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PubblicatoLuciano Grossi Modificato 10 anni fa
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La Biblioteca del Centro didattico cantonale di Bellinzona
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"IL TICINO DIVENTA CANTONE SVIZZERO"
"1803 " "IL TICINO DIVENTA CANTONE SVIZZERO" Vincenzo Dalberti Carta geografica del nuovo Cantone Ticino Bandiera Cantone Ticino, con stemma (1803)
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INDICE 1. Introduzione 2. Bandiera e cartina della Repubblica Elvetica /3 3. Osservazioni su: Argovia (Fricktal) - Giura - Neuchâtel 4. Il Ticino sotto l’Elvetica, alcune caratteristiche, /3 5. L’Atto di Mediazione 6. Atto di Mediazione nella parte riguardante il nuovo Cantone Ticino 7. Caratteristiche del Ticino con l’”Atto di Mediazione” 8. La costituzione del 19 febbraio 1803 9. Alcuni personaggi del Piccolo Consiglio 10. La rete viaria ticinese 11. Monumento all’indipendenza ticinese 1903, Bellinzona piazza Indipendenza 12. La bandiera del nuovo Cantone 13. Bandiere storiche 14. La legge sulla scuola 15. I Patriziati 16. Archivio Cantonale 1803 17. La situazione carceraria 18. Castello Visconteo di Locarno 19. Le monete del nuovo Cantone 20. La Svizzera dalla Repubblica Elvetica alla Mediazione 21. Bibliografia
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La presente ricerca non pretende di essere esaustiva,
INTRODUZIONE La presente ricerca non pretende di essere esaustiva, né tantomeno di essere concorrenziale con gli specialisti del settore, si propone invece di presentare in forma semplice e schematica certi aspetti del periodo storico preso in considerazione, optando soprattutto sugli avvenimenti ticinesi. L’intento è dunque quello di fornire un aiuto ai docenti perché possano, forse, trovare uno spunto di partenza per le loro lezioni. Se abbiamo presentato certi avvenimenti, luoghi o personaggi piuttosto che altri è perché pensiamo siano i più significativi. Abbiamo limitato la ricerca storica al solo materiale disponibile al Centro didattico di Bellinzona. Torna all’indice
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BANDIERA E CARTINA DELLA REPUBBLICA ELVETICA 1798 - 1803
I colori della bandiera ufficiale, disposti orizzontalmente, non hanno nessun legame con la tradizione elvetica e sono un’adozione della bandiera tricolore francese. (Vedi capitolo “Bandiere storiche”) I 19 Cantoni della Repubblica Elvetica. Il Canton Argovia, il Giura e il Cantone di Neuchâtel non facevano parte della Svizzera a quel tempo. Torna all’indice
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OSSERVAZIONI SU: ARGOVIA (FRICKTAL) - NEUCHÂTEL - GIURA
Il Fricktal è una parte del Cantone di Argovia che comprende i distretti di Rheinfelden e di Laufenbourg. Nel 1748 l’Austria pensava di vendere il Fricktal a Basilea ma cambiò idea l’hanno seguente. In un articolo segreto di Campo-Formio (17 ottobre 1797) l’imperatore Francesco rinunciava al Fricktal in favore del duca di Modena, ma le cose non cambiarono fino alla pace di Lunéville (9 febbraio 1801). L’articolo due di questo trattato disponeva che l’imperatore cedeva alla Francia il Fricktal e tutti i possedimenti situati tra Zurzach e Basilea. Il governo francese si riservava in seguito il diritto di cedere questa striscia di terra alla Repubblica Elvetica. Ma la cessione non andò mai in porto e il balivo austriaco continuò ad amministrare Rheinfelden. Il medico Fahrländer prese in mano il governo del Fricktal il 6 gennaio 1802, creò una costituzione, e ne divenne il prefetto. Il 18 agosto il direttorio Elvetico ammise il Fricktal come cantone svizzero autonomo. A settembre il prefetto fu rovesciato da un colpo di stato preparato da Karl Fetzer e Baptiste Jehle D’Olsberg, quest’ultimo partecipò alle delibere della Consulta. È probabilmente a seguito di questo intervento che il Fricktal fu definitivamente riunito con l’Atto di Mediazione al Canton Argovia appena costituito. (DHBS, Neuchâtel, 1921) Neuchâtel entrò a far parte della Confederazione Elvetica con il Vallese e Ginevra il 12 settembre 1814. Torna all’indice Il Giura divenne Cantone nel 1978.
