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Lettura, Interpretazione, Analisi

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Presentazione sul tema: "Lettura, Interpretazione, Analisi"— Transcript della presentazione:

1 Lettura, Interpretazione, Analisi
IL BILANCIO Lettura, Interpretazione, Analisi Milano, 17 giugno 2015

2 IL BILANCIO: LETTURA, INTERPRETAZIONE, ANALISI
La gestione aziendale dal punto di vista economico finanziario e patrimoniale Gli investimenti aziendali: capitale fisso e capitale circolante I Criteri di valutazione degli investimenti  La riclassificazione del bilancio La riclassificazione dello stato patrimoniale La riclassificazione del conto economico Il modello del punto di pareggio L’analisi per indici Analisi dei flussi finanziari

3 L’IMPRESA COME ORGANIZZAZIONE GENERATRICE DI VALORE
L’INTERPRETAZIONE DEL PROFILO ECONOMICO FINANZIARIO L’IMPRESA COME ORGANIZZAZIONE GENERATRICE DI VALORE

4 1 2 3 4 ANALISI DEI FONDAMENTI DEL BUSINESS (Analisi Strategica) DOVE?
DEFINIZIONE DEL BUSINESS CON QUALI PROSPETTIVE? 2 ANALISI DI MERCATO/BUSINESS CON QUALI MEZZI? 3 FORZA COMPETITIVA DELL’IMPRESA IN CHE MODO? 4 SCELTA TRA LE DIVERSE ALTERNATIVE STRATEGICHE

5 IL SISTEMA COMPETITIVO SECONDO PORTER
Minaccia di nuovi entranti NUOVI ENTRANTI Concorrenti dell’iniziativa FORNITORI ACQUIRENTI Potere contrattuale dei fornitori Potere contrattuale degli acquirenti Intensità della concorrenza SOSTITUTI Minaccia di sostituti

6 MISURAZIONE DELL’ATTRATTIVITÀ DEL BUSINESS
LO SCHEMA LOGICO VALUTAZIONE DELL’ATTRATTIVITÀ DEL BUSINESS BASSA ATTRATTIVITÀ ALTA ATTRATTIVITÀ ALTA BASSA RIVALITÀ FRA CONCORRENTI ALTO BASSO POTERE CONTRATTUALE DEI CLIENTI ALTA BASSO POTERE CONTRATTUALE DEI FORNITORI ALTA BASSA MINACCIA DI NUOVI ENTRANTI ALTA BASSA MINACCIA SOSTITUZIONE PRODOTTO

7 IL POSIZIONAMENTO STRATEGICO
Gli orientamenti strategici che l’impresa puo’ adottare dipenderanno dal posizionamento di ciascun business Forza competitiva B A A C B A BASSA MEDIA ALTA Attrattività C C B BASSA MEDIA ALTA In particolare, le strategie possibili per le tre classi di posizionamento sono: POSIZIONAMENTO A: strategia di investimento in modo aggressivo per la crescita (quota di mercato) POSIZIONAMENTO B: strategia di investimento selettivo (risulati di esercizio) POSIZIONAMENTO C: strategia di realizzo o disinvestimento (cassa).

8 LA GESTIONE AZIENDALE: ECONOMICA, FINANZIARIA, PATRIMONIALE

9 < IL MESTIERE DELL’IMPRESA PROFITTO COSTI RICAVI TRASFORMAZIONE
Fornitori RISORSE PRODOTTI/ SERVIZI Clienti CAPITALE INVESTITO FONTI DI FINANZIAMENTO Debiti + Patrimonio Netto PROFITTO

10 EQUILIBRIO ECONOMICO FINANZIARIO
IL MESTIERE DELL'IMPRESA E GLI EQUILIBRI DA OSSERVARE EQUILIBRIO ECONOMICO USCITE MONETARIE FINANZIARIO COSTI RICAVI ENTRATE Struttura delle fonti di finanziamento

