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William Shakespeare In null'altro mi reputo io sì felice

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Presentazione sul tema: "William Shakespeare In null'altro mi reputo io sì felice"— Transcript della presentazione:

1 William Shakespeare In null'altro mi reputo io sì felice
come in un'anima che buoni amici rimembrar mi fa.

2 Chi può essere tanto puro di cuore da non avere qualche indegno sospetto...

3 Di esseri belli esigiamo un erede, Non morirà mai l’essenza di rosa,
Se, quando al tempo maturando cede, Un tenero bocciolo al suolo posa; Ma se tu ti rimiri luminoso, La tua fiamma s’illumina da sola, Carestia su terreno rigoglioso, Tu stesso tuo nemico a te si immola. Ora tu sei del mondo il fresco gioiello, Unico araldo della primavera, Sotterri ciò che dentro te è più bello, Spreco avaro di ciò che di te è fiera. Pietà del mondo abbi, che non soccomba Ciò che devi al mondo nella tua tomba.

4 Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento
o tende a svanire quando l'altro si allontana. Oh, no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai; amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio; se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.

5 Vieni, o gentil notte: vieni, o amabile notte
dalla nera fronte, e dammi il mio Romeo; e quando egli morrà, prendilo e taglialo in piccole stelle, ed egli renderà così bella la faccia Del cielo, che tutto il mondo si innamorerà della bellezza della notte, E non presterà più nessun culto all'abbagliante sole. Ah! Io ho comperato un palazzo d'amore ma non lo posseggo; sebbene venduta, ancora non sono stata goduta da chi mi ha comprata; ma questo giorno è così insopportabilmente lungo, come la vigilia di una festa per un bimbo impaziente che ha un vestito nuovo e non vede l'ora di metterselo..

6 Se non ricordi che l'amore t'abbia mai fatto commettere
la più piccola follia, allora non hai mai amato.....

7 E' tutta colpa della luna, quando si avvicina troppo alla terra
fa impazzire tutti. "Otello" 

8 O fati, sapremo le vostre volontà;
che noi morremo lo sappiamo; non è che dell'ora e del prolungare i giorni che gli uomini si curano. "Giulio Cesare"  

9 e ora il tempo sciupa me. "Riccardo II"
Ho sciupato il tempo, e ora il tempo sciupa me. "Riccardo II" 

10 Il mio occhio s'è fatto pittore
Il mio occhio s'è fatto pittore e ha ritratto la tua bellezza nel quadro del mio cuore; il mio corpo è la cornice che lo racchiude e, prospetticamente, è opera pregevole. E' infatti nella maestria dell'artista che puoi vedere dove si trova la tua vera immagine: essa pende ancora nella galleria del mio animo, le cui finestre i tuoi occhi sono. Vedi quale vicendevole aiuto si son dati gli occhi: i miei han dipinto il tuo sembiante, e i tuoi sono fenditure dentro di me, per le quali il sole si diletta e indulge ad ammirarti. Ma pure all'arte degli occhi qualcosa manca: ritraggono solo quel che vedono, non le nostre profondità.

11 Il nostro corpo è un giardino di cui è giardiniere la nostra volontà.

12 Se tu non ti ricordi la più piccola follia
a cui ti ha condotto l'amore, tu non hai amato.

13 Dagli occhi delle donne derivo la mia dottrina:
essi brillano ancora del vero fuoco di Prometeo, sono i libri, le arti, le accademie, che mostrano, contengono e nutrono il mondo.

14 ma è il pensarlo che lo rende tale.
Nulla è vero o falso, ma è il pensarlo che lo rende tale.

15 CLEOPATRA - (Ad Antonio) Se è vero amore, dimmi quant’è grande.
ANTONIO - L’amore che si può quantificare è da elemosinanti. CLEOPATRA - I confini entro i quali essere amata voglio fissarli io. ANTONIO - Allora occorrerà che tu ti trovi un nuovo cielo ed una nuova terra. “ANTONIO E CLEOPATRA”

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