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Il TICINO SOTTO L’ELVETICA alcune caratteristiche 1798-1802/3
Ordinamento politico-amministrativo Sotto il regime unitario scomparvero i “baliaggi italiani” per far posto a due “Cantoni” (o Prefetture), due semplici divisioni amministrative: il “cantone di Bellinzona” comprendente Bellinzona e le tre valli ambrosiane (Valli di Riviera, Blenio e Leventina) e il “cantone di Lugano” comprendente il Sottoceneri (con i distretti di Mendrisio, Lugano), Locarno e la Vallemaggia. Ogni Cantone era amministrato da un Prefetto: il colonnello Giuseppe Rusconi per il Cantone di Bellinzona e Giacomo Bonvicini per il Cantone di Lugano. La Svizzera dal formarsi delle Alpi agli interrogativi riguardanti il futuro, Ex-libris, Zurigo, 1975 Torna all’indice
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Questo nuovo ordinamento politico-amministrativo incontrò l’opposizione
di gran parte del popolo ticinese per motivi diversi: - peso delle imposte - dover fornire un contingente di ottocento soldati per l’esercito federale - contegno altezzoso dei rappresentati francesi - contrasto tra i due partiti degli Aristocratici e dei Patrioti, detto anche partito francese Ex voto del soldato Rodoni di Artore, militare al servizio napoleonico ferito nel Dopo il disastro di Russia il governo, nonostante l’arruolamento coatto di cattivi soggetti, malviventi e vagabondi, non riuscì a racimolare che 26 reclute sulle 180 che avrebbe dovuto fornire alla Francia. Ceschi, Ottocento ticinese, Dadò, 1986 Archivio di stato, Bellinzona Torna all’indice Archivio di stato, Bellinzona
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L’ATTO DI MEDIAZIONE L’Atto di Mediazione segnò la fine della
Repubblica Elvetica, già da tempo in declino. I conflitti tra le due opposte fazioni si acuirono così tanto che Napoleone Bonaparte, dopo solo cinque anni di governo unitario, impose alla Svizzera una nuova Costituzione (30 settembre 1802), denominata “Atto di Mediazione”. Nasce così la nuova Confederazione di 19 cantoni: tra quelli nuovi compare anche il Ticino con capitale Bellinzona. Non sarebbe stato facile superare i regionalismi per dar vita a un solo cantone: subito divampò la polemica tra Lugano e Bellinzona per la scelta della capitale. 1803- I nuovi Cantoni: Argovia, Turgovia, San Gallo, Grigioni, Vaud e Ticino Torna all’indice
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Atto di Mediazione nella parte riguardante il nuovo Cantone Ticino
Amiens, 27 giugno 1803 (Archivio di stato, Bellinzona) Nell’Atto di Mediazione campeggia la figura della Francia con nella destra la spada e nella sinistra l’alloro. Non figura la data di stampa, né il nome dello stampatore. Torna all’indice
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Caratteristiche del Ticino con l’”Atto di Mediazione”
L’”Atto” sarebbe entrato in funzione il 15 aprile 1803 facendo nascere la Confederazione dei 19 Cantoni che diventano Stati. Dovranno accettare norme comuni nel campo delle dogane, delle monete e della politica estera. Novità per il Ticino: -il confine amministrativo interno è annullato -si distribuisce in 8 distretti (Mendrisio, Locarno, Vallemaggia, Lugano, Riviera, Bellinzona, Leventina, Blenio) -si istituisce il Gran Consiglio (potere legislativo), il Piccolo Consiglio (potere esecutivo) e un Tribunale d’Appello : sessione inaugurale del Canton Ticino al convento dei Benedettini a Bellinzona Torna all’indice