11 LE REGOLE DELL’EQUILIBRIO AZIENDALE
SONO QUELLE PER LE QUALI L’ESERCIZIO DELLA GESTIONE E’ RITENUTO OTTIMALE PER IL PERSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI DI PROFITTO EQUILIBRIO ECONOMICO RICAVI > COSTI EQUILIBRIO PATRIMONIALE E FINANZIARIO FONTI = IMPIEGHI COSTO DELLE FONTI EQUILIBRIO GLOBALE ECONOMICO-FINANZIARIO RENDIMENTO CAPITALE >

12 LE REGOLE DELL’EQUILIBRIO AZIENDALE
OPERARE SU LIVELLI DI ATTIVITÀ CUI CORRISPONDA REDDITIVITÀ ECONOMICA STRUTTURALE……… ……… IN CUI GLI ULTERIORI IMPIEGHI ABBIANO UN RENDIMENTO SUPERIORE AL COSTO DEI FABBISOGNI FINANZIARI NECESSARI….. ROI % > TASSO FINANZIARIO % RISULTATO OPERATIVO > ONERI FINANZIARI …… CONSENTENDO REMUNERAZIONI DEL CAPITALE DI RISCHIO IN LINEA CON IL MERCATO …… MA GARANTENDO IL MANTENIMENTO DELLA STRUTTURA DEL RAPPORTO “D/E” ENTRO I LIMITI DI LEVA FINANZIARIA POSITIVA

13 GLI INVESTIMENTI AZIENDALI CAPITALE FISSO E CAPITALE CIRCOLANTE

14 DA COSA DIPENDE LA CAPACITA’ DI TRASFORMARE IN CASSA REALE L’AUTOFINANZIAMENTO
POLITICHE ACQUISTI LOGICHE SISTEMA PRODUTTIVO-EROGAZIONE DEL SERVIZIO POLITICHE DI VENDITA LEAD TIME LEAD TIME MAGAZZINI GESTIONE DEL CAPITALE CIRCOLANTE NETTO POLITICHE INDEBITAMENTO POLITICHE DEL CREDITO

15 IL PROFILO FINANZIARIO DI BREVE PERIODO
È INFLUENZATO DA POLITICHE E GESTIONE OPERATIVE (RESPONSABILI OPERATIVI) POLITICHE ACQUISTI LOGICHE DEL SISTEMA PRODUTTIVO POLITICHE VENDITE QUANDO ACQUISTO, QUALI FORNITORI, QUALE DILAZIONE/SCONTO DOVE PRODURRE, COME E COSA QUALI CLIENTI, QUALI MERCATI/AREE GEOGRAFICHE, QUALI CANALI, QUANDO, QUALI CONDIZIONI/DILAZIONI/ SCONTI POLITICHE E GESTIONE FINANZIARIA (A. DIREZIONE/DIREZIONE fINANZIARIA) ACCESSIONE E RIMBORSO QUOTE INDEBITAMENTO A LUNGO AUMENTI E RIDUZIONE PATRIMONIO NETTO PAGAMENTI IMPOSTE PAGAMENTO DIVIDENDI PAGAMENTO ONERI FINANZIARI ACQUISIZIONI - DISMISSIONI

16 CRITERI PER LE SCELTE DELLE COPERTURE
DURATA DEL FABBISOGNO E RISCHIO DI VARIABILITA’ COSTO EFFETTIVO DELLA FORMA DI FINANZIAMENTO (tasso nominale, gg valuta, commissioni, capitalizzazioni) RIGIDITA’ / ELASTICITA’ NEL RIMBORSO NECESSITA’ O MENO DI GARANZIE RIFLESSI FISCALI RAPPORTI BANCARI FORME DI INDEBITAMENTO A BREVE COSTO RISCHIO/ELASTICITÀ c/c Anticipazioni fatture Anticipazioni sc f. Finanziamenti import/export Polizze di credito commerciale Accettazioni bancarie Factoring

17 massimizzare il valore dell’impresa
IL PRINCIPIO GUIDA Nelle imprese, chi usa il fattore capitale deve impiegarlo a rendimenti superiori al suo costo al fine di massimizzare il valore dell’impresa

