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PERCEZIONE VISIVA E DIFETTI DELLA VISTA
Matteo Gregucci 4E Liceo Scientifico e Linguistico “Galileo Ferraris” Taranto A.S.: PERCEZIONE VISIVA E DIFETTI DELLA VISTA
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prossimo a circa 8 cm dall’occhio
L’OCCHIO UMANO È un organo approssimativamente sferico di circa 23 mm di diametro, ha il compito di ricavare informazioni sull'ambiente circostante attraverso la luce 1 L’occhio raccoglie la luce che proviene dall’esterno 2 Regola l’intensità luminosa attraverso l’iride 3 Crea immagini reali 4 Comunica lo stimolo di coni e bastoncelli al nervo ottico, convertendo le immagini in segnali elettrici CORNEA: membrana trasparente con indice di rifrazione simile a quello dell’acqua; UMORE ACQUEO: liquido costituito da acqua, sali e sostanze proteiche; IRIDE: diaframma che al centro ha un foro; PUPILLA: di diametro variabile a seconda dell’intensità della luce; CRISTALLINO: corpo elastico trasparente a forma di lente; UMORE VITREO: sostanza gelatinosa che riempie il volume del globo oculare; RETINA: membrana ricoperta da cellule sensibili alla luce, chiamata per la loro forma coni e bastoncelli, che comunicano lo stimolo al nervo ottico Per vedere nitidamente un oggetto la sua immagine deve formarsi sulla retina. L’occhio, variando il suo potere convergente, rende possibile la visione di oggetti che si trovano a distanze piccole o grandi grazie al processo accomodativo. Esso è regolato dai muscoli ciliari attraverso le variazioni di densità e curvatura del cristallino. Quindi ne deriva un grado di funzionalità esteso entro un campo che va, per un organo normale, dal cosiddetto punto remoto (teoricamente all’infinito) al punto prossimo a circa 8 cm dall’occhio
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Quando un tipo di cono ha un difetto si parla di daltonismo
PERCEZIONE DEI COLORI Come abbiamo detto precedentemente la retina è costituita da sensori chiamati coni e bastoncelli. I bastoncelli sono posti alla periferia della retina e permettono di percepire la luminosità e il movimento (visione scotopica), mentre i coni , posti in una zona detta fovea, permettono di diversificare i colori (visione fotopica). In realtà esistono tre tipi di coni, ognuno sensibile ad una diversa lunghezza d’onda: • Cono S (blu – 437 nm) • Cono M (verde – 533 nm) • Cono L (rosso – 564 nm) Quando un tipo di cono ha un difetto si parla di daltonismo L’insieme dei colori percepibili dall’0cchio umano è detto spettro della luce visibile e si estende dal rosso al violetto. La luce visibile è composta da onde elettromagnetiche di frequenza compresa nell’intervallo 4·1014 Hz e 8·1014 Hz. Le onde elettromagnetiche di frequenza inferiore e quelle di frequenza superiore non provocano sensazioni visive.
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DALTONISMO Il daltonismo è una condizione in cui si ha un’alterata percezione dei colori DEFICIT VISIVI DISCROMATOPSIE PROTANOPIA (Insensibilità al rosso) (Scarsa sensibilità al rosso) PROTANOMALIA DEUTERANOPIA (Insensibilità al verde) (Scarsa sensibilità al verde) DEUTERANOMALIA TRITANOPIA (Insensibilità al blu e al giallo) TRITANOMALIA (Scarsa sensibilità al blu e al giallo) ACROMATOPSIA Acromatopsia Visione normale Protanopia Protanomalia Deuteranopia Il daltonismo fu descritto per la prima volta da John Dalton, scienziato inglese che era affetto da deuteranopia nel 1798 Deuteranomalia Tritanopia Tritanomalia
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CAUSE, DIAGNOSI E CURA DALTONISMO
CAUSE: I più diffusi tipi di daltonismo sono dovuti ad alterazioni ereditarie (daltonismo genetico) dei fotorecettori detti coni, ma è anche possibile diventare daltonici in seguito ad un danneggiamento della retina, del nervo ottico o di determinate aree della corteccia celebrale. Tale daltonismo è spesso diverso da quello di origine genetica; ad esempio, può manifestarsi solo in una parte del campo visivo. Alcune forme di daltonismo acquisito sono reversibili. I soggetti che tentano i record di isolamento nelle grotte, sotto terra o in condizioni comunque di buio forzato per mesi, diventano daltonici e il processo non è facilmente reversibile. Non esiste una cura per il daltonismo genetico anche se recenti esperimenti sulle cellule staminali condotti da scienziati americani fanno ben sperare per il futuro. Esistono tuttavia dei presidi esterni che consentono un notevole miglioramento del difetto visivo. Si tratta di lenti dotate di uno strato particolare che è progettato per permettere allo spettro della luce di combinarsi in modo che la stimolazione dei colori avvenga normalmente, come nei soggetti che vedono correttamente. Per diagnosticare le forme di daltonismo, sono stati sviluppati dei particolari test visivi: le tavole di Ishihara e i test di Fansworth