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LA COSTITUZIONE DEL 19 FEBBRAIO 1803
TITOLO 1. DIVISIONE DEL TERRITORIO E STATO POLITICO DEI CITTADINI Art. 1. Il Cantone del Ticino comprende, oltre il territorio rinchiuso ne’ suoi limiti attuali, la Valle Leventina. Art.2. Egli è diviso in otto Distretti, cioè: Mendrisio, Lugano, Locarno, Valle Maggia Bellinzona, Riviera, Blenio e Leventina. Bellinzona è il Capo luogo del Cantone. Li otto Distretti sono divisi in 38 Circoli. I cittadini si riuniscono, quando v’ha luogo in Assemblee di Comune, et in Assemblee di Circolo. Art.3. Per esercitare i diritti di Cittadino in un’Assemblea di Comune, o di Circolo, si richiede: 1. Essere domiciliato da un anno nel Circolo, o nella Comune; 2. Avere l’età d’anni venti, essere ammogliato, od esserlo stato; oppure avere l’età di trent’anni se non ammogliato; 3. Esser proprietario, o usufruttuario d’uno stabile del valore di 200 franchi svizzeri, o d’un credito di 300 franchi ipotecato su d’uno stabile; 4. Nei circolo ove eranvi dei Patriziati, se non si era prima patrizio d’una delle Comuni del Cantone, pagare alla cassa de’ poveri del suo domicilio un’annua somma, che sarà regolata dalla Legge, giusta il valore delle proprietà della Comune, in cui minimum sarà di sei franchi, e il maximum di cinquanta; ciò non di meno per la prima elezione sarà sufficiente di pagare il tre per cento del prezzo dell’ultimo contratto d’acquisto del Patriziato. Sono eccettuati da questa quarta condizione i ministri del Culto, e i capi di famiglia nati in Svizzera, o nel paese una volta suddito della Svizzera, i padri di quattro figli, che passano l’età di anni 16, gl’inscritti nelle milizie e che hanno un mestiere, od uno stabilimento. Torna all’indice Storia della Svizzera, Dorand [et al.], Locarno, Dadò, 2001
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Carta geografica del nuovo Cantone Ticino, pubblicata
Il 20 maggio 1803 si insediano le prime autorità costituzionali: un Gran Consiglio di 110 deputati, fra i quali viene eletto un Governo di 9 membri. I magistrati ticinesi devono subito confrontarsi con polemiche regionalistiche tra Lugano e Bellinzona per la scelta della capitale, ma anche con altri problemi ben più seri e acuiti dalle difficoltà finanziarie, quali la costruzione della rete stradale, l'istruzione del popolo, la lotta all'indigenza e alle malattie endemiche. L'integrità stessa del cantone è messa in pericolo quando Napoleone, divenuto imperatore, trasforma la Repubblica Cisalpina in Regno d'Italia, che intende ampliare con l'annessione di parte del Ticino. Solo la disastrosa campagna di Russia costringe l'imperatore a ritirare le truppe d'occupazione salvando il Ticino. Con la sconfitta di Napoleone nel 1813 crolla però anche il sistema della Mediazione. Alla fine del 1814 il Ticino si diede una nuova costituzione, che limitava i diritti e le libertà dei cittadini. (Soria della Svizzera, Dorand [et al.], Locarno, Dadò) Carta geografica del nuovo Cantone Ticino, pubblicata dal P. Paolo Ghiringhelli nell’Helvetischer Almanch für das Jahr 1812. Ceschi, Ottocento ticinese, Dadò, 1986 Torna all’indice
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Il Gran Consiglio elegge il Piccolo Consiglio nelle persone di:
