IL CIBO Una madre che non riesce a dire no al figlio che le chiede ogni giorno lo stesso piatto, o che gli permette di rifiutare la maggior parte dei cibi, può finire per lasciarsi tiranneggiare dal figlio, accettando che le dia degli ordini. Pur rispettando i gusti del bambino, la madre potrebbe stabilire alcune regole. È importante che la madre sia fiduciosa e convinta di offrigli delle cose buone; sarà questa l'immagine che presenterà al figlio, che il più delle volte apprezzerà i pasti.

15 L' ATTESA I bambini piccoli vivono intensamente nel qui ed ora. Hanno un senso del tempo molto soggettivo. Aspettare costa loro fatica; vogliono gratificazioni istantanee, che in parte sono di natura fisica. Se voi trovate molto penosa l'attesa, difficilmente riuscirete a trasmettere a vostro figlio un'immagine diversa. Si ha quasi la sensazione che dire no, fissare dei limiti, sia pericoloso. Invece è proprio l'opposto: è dannoso non farlo.

16 IL COMPORTAMENTO DISTRUTTIVO
E' importante che un bambino impari a non fare del male agli altri e , se lo fa, a riparare il danno fatto. Se gli viene permesso di comportarsi in modo distruttivo, il bambino alla fine è spaventato, sia per quello che ha fatto, sia per quello che voi potreste fare a lui. Il fatto di essere bloccato con fermezza viene interpretato dal bambino come un segno che ci si preoccupa per lui e che, per il suo bene, si è pronti ad affrontare la sua collera.

17 LE BUONE MANIERE Uno dei nuovi compiti che devono affrontare i bambini tra due e cinque anni è quello di imparare l'arte di stare in compagnia. E' importante rispettare lo stile personale del bambino che sta emergendo, dandogli però, nel contempo, gli strumenti per cavarsela bene nella vita. È importante anche che come genitori, diamo valore al fatto di essere trattati bene. Diventare grandi comporta delle limitazioni alla propria libertà.

18 GLI ANNI DELLA SCUOLA PRIMARIA....

19 UN MONDO TUTTO NUOVO Verso i cinque anni, tutti i bambini vivono la transizione dalla propria casa alla scuola. I bambini dovranno adattarsi alle regole valide per la maggioranza, che possono non essere in armonia con i loro bisogni individuali. I genitori tendono ad essere ansiosi; in fondo stanno affidando il figlio, per la maggior parte della giornata, a persone che contribuiranno a farne la persona che diventerà.

20 REGOLE A SCUOLA E A CASA Durante la giornata scolastica i bambini devono rispettare più regole di quelle che ci sono a casa e inserirsi nel gruppo che diviene più ampio. Possono riuscirci e tornare a casa sentendosi molto indipendenti e orgogliosi del loro successo. Se a casa la cosa non viene capita e vengono trattati esattamente come prima, avranno l'impressione che il loro diventare grande, ancora molto precario, sia sminuito. Non trattarmi come un bambino piccolo! È una protesta frequente negli anni della scuola primaria.

21 E' LO STESSO BAMBINO? La maggior parte dei bambini ha un comportamento molto diverso a casa e a scuola. Negli anni della scuola primaria, i bambini oscillano dall'autonomia alla dipendenza, da un atteggiamento ragionevole alle crisi di collera, dalla fiducia in sé a un grande senso di insicurezza. Non è facile trovare l'equilibrio fra la necessità di appoggiarli nella loro ricerca di indipendenza e l'esigenza di non dimenticare quanto hanno bisogno di noi, senza però dar l'impressione di essere trattati da bambini piccoli.

22 RAGIONE E LOGICA A sette anni assumono grande importanza i valori come la lealtà, la giustizia, la ragione e il torto. Il bambino comincia a dare molto peso alla propria capacità di ragionare e di discutere. È un epoca in cui i bambini stanno imparando a rapportarsi agli altri e stanno sviluppando una coscienza.

