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Supporti per la formazione

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Presentazione sul tema: "Supporti per la formazione"— Transcript della presentazione:

1 Supporti per la formazione
La Formazione nelle Scuole Corso di formazione per Personale Scolastico (4h online) (Art. 37 D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e s.m.i., Accordo Stato-Regioni 22/12/2011) Diapositiva iniziale che apre il corso. Il docente si presenterà fornendo all’aula qualche informazione sulla propria esperienza in relazione al corso che dovrà tenere. Acquisirà inoltre conoscenza dell’aula chiedendo ad ogni partecipante di presentarsi per capire quale funzione ricopre nell’ambito dell’organizzazione scolastica. Di seguito si introdurrà la modalità di svolgimento del corso, che si terrà come da indicazioni dell’Accordo Stato-Regioni del 22/12/2011.

2 Schema generale del materiale didattico
Parte 1 Introduzione: descrizione dell’attività scolastica, ruoli e mansioni all’interno della scuola; qualche richiamo ai concetti generali di base Parte 2 Ripartizione delle responsabilità all’interno degli istituti scolastici, adempimenti a cura del titolare dell’attività, adempimenti a cura dell’Ente Locale Proprietario e rapporti con lo stesso Parte 3 I rischi specifici nella scuola: Introduzione, Ambienti di lavoro, Microclima e illuminazione, Rischi elettrici, Rischi chimici ed etichettatura, Videoterminali, Cadute dall’alto, DPI e organizzazione del lavoro, Stress lavoro-correlato, Movimentazione manuale dei carichi; Rischi meccanici e attrezzature; Campi elettromagnetici Parte 4 I rischi specifici per Istituti tecnici e/o professionali: Rischio esplosioni, Rischio biologico, Rischio rumore, Rischio vibrazioni Parte 5 Incendi ed emergenze, Procedure organizzative per il primo soccorso, Segnaletica, Procedure di esodo Parte 6 Impostazione di un sistema di gestione delle sicurezza nella scuola Parte 7 Miti e leggende nel mondo scolastico Lo schema generale illustra il materiale didattico contenuto. Il Docente potrà utilizzare, comporre e rielaborare le slide in funzione del tipo di formazione proposta. Il materiale potrà quindi essere utilizzato sia per corsi di formazione specifica che per corsi di formazione per preposti e per dirigenti scolastici. Il contenuto pertanto sarà suddiviso in 6 parti: Introduzione con qualche richiamo dei principi generali e una descrizione delle attività scolastiche; Ripartizione delle responsabilità rispetto ai fabbricati scolastici; Rischi presenti nelle attività; Rischi specifici per Istituti Tecnici; Organizzazione dell’emergenza; Aspetti organizzativi e gestionali. La parte 7 è di tipo “ludico/formativo”: partendo da una serie di “convinzioni diffuse” (spesso sbagliate) di Dirigenti scolastici, docenti e personale ausiliario, il docente potrà coinvolgere l’aula in una discussione/dibattito fornendo risposte fondate sui dettami tecnici della normativa per rimuovere concetti radicati ma spesso assolutamente sbagliati. 2 2

3 Parte 1 – Introduzione Descrizione dell’attività scolastica
Ruoli e mansioni all’interno della scuola Qualche richiamo ai concetti generali di base La diapositiva introduce il tema trattato di seguito relativo ad una descrizione della struttura del sistema scolastico italiano. 3 3

4 Descrizione dell’attività scolastica
I livelli scolastici (DESCRIZIONE SINTETICA) Asili nido (non considerati propriamente fra le attività scolastiche ma come attività educativa) Scuola dell’infanzia (ex scuola materna) Scuola primaria (ex scuola elementare) Scuola secondaria di primo grado (ex scuola media) Scuola secondaria di secondo grado (istituti professionali, istituti tecnici, licei) Istruzione universitaria La prima diapositiva illustra schematicamente i vali livelli scolastici. Le diapositive che seguono lo descrivono in maniera dettagliata ed approfondita. Il docente , in base alla tipologia di corso, potrà scegliere quale trattazione utilizzare. Il Docente può descrivere ampiamente e dettagliatamente la complessità dell’attività scolastica articolata nei diversi livelli con le differenti componenti di rischio anche in considerazione delle differenti tipologie di Istituti. Si faccia riferimento, ad esempio, agli Istituti Professionali con i settori per l’agricoltura e sviluppo rurale (ex Agrari), settore industria e artigianato agli Istituti Industriali con indirizzo costruzione ambiente e territorio ecc.). Anche volendo limitare il “campo d’azione” alla minore età (escludendo quindi il campo universitario), l’attività di docenza/educativa, parte dai primi anni (asili nido/scuola dell’infanzia) fino alla maggiore età (scuola secondaria di secondo grado) attraverso la scuola primaria e secondaria di primo grado. L’attuazione della sicurezza all’interno delle scuole non può essere considerata paragonabile ad alcuna altra attività e questo aspetto non sempre viene adeguatamente considerato dal Legislatore. Si pensi, ad esempio, alla necessità di rapportarsi con l’Ente Proprietario (sia esso Comune o Provincia) per procedere con una serie di adempimenti. A prescindere dalla “ripartizione” delle responsabilità, la questione risulta piuttosto complessa. Infatti da parte dei Dirigenti Scolastici è radicata la consuetudine di inviare all’Ente Proprietario comunicazioni reiterate e frequenti nelle quali indicare ogni genere di richiesta. Da parte degli Enti Proprietari laddove per svariati motivi (non ultimo quello economico) non vi sia possibilità di adeguare gli edifici scolastici o di effettuare gli interventi richiesti, c’è il tentativo di temporeggiare o intervenire su aspetti minimali per “limitare i danni”. Si origina pertanto una specie di “conflitto” perdendo di vista l’obiettivo, comune ad entrambi i soggetti, rappresentato dall’aumento dei livello di sicurezza complessivo all’interno dell’edificio. Obiettivo , quest’ultimo, certamente più facile da raggiungere se fra i due soggetti si instaura un rapporto di collaborazione fattiva. Tale collaborazione potrebbe talvolta estendersi anche alla ricerca di collaborazione con le autorità preposte alla vigilanza che, in molti casi, nei limiti del possibile, sono disponibili a confronti costruttivi su percorsi condivisi attraverso la sottoscrizione di “protocolli d’Intesa” spesso promossi e auspicati dalle autorità centrali (ad esempio le Prefetture). Le problematiche pertanto non si limitano semplicemente al rapporto di docenza all’interno dell’aula in funzione anche dell’età degli allievi, ma possono riguardare rischi specifici quali, ad esempio, postura e movimentazione dei carichi (si pensi agli educatori degli asili nido e alle insegnanti delle scuole dell’infanzia), rischi chimici, fisici e biologici ove ci si riferisca ad istituti tecnici con laboratori, Istituti Professionali. In ultimo si può fare un cenno alle scuole edili dove i rischi possono anche arrivare ad essere paragonabili a quelli di un cantiere edile. Da considerare inoltre i rischi legati all’uso di tecnologie informatiche sempre più diffuse all’interno della scuola e ai rischi legati allo stress da lavoro correlato in relazione ai rapporti talvolta conflittuali che possono instaurarsi nello svolgimento di una professione così importante e difficoltosa nel confronto con varie generazioni di allievi. Sempre in relazione al tema “stress da lavoro correlato” occorre anche considerare situazioni di disagio derivanti da rapporti con genitori, con allievi con situazioni familiari difficili nell’attuale contesto sociale particolarmente critico. Suggerimenti: Il Docente, proiettando questa slide e le due successive, può fare una panoramica dettagliata sul mondo scolastico coinvolgendo l’aula e stimolando un dibattito. 4 4

