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L’ITALIA DI GIOLITTI Il “decollo” industriale italiano

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Presentazione sul tema: "L’ITALIA DI GIOLITTI Il “decollo” industriale italiano"— Transcript della presentazione:

1 L’ITALIA DI GIOLITTI Il “decollo” industriale italiano
Giolitti tra socialisti e cattolici Il suffragio universale maschile La Guerra italo- turca (o Guerra di Libia)

2 IL NUOVO RE E IL NUOVO MINISTRO
Dopo il regicidio, nuovo re: Vittorio Emanuele III : Giovanni Giolitti presidente del Consiglio. Visione della politica molto pratica e concreta. Giolitti

3 IL “DECOLLO” INDUSTRIALE ITALIANO
Meccanizzazione dell’agricoltura  nuovi capitali da investire nell’industria + disponibilità di manodopera (contadini possono diventare operai)  potenziate le fabbriche già esistenti (filande e zuccherifici) Necessari molti capitali per creare grandi industrie: Giolitti favorisce la collaborazione tra imprenditori e banche. Settori principali: siderurgico, meccanico, tessile. Principali imprenditori: Pirelli (pneumatici), Olivetti (macchine da scrivere), Agnelli (automobili). Energia idroelettrica fornita dalla Edison. Statalizzazione delle ferrovie,traforo del Sempione. Politica protezionistica: favoriti i prodotti industriali e i cereali italiani nel mercato interno (alleanza tra industriali del Nord e latifondisti del Sud). Il protezionismo tra gli stati è reciproco: penalizzati i piccoli agricoltori del Sud dediti a colture specializzate (viti, olivi, agrumi), che non riescono ad esportare i loro prodotti. Molti scioperi nel settore e agricolo e massiccia emigrazione dal Sud Italia (8, 5 milioni tra 1900 e 1914).

4 Ferrovie italiane ad inizio ‘900
Ferrovie italiane nel 1870 Ferrovie italiane ad inizio ‘900

5 GIOLITTI E GLI OPERAI Giolitti ritiene che lo stato debba essere neutrale di fronte agli scioperi degli operai e intervenire solo in caso di violenza. Tuttavia, per non entrare in conflitto con i latifondisti del sud, le manifestazioni dei braccianti agricoli vengono represse. Leggi in favore degli operai: 12 anni età minima per lavorare, limitazioni orari di lavoro, mese pagato di maternità, sussidi di malattia e pensioni. Giolitti cerca il dialogo con i socialisti riformisti, soprattutto con Turati.

6 IL SUFFRAGIO UNIVERSALE maschile
1912: estensione del diritto di voto a tutti i maschi adulti, compresi gli analfabeti che avessero compiuto i 30 anni e assolto il servizio militare. I partiti devono modernizzarsi, perché ormai devono ottenere il consenso di tutti gli elettori, anche quelli non abituati alla lettura  nascono i partiti di massa, che spesso gestiscono anche scuole per adulti. Giolitti cerca l’appoggio di singoli parlamentari, al di là degli schieramenti d’appartenenza, concedendo favori ai suoi sostenitori  i suoi oppositori lo accusano di corruzione.

7 L’APERTURA AI CATTOLICI
Dopo la Rerum Novarum, i cattolici avevano intensificato la loro attività in campo sociale. Con Giolitti, entrano in politica col permesso di papa Pio X, perché ormai è chiaro che non si potrà ricreare lo Stato della Chiesa. 1913, Patto Gentiloni (dal nome del rappresentante cattolico che lo firma): per evitare l’eccessivo ingresso dei socialisti in parlamento dopo l’allargamento del suffragio, le liste liberali accolgono canditati cattolici. In cambio del sostegno della Chiesa, i liberali si impegnano a sostenere le scuole cattoliche.