23 I CONFLITTI I problemi scolastici spesso sono un riflesso di ciò che accade a casa. E viceversa la casa può essere il terreno sul quale vengono riprodotti ed elaborati i conflitti scolastici. Difendendo fermamente in famiglia la necessità di trattarsi l'un l'altro con rispetto, si danno ai bambini gli strumenti per affrontare i sentimenti di frustrazione e di collera.

24 I CONFLITTI È importante che un genitore mantenga il rispetto per se stesso e non si lasci maltrattare, anche perché così facendo, dimostrandosi convinto del proprio valore e di non meritarsi di essere trattato male, stabilisce un modello per il figlio lo stimola a fare altrettanto. In questi primi anni i bambini possono acquisire un forte senso del proprio valore e imparare a non lasciarsi mettere i piedi in testa. Questo risultato non si raggiunge diventando il più forte, facendo il prepotente, ma scaturisce dalla convinzione di valere.

25 IL SENSO DEL TEMPO Quando i bambino cominciano le scuole elementari il tempo assume per loro più significato. I bambini però soprattutto a questa età sembrano avere una visione selettiva del tempo. Anche questa è una conseguenza della posizione ambigua in cui si trova il bambino: sta imparando ad avere un maggiore autocontrollo, ma aspettare è ancora faticoso. In questa fase, dicendo loro di aspettare, dicendo no a una richiesta di soddisfazione istantanea, chiediamo loro di conservare il desiderio, o di trovare il modo di soddisfarlo da soli.

26 IL SENSO DEL TEMPO Devono imparare a gestire uno spazio di attesa.
Spesso l'attesa genera irritazione, senso di perdita, rabbia, disperazione. Tutti questi difficili sentimenti fanno parte del repertorio delle emozioni umane e non è negativo imparare a conoscerli. È importante che non debbano aspettare talmente a lungo da far svanire il desiderio, perché in questo modo rischieremo di smorzare il loro interesse per la vita.

27 LE ASPETTATIVE Investiamo molto nel successo dei nostri figli; già nella scuola primaria. Vogliamo la perfezione o ci basta la sufficienza? Vogliamo che il bambino eccella rispetto agli altri o che faccia del suo meglio in rapporto a se stesso? Le nostre aspettative possono interferire con il ritmo e con le modalità di apprendimento che sono ottimali per i nostri figli. È bene saper riconoscere i bambini con difficoltà di apprendimento: le aspettative non possono corrispondere alle reali capacità.

28 LE ASPETTATIVE Dobbiamo avere un approccio specifico, non globale, in modo da farli sentire aiutati a superare una particolare difficoltà e non giudicati. Capita a volte che un bambino abbia un'autentica passione e un talento per qualcosa che è totalmente al di fuori del quadro di riferimento della famiglia; in questo caso i genitori dovranno sforzarsi di superare il senso di estraneità e le incertezze, per consentire al figlio di esplorare da solo questo nuovo territorio.

29 AUMENTA L'INDIPENDENZA
I genitori devono contemperare le esigenze ancora infantili del figlio con le sue crescenti richieste di indipendenza. Non è un problema semplice quello di capire quanta fiducia merita il bambino e quali sono i giusti limiti. Conviene forse scegliere una mediazione e affrontare le cose con ottimismo ma con prudenza, sapendo che il bambino potrebbe non riuscire a cavarsela da solo; che si pone obiettivi per i quali potrebbe aver bisogno di aiuto.

30 ESSERE DIVERSI Negli anni della scuola primaria i bambini osservano e confrontano e spesso vogliono essere uguali agli altri. È utile ricordare che dicendo no quando gli altri dicono sì, insegniamo al bambino che può capitare di essere diversi. Questo lo aiuterà a resistere alla pressione dei pari. Gli consentirà magari di dire no al sesso o alle droghe senza timore di essere giudicato un vigliacco. L'incapacità di far valere le proprie scelte può avere un prezzo molto alto.