5 Schema livelli di istruzione scolastica
I livelli scolastici (DESCRIZIONE APPROFONDITA) Asili nido (comunali o privati) Scuola dell’infanzia (ex scuola materna) Scuola primaria (ex scuola elementare) Scuola secondaria di primo grado (ex scuola media) Scuola secondaria di secondo grado Licei Liceo Classico Liceo Scientifico Liceo Linguistico Liceo Musicale Liceo Artistico Scienze Umane Da questa diapositiva in avanti è riportato lo schema di dettaglio di come è strutturato il sistema Scolastico Italiano per fornire al docente un supporto completo che consenta di impostare e personalizzare il corso da tenere in base alle proprie esigenze. Il docente potrà scegliere, in base al corso proposto (ad esempio corso per dirigenti scolastici), il livello di dettaglio e di analisi delle tipologie di istituti. Le riforme degli anni 2010/2011 (ad esempio D.P.R. 87 del 15 marzo 2010 e D.P.R. 88 del 15 marzo 2010 entrati in vigore nell’anno scolastico 2010/2011) sono i decreti per il riordino degli Istituti Professionali e tecnici. La nuova riorganizzazione della suola secondaria di secondo grado è stata così strutturata: Istituti professionali Gli istituti professionali si suddividono in 2 settori e 6 indirizzi. Settore dei servizi: 1. Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale (Istituti professionali di Agraria) 2. Servizi socio-sanitari (es. Istituto professionale Odontotecnico) 3. Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera (Istituto professionale alberghiero o turistico) 4. Servizi Commerciali (Istituto Professionale Servizi sociali e pubblicità) Settore Industria e artigianato: 5. Produzioni artigianali e industriali (Titolo in uscita:Tecnico Abbigliamento e Moda) 6. Manutenzione e assistenza tecnica (Titolo in uscita:Tecnico gestione Azienda Informatica, Tecnico gestione grafica pubblicitaria) Istituti tecnici:Gli istituti tecnici si suddividono in 2 settori e 11 indirizzi. Settore tecnologico 1. Meccanica, Meccatronica ed Energia 2. Trasporti e logistica 3. Elettronica ed elettrotecnica 4. Informatica e telecomunicazioni 5. Grafica e Comunicazione 6. Chimica, Materiali e Biotecnologie 7. Sistema moda 8. Agraria, agroalimentare e agroindustria 9. Costruzione, ambiente e territorio Settore economico 1. Amministrazione, finanza e marketing 2. Turismo Ad esempio dagli Istituti Tecnici per Geometri escono geometri ma con le nuove denominazioni sarebbero Tecnici della Costruzione, Ambiente e territorio; Dagli Istituti Tecnici Industriali (che preservano comunque il nome) escono i Periti Tecnici, nelle varie declinazioni: Perito Informatico, Perito Meccanico, Perito Industriale, Perito Chimico, ecc. ora chiamati anche Tecnico in Informatica, Tecnico Meccanico, Tecnico Industriale, ecc. ) I 6 licei sono stati istituiti dal D.P.R 89 del 15 marzo 2010. 5 5

6 Schema livelli di istruzione scolastica
Scuola secondaria di secondo grado Istituti Tecnici: l’AREA TECNICA prevede due settori e 11 indirizzi SETTORE ECONOMICO Amministrazione, Finanza e Marketing (indirizzo Generale) Turismo SETTORE TECNOLOGICO Meccanica, Meccatronica ed Energia Trasporti e Logistica Elettronica ed Elettrotecnica Informatica e Telecomunicazioni Grafica e Comunicazione Chimica, Materiali e Biotecnologie Sistema Moda Agraria, Agroalimentare e Agroindustria Costruzioni, Ambiente e Territorio 6 6

7 Schema livelli di istruzione scolastica
Scuola secondaria di secondo grado Istituti Professionali prevede 2 settori e 6 indirizzi SETTORE SERVIZI Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Servizi Socio Sanitari; Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità Alberghiera; Servizi Commerciali SETTORE INDUSTRIA E ARTIGIANATO Produzioni industriali e artigianali Manutenzione e assistenza tecnica 7 7

8 Schema livelli di istruzione scolastica
In alternativa all’Istruzione Universitaria esiste l’istruzione tecnica superiore (a cui si accede dopo il completamento degli studi secondari). IFTS Istituti di formazione tecnica superiore ITS Istituti tecnici superiori In ultimo i CPIA (ex CTP): Centri Provinciali Istruzione Adulti 8 8

9 Descrizione dell’attività scolastica
Normativa di riferimento Gli Istituti Scolastici di ogni ordine e grado, sono attività soggette a Prevenzione incendi. In particolare, le scuole con un numero di persone superiore a 100 sono inserite nell’elenco di cui al D.P.R. 151/2011 e pertanto devono attivare l’iter di presentazione della S.C.I.A. (segnalazione certificata di inizio attività) presso il Comando Provinciale dei Vigili del fuoco. Le scuole si dividono in: Tipo A 100 <Numero persone<150 Tipo B 150<Numero persone<300 Asili nido con oltre 30 persone presenti Tipo C Numero persone >300 In questa diapositiva viene schematicamente descritta la suddivisione, ai soli fini della prevenzione incendi, degli Istituti Scolastici. Richiesta di sopralluogo ai VVFF finalizzata all’ottenimento di un verbale di visita Presentazione di progetto per l’ottenimento di un parere Richiesta di sopralluogo finalizzato all’ottenimento di un verbale di visita Presentazione di progetto per l’ottenimento di un parere Richiesta di sopralluogo finalizzato all’ottenimento del CPI 9 9

10 Descrizione dell’attività scolastica
Decreti generali per tutte le attività Decreti specifici e regole tecniche di prevenzione incendi per le scuole D.Lgs. 81/2008: Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro DM 10 marzo 1998: Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro DM 37/2008: riordino delle disposizioni in materia di attività d’installazione impianti all’interno degli edifici DM 388/2003: Disposizioni sul pronto soccorso aziendale DM 462/2001: Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi DM 16 luglio 2014: Regola tecnica per la progettazione, costruzione ed esercizio degli asili nido DM 26 agosto 1992: Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica DM 18/12/1975: Norme Tecniche relative alla edilizia scolastica DM 12/04/1996: Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi (Centrali termiche) DM 19/08/1996: Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio dei locali di intrattenimento e pubblico spettacolo (aula Magna) DM 18/03/1996: Norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi (Palestre) Il docente può spiegare in dettaglio come gli Istituti Scolastici di ogni ordine e grado abbiano l’obbligo di rispettare, oltre al D.Lgs. 81/2008, anche la norma tecnica di riferimento, il DM 26 agosto 1992. Può eventualmente approfondire e chiarire il significato di norma tecnica di riferimento, spiegando che esistono alcune attività (elencate nel DPR 151/2011) che devono provvedere ad attivare l’iter di prevenzione incendi. Potrà essere utile fornire qualche dettaglio sull’iter previsto da tale decreto soprattutto per le attività di tipo C (per le quali è previsto l’ottenimento del Certificato di Prevenzione Incendi). 10 10

11 Descrizione dell’attività scolastica
Nelle scuole l’apparato normativo da rispettare è molto più complesso rispetto ad altre attività Approfondimento L’applicazione della norma tecnica Il docente può inserire, se ritiene, qualche informazione approfondita (Utilizzando il collegamento ipertestuale) in merito all’obbligo di rispetto di decreti e regole tecniche di prevenzione incendi e al rispetto volontario delle norme tecniche (UNI, EN, ISO) e CEI, CENELEC (per il settore Elettrico). 11 11

12 Parte 1 – Introduzione Descrizione dell’attività scolastica
Ruoli e mansioni all’interno della scuola Qualche richiamo ai concetti generali di base La presente diapositiva introduce il tema dei ruoli e delle mansioni scolastiche. 12 12

13 Ruoli e mansioni all’interno della scuola
Le mansioni Dirigente Scolastico Personale Docente Personale Ausiliario Personale Amministrativo D.S.G.A.(Dirigente Servizi Generali Amministrativi) Docente Responsabile di Laboratorio Assistente Tecnico di Laboratorio Educatori (Asili Nido) l’allievo degli istituti di istruzione e il partecipante ai corsi di formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici, ivi comprese le apparecchiature fornite di videoterminali Il docente potrà, inoltre, a livello di ulteriore approfondimento, citare anche il caso specifico di docenze che vengono svolte all’interno di reparti ospedalieri, nel caso in cui vi siano soggetti che non possono uscire dagli ospedali. In questi casi esistono, all’interno delle strutture ospedaliere, spazi didattici nei quali i docenti di alcuni istituti scolastici si recano per fare lezione. In questi casi la mansione andrà valutata anche a livello di interferenze con l’ambiente ospedaliero. 13 13

14 Ruoli e mansioni all’interno della scuola
Le attività Attività Amministrativa Attività di Docenza  Educativa  Formativa Attività di laboratorio (per docenti e studenti) Attività di pulizia Sorveglianza, ausilio ai docenti Attività complementari (Attività esterne  stages  gite scolastiche…) Il Docente può approfondire il tema relativo alle attività, spiegando che negli istituti tecnici e professionali le attività possono essere molto complesse e articolate dal punto di vista dei rischi specifici. Si pensi ad esempio settore Costruzioni, ambiente e territorio (con i rischi tipici di un cantiere), ai professionali settore servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale (ex Agrari) con il rischio chimico, agli Istituti professionali settore servizi alberghieri (ex Albergheri) (con utilizzo di cucine attrezzate , ecc. 14 14