18 INVESTIRE significa ….. … IMPIEGARE RISORSE FINANZIARIE (FATTORE CAPITALE) IN ATTIVITA’ AZIENDALI … AL FINE DI CONSEGUIRE NEL TEMPO, ATTRAVERSO LA GESTIONE DI QUESTE ATTIVITA’, UN FLUSSO DI RISORSE FINANZIARIE (RENDIMENTO) MAGGIORE RISPETTO A QUELLO DELLE RISORSE IMPIEGATE (COSTO) IN COERENZA CON: GLI OBIETTIVI DEFINTI IL POSIZIONAMENTO STRATEGICO

19 Identificare le opportunità di investimento (spesa)
GLI ELEMENTI PER LA VALUTAZIONE Identificare le opportunità di investimento (spesa) identificare i risvolti economici e finanziari tenere conto del valore finanziario del tempo definire le metodologie di valutazione analizzare il rischio

20 ma occorre non tralasciare l’impatto ….
GLI ELEMENTI PER LA VALUTAZIONE ma occorre non tralasciare l’impatto …. … sulle Strategie aziendali … sulla Performance Complessiva delle attività (non solo costi, ma tempi, qualità, flessibilità etc) … sulle altre aree aziendali non direttamente coinvolte (aspetti gestionali/organizzativi indotti dal cambiamento)

21 LA RICLASSIFICAZIONE DEL BILANCIO

22 PRINCIPALI CRITERI DI RICLASSIFICAZIONE
DELLO STATO PATRIMONIALE DEL CONTO ECONOMICO CRITERIO FINANZIARIO (Liquidità - Esigibilità) CRITERIO GESTIONALE (operativa - non operativa corrente - non corrente) CRITERIO DELLA PERTINENZA GESTIONALE (operativa - non operativa) con evidenziazione nell'ambito della GESTIONE OPERATIVA: a) della produzione b) del valore aggiunto c) dei costi per area funzionale d) dei costi fissi e variabili

23 LA RICLASSIFICAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE

24 STATO PATRIMONIALE “FINANZIARIO”
Il processo di riclassificazione finanziaria dello S.P. richiede che le voci siano raggruppate nel seguente modo: ATTIVO PASSIVO grado di LIQUIDITÀ grado di ESIGIBILITÀ attitudine degli impegni a trasformarsi in denaro (nel breve periodo) periodo entro il quale si prevede di sostenere l’esborso monetario legato all’estinzione delle singole fonti convenzionalmente il breve periodo è stabilito in 12 MESI dalla data di riferimento del bilancio

25 STATO PATRIMONIALE “FINANZIARIO” (segue)
(Struttura sintetica) Voci che si trasformeranno in denaro in un periodo superiore ad un anno PATRIMONIO NETTO IMMOBILIZZAZ. NETTE Voci che si trasformeranno in esborsi in un periodo superiore ad un anno DEBITI A MEDIO - LUNGO TERMINE Voci che si trasformeranno in denaro entro un anno CIRCOLANTE LORDO DEBITI A BREVE TERMINE Voci che si trasformeranno in esborsi entro un anno CAPITALE INVESTITO FONTI DI FINANZIAMENTO

26 FONTI DI FINANZIAMENTO
STATO PATRIMONIALE “FINANZIARIO” (dettaglio) IMMOBILIZZAZIONI NETTE PATRIMONIO NETTO Immobilizzazioni tecniche nette Immobilizzazioni immateriali nette Immobilizzazioni finanziarie Capitale sociale Riserve Utile (perdita) netto DEBITI A MLT CIRCOLANTE LORDO Obbligazioni Mutui Fondo TFR Altri debiti finanziari a MLT Scorte Liquidità differite Crediti vs/clienti Altri crediti a breve Ratei e risconti Liquidità immediate Cassa e banche Titoli prontamente negoziabili DEBITI A BT Debiti vs/fornitori Fondo imposte Banche passive Altri debiti a breve Ratei e risconti CAPITALE INVESTITO FONTI DI FINANZIAMENTO

27 STATO PATRIMONIALE “FINANZIARIO”:
alcuni indicatori IMMOBILIZZAZIONI NETTE PATRIMONIO NETTO SCORTE Margine di struttura Indice di copertura immobilizzazioni Capitale circolante netto PASSIVITÀ A MLT Indice di disponibilità LIQUIDITÀ DIFFERITE Margine di tesoreria Indice di liquidità PASSIVITÀ CORRENTI LIQUIDITÀ IMMEDIATE