V. Dalberti di Olivone, G. Rusconi di Giubiasco, G.B. Maggi di Castel San Pietro, G.B. Quadri di Magliaso, A. Zeglio di Ambrì, A. Maderni di Mendrisio, Zurini arciprete di Riva San Vitale, A. Caglioni di Ascona e G. Reali di Cadro. Una lastra di marmo posta all’entrata della galleria dei Benedettini a Bellinzona ricorda la prima seduta inaugurale del Gran Consiglio con queste parole: “Agli albori del secolo XIX il Ticino sorto a dignità di Stato sovrano entrava nella lega dei Cantoni Confederati. Il Gran Consiglio eletto in liberi popolari comizi tenne in questa vetusta sede la sua prima seduta inaugurale il 20 maggio 1803. Autorità e popolo riconoscenti un secolo dopo il 20 maggio 1903 commemorando il fausto evento”. La seduta costitutiva fu tenuta nel Convento dei Benedettini, ex Banca dello Stato (Piazza Collegiata) Torna all’indice
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Il potere giudiziario L’amministrazione della giustizia, completamente separata dal potere legislativo ed esecutivo, è curata dai Giudici di pace, dai Tribunali di prima istanza, da un Tribunale amministrativo e da un Tribunale d’Appello, composto di 13 membri nominati per 2 anni dal Gran Consiglio. Torna all’indice
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Alcuni personaggi del Piccolo Consiglio Vincenzo Dalberti
primo presidente dell’esecutivo 1803 Nato a Milano nel 1763, studioso, specialista di storia economica, ordinato sacerdote nel 1786, tornò al suo paese di origine (Olivone) come cappellano. Qui si trasferì poco prima del 1798, mettendo subito in luce le sue doti politiche. Restò in governo fino al 1814 poi assunse la carica di segretario di Stato e tornò al governo con la Riforma del 1830 fino Morì a Olivone nel 1847, dove è sepolto. Torna all’indice
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Giuseppe Rusconi di Giubiasco
Consigliere di stato 1803 Di famiglia di tradizioni militari nacque a Saragozza nel Ritornò nella sua casa patrizia a Giubiasco con il grado di tenente colonnello. Comandante delle milizie del baliaggio bellinzonese e prefetto nazionale del cantone di Bellinzona fino al 1801, morì nel 1817. “Non era uomo di legge, né pare avesse molto studiato in letteratura, ma era coscienzioso, indefesso, cauto e godeva della stima generale. Era da tutti chiamato “il Colonnello””. Storia della Svizzera italiana, Franscini, Lugano, 1993 Torna all’indice
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Il ponte della Torretta costruito a Bellinzona
La rete viaria ticinese La prima legge in materia di costruzioni stradali emanata nel 1804, prevedeva la realizzazione della “strada maestra” che da Chiasso, attraverso il Ceneri, la cui strada fu iniziata nel 1806, avrebbe portato al S. Gottardo. L’onere finanziario di tali impegni pesò molto sul magro bilancio cantonale nel periodo per il 38% in media. Cronologia della rete viaria: Mendrisio-Coldrerio 1806 Bellinzona bivio della Moesa Lugano Ponte Tresa Lugano Ostarietta Agno Coldrerio Chiasso Ostarietta Cadenazzo Vira 1810 Cadenazzo Bellinzona Bellinzona Locarno (riva destra del Ticino) Mendrisio-Lugano Bivio Moesa Biasca Giornico 1814 Ponte della Torretta Materiali e documenti di storia dell’Ottocento, nel Duecentesimo della nascita di Stefano Franscini, DIC, DS, UIM, 1996 Il ponte della Torretta costruito a Bellinzona nel 1814 toglieva Locarno e i villaggi sulla sponda destra del fiume Ticino da un isolamento stradale plurisecolare. Ceschi, Ottocento ticinese, Dadò, 1986 Stampa di Jakob Meyer,1815 (Lugano, Archivio storico) Torna all’indice