15 Organizzazione della sicurezza nella scuola
Organigramma della sicurezza scolastica Servizio di Prevenzione e Protezione DATORE DI LAVORO RSPP MEDICO COMPETENTE RLS ASPP Nomina di preposti con delega Nomina degli addetti alla gestione dell’emergenza GRUPPO ADDETTI ALLA GESTIONE DELL’EMERGENZA GRUPPO DEI PREPOSTI PREPOSTO DI PLESSO 1 (Uno per ogni plesso) PREPOSTO DI PLESSO 2 (uno per ogni plesso) PREVENZIONE INCENDI PRIMO SOCCORSO Si anticipa un organigramma descrivendolo per sommi capi rimandando più avanti una trattazione approfondita. D.S.G.A. RESPONSABILE DI LABORATORIO DOCENTE/ASSISTENTE AMMINISTRATIVO ASSISTENTE TECNICO

16 Parte 1 – Introduzione Descrizione dell’attività scolastica
Ruoli e mansioni all’interno della scuola Qualche richiamo ai concetti generali di base La parte generale può essere utile in qualsiasi tipologia di corso (formazione specifica, formazione per preposti, formazione per dirigenti scolastici…) in quanto richiama molto sinteticamente i principi generali comuni di base indispensabili a livello introduttivo. 16 16

17 Concetti generali di base
Il D.Lgs. 81 del 2008 prescrive misure per la salute e la sicurezza dei lavoratori sul luogo di lavoro in tutti i settori di attività: pubblici e privati. Rappresenta un momento fondamentale rispetto a questi temi in quanto prevede un ulteriore passo avanti rispetto al cambio di mentalità già iniziato nel 1994 con il D.Lgs. 626 ed un’attenzione costante ai problemi legati alla sicurezza. Il Docente spiega brevemente il motivo per il quale tutti i lavoratori , dopo aver fatto la formazione generale, devono fare formazione specifica in base al livello di rischio per il rispettivo settore (4, 8 o 12 ore),illustrando, se ritiene, l’art. 37 sulla formazione dei lavoratori e spiegando che si tratta di un obbligo a carico del Datore di Lavoro (provvedere ad organizzarla) e dei lavoratori (partecipare). Può quindi fare un cenno all’Accordo Stato Regioni illustrando e riepilogando quale sia la formazione da fare alle varie figure lavorative. Di seguito si riportano i riferimenti che il docente può decidere di proiettare per illustrare quanto sopra e una tabella riepilogativa che può essere utile per riassumere tutta la formazione da prevedere. Nella tabella non è presente la formazione sulle attrezzature in quanto non interessa le scuole. Possono fare eccezione alcuni Istituti Superiori di scuole Edili nei quali occorre provvedere ad aggiungere anche tale formazione. Riferimenti legislativi: Art. 37. Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti 1. Il datore di lavoro assicura che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata in materia di salute e sicurezza, anche rispetto alle conoscenze linguistiche, con particolare riferimento a: a) concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazione della prevenzione aziendale, diritti e doveri dei vari soggetti aziendali, organi di vigilanza, controllo, assistenza; b) rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misure e procedure di prevenzione e protezione caratteristici del settore o comparto di appartenenza dell’azienda. Art. 20. Obblighi dei lavoratori… 2. I lavoratori devono in particolare:… h) partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal datore di lavoro; Formazione per i Dirigenti di durata pari a 16 ore. Aggiornamento quinquennale di durata pari a 6 ore Formazione generale per tutti i lavoratori di durata pari a 4 ore. Da ripetere ogni anno per i nuovi assunti Formazione sui rischi specifici per tutti i lavoratori di durata pari a 8 ore (rischio medio). Aggiornamento quinquennale di durata pari a 6 ore Formazione per i preposti: pari a 8 ore aggiuntive . Aggiornamento quinquennale di durata pari a 6 ore ASPP 52 ore. Formazione per gli addetti alla gestione dell’emergenza Prevenzione incendi pari a 8 ore. (aggiornamento triennale/quadriennale peri a 6 ore) Primo soccorso pari a 12 ore. (Aggiornamento triennale pari a 6 ore) Formazione Per RLS: iniziale 32 ore (Aggiornamento annuale da 4 o 8 ore in base al numero di dipendenti) 17 17

18 Concetti generali di base
Nasce una nuova filosofia di gestione della sicurezza Il Docente approfondisce il concetto di sicurezza “strutturata”, considerata come un Sistema di Gestione e non più solo un insieme di regole imposte da rispettare e azioni “disordinate” per ottemperare a quanto imposto dal decreto. Un processo continuativo, un insieme di azioni finalizzate ad un obiettivo: aumentare gradualmente il livello di sicurezza ed igiene nei luoghi di lavoro e mantenerlo sempre elevato. Un cenno anche all’Art. 30 del Decreto con la spinta verso l’adozione di Sistemi di Gestione della sicurezza. 18 18

19 Concetti generali di base
Non più a seguito di eventi dolorosi ma: Preventiva Periodica Programmata Coordinata Continuativa UNA SICUREZZA “RAGIONATA” 19 19

20 Concetti generali di base
OBIETTIVO Riduzione degli infortuni Riduzione delle malattie professionali Aumento del benessere psico-fisico sul lavoro RIDUZIONE DEI COSTI SOCIALI Vengono illustrati gli obiettivi da perseguire mediante azioni di prevenzione e protezione e l’importanza che, attraverso gli Accordi Stato Regioni, è stata data al fattore “Formazione” ritenuto determinante per una crescita costante della cultura in materia di sicurezza . Può essere utile ribadire qualche “numero” sugli infortuni e sulle malattie professionali nel nostro paese. INFORTUNIO: Qualunque evento che produca DANNO IMMEDIATO; menomazione della capacità lavorativa provocata da una causa violenta in occasione di lavori; MALATTIA PROFESSIONALE: Conseguenza di una serie di azioni nocive che agiscono più o meno lentamente sull’organismo del lavoratore fino a manifestarsi come forma morbosa. L’insorgere della malattia professionale è determinata dal tipo di attività esposta, dal tempo di esposizione e dalla reazione soggettiva del lavoratore. 20 20

21 Concetti generali di base
Prevenzione insieme di tutte le azioni atte ad impedire che accada un evento dannoso (formazione, valutazione dei rischi, conformità delle attrezzature, regolare controllo e manutenzione di impianti e attrezzature, procedure …) Protezione insieme di tutte le misure atte a limitare i danni ad evento dannoso accaduto (uscite di sicurezza, illuminazione di emergenza, idranti …) Il docente può accennare brevemente a quanti e quali siano gli adempimenti da mettere in atto per ottemperare al decreto e ribadire, ancora una volta, quale sia l’importanza di farlo creando un sistema che possa permettere di controllarne lo stato e l’attuazione. 21 21

22 Concetti generali di base
PREVENZIONE + PROTEZIONE = _______________ SICUREZZA Una semplice diapositiva che racchiude in due parole un concetto sul quale il docente può prolungarsi in base al taglio che vuole dare al corso. 22 22

23 Concetti generali di base
Gli “Attori” della prevenzione (già previsti dal D.Lgs. 626/94) e ripresi dal Testo Unico: Il Datore di Lavoro Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) I Dirigenti e i Preposti Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) Il Medico Competente I lavoratori Gli addetti alla gestione dell’emergenza Gli addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione (ASPP) * Può essere utile ricordare brevemente il ruoli previsti dal decreto, la composizione del Servizio di Prevenzione e Protezione accertandosi che i lavoratori siano a conoscenza sia del concetto di “Servizio di Prevenzione e Protezione” sia dei nominativi dei vari soggetti all’interno della propria organizzazione. E’ consigliabile interagire con l’aula stimolando i lavoratori a chiedersi se nel proprio Istituto i ruoli sono chiari e aprire un momento di dibattito sui ruoli. Si tenga presente che normalmente nelle Istituzioni Scolastiche si tende ad individuare un soggetto, comunemente denominato “referente alla sicurezza di plesso “ che formalmente non trova una sua collocazione nel decreto ma che potrà essere individuato e considerato come un preposto. Importante inoltre chiarire (in quanto spesso nelle scuole si tende a confondere le due cose) la differenza fra addetti al servizio di prevenzione e protezione (ASPP) e addetti alla gestione dell’emergenza. Nelle Istituzioni Scolastiche, nel caso di nomina di RSPP esterno, sarebbe obbligatorio (art. 32 comma 10 del D.Lgs. 81/2008) nominare gli ASPP che dovrebbero fare 52 ore di formazione. Al momento si tratta di un obbligo diffusamente disatteso. * Nelle scuole sono obbligatori 23 23

