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LE MALEBOLGE
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I BOLGIA: SEDUTTORI E RUFFIANI
Questa bolgia comprende quelli che in vita commisero colpe vergognose; ora sono condannati ad una pena altrettanto vergognosa : corrono nudi, frustati dai diavoli.
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II BOLGIA: GLI ADULATORI
La seconda bolgia trattiene i dannati che in vita si sporcarono moralmente con le menzogne; ora sono immersi nello sterco.
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III BOLGIA: I SIMONIACI
Questa bolgia comprende quelli che in vita intascarono denaro; ora sono conficcati in buche di pietra simili a tasche; poiché capovolsero la legge di Cristo, ora tengono la testa in giù ; poiché calpestarono la fiamma dello Spirito Santo, ora hanno le piante dei piedi lambite dalle fiamme.
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IV BOLGIA: MAGHI ED INDOVINI
La quarta bolgia comprende i dannati che in vita vollero guardare troppo nel futuro, tentando di penetrare i segreti di Dio; ora hanno la testa attaccata al contrario e sono costretti a guardare e a camminare sempre all’ indietro.
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V BOLGIA; I BARATTIERI Questa bolgia comprende coloro che in vita usarono arti subdole e malvagie per procurarsi guadagni illeciti. Ora sono immersi nella nera pece bollente.
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VI BOLGIA: GLI IPOCRITI
Nella bolgia degli ipocriti ci sono gli individui che in vita nascosero i loro veri sentimenti , malvagi e corrotti sotto un’ingannevole finzione di rettitudine e bontà ; ora sono nascosti da cappe rivestite esternamente d’ oro ma internamente costituite da pesante piombo.
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VII BOLGIA: I LADRI In questa bolgia stanno i dannati che in vita ricorsero all’astuzia e usarono le mani per spogliare le altre persone dei loro beni; ora corrono nudi con le mani legate dietro la schiena in una fossa di serpenti .Talora si trasformano essi stessi in serpenti, simbolo di malizia.
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I CONSIGLIERI D’ INGANNI
VIII BOLGIA: I CONSIGLIERI D’ INGANNI
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Questa bolgia comprende quelli che in vita suscitarono, con la loro lingua, liti e sventure devastanti come incendi . Ora sono dolorosamente avviluppati da lingue di fuoco.
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Il personaggio più importante
di questa bolgia è Ulisse . Dante continuò la storia di Ulisse, narrando cosa avvenne dopo il ritorno ad Itaca…
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[… ]Lo maggior corno della fiamma antica
cominciò a crollarsi mormorando pur come quella che il vento affatica: indi la cima qua e là menando come fosse la lingua che parlasse, gittò voce di fuori e disse: “…Quando
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“..-mi dipartii da Circe, che sottrasse
me più d’un anno là presso Gaeta, prima che sì Enea la nominasse; né dolcezza di figlio, né la pietà del vecchio padre, né il debito amore lo quale dovea Penelope far lieta, vincer poter dentro da me l’ardore ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto e delli vizi umani e del valore:
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ma misi me per l’alto mare aperto,
sol con un legno e con quella compagna picciola della qual non fui diserto. L’un lito e l’altro vidi infin la Spagna fin nel Morrocco, e l’isola de’ Sardi, e le altre che quel mar intorno bagna.
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Io e i compagni eravam vecchi e tardi
quando venimmo a quella foce stretta dov’Ercole segnò li suoi riguardi, a ciò che l’uom più oltre non si metta: dalla man destra mi lasciai Sibilia, dall’altra già m’avea lasciata Setta. O frati, - dissi- che per centomilia perigli siete giunti all’occidente; a questa tanto picciola vigilia de’ nostri ch’è del rimanente, non vogliate negar l’esperienza, di retro al sol, del mondo sanza gente.
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Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza – Li miei compagni fec’ io sì aguti, con questa orazion picciola, al cammino, che a pena poscia li avrei ritenuti. E,volta nostra poppa nel mattino, de ‘ remi facemmo ali al folle volo, sempre acquistando dal lato mancino. Tutte le stelle già dell’ altro polo vedea la notte, e il nostro tanto basso che non surgea fuor del marin suolo.
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Cinque volte racceso e tante casso
lo lume era di sotto dalla luna, poi ch ‘entrati eravam nell’alto passo, quando n’apparve una montagna ,bruna per la distanza, e parvemi alta tanto quanto veduta non avea alcuna.
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Noi ci allegrammo,e tosto tornò in pianto;
chè della nuova terra un turbo nacque e percosse del legno il primo canto. Tre volte il fe’ girar con tutte l’ acque; alla quarta levar la poppa in suso , e la prora ire in giù, com’ altrui piacque,
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Infin che il mar fu sopra noi richiuso-
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IX BOLGIA: SEMINATORI DI DISCORDIE
Nella nona bolgia ci sono i seminatori di discordie. In vita favorirono ogni forma di discordia e divisione; ora sono orrendamente lacerati e mutilati da colpi di spada.
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La decima bolgia comprende quelli che in vita sfigurarono in vari modi la verità, ora sono orrendamente sfigurati da diverse malattie. X BOLGIA: I FALSARI
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A cura di Laura Amoroso Gaia Scrimali
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