28 STATO PATRIMONIALE “GESTIONALE”
La riclassificazione secondo il “CRITERIO GESTIONALE” si basa sul seguente principio : APPARTENENZA O MENO ALLA GESTIONE OPERATIVA delle voci del CAPITALE INVESTITO delle voci delle FONTI DI FINANZIAMENTO Consente di esprimere un giudizio : sul livello del capitale investito (gestione operativa) sul livello di indebitamento finanziario sulla redditività del capitale investito (insieme al conto economico riclassificato gestionalmente)

29 STATO PATRIMONIALE “GESTIONALE” (il dettaglio)
(+) IMMOBILIZZAZIONI NETTE (+/-) POSIZIONE FINANZIARIA NETTA + Immobilizzazioni tecniche nette + Immobilizzazioni immateriali nette + Immobilizzazioni finanziarie nette + Obbligazioni + Mutui + Altri debiti finanziari a MLT + Banche Passive (+/-) CAPITALE CIRCOLANTE NETTO + Scorte (al netto di eventuali fondi rettificativi) + Crediti vs/clienti + Altri crediti a breve + Ratei e risconti attivi - Cassa - Banche Attive - Titoli prontamente negoziabili - Debiti vs/fornitori - Altri debiti a breve - Ratei e risconti passivi (+) PATRIMONIO NETTO (-) FONDI PER SPESE FUTURE + Capitale sociale + Riserve + Utile (Perdita) d'esercizio - Fondo TFR - Fondo imposte (=) CAPITALE INVESTITO NETTO (=) FONTI DI FINANZIAMENTO NETTE

30 RICLASSIFICAZIONE DEL CONTO ECONOMICO

31 CONTO ECONOMICO “GESTIONALE”
La riclassificazione secondo il “CRITERIO GESTIONALE” si basa sul seguente principio : SUDDIVISIONE TRA LE DIVERSE AREE DELLA GESTIONE dei COSTI dei RICAVI Consente di : evidenziare le diverse aree dell’unitaria gestione d’impresa apprezzare il contributo di ciascuna area alla redditività dell’impresa

32 LE AREE DELLA GESTIONE DELL’IMPRESA
Componenti di reddito derivanti dall'attività tipica dell’impresa GESTIONE OPERATIVA dalle scelte di politica finanziaria GESTIONE FINANZIARIA da operazioni che esulano dall’oggetto tipico dell’attività aziendale GESTIONE ATIPICA da eventi di carattere straordinario GESTIONE STRAORDINARIA Oneri derivanti dall’imposizione fiscale diretta sul risultato ante imposte GESTIONE FISCALE

33 GESTIONE STRAORDINARIA
CONTO ECONOMICO RICLASSIFICATO RICAVI LORDI - DEDUZIONI DI RICAVO (sconti; abbuoni; ecc.) = RICAVI NETTI OPERATIVI pluralità di schemi di riclassificazione GESTIONE OPERATIVA - COSTI OPERATIVI = REDDITO OPERATIVO GESTIONE FINANZIARIA +/- ONERI/PROVENTI FINANZIARI GESTIONI ATIPICA +/- ONERI/PROVENTI ATIPICI GESTIONE STRAORDINARIA +/- ONERI/PROVENTI STRAORDINARI = RISULTATO ANTE IMPOSTE - IMPOSTE SUL REDDITO = RISULTATO NETTO GESTIONE FISCALE

34 GESTIONE OPERATIVA A “VALORE AGGIUNTO”
(-) COSTO DEL LAVORO RICAVI (-) COSTI OPERATIVI ACQUISITI DALL’ESTERNO = VALORE AGGIUNTO (-) AMMORTAMENTI ED ALTRI ACCANTONAMENTI = RISULTATO OPERATIVO valore che l’impresa, con i propri fattori, aggiunge a quello delle risorse acquisite dall’esterno (-) Consumi (-) Utenze (-) Trasporti (-) Imballaggi (-) Pubblicità/promozione (-) Consulenze (-) Affitti passivi (-) Canoni di leasing = MARGINE OPERATIVO LORDO