24 Concetti generali di base
PERICOLO Proprietà o qualità intrinseca di una determinata entità (sostanza, attrezzo, metodo) avente potenzialità di causare danni RISCHIO Probabilità che sia raggiunto il livello potenziale di danno nelle condizioni d’impiego e/o di esposizione; dimensioni possibili del danno stesso Poiché nel corso di formazione specifica si farà spesso riferimento ai due concetti, è importante ribadirli facendo un esempio che renda ben chiaro il significato, tipo: Usare una motosega, (che costituisce un pericolo), senza formazione, senza DPI, in cima ad una scala in precario equilibrio, presenta un rischio elevatissimo perché la probabilità di ricevere un danno è molto elevata. La stessa motosega (quindi il medesimo pericolo) usata con una formazione adeguata, con indumenti antitaglio ed in condizioni di equilibrio stabile, presenta una probabilità molto più bassa di creare un danno. Ecco che lo stesso pericolo (rappresentato dalla motosega) presenta due rischi differenti. Se non posso eliminare il pericolo (primo obiettivo da perseguire), devo ridurre il rischio al minimo. Pertanto se non posso eliminare la motosega, devo formare adeguatamente il personale ad usarla, fornire idonei dispositivi di protezione individuale e fare in modo che venga utilizzata in condizioni di equilibrio perfettamente stabile con entrambe le mani. 24 24

25 Concetti generali di base
Il Documento di valutazione dei rischi Il Datore di Lavoro è obbligato ad effettuare una valutazione dei rischi esistenti per il proprio personale nei propri luoghi di lavoro riportandola in un documento chiamato “Documento di Valutazione dei Rischi”. Si tratta di una “fotografia”, un momento di prevenzione che si concretizza in un documento che deve essere il punto di partenza (non di arrivo) per risolvere i problemi. Deve essere aggiornato nel tempo in relazione alle modifiche intervenute e deve contenere un programma degli interventi. Sempre in relazione al fatto che durante la formazione specifica si farà spesso riferimento al concetto di valutazione dei rischi, è importante accertarsi che i lavoratori in aula abbiano ben presente cosa vuol dire (si tratta di un argomento che dovrebbe essere già stato abbondantemente trattato nel corso di formazione generale). Suggerimenti: Far notare ai lavoratori che, a differenza di quanto richiesto dal D.Lgs. 626/94, nel testo unico si parla di valutazione di “TUTTI I RISCHI!!!. L’aggiunta di “TUTTI”, rende indispensabile e importante la collaborazione e la partecipazione di ogni soggetto durante la fase di valutazione. Da qui l’importanza della formazione e della consapevolezza che ogni soggetto deve avere per fare la propria parte e dare il proprio contributo alla realizzazione e messa a punto del Sistema Sicurezza. Questo concetto rappresenta un elemento cardine che può far capire all’aula l’importanza degli argomenti che saranno trattati anche il relazione ad una propria collaborazione attiva. Può essere utile citare, al riguardo, anche la lettera a) dell’articolo 20 del decreto, facendo notare come, rispetto al D.Lgs. 626/94, tale lettera sia stata spostata dall’ultimo punto (lettera h) al primo punto (lett.a). Approfondimenti: Art. 20. Obblighi dei lavoratori 2. I lavoratori devono in particolare: a) contribuire, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti, all’adempimento degli obblighi previsti a tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro;… 25 25

26 Concetti generali di base
Criteri adottati per la valutazione del rischio Matrice del rischio Frequenza P 4) Molto probabile 3) Probabile 2) Poco probabile 1) Improbabile 1) Lieve 2) Medio 3) Grave 4) Molto Grave Magnitudo M Anche in questo caso può essere utile fare un esempio concreto coinvolgendo l’aula, tipo: Un impianto elettrico non adeguato, realizzato negli anni ’60 (è raro ma ce ne sono ancora) privo di qualunque protezione, è molto probabile che crei un danno (4) e, nel caso in cui si verifichi un infortunio, questo potrebbe essere molto grave (4). Pertanto nel documento di valutazione dei rischi, alla voce impianto elettrico il tecnico scriverà: R=4x4=16 e quindi “impianto elettrico da rifare con priorità assoluta”. La valutazione serve quindi anche per individuare le priorità e fare la programmazione degli interventi. Una corretta e accurata valutazione è pertanto indispensabile per il Datore di Lavoro. 26 26

27 Concetti generali di base
Lavoratore Attrezzature /impianti Attività Luogo di Lavoro Concludere il breve ripasso dei concetti generali riportando quello che può descriversi come triangolo della sicurezza che racchiude sinteticamente tutti gli elementi in gioco. : Il lavoratore che svolge un’attività in un luogo di lavoro (utilizzando impianti e attrezzature); Tutti questi elementi devono essere accuratamente combinati fra loro per una corretta valutazione dei rischi e pianificazione degli interventi. In Sostanza nell’ambito della valutazione dei rischi occorrerà tenere in considerazione i seguenti elementi: Dove il lavoratore svolge la propria attività; Che attrezzature e mezzi utilizza; Che attività svolge; Analizzando e integrando questi elementi si procede con la valutazione dei rischi e si evidenziano sia le condizioni ordinarie sia le condizioni di emergenza. Il Triangolo della sicurezza 27

28 Parte 2 Ripartizione delle responsabilità all’interno degli istituti scolastici Adempimenti a cura del titolare dell’attività Adempimenti a cura dell’Ente Locale Proprietario Rapporti con l’Ente Locale Proprietario La distinzione dei soggetti risulta indispensabile perché spesso si tende a confondere la proprietà degli edifici scolastici (Ente Locale) con il titolare d’attività (dirigente Scolastico). 28 28

29 Ripartizione delle responsabilità
SICUREZZA ALL’INTERNO DEGLI EDIFICI SCOLASTICI ENTE LOCALE ISTITUZIONE SCOLASTICA Il Docente può illustrare la situazione spiegando all’aula che i riferimenti normativi in relazione alle attività scolastiche sono articolati e spesso contraddittori. Così potrà citare alcuni riferimenti legislativi (brevemente indicati di seguito) con l’obiettivo di “accompagnare” i lavoratori a comprendere , almeno per grandi linee “chi fa che cosa”. Potrà mettere in risalto che i termini utilizzati nei vari decreti parlano di: Datore di Lavoro; Titolare di Attività; Enti Fra questi soggetti il docente cercherà, nelle slide successive, di chiarire i compiti dei vari soggetti in relazione alle varie attività. Il TESTO UNICO cita sempre: il Datore di Lavoro provvede a ……………….. Il DM del 10 marzo 1998: Il Datore di Lavoro provvede a ………………………….. Il DM del 26 agosto 1992 “Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica” Art. 12 Norme di Esercizio “ A cura del titolare di attività (Dirigente Scolastico: Circ. Min. n.119 del 29 aprile 2002) deve essere predisposto un registro dei controlli periodici ove sono annotati tutti gli interventi ed i controlli relativi all’efficienza degli impianti elettrici, dell’illuminazione di emergenza, dei dispositivi di sicurezza e di controllo,delle aree a rischio specifico e dell’osservanza della limitazione dei carichi di incendio nei vari ambienti dell’attività………………………………. Il DPR 151/2011 “Regolamento recante disciplina dei provvedimenti relativi alla prevenzione incendi” “Gli Enti e i Privati Responsabili delle attività sono tenuti a richiedere al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco l’esame dei progetti……” “Completate le opere di cui al progetto approvato, gli enti ed i privati sono tenuti a presentare domanda di sopralluogo per il rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi” “I controlli, le verifiche, gli interventi di manutenzione, l’informazione e la formazione , che vengono effettuati, devono essere annotati in un apposito registro a cura dei responsabili delle attività” Il Fac simile della domanda riporta il sottoscritto…………… Titolare dell’attività………………. Il DM 388/2003 “Disposizioni sul pronto soccorso aziendale” Art. 1 “Il Datore di Lavoro identifica la categoria di appartenenza della propria azienda……………………..; Art. 2 “Il Datore di Lavoro deve garantire la dotazione di cassette di pronto soccorso……………… Il DM 462/2001: Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi) cita: Il datore di lavoro è tenuto a………………… Risulta evidente come i soggetti richiamati siano differenti (in alcuni casi denominazioni diverse attribuibili allo stesso ruolo: ad esempio titolare d’attività e datore di lavoro) per i vari adempimenti. Tutto ciò, evidentemente, genera confusione e talvolta aumenta le difficoltà di interpretazione. 29