31 I CONFLITTI Se i genitori si lasciano sopraffare dai sentimenti negativi dei figli nei confronti della scuola, non saranno in grado di offrire loro dei punti di vista diversi. I problemi possono sorgere anche quando non si presta abbastanza ascolto al disagio espresso dal bambino. Bisogna dunque imparare ad ascoltare e non limitarsi a dire sì accettando in blocco il racconto del bambino.

32 ASCOLTARE Dobbiamo fare attenzione a non lasciarci sopraffare dalle sofferenze dei nostri figli. Prestando loro ascolto e accogliendo i loro sentimenti, ma restando abbastanza distaccate da poter riflettere sulle cose, possiamo sdrammatizzare una esperienza negativa e proporre un punto di vista diverso. Questo aiuterà il bambino a ridimensionare il problema e a considerarlo un ostacolo che è in grado di superare.

33 ASCOLTARE Un genitore che malgrado le avversità, è riuscito ed ha avuto successo, può essere insensibile alla richiesta di aiuto di un figlio che subisce delle prepotenze. L'idea che lui c'è l'ha fatta, nonostante la situazione difficile, può renderlo incapace di vedere che il figlio invece non ce la fa. L'importane è ascoltare il bambino, ma prestare anche attenzione a ciò che il suo racconto provoca in noi. Non è facile distinguere e analizzare ciò che, emotivamente, appartiene a noi.

34 IL SENSO DI COLPA Molte delle nostre difficoltà nel dire “no” hanno origine da sensi di colpa. Cerchiamo di risarcire nostro figlio, perché pensiamo di averlo privato di qualcosa. E' l'esperienza di molti genitori che lavorano. Dire no non è facile. Spesso si dice sì solo per avere un po di pace o per sentirsi meglio con se stessi.

35 IL SENSO DI COLPA Spesso i sensi di colpa ci inducono a riempire i nostri figli di cose materiali. Come adulti, siamo in grado di discernere e attraverso il nostro atteggiamento anche il bambino impara a distinguere tra desideri e bisogno. Se gli spazi vengono riempiti all'istante, non c'è posto per la creatività.

36 IL SENSO DI COLPA Se un bambino lega la propria importanza a quello che possiede, la sua immagine di sé sarà sempre a repentaglio. Tollerando di non avere, invece, acquista più fiducia in se stesso e più consapevolezza di essere la persona che è, con un suo carattere, che la cosa più preziosa di tutte, che nessuno gli può togliere. È questo senso del proprio valore, di essere apprezzati per quello che si è che aiuta a sopravvivere nei periodi di avversità.

37 SPECCHIO, SPECCHIO... E' importante per lo sviluppo del bambino che possa ribellarsi e criticare, che abbia un proprio punto di vista e lo esprima. Ma è ugualmente importante che l'adulto conservi la propria posizione e non si lasci trascinare da un bambino. Se avete le idee chiare è molto più probabile che riusciate a comportarvi con fermezza, senza vacillare al primo attacco. Una delle cose che ci disturbano di più è ritrovare nei nostri figli degli aspetti di noi stessi, soprattutto se si tratta di qualità di cui non andiamo particolarmente fieri.

38 LE PUNIZIONI Talvolta potrà capitare di dover imporre la vostra decisione magari con una punizione. I bambini tendono ad aspettarsene e a immaginare di ben peggiori di quelle che vengono adottate dagli adulti. Le punizioni sono veramente efficaci se promuovono lo sviluppo. Quelle che terrorizzano un bambino o lo costringono alla sottomissione non ne fanno certo un individuo sano.

39 LE PUNIZIONI La punizione è qualcosa di specifico, e non comporta un giudizio globale sul bambino. È abbastanza forte da farlo riflettere, ma non tanto grave da inibire l'apprendimento. È importante anche che le punizioni siano messe in relazione con il bambino e non con voi. Se dite ad un bambino che il suo comportamento vi fa star male lo caricate di una responsabilità esagerata, che non gli compete.