35 GESTIONE OPERATIVA A “COSTO DEL VENDUTO”
RICAVI (-) COSTO DEL VENDUTO = RISULTATO OPERATIVO + Acquisti +/- Var. rimanenze + Costo del lavoro + Prestazioni di servizi + Ammortamenti + Accantonamenti + Oneri diversi operativi insieme dei costi operativi netti sostenuti dall’impresa per il raggiungimento del fatturato

36 GESTIONE OPERATIVA A “MARGINE DI CONTRIBUZIONE”
RICAVI (-) COSTI VARIABILI TOTALI = MARGINE di CONTRIBUZIONE LORDO (-) COSTI FISSI TOTALI = RISULTATO OPERATIVO capacità di copertura dei costi fissi di struttura 100% 40% 60% 30%

37 IL MODELLO DEL PUNTO DI PAREGGIO
(Break Even Point)

38 Necessità dell’analisi dei costi aziendali sotto il profilo
L’ANALISI PREZZI-COSTI-VOLUMI Consente di simulare il comportamento di ricavi e costi misurando l’impatto sul risultato economico al variare dei volumi Ricerca del volume di pareggio  ricavi=costi Ricerca del volume corrispondente ad un certo livello di risultato economico  ricavi > costi Necessità dell’analisi dei costi aziendali sotto il profilo della variabilità

39 MARGINE DI CONTRIBUZIONE = COSTI FISSI
IL PUNTO DI PAREGGIO: LA LOGICA RICAVI LIRE COSTI TOTALI COSTI VARIABILI MARGINE DI CONTRIBUZIONE COSTI FISSI NUMERO UNITÀ PUNTODI PAREGGIO RICAVI = COSTI TOTALI MARGINE DI CONTRIBUZIONE = COSTI FISSI

40 MARGINE DI CONTRIBUZIONE UNITARIO
IL PUNTO DI PAREGGIO: LA FORMULA COSTI FISSI TOTALI MARGINE DI CONTRIBUZIONE UNITARIO N° pezzi = RT = CVT + CFT relazioni: RT = (Ru x V) CVT = (CVu x V) (Ru - CVu) = MDCu Sostituendo: Ru x V = CVu x V + CFT Ru x V - CVu x V = CFT V x (Ru - CVu) = CFT da cui: Legenda RT = Ricavi Totali CVT = Costi Variabili Totali CFT = Costi Fissi Totali Ru = Ricavo Unitario CVu = Costo Variabile unitario V = Volume (pezzi) MDCu = Margine Di Contribuzione unitario CFT V = MDCu

41 MARGINE DI CONTRIBUZIONE %
IL PUNTO DI PAREGGIO: LA FORMULA COSTI FISSI TOTALI MARGINE DI CONTRIBUZIONE % VOLUME di FATTURATO = Infatti Relazioni: MDCu = Ru x MDC% V x Ru = Fatturato CFT V = MDCu CFT V = Ru x MDC% Legenda RT = Ricavi Totali CVT = Costi Variabili Totali CFT = Costi Fissi Totali Ru = Ricavo Unitario CVu = Costo Variabile unitario V = Volume (pezzi) MDCu = Margine Di Contribuzione unitario MDC% = Margine Di Contribuzione % CFT V x Ru = MDC% da cui: MDC% CFT Fatturato =

42 IL PUNTO DI PAREGGIO È ……….
IL FATTURATO MINIMO NECESSARIO A COPRIRE TUTTI I COSTI VARIABILI E FISSI DEL BUSINESS (O DEL CLIENTE O DEL PRODOTTO) PRIMA DI “VEDERE” L’UTILE PdP Puntuale = CFT MdC% = 30 60% 50 PdP P 50 PdP Normalizzato = = = 50% Ricavi 100 LA LEVA OPERATIVA È ………. UN INDICATORE DI REATTIVITA’ % DEL RISULTATO OPERATIVO A VARIAZIONI % DELLA QUANTITA’ VENDUTA (DATA UNA CERTA CAPACITA’ PRODUTTIVA) LO = MdC Ris Op = 60 30 2

43 L’ANALISI PER INDICI

44 GLI INDICI DI BILANCIO RAPPORTI E QUOZIENTI CHE ESPRIMONO
RELAZIONI SIGNIFICATIVE TRA VOCI E INSIEMI DI VOCI DEL BILANCIO CONSENTONO DI RILEVARE DEI SEGNALI UTILI PER UNA DIAGNOSI