30 Ripartizione delle responsabilità
Ente Locale  Proprietario degli edifici Dirigente Scolastico  Datore di lavoro/Titolare di attività Approfondimento: molto importante spiegare come normalmente all’interno degli edifici scolastici NON vi sia personale dipendente dell’Amministrazione Locale e pertanto gli edifici rappresentano un luogo di lavoro solo per il Dirigente Scolastico. Fanno eccezione gli asili nido dove, al contrario, normalmente non vi è personale scolastico ministeriale, ma solo personale dipendente dell’Ente Locale. In questo caso tali edifici rappresentano un luogo di lavoro per l’Ente Proprietario. La distinzione (talvolta non chiara anche agli Organi di Vigilanza) assume importanza fondamentale sia ai fini dell’attribuzione delle responsabilità e quindi dell’attribuzione delle sanzioni (amministrative e penali), sia ai fini degli adempimenti da attuare. In molti casi, ad esempio, pur trattandosi di adempimenti di competenza del Dirigente Scolastico (in funzione di quanto indicato da decreti specifici), l’attuazione viene effettuata dall’ente locale. A tale riguardo il docente può elencare: La fornitura e la verifica di estintori; La fornitura ed il posizionamento di segnaletica; Le verifiche degli impianti di terra. (in questo caso i due decreti sono in contrasto. Trattandosi di un impianto afferente alla struttura in base all’art. 18 del D.Lgs. 81 spetterebbe all’Ente Proprietario. Tuttavia il DPR 462/2001 lo pone come obbligo a carico del Datore di Lavoro. 30

31 Ripartizione delle responsabilità
Competenze COMUNI Scuole materne elementari e medie (dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado) PROVINCE Istituti e scuole di istruzione secondaria superiore (secondarie di secondo grado) Il docente fa presente che, anche dal punto di vista della proprietà, i soggetti sono differenti in quanto possono essere Comuni o Province. 31

32 Ripartizione delle responsabilità
ENTE LOCALE Realizzazione Fornitura Manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici scolastici (impianti, strutture…) DIRIGENTE SCOLASTICO Adempienti gestionali (attuazione del D.Lgs. 81/2008) 32

33 Parte 2 Ripartizione delle responsabilità all’interno degli istituti scolastici Adempimenti a cura del titolare dell’attività Adempimenti a cura dell’Ente Locale Proprietario Rapporti con l’Ente Locale Proprietario 33 33

34 Adempimenti a cura del titolare dell’attività
DATORE DI LAVORO/ TITOLARE DI ATTIVITÀ E QUINDI ADEMPIMENTI SPETTANTI AL DIRIGENTE SCOLASTICO Nomine (RSPP, Medico Competente, ASPP) Richiesta del RLS alle rappresentanze sindacali Costituzione del Servizio di Prevenzione e Protezione Elaborazione del Documento di Valutazione dei Rischi (omnicomprensivo di tutti i rischi compreso valutazione rischio incendio) Informazione e formazione del personale come da Accordo Stato Regioni Nomina degli addetti alla gestione dell’emergenza Formazione degli Addetti alla gestione dell’emergenza Fornitura dei Dispositivi di Protezione Individuale Effettuazione delle visite mediche in base al protocollo sanitario …….. Inizia, da questa, una serie di slide in cui sono evidenziati, a titolo di esempio, una serie di adempimenti spettanti al Dirigente Scolastico specifici per le scuole (DM 26 agosto 1992) e, successivamente, una serie di adempimenti spettanti all’Ente Locale. Suggerimenti: Il docente può utilizzare le slides che seguono per stimolare una discussione in aula rispetto a quanto viene fatto o meno (sono temi quotidiani molto “sentiti” dal personale scolastico) e far comprendere come sia inevitabile collaborare con l’Ente Locale perché numerosi adempimenti possono essere efficaci solo se attuati congiuntamente. Nel contempo sono utilissime per far comprendere come sia fondamentale, per gestire questi e gli altri numerosi aspetti (che saranno ripresi e dettagliati più avanti), impostare un “Sistema” di gestione. Riferimento Normativo: DM 26 agosto 1992 34

35 Adempimenti a cura del titolare dell’attività
Dovrà essere predisposto un registro dei controlli periodici ove sono annotati tutti gli interventi ed i controlli relativi all’efficienza degli impianti elettrici, dell’illuminazione di sicurezza, dei presidi antincendio, dei dispositivi di sicurezza e di controllo, delle aree a rischio specifico e dell’osservanza della limitazione dei carichi d’incendio nei vari ambienti dell’attività. Tale registro deve essere mantenuto costantemente aggiornato e disponibile per i controlli da parte dell’autorità competente. Il docente evidenzia come in questo caso si tratti di un adempimento che deve essere attuato dai due soggetti congiuntamente. Infatti alcune verifiche (quelle semplici a vista e/o di funzionamento) spettano al Dirigente Scolastico in quanto titolare di attività, quelle tecniche (verifiche strumentali) e la manutenzione ordinaria e straordinaria, spettano all’Ente Proprietario. E’ evidente che non è praticabile gestire due registri differenti e conviene pertanto condividere un unico registro sul quale entrambi i soggetti provvederanno a registrare i propri interventi. A titolo di Esempio il docente può illustrare un modello o fac simile. Approfondimento:”La gestione della sicurezza nella scuola” di Testa e Altamura, edito da EPC Editore. 35

36 Adempimenti a cura del titolare dell’attività
Deve essere predisposto un piano di emergenza e devono essere fatte prove di evacuazione, almeno due volte nel corso dell’anno scolastico. 36

37 Adempimenti a cura del titolare dell’attività
Le vie di uscita devono essere tenute costantemente sgombre da qualsiasi materiale 37

38 Adempimenti a cura del titolare dell’attività
E’ fatto divieto di compromettere la agevole apertura e funzionalità dei serramenti delle uscite di sicurezza, durante i periodi di attività della scuola, verificandone l’efficienza prima dell’inizio delle lezioni. 38

39 Adempimenti a cura del titolare dell’attività
Presentazione della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) ai Vigili del Fuoco per il Rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi Approfondimento Il certificato di Prevenzione incendi negli Istituti Scolastici Qui potrà essere utile, soprattutto nel caso di corso a dirigenti scolastici, illustrare in dettaglio l’iter per l’ottenimento del certificato di prevenzione incedi per gli Istituti Scolastici (chi fa che cosa). Il Docente potrà utilizzare, se lo ritiene, il collegamento ipertestuale per approfondire la trattazione dell’argomento. 39

40 Adempimenti a cura del titolare dell’attività
Le attrezzature e gli impianti di sicurezza devono essere controllati periodicamente in modo da assicurarne la costante efficienza Le dispositive che seguono riportano alcuni adempimenti molto importanti per una corretta gestione della sicurezza a cura del Titolare d’Attività (Il dirigente Scolastico). Si tratta di diapositive sulle quali si potrà coinvolgere l’aula in una discussione aperta interattiva chiedendo quali e quanti di tali adempimenti vengano osservati. 40

41 Adempimenti a cura del titolare dell’attività
Nei locali ove vengono depositate o utilizzate sostanze infiammabili o facilmente combustibili è fatto divieto di fumare o fare uso di fiamme libere. 41

42 Adempimenti a cura del titolare dell’attività
I travasi di liquidi infiammabili non possono essere effettuati se non in locali appositi e con recipienti e/o apparecchiature di tipo autorizzato. 42

43 Adempimenti a cura del titolare dell’attività
Nei locali della scuola, non appositamente all’uopo destinati, non possono essere depositati e/o utilizzati recipienti contenenti gas compressi e/o liquefatti. I liquidi infiammabili o facilmente combustibili e/o le sostanze che possono comunque emettere vapori o gas infiammabili, possono essere tenuti in quantità strettamente necessarie per esigenze igienico-sanitarie e per l’attività didattica e di ricerca. 43

44 Adempimenti a cura del titolare dell’attività
Al termine dell’attività didattica o di ricerca, l’alimentazione centralizzata di apparecchiature o utensili con combustibili liquidi o gassosi deve essere interrotta azionando le saracinesche di intercettazione del combustibile, la cui ubicazione deve essere indicata mediante cartelli segnaletici facilmente visibili. 44

45 Adempimenti a cura del titolare dell’attività
Per esigenze didattiche ed igienico-sanitarie è consentito detenere complessivamente, all’interno del volume dell’edificio, in armadi metallici dotati di bacino di contenimento, 20 l di liquidi infiammabili. 45