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AMETROPIE Per “ametropie” si intendono anomalie di rifrazione dell’occhio. Sono difetti visivi che derivano da un’anomala correlazione tra le diverse parti del sistema diottrico oculare. In un occhio otticamente normale, ad accomodazione rilassata (in condizione cioè di rifrazione statica), i raggi paralleli, provenienti da un punto oggetto posto all'infinito, convergono sulla retina a formare un punto immagine, che in questo caso coincide con il fuoco immagine del sistema ottico oculare. Quando questa condizione ottica ideale è rispettata siamo in presenza di emmetropia. La condizione opposta è detta appunto ametropia. Le ametropie si dividono in: MIOPIA L’IMMAGINE SI FORMA DAVANTI ALLA RETINA IPERMETROPIA L’IMMAGINE SI FORMA DIETRO ALLA RETINA ASTIGMATISMO CONDIZIONE IN CUI NON SI HA LA PRESENZA DI UN SINGOLO PUNTO FOCALE
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OCCHIO EMMETROPE L'emmetropia è la condizione ottica ideale di un occhio. In un occhio otticamente normale, ad accomodazione rilassata (in condizione cioè di rifrazione statica), i raggi paralleli, provenienti da un punto oggetto posto all'infinito, convergono sulla retina a formare un punto immagine, che in questo caso coincide con il fuoco principale del sistema ottico oculare.
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AMETROPIE - MIOPIA La miopia è un'ametropia o un'anomalia rifrattiva, a causa della quale i raggi luminosi provenienti da un oggetto distante non si focalizzano correttamente sulla retina, ma invece davanti ad essa. Questo accade o per un’eccessiva curvatura della cornea o per un eccessivo allungamento del globo oculare. La conseguenza è che gli oggetti osservati tendono ad apparire sfocati e la visione migliora con la riduzione della distanza a cui si guarda. Per correggere questo difetto della vista si usano lenti divergenti.
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AMETROPIE - IPERMETROPIA
L'ipermetropia è un'ametropia nella quale i raggi provenienti dall'infinito si mettono a fuoco oltre la retina. Nell’occhio ipermetrope la curvatura della cornea non è sufficiente per la lunghezza oculare che è ridotta rispetto a quella di un occhio normale. I raggi luminosi provenienti da oggetti sia vicini che lontani non vengono messi a fuoco sulla retina, bensì su un piano dietro di essa: in questo caso, l’ipermetrope vede male gli oggetti vicini e in parte anche quelli lontani. Un certo grado d'ipermetropia può essere compensato grazie all'accomodazione. Se quest'ultima non è sufficiente saranno necessarie lenti convergenti.
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AMETROPIE - ASTIGMATISMO
L’astigmatismo è una condizione dovuta ad una deformazione della cornea: le immagini, a qualunque distanza, appaiono indistinte, schiacciate e distorte lungo una certa direzione che dipende da quella dell’asse dell’astigmatismo. Normalmente la cornea ha una forma sferica; nell’occhio astigmatico, invece, essa presenta un profilo ellissoidale (ovale). Essendo, dunque, la curvatura della cornea irregolare, non uniforme, i raggi luminosi provenienti dagli oggetti non vengono rifratti ugualmente in tutte le direzioni, ma cadono su piani diversi tra loro rispetto alla retina.
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PRESBIOPIA La presbiopia La presbiopia, (è una condizione fisiologica dell'apparato visivo che non fa parte delle ametropie. È prettamente legata a una perdita di efficienza dell'apparato accomodativo. In particolare, si verifica una perdita progressiva di elasticità del cristallino. Lentamente, dopo i 40 anni, tale capacità tende a ridursi a causa dell’indurimento dello stesso. Chi ne è affetto fatica a mettere a fuoco in rapida successione immagini distanti e vicine, ha difficoltà nella lettura e nelle attività da vicino. La presbiopia può essere corretta mediante l’utilizzo di lenti.
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FINE Matteo Gregucci 4E
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