45 COPERTURA IMMOBILIZZAZIONI STRUTTURA FINANZIARIA
LIQUIDITÀ DISPONIBILITÀ COPERTURA IMMOBILIZZAZIONI STRUTTURA FINANZIARIA ROE: - NETTO - LORDO ROI ROS TURNOVER ROD D/E DURATA CAPITALE CIRCOLANTE DURATA SCORTE DURATA CREDITI DURATA DEBITI EQUILIBRIO FINANZIARIO REDDITIVITÀ EFFICIENZA

46 EQUILIBRIO FINANZIARIO
EFFICIENZA REDDITIVITÀ LIQUIDITÀ (Liquidità immediate +liquidità differite/ Passività correnti) DISPONIBILITÀ (Capitale Circolante Lordo/ Passività correnti) COPERTURA IMMOBILIZZAZIONI (Patrimonio Netto / attività immobilizzate) STRUTTURA FINANZIARIA (Patrimonio Netto + Passività a medio lungo termine / attività immob.)

47 STATO PATRIMONIALE FINANZIARIO
ATTIVITÀ IMMOBILIZZATE PATRIMONIO NETTO SCORTE Margine di struttura Indice di copertura immobilizzazioni Capitale circolante netto PASSIVITÀ A MLT Indice di disponibilità LIQUIDITÀ DIFFERITE Margine di tesoreria Indice di liquidità PASSIVITÀ CORRENTI LIQUIDITÀ IMMEDIATE

48 REDDITIVITÀ R.O.E. NETTO (Return On Equity)
EQUILIBRIO FINANZIARIO EFFICIENZA REDDITIVITÀ R.O.E. NETTO (Return On Equity) (Risultato Netto / Patrimonio Netto) INCIDENZA GESTIONE STR, ATIP, FISC. (Risultato Netto / Risultato Operativo + Risultato gest. fin.) R.O.E. LORDO (Risultato ante Imposte / Patrimonio netto) R.O.I. (Return On Investiments) (Risultato Operativo / Capitale Investito Netto) R.O.S. (Return On Sales) (Risultato Operativo / Ricavi) TURNOVER (Rotazione Capitale Investito) (Ricavi / Capitale Investito Netto) R.O.D. (Return On Debts) (Risultato Gestione Finanziaria/ Posizione Finanziaria Netta) D / E (Debt Equity) (Posizione Finanziaria Netta / Patrimonio Netto) LE VA FINANZIARIA Debt Equity x (ROI-ROD)

49 R.O.I. LA REDDITIVITÀ OPERATIVA: LE SUE DETERMINANTI Rotazione
capitale investito ROS = Risultato operativo Ricavi Ricavi Capitale investito netto = Rotazione del capitale investito Rapporto prezzi / costi Forbice prezzi Integrazione verticale GG. Credito GG. Scorte GG. Fornitori Produttività lavoro Produttività impianti Costo lavoro

50 LA REDDITIVITÀ DEL CAPITALE DI RISCHIO: LE SUE DETERMINANTI
Risultato Netto Patrimonio Netto ROE netto = la redditività per l’azionista la redditività della gestione operativa le scelte di struttura finanziaria la gestione atipica, straordinaria e fiscale ROI INDEBITAMENTO ALIQUOTA FISCALE COSTO DELL’INDEBITAMENTO INCIDENZA COMPONENTI ATIPICI E STRAORDINARI DI REDDITO

51 LA REDDITIVITÀ DEL CAPITALE DI RISCHIO: LE SUE DETERMINANTI
GESTIONE (ECONOMICA/FIN. FISCALE/STRAORDINARIA) COMPLESSIVA GESTIONE STRAORDINARIA E FISCALE GESTIONE FINANZIARIA GESTIONE ECONOMICA OPERATIVA

52 1 3 2 LA LEVA FINANZIARIA SE ROI > ROD SE ROI = ROD SE ROI < ROD
ROE NETTO ROD ROI ROI=ROD ROI ROD ROE NETTO ROE NETTO