46 Adempimenti a cura del titolare dell’attività
Negli archivi e depositi, i materiali devono essere depositati in modo da consentire una facile ispezionabilità, lasciando corridoi e passaggi di larghezza non inferiore a 0,90 m. Eventuali scaffalature dovranno risultare a distanza non inferiore a m 0,60 dall’intradosso del solaio di copertura. 46

47 Adempimenti a cura del titolare dell’attività
Il titolare dell’attività deve provvedere affinché nel corso della gestione non vengano alterate le condizioni di sicurezza. Egli può avvalersi per tale compito di un responsabile della sicurezza, in relazione alla complessità e capienza della struttura scolastica. 47

48 Parte 2 Ripartizione delle responsabilità all’interno degli istituti scolastici Adempimenti a cura del titolare dell’attività Adempimenti a cura dell’Ente Locale Proprietario Rapporti con l’Ente Locale Proprietario La presente diapositiva introduce gli adempimenti a cura dell’Ente Locale proprietario dell’edificio. 48 48

49 Adempimenti a cura dell’Ente Proprietario
ENTE LOCALE Interventi Strutturali e di Manutenzione (art. 18 D.Lgs. 81/2008) ordinaria e straordinaria (art. 3 Legge 23 del 1996) per assicurare la sicurezza dei locali e degli edifici assegnati in uso alle Istituzioni scolastiche. Proiettando questa slide il docente evidenzierà come in realtà a carico dell’Ente Proprietario spettino esclusivamente gli obblighi relativi agli interventi strutturali e di manutenzione (ordinarie e straordinaria) necessari per assicurare la sicurezza dei locali. Tutti gli adempimenti di carattere gestionale organizzativo spettano invece al Dirigente Scolastico che ricopre il ruolo di Datore di Lavoro nonché titolare di attività. Riferimenti Normativi: D.Lgs. 81/2008 art. 18 “Gli obblighi relativi agli interventi strutturali e di manutenzione necessari per assicurare, ai sensi del presente decreto, la sicurezza dei locali e degli edifici assegnati in uso a pubbliche amministrazioni o a pubblici uffici, ivi comprese le istituzioni scolastiche ed educative, restano a carico dell’amministrazione tenuta, per effetto di norme o convenzioni, alla loro fornitura e manutenzione. In tal caso gli obblighi previsti dal presente decreto, relativamente ai predetti interventi, si intendono assolti, da parte dei dirigenti o funzionari preposti agli uffici interessati, con la richiesta del loro adempimento all’amministrazione competente o al soggetto che ne ha l’obbligo giuridico.” Legge 23 del 11 gennaio Art. 3 “L’Ente Locale provvede alla realizzazione fornitura, manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici scolastici “ DM 26 agosto 1992 Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica 49

50 Adempimenti a cura dell’Ente Proprietario
SISTEMA DI VIE DI USCITA Ogni scuola, deve essere provvista di un sistema organizzato di vie di uscita dimensionato in base al massimo affollamento ipotizzabile in funzione della capacità di deflusso ed essere dotata di almeno 2 uscite verso luogo sicuro per ogni piano. Gli spazi frequentati dagli alunni o dal personale docente e non docente, qualora distribuiti su più piani, devono essere dotati, oltre che della scala che serve al normale afflusso, almeno di una scala di sicurezza esterna o di una scala a prova di fumo o a prova di fumo interna. Da questa diapositiva partono una serie di diapositive inerenti gli adempimenti che un Ente locale dovrebbe attuare sull’edificio Scolastico. Anche in questo caso il docente potrà stimolare una discussione interattiva coinvolgendo l’aula al fine di verificare quanti adempimenti siano stati attuati negli edifici scolastici dei presenti. 50

51 Adempimenti a cura dell’Ente Proprietario
NUMERO DELLE USCITE Per ogni tipo di scuola i locali destinati ad uso collettivo devono essere dotati, oltre che della normale porta di accesso, anche di almeno una uscita di larghezza non inferiore a due moduli, apribile nel senso del deflusso, con sistema a semplice spinta, che adduca in luogo sicuro. 51

52 Adempimenti a cura dell’Ente Proprietario
NUMERO DELLE USCITE Il numero delle uscite dai singoli piani dell’edificio non deve essere inferiore a due. Esse vanno poste in punti ragionevolmente contrapposti. 52

53 Adempimenti a cura dell’Ente Proprietario
Vengono definiti spazi per deposito o magazzino tutti quegli ambienti destinati alla conservazione di materiali per uso didattico e per i servizi amministrativi. I depositi di materiali solidi combustibili possono essere ubicati ai piani fuori terra o ai piani 1º e 2º interrati. Le predette strutture dovranno comunque essere realizzate in modo da garantire una resistenza al fuoco di almeno REI 60. Il docente potrà ribadire l’importanza di definire in maniera univoca le destinazioni d’uso dei vai locali evitando, per quanto possibile, di modificarle frequentemente. 53

54 Adempimenti a cura dell’Ente Proprietario
L’accesso al deposito deve avvenire tramite porte almeno REI 60. I suddetti locali devono avere apertura di aerazione di superficie non inferiore ad 1/40 della superficie in pianta, protette da robuste griglie a maglia fitta. Ogni deposito dovrà essere dotato di almeno un estintore di tipo approvato, di capacità estinguente non inferiore a 21 A, 89 B, C ogni 150 m di superficie. 54

55 Adempimenti a cura dell’Ente Proprietario
IMPIANTO DI ALLARME Le scuole devono essere munite di un sistema di allarme in grado di avvertire gli alunni ed il personale presenti in caso di pericolo. Il sistema di allarme deve avere caratteristiche atte a segnalare il pericolo a tutti gli occupanti il complesso scolastico ed il suo comando deve essere posto in locale costantemente presidiato durante il funzionamento della scuola. 55

56 Parte 2 Ripartizione delle responsabilità all’interno degli istituti scolastici Adempimenti a cura del titolare dell’attività Adempimenti a cura dell’Ente Locale Proprietario Rapporti con l’Ente Locale Proprietario La dispositiva introduce un tema molto “caldo” relativo ai rapporti fra i due soggetti destinatari degli obblighi. 56 56

57 Rapporti con l’Ente Locale
Il Docente, nelle slide che seguono, definirà le modalità per attuare una fattiva e proficua collaborazione con l’Ente Locale evidenziando gli elementi critici e gli atteggiamenti da evitare. Il presupposto di base su cui impostare un semplice ragionamento condiviso è che l’obiettivo è comune per entrambi i soggetti. Evitare che accada qualcosa e fare in modo di aumentare gradualmente la sicurezza complessiva di fabbricati ed attività. Si tratta di un cambio di atteggiamento che è importante anche nei contraddittori con gli Enti di Vigilanza, nei confronti dei quali la tendenza attuale è quella di provare a “scaricare” vicendevolmente le responsabilità sull’altro soggetto. 57

58 Rapporti con l’Ente Locale
Elementi critici del rapporto: La Lista della Spesa La richiesta di certificati e dei documenti inerenti il fabbricato e la conformità degli impianti Le destinazioni d’uso dei locali Il Registro di Prevenzione Incendi L’uso delle palestre e dei locali per il pubblico La segnaletica L’impianto elettrico: le ciabatte!!! La cassetta di pronto soccorso La verifica dell’impianto di terra 58

59 Rapporti con l’Ente Locale
Elementi critici del rapporto LA LISTA DELLA SPESA: UN ESEMPIO (REALE) Area esterna: il giardino presenta radici sporgenti e terreno sconnesso: provvedere alla risistemazione del giardino Area esterna: in giardino sono presenti cespugli di rose: occorre rimuovere i cespugli di rose Le scale non sono a norma: provvedere alla sostituzione delle scale non a norma Piano terra: il quadro elettrico non è protetto: provvedere a proteggerlo Aule piano terra: le aule delle porte verso l’esterno non hanno il maniglione antipanico: provvedere a dotare le porte di maniglione antipanico Depositi per le pulizie: i prodotti per le pulizie devono essere stoccati in locale adeguato e non accessibili ai bambini: provvedere a confinare adeguatamente i prodotti Bagni primo piano: nel bagno ci sono due mattonelle danneggiate: provvedere alla sistemazione delle mattonelle Bagno H piano terra. Manca il cartello “bagno Handicap”: provvedere al posizionamento di apposita cartellonistica La “lista della spesa” è un elenco di richieste effettuate normalmente dai dirigenti scolastici, contenenti qualunque tipo di segnalazione proveniente dai docenti, dal personale ausiliario. Normalmente queste liste sono trasmesse all’Ente Locale con cadenza molto frequente ed ottengono come risultato principale il deterioramento dei rapporti fra i due soggetti. Il docente spiegherà l’importanza di avere liste “pertinenti”, fondate su elementi tecnici e soprattutto che distinguano gli aspetti legati alla sicurezza dagli aspetti legati alla manutenzione ordinaria. Tutto ciò per non perdere credibilità. Il Docente può utilizzare questa slide e quella successiva per stimolare una discussione sugli elementi rilevanti ai fini della sicurezza e quelli invece non pertinenti. L’elenco indicato rappresenta una lista reale di richieste effettuate da Istituzioni Scolastiche ad alcuni Enti Proprietari 59