8 LA RIPRESA DEL COLONIALISMO
Ripresa dell’avventura coloniale italiana. Motivazioni: - riequilibrare le forze coloniali nel Mediterraneo, dominato da Francia e Inghilterra - i nazionalisti vogliono la rivincita dopo la sconfitta di Adua - i grandi industriali sperano in commesse da parte dell’esercito - i socialisti vedono il colonialismo come uno strumento contro la disoccupazione (G. Pascoli: La grande proletaria si è mossa). 1911: guerra contro la Turchia per ottenere la Libia conquista lunga, difficile e alla fine deludente: il territorio coltivabile è molto più piccolo di quanto sperato (La Libia è “uno scatolone di sabbia”)  critiche a Giolitti

9 La Turchia (che all’epoca era ancora Impero Ottomano) esercitava
la sua sovranità sulla Libia

10

11 Un gioco da tavolo ispirato alla Guerra italo-turca

12 LA FINE DEL GOVERNO GIOLITTI
Elezioni del 1913 (le prime a suffragio universale maschile: si rafforzano i socialisti  Giolitti si dimette Il nuovo presidente del Consiglio, Antonio Salandra, adotta una politica repressiva contro le manifestazioni di piazza  “Settimana rossa” in Romagna e nelle Marche (disordini violenti guidati dai socialisti), repressa dall’esercito.

13 ARTE E CULTURA TRA ‘800 E ‘900 La Belle Epoque

14 L’ottimismo della Belle epoque
Belle Epoque= periodo la fine dell’800 e la Prima Guerra Mondiale. Nome nato in Francia nel dopoguerra, per definire un periodo di cui si aveva nostalgia. flmato Belle Epoque Clima di generale ottimismo tra la borghesia, generato dalla nuova industrializzazione e dal miglioramento della qualità della vita. Parigi è capitale europea della moda, dello spettacolo (teatri e primi cinema), dell’arte e dello sport (viene fondato il Comitato Internazionale Olimpico, che nel 1896 organizza le prime Olimpiadi moderne ad Atene).

15 Durante la Bell’Epoque i poster pubblicizzavano
non solo i nuovi prodotti, ma anche gli spettacoli. Il più famoso locale parigino era il Moulin Rouge, dove il pittore Henri de Toulouse-Lautrec trovò Ispirazione per le sue opere.

16 Henri de Toulouse-Lautrec
mentre dipinge Ballo al Moulin Rouge

17 UN PERIODO DI CONTRADDIZIONI
Sotto la facciata di ottimismo, molte situazioni difficili: miseria delle classi sociali più deboli, conflitti etnici (soprattutto nell’Impero Austro-Ungarico), imperialismo, rivolte in Russia, tragedia del Titanic nel 1912 (foto e disegni) Epoca di grandi contraddizioni, di cui si accorgeranno scrittori e artisti. Il sogno si infrangerà nella Prima Guerra Mondiale Un giudizio sulla Belle Epoque (articolo online)

18 Le scienze umane e la letteratura
Nascono due nuove scienze: l’antropologia culturale (studia i comportamenti e i costumi dei gruppi umani) e la psicoanalisi, fondata da Freud (studia i processi mentali delle persone). La psicoanalisi avrà una grande influenza sulla letteratura del Novecento. Letteratura: movimento del Decadentismo. Sottolinea il senso di estraneità dell’uomo verso la realtà che lo circonda. Maggiori esponenti europei: poeti simbolisti francesi (Baudelaire, Rimbaud, Verlaine), l’irlandese Oscar Wilde (autore de Il ritratto di Dorian Gray), il tedesco Thomas Mann. In Italia: D’Annunzio, Pascoli, Svevo e Pirandello.

19 a. Rimbaud, Sensazione (1870)
Nelle azzurre sere d'estate, andrò per i sentieri, punzecchiato dal grano, a pestar l'erba tenera: trasognato sentirò la frescura sotto i piedi e lascerò che il vento mi bagni il capo nudo.   Io non parlerò, non penserò più a nulla: ma l'amore infinito mi salirà nell'anima, e me ne andrò lontano, molto lontano come uno zingaro, nella Natura, lieto come con una donna. (Rimbaud scrisse questa poesia quando aveva 16 anni) Arthur Rimbaud a 17 anni

20 Oscar Wilde Italo Svevo

21 I movimenti artistici Futurismo: movimento italiano che riguarda arte, letteratura e musica. Fondato da Marinetti nel Temi: rifiuto della tradizione, esaltazione della tecnologia, dell’industria e della velocità, celebrazione della guerra come “sola igiene del mondo”. Artisti principali: Boccioni, Carrà, Balla. Soggetti: treni, città industriali, strada affollate. Cubismo: nasce a Parigi nel 1907 dai pittori Picasso e Braque. Distruzione della prospettiva ed eliminazione di un unico punto di vista sul soggetto (scomposizione delle forme).

22 Ritratto di Ambroise Vollard
Umberto Boccioni, La città che sale 1910 Pablo Picasso Ritratto di Ambroise Vollard 1910


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