53 EQUILIBRIO FINANZIARIO E SVILUPPO SOSTENIBILE
VARIABILI ANNI

54 T.S.V. (%) DEFICIT SURPLUS R O I (%)
20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 T.S.V. (%) r = 2 17,50 r = 1 DEFICIT r = 0,5 r = 0 R O I = i SURPLUS 2,5 3,3 11,25 R O I (%) t = % utili non distribuiti = 100% r = Rapporto tra debiti finanziari e fondi propri

55 EFFICIENZA DURATA CAPITALE CIRCOLANTE (gg)
EQUILIBRIO FINANZIARIO REDDITIVITA’ EFFICIENZA DURATA CAPITALE CIRCOLANTE (gg) (Capitale Circolante Netto / Ricavi) x 365 DURATA SCORTE (gg) (Scorte / Costo del Venduto) x 365 DURATA CREDITI (gg) (Crediti vs Clienti / Ricavi) x 365 DURATA DEBITI (gg) (Debiti vs Fornitori / Acquisti) x 365 41

56 IL CICLO MONETARIO: DURATA
CICLO OPERATIVO (T5 - T0) CICLO MONETARIO (T5 – T1) CICLO MERCANTILE (T4 - T0) T0 = entrata dei fattori T2 = uscita dei fattori T3 = entrata dei prodotti nel magazzino CONSERVAZIONE DEI FATTORI MATERIALI A VELOCE CICLO DI UTILIZZO PROCESSO DI TRASFORMAZIONE FISICO-TECNICA CONSERVAZIONE DEI PRODOTTI FINITI T4 = uscita dei prodotti DEBITO DI FORNITURA CREDITO DI FORNITURA T1 = uscita di cassa sorge il ricavo = T4 T0 = sorge il costo entrata di cassa = T5

57 IL BENCHMARKING IL SETTORE O UN SUO SEGMENTO
LE IMPRESE ECCELLENTI DEL SETTORE IL LEADER IL CONCORRENTE PIU’ SIMILE IL CONCORRENTE PIU’ FOCALIZZATO IL CONCORRENTE EMERGENTE IL PERDENTE

58 PRO CONTRO L’ANALISI TRAMITE GLI INDICI DI BILANCIO
SONO FACILI DA CAPIRE RILEVANO I SINTOMI, CONSENTONO DIAGNOSI SONO LA BASE PER ANALISI PIU’ APPROFONDITE PRO SI BASANO SUL BILANCIO DANNO UNA VISIONE PARZIALE SINGOLARMENTE HANNO BASSO VALORE CONTRO

59 L’ANALISI DEI FLUSSI FINANZIARI

60 RENDICONTO FINANZIARIO:
LE INFORMAZIONI CONTENUTE NEL BILANCIO CONTO ECONOMICO STATO PATRIMONIALE sintesi delle VARIAZIONI ECONOMICHE prodotte dalle operazioni di gestione sintesi delle ATTIVITÀ E PASSIVITÀ che risultano al termine dell’esercizio I due prospetti non sono sufficienti ad includere e spiegare le modifiche di carattere finanziario verificatesi durante il periodo di riferimento RENDICONTO FINANZIARIO: “prospetto dei flussi finanziari”

61 L’ANALISI DEL PROSPETTO DEI FLUSSI FINANZIARI SERVE PER……
VERIFICARE LA FATTIBILITÀ FINANZIARIA DELLE SCELTE DI POLITICA AZIENDALE: ESPANSIONE, CONTRAZIONE ETC (A PREVENTIVO); 1. 2. COMPRENDERE COME SI È GENERATA LA POSIZIONE FINANZIARIA (A CONSUNTIVO); 3. COMPARARE QUALITATIVAMENTE I FLUSSI FINANZIARI FRA LORO, AL FINE DI VALUTARE I PUNTI DI FORZA E/O LE CRITICITÀ DELLA GESTIONE FINANZIARIA DELL’AZIENDA;

62 I FLUSSI FINANZIARI: LA LOGICA
LA PARTENZA LA GESTIONE L’ARRIVO S.P. INIZIALE CAPITALE INVESTITO DEBITI PATRIMONIO NETTO S.P. FINALE CASSA GENERATA RISULTATO D’ESERCIZIO FLUSSI ECONOMICI RICAVI - COSTI = FLUSSI FINANZIARI AUTOFINANZIAMENTO NUOVI INVESTIMENTI + NUOVI FINANZIAMENTI