60 Rapporti con l’Ente Locale
LA LISTA DELLA SPESA: UN ESEMPIO (REALE) Nel locale XXX la macchina del caffè è collegata con una presa doppia Non sempre il riscaldamento è adeguato Non tutta la pavimentazione è realizzata con materiali idonei Il personale usa attrezzature che non sono sempre sicure Alcuni scaffali per i libri non sono sempre accessibili ai bambini La porta di accesso alla scuola presenta un sistema di apertura troppo agevole: si consiglia di sostituirlo con un sistema più sicuro Sulla parete della cucina è presente un buco: provvedere alla sua manutenzione 60

61 Rapporti con l’Ente Locale
Elementi critici del rapporto: La richiesta di certificati e dei documenti inerenti il fabbricato e la conformità degli impianti Rappresenta un tema molto importante perché tutta la documentazione inerente il fabbricato è prevalentemente relativa a strutture e impianti ed è pertanto di pertinenza dell’Ente Proprietario. Il Dirigente Scolastico dovrà provvedere a richiedere copia di tale documentazione o, in ogni caso, accertarsi che sia presente e indicare dove è conservata. Si tratta di un aspetto molto importante da discutere in maniera approfondita nei corsi per dirigente scolastico. In tal caso sarà opportuno citare anche l’articolo 18 comma 3 del D.Lgs. 81/2008: (Importante aprire una discussione su tale articolo) “Gli obblighi relativi agli interventi strutturali e di manutenzione necessari per assicurare, ai sensi del presente decreto legislativo, la sicurezza dei locali e degli edifici assegnati in uso a pubbliche amministrazioni o a pubblici uffici, ivi comprese le istituzioni scolastiche ed educative, restano a carico dell’amministrazione tenuta, per effetto di norme o convenzioni, alla loro fornitura e manutenzione. In tale caso gli obblighi previsti dal presente decreto legislativo, relativamente ai predetti interventi, si intendono assolti, da parte dei dirigenti o funzionari preposti agli uffici interessati, con la richiesta del loro adempimento all’amministrazione competente o al soggetto che ne ha l’obbligo giuridico.” Fra i Documenti più importanti ricordiamo: Il certificato di prevenzione incendi a seguito di presentazione di SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) per le scuole classificate di tipo C (con numero di persone superiore a 300) La presentazione di SCIA per le scuole classificate di tipo A e B (per le quali il sopralluogo avviene a campione ed è previsto il solo rilascio, da parte dei VVFF, di un verbale di visita; La dichiarazione di conformità degli impianti elettrici; La dichiarazione di conformità degli impianti meccanici; La dichiarazione di conformità degli impianti antincendio; I verbali di verifica dell’impianto di terra e di eventuali impianti di protezione contro le scariche atmosferiche; L’agibilità dei locali in uso alla scuola……………. 61

62 Rapporti con l’Ente Locale
Elementi critici del rapporto: Le Destinazioni d’uso dei locali: Anche in questo caso si tratta di un aspetto molto importante legato al Certificato di Prevenzione Incendi. Infatti, una volta ottenuto tale documento, è di fondamentale importanza e di esclusiva responsabilità del Dirigente Scolastico, che non vengano modificate le destinazioni d’uso dei locali in quanto si andrebbe ad inficiare la validità del documento (a meno che non si tratti di modifiche non sostanziali che non comportino aggravio dal punto di vista della sicurezza). Molto importante in un corso per dirigenti, discutere con l’aula tale problema, perché è consuetudine dei dirigenti , modificare le destinazioni d’uso in funzione delle esigenze didattiche. Si tratta di un concetto da chiarire stimolando la discussione in quanto diventa importante illustrare quali siano le modifiche non sostanziali o i non aggravi (ad esempio trasformazione di un’aula un’altra aula) o situazioni da evitare (ad esempio trasformazione di un’aula in deposito o archivio). 62

63 Rapporti con l’Ente Locale
Elementi critici del rapporto: Il Registro di Prevenzione Incendi: E’ un documento richiesto dal D.P.R. 151/2011 a cura del titolare dell’attività ma che contiene anche elementi (verifiche tecniche degli impianti e della struttura) in carico all’Ente Locale. Approfondimento Il registro di Prevenzione Incendi Il docente potrà approfondire il tema illustrando un modello di registro, che potrà aprire utilizzando il collegamento ipertestuale. Altrimenti potrà utilizzare lo schema della diapositiva seguente per illustrare semplicemente il concetto. Approfondimento: Il registro di prevenzione incendi OCCORRE EVITARE DI AVERE DUE REGISTRI!!! 63

64 Rapporti con l’Ente Locale
IL REGISTRO DI PREVENZIONE INCENDI ESEMPIO DI SCHEDA Scheda n° 3 A RETE IDRICA ANTINCENDIO Tipologia di impianto: [ ] idranti [ ] naspi... Verifica effettuata da: Addetti all’emergenza Periodicità della Verifica: 6 mesi Data ____ Ora ____ Responsabile verifica _____________________ Esito [ ] Positivo [ ] Negativo Firma __________________ Note/Irregolarità riscontrate _____________________________________________________________________ Procedura di verifica: controllare che le cassette siano integre, che siano presenti tubazione e lancia. 64

65 Rapporti con l’Ente Locale
IL REGISTRO DI PREVENZIONE INCENDI ESEMPIO DI SCHEDA Scheda n° 3 B RETE IDRICA ANTINCENDIO Tipologia di impianto: [ ] idranti [ ] naspi... Verifica effettuata da: Personale Tecnico Specializzato Periodicità della Verifica: 6 mesi Data ____ Ora ____ Responsabile verifica _____________________ Esito [ ] Positivo [ ] Negativo Firma __________________ Note/Irregolarità riscontrate _____________________________________________________________________ Procedura di verifica: Effettuare una prova di funzionamento con misura di pressione e portata 65

66 Rapporti con l’Ente Locale
IL REGISTRO DI PREVENZIONE INCENDI Altri elementi oggetto di verifica Impianto di spegnimento automatico Impianto di allarme Interruttori differenziali e interruttore generale Estintori Interruttori differenziali Valvole di intercettazione gas Contenuto cassetta pronto soccorso ………………………………………… ……………………………………………… Si riporta un esempio di scheda di segnalazione riepilogativa che potrà essere utilizzato per richiesta intervento successiva alle verifiche eseguite. Approfondimento Scheda di segnalazione riepilogativa 66

67 Rapporti con l’Ente Locale
Elementi critici del rapporto: L’uso delle palestre: Si tratta di un problema molto frequente negli istituti scolastici: Palestra scolastica data in uso a società sportive esterne o Impianto sportivo dato in uso alla scuola???? I Dirigenti scolastici dispongono delle palestre scolastiche che spesso sono “date in uso” dall’Ente Locale a società sportive (dilettantistiche e non). Tale gestione comune non è regolamentata e spesso diviene oggetto di conflitto quando si tratta di ottenere i certificato di prevenzione incendi. Viene così richiesta ai dirigenti una dichiarazione di “uso esclusivo” delle palestre che non può essere sottoscritta perché non veritiera. In alternativa occorrerebbe, nel rispetto della norma tecnica di prevenzione incendi sugli impianti sportivi, realizzare un filtro fra scuola e palestra. Recentemente, con l’entrata in vigore del DPR 151/2011 risulta conveniente in alcuni casi (nei quali la palestra ha una superficie superiore a 200 mq), considerarla un impianto sportivo dato in uso alla scuola e non una palestra scolastica data in uso alle società sportive. In ogni caso anche in questa situazione occorre realizzare degli accorgimenti “strutturali” di prevenzione incendi quali, ad esempio, la realizzazione di un filtro che colleghi la scuola alla palestra. 67