40 STILE EDUCATIVO “Modalità applicata dal genitore, o chi ne fa le veci nella relazione con il figlio”. Se corretto permette: Autonomia Sviluppo delle potenzialità Tolleranza della frustrazione Relazioni sociali soddisfacenti

41 STILE EDUCATIVO Per la psicologia sociale, gli stili relazionali dei genitori si basano su due dimensioni: 1) Accettazione 2) Controllo

42 STILE EDUCATIVO Il giusto stile educativo è quello in equilibrio tra le due posizioni. Se dico sempre “sì” creo un onnipotente incapace di tollerare le frustrazioni. Se dico sempre “no” creo un infelice incapace di provare piacere e gioia. “Il genitore che tollera il dolore di dover proibire, insegna al figlio a tollerare di non poter fare sempre ciò che vuole”.

43 STILE EDUCATIVO PERMISSIVO
ELEVATA ACCETTAZIONE SCARSO CONTROLLO Il genitore permissivo: Non punisce e non avanza pretese Non guida il figlio nelle sue scelte Soddisfa ogni desiderio anche se privo di senso Accetta il figlio per quello che è Il figlio del genitore permissivo: Considera il genitore privo di interessi nei suoi confronti Si sente privo di sostegno nei momenti difficili

44 STILE EDUCATIVO AUTORITARIO
ELEVATO CONTROLLO SCARSA ACCETTAZIONE Il genitore autoritario: Tenta di plasmare il figlio a seconda di un suo ideale Non accetta il figlio per quello che è Esprime valutazione e giudizi Scoraggia il dialogo Il figlio del genitore autoritario: Tende a diventare ansioso e frustrato Sviluppa una bassa stima di sè

45 STILE EDUCATIVO AUTOREVOLE
ELEVATA ACCETTAZIONE ELEVATO CONTROLLO Il genitore autorevole: Agisce intenzionalmente, nell'ambito del possibile Si pone all'interno di una relazione asimmetrica e sistematica, all'insegna della reciprocità Mostra i suoi sentimenti in modo autentico Si interroga circa i messaggi veicolati da taluni comportamenti Accetta incondizionatamente il figlio, ma non sempre approva i suoi comportamenti

46 STILE EDUCATIVO AUTOREVOLE
Il genitore autorevole: Ascolta il figlio con empatia valorizzando le sue parole, i suoi sentimenti, le sue esperienze, senza sostituirsi a lui Manifesta stima e fiducia verso sé e verso il figlio Sa essere assertivo Il figlio del genitore autorevole: Sviluppa senso critico Sicurezza Buone capacità di adattamento

47 STILI EDUCATIVI DISFUZIONALI
1) STILE IPERANSIOSO Genitore: “Non...” Ansia per l'incolumità fisica Figlio: “I pericoli sono dappertutto” 2) STILE IPERPROTETTIVO Genitore: Cerca di evitare al figlio ogni minima frustrazione per l'incolumità emotiva Figlio: “Non so cos'è la frustrazione” CONTAGIO EMOTIVO

48 STILI EDUCATIVI DISFUZIONALI
3) STILE IPERCRITICO Genitore: Ingigantisce e nota sempre azioni e difetti Rimprovera... Figlio: “Ho sempre paura di sbagliare” 4) STILE PERFEZIONISTICO Genitore: “Tutto ciò che non è perfetto è sbagliato” Figlio: “Se sbaglio è una catastrofe....”

49 IL PICCOLO PRINCIPE Nel “Piccolo Principe” c'è un brano molto toccante, quello in cui la volpe chiede di essere addomesticata. Il piccolo principe vuole giocare con la volpe che ha appena incontrato. La volpe gli risponde che non può giocare perchè non è addomesticata. Il piccolo principe è sconcertato, allora la volpe gli spiega che addomesticare significa stabilire dei legami. E prosegue: “Se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio pane e il grano per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai i capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano che è dorato mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano...”

50 Grazie per l'ascolto e per la partecipazione attiva....


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