63 L’ANALISI DEI FLUSSI FINANZIARI: IL RENDICONTO FINANZIARIO
UTILE (PERDITA) D’ESERCIZIO AMMORTAMENTI VARIAZIONE FONDO TFR E ALTRI FONDI + CREDITI vs CLIENTI NETTI + ALTRI CREDITI A BREVE + SCORTE DI MAGAZZINO (-) DEBITI VERSO FORNITORI (-) ALTRI DEBITI CORRENTI A+B= CASSA DA GESTIONE CORRENTE (+/-) DISINVESTIMENTI (INVESTIMENTI) MATERIALI, IMMAT. E FINANZ. NETTI (+/-) AUMENTI (RIDUZIONI) CAPITALE SOCIALE E RISERVE (+/-) DIVIDENDI (+/-) ACCENSIONE (RIMBORSO) FINANZIAMENTI A MEDIO /LUNGO TERMINE A) AUTOFINANZIAMENTO B) VARIAZIONE DEL CAPITALE CIRCOLANTE NETTO C) FLUSSI DA GESTIONE STRATEGICA A+B+C= RISULTATO FINANZIARIO ha la contropartita nella VARIAZIONE CASSA-BANCHE

64 LE DETERMINANTI DEI FLUSSI FINANZIARI
MERCATI REALI clienti fornitori concorrenti VENDITE (tasso di crescita) costi volumi prezzi Debiti Fin STRUTTURA FINANZIARIA TASSO CRESCITA INVESTIMENTI AFN CCN Equity AUTOFINANZIAMENTO (Tasso di crescita) dividendi oneri finanziari costi coperture copertura rischi MERCATI FINANZIARI investitori intermediari

65 LE REGOLE FONDAMENTALI
LE FONTI DI FINANZIAMENTO DEVONO ESSERE COERENTI CON LE CARATTERISTICHE DEGLI INVESTIMENTI (RISCHIO E DURATA) IL CAPITALE DEGLI AZIONISTI E’ ESIGENTE MA PAZIENTE IL DEBITO E’ A PIU’ BUON MERCATO .....MA IMPAZIENTE DIVERSIFICARE IL DEBITO, GLI INVESTITORI E I MERCATI ASSICURARSI CHE LA REDDITIVITA’ DEL CAPITALE INVESTITO NEI BUSINESS SIA SUPERIORE DI COSTO DEL CAPITALE

66 IL COLLEGAMENTO TRA CICLO STRATEGICO,
CICLO FINANZIARIO, STRUTTURE FINANZIARIE E TIPOLOGIE DI INVESTITORI FASI DELCICLO STRATEGICO TASSO DI SVILUPPO FATTURATO INTENSITÁ DI CAPITALE MARGINE DI AUTOFINANZIA MENTO SUL FASI DEL CICLO FINANZIARIO EVOLUZIONE STRUTTURA FINANZIARIA INVESTITORI IN CONTO EQUITY INIZIO ED INTRODUZIONE BASSO ALTA SALDI DI CASSA NEGATIVI ELEVATO “PRIVATE” EQUITY - IMPRENDITORI VENTURE CAPITAL CRESCITA ALTO MEDIA/ALTA MEDIO TRANSIZIONE DA S.C. NEGATIVI A S.C. POSITIVI - PUBLIC EQUITY (verso la public company) LEVA FINANZIARIA AZIONARIATO D IFFUSO INVESTITORI ISTITUZIONALI MATURITÁ BASSA SALDI DI CASSA POSITIVI FONDI CHIUSI MERCHANT BANK IMPRENDITORI DECLINO SALDI DI ELEVATO IMPRENDITORI DECRESCENTE DECRESCENTE DECRESCENTE CASSA “PRIVATE NEGATIVI EQUITY” (*) Decrescente e crescente in funzione delle politiche di presenza sviluppate (rivitalizzazione-verticalizzazione) e delle più generali politiche dell’azienda (es.: diversificazione)


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