68 Rapporti con l’Ente Locale
Elementi critici del rapporto: L’aula Magna: Locale polifunzionale usato anche dall’Amministrazione per incontri, convegni, riunioni o Locale in uso esclusivo alla scuola???? Anche l’aula magna spesso rappresenta un problema in quanto, oltre ad essere utilizzata dalla Scuola, viene spesso utilizzata anche dall’Amministrazione Comunale come sala polifunzionale (per assemblee, feste, riunioni, convegni….); In questo caso si potrebbe anche configurare l’ipotesi di considerarla quale attività di pubblico spettacolo con la possibilità di dover applicare il DM del 19 agosto 1996 (regola tecnica di prevenzione incendi sui locali di pubblico spettacolo). 68

69 Rapporti con l’Ente Locale
Elementi critici del rapporto: L’impianto elettrico: le ciabatte!!! Le ciabatte non sono un problema. Il problema è il loro uso scorretto e “selvaggio” 69

70 Rapporti con l’Ente Locale
Elementi critici del rapporto: La cassetta di pronto soccorso: Il DM 388/2003 attribuisce al Datore di Lavoro (e quindi al Dirigente Scolastico), l’obbligo di provvedere alle dotazioni di primo soccorso. La Legge 23/1996 “Norme per l’edilizia scolastica” attribuisce agli enti proprietari l’obbligo delle forniture (presidi sanitari, estintori, segnaletica…) all’interno degli edifici scolastici. In questo caso il Dirigente Scolastico normalmente provvede ai presidi di pronto soccorso per il personale e l’Ente Locale ai presidi di pronto soccorso per gli allievi. Si tratta di una “ridondanza” che può essere eliminata condividendo una procedura comune. 70

71 Rapporti con l’Ente Locale
Elementi critici del rapporto: La verifica dell’impianto di terra: Il DPR 462/2001 attribuisce al Datore di Lavoro l’onere di far verificare l’impianto di terra e (se presente) l’impianto di protezione contro le scariche atmosferiche ogni due anni da parte di una ditta iscritta negli elenchi ministeriali (in sostanza ad una ditta abilitata). In realtà tale adempimento viene attuato dall’Ente Locale Proprietario in quanto i Dirigenti scolastici non hanno le risorse economiche per poterlo attuare. Anche in questo caso un adempimento posto a carico del Datore di Lavoro, di fatto viene attuato da un soggetto diverso: l’Ente Proprietario Locale. Il docente potrà far notare come anche in questo caso vi siano promiscuità ed una sovrapposizione di competenze dovute ad aspetti legislativi non coordinati. 71

72 Rapporti con l’Ente Locale
Elementi critici del rapporto: Il Certificato di Prevenzione Incendi A chi Spetta chiederlo? (Ovvero presentare la SCIA?) Si potrà fare riferimento al precedente approfondimento. 72

73 Rapporti con l’Ente Locale
E’ fondamentale una collaborazione attiva e partecipativa che può concretizzarsi nelle seguenti azioni: Condivisione dei sopralluoghi Organizzazione di almeno due riunioni congiunte annuali con un responsabile dell’ufficio tecnico e, almeno nei piccoli Enti locali, con la presenza di un assessore Condivisione di supporti comuni e di protocolli di intesa 73

74 Rapporti con l’Ente Locale
Da evitare lo scambio frequente di corrispondenza con evidente (inutile) tentativo di “scarico di responsabilità”!!! Questa slide può servire al docente per stimolare una discussione sul significato della copiosa corrispondenza che spesso intercorre fra i due soggetti al fine di limitare la propria responsabilità . E’ una slide che può assumere notevole rilevanza nei corsi per i Dirigenti Scolastici. 74

75 Rapporti con l’Ente Locale
L’unica strada percorribile è una collaborazione stretta in cui ognuno faccia la propria parte di adempimenti definendo come procedere sulle situazioni normativamente “ambigue” Le verifiche degli impianti di terra Estintori Segnaletica Utilizzo fuori orario scolastico dei locali collettivi (palestra, aula magna …) ……………………………… Il docente suggerisce, nel caso di corso ai dirigenti scolastici, una strada percorribile attraverso la collaborazione con l’Ente Locale, spiegando che, in alcuni casi (ad esempio la Provincia di Bologna), è stato anche condiviso un protocollo in base al quale la Provincia trasferiva risorse economiche alla scuola destinate ad essere utilizzate per effettuare interventi di manutenzione ordinaria una parte dei quali possono assolvere obblighi relativi ad adempimenti in materia di sicurezza. 75

76 Rapporti con l’Ente Locale
Il Datore di Lavoro (e quindi il Dirigente Scolastico) deve organizzare, prevenire, scegliere, prendere provvedimenti, proteggere…, per eliminare o ridurre al minimo i rischi dovrà sempre dimostrare di aver fatto tutto ciò che è in suo potere per evitare l’infortunio Luoghi di lavoro, Attrezzature e Impianti devono essere conformi ai requisiti del decreto… In gran parte non dipendono dal Dirigente Scolastico ma dall’Ente Proprietario!!! Il docente conclude l’argomento proiettando una tabella riepilogativa nella quale, a titolo di esempio, si riporta cosa deve fare ognuno dei due soggetti rispetto ad alcuni adempimenti comuni. Una tabella di questo tipo potrebbe essere allegata, ad esempio, ad una convenzione fra i due Enti. Ribadirà che l’incongruenza più rilevante da cui deriva ogni altro problema parte già dalle misure generali di tutela che vengono poste a carico del Datore di Lavoro (in quanto primo destinatario della salute e sicurezza dei propri lavoratori) ma che, di fatto, il dirigente scolastico è impossibilitato a garantirle pienamente in quanto, struttura e impianti (nonché manutenzione) non dipendono da lui ma da un altro soggetto. Il Dirigente può solo, segnalando, esonerarsi da responsabilità. Nel caso di evento dannoso, sarà comunque chiamato in causa in quanto, il linea assolutamente teorica, a fronte di un luogo di lavoro non conforme o non dotato di autorizzazioni all’esercizio dell’attività (fra cui il certificato di prevenzione incendi), dovrebbe interrompere l’attività. Soluzione chiaramente non praticabile in quanto si tratterebbe di interruzione di pubblico servizio (comunque perseguibile). Pertanto non vi è altra soluzione se non quella di collaborare con l’Ente Locale e cercare insieme soluzioni condivise per ridurre il rischio e, nel contempo, procedere con gli interventi di adeguamento facendo ognuno la propria parte. 76

77 Tabella comparativa di sintesi
Titolare d’attività (Dirigente Scolastico Ente Proprietario Impianto di allarme Provvede a verificarne il funzionamento e ad utilizzarlo per le prove di evacuazione Provvede a realizzarlo conformemente alla norma UNI 9795 Impianti e presidi antincendio Provvedere a formare gli addetti alla gestione dell’emergenza in materia di prevenzione incendi che impareranno ad utilizzarle Provvede a fornire gli estintori e a realizzare (ove necessario) impianti di spegnimento Il Docente dimostra con le tabelle di sintesi, quanto affermato precedentemente rispetto alla necessità di collaborazione fra Dirigente Scolastico ed Ente Locale in quanto alcuni adempimenti devono essere attuati congiuntamente, ciascuno per le proprie competenze. Accade talvolta che in occasione di sopralluoghi si trovino locali realizzati con le caratteristiche di deposito da parte dell’Ente Locale ed inutilizzati. Nello stesso edificio viene invece stoccato impropriamente materiale all’interno di locali non idonei o, addirittura, con destinazioni d’uso differenti!!! 77

78 Tabella comparativa di sintesi
Titolare d’attività (Dirigente Scolastico Ente Proprietario Uscite di emergenza e vie di fuga Provvede a mantenerle sgombre e fruibili Provvede a realizzarle in numero e tipologia adeguata Stoccaggio materiali Provvedere a conservare i materiali infiammabili in modo e quantità corretti Provvede a creare appositi locali per lo stoccaggio dei materiali (soprattutto gli infiammabili) 78

79 Tabella comparativa di sintesi
Titolare d’attività (Dirigente Scolastico Ente Proprietario Registro dei controlli e delle verifiche Provvede ad effettuare le verifiche di funzionamento segnalando all’Ente eventuali mancanze Provvede ad effettuare le verifiche tecniche strumentali periodiche Segnaletica Provvede ad elaborare il piano di emergenza in base alla pratica di prevenzione incendi inoltrata dall’ Ente Locale Provvede a posizionare la segnaletica in maniera congruente con il piano di emergenza elaborato dal Dirigente 79


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