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Entrate e uscite per il 1808 -1809 -1810
“Le strade, senza eccezione, sono molto belle e solidamente costruite. Particolarmente quella del Monte Ceneri viene lodata dai competenti. Si desidererebbe solo fossero più larghe per evitare le difficoltà di transito. Da Bellinzona a Lugano, Locarno, alle Valli Leventina e Blenio, in parte si può viaggiare magnificamente in diligenza e in parte non si può fare un passo senza ricevere duri colpi alle costole. Il Cantone ha destinato alla costruzione di nuove strade molto più denaro di quanto ricevuto dalle dogane e dai pedaggi”. ENTRATE SPESE Entrate e uscite per il Antonio Galli, Il Ticino all’inizio dell’Ottocento, nella descrizione “topografica e statistica”, di Paolo Ghiringhelli con note, raffronti e aggiunte, Bellinzona-Lugano, Istituto Editoriale Ticinese, 1943 Torna all’indice
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MONUMENTO ALL’INDIPENDENZA TICINESE 1903
BELLINZONA PIAZZA INDIPENDENZA Lo scultore Natale Albisetti (Stabio ) è ancor oggi una personalità mal conosciuta. Studiò a Brera, si recò a Lione e poi a Parigi. Quattro bronzi e una lastra di marmo ricoprono il monumento all’Indipendenza ticinese, costruito nel 1903 per commemorare la nascita del Canton Ticino. L’Obelisco ricorda la campagna napoleonica in Egitto. 1 1. Il Ticino accolto dalla Confederazione 2. La pace, l’abbondanza, la giustizia 2 Torna all’indice
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LA BANDIERA DEL NUOVO CANTONE
Flavio Cotti, nella sua allocuzione pronunciata in onore del capo dello Stato francese, ha messo in luce la profonda e positiva influenza che la Francia ha avuto sulle sorti del nostro Cantone già nei secoli addietro. Ha rammentato la Rivoluzione francese del 1789, i cui principi di libertà ed uguaglianza non hanno tardato a propagarsi fino alle nostre latitudini. Cotti ha poi ricordato che se il Ticino nel 1803 è stato elevato al ruolo di Cantone sovrano, ciò è stato possibile grazie all'Atto di mediazione concluso a Parigi in quell'anno, sulla cui firma non poca influenza ebbe Napoleone. Il presidente della Confederazione ha poi concluso il suo discorso ricordando con piacere come i colori della bandiera ticinese siano gli stessi di quelli del comune di Parigi. Bandiera attuale Articolo apparso sul Corriere del Ticino, sabato 31 ottobre 1998, in occasione della visita in Ticino del presidente della Repubblica francese Jacques Chirac al Castelgrande di Bellinzona. Torna all’indice
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BANDIERE STORICHE Bandiere storiche ticinesi, mostra storica del Duecentesimo dell’indipendenza ticinese Lugano, Villa Ciani, agosto-ottobre 1998 (Archivio di stato, Bellinzona) Bandiera Repubblica Elvetica (1798) Misure: tela 180x125, asta cm 307 Proprietà: Archivio cantonale, Bellinzona Bandiera Cantone Ticino, con stemma (1803?) Misure: tela cm 190x175, asta cm 340 Proprietà: Museo storico, città di Lugano Bandiera Cantone Ticino, non adottata (1803 ca.) Misure: tela 180 x 160, asta cm 303 Proprietà: Archivio Cantonale, Bellinzona Torna all’indice
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LA LEGGE SULLA SCUOLA Nessun regolamento stabilì però chi
Il Canton Ticino aveva istituito la scuola pubblica già nel primo anno della propria esistenza, nel 1804, eppure dopo oltre 25 anni stava ancora aspettando che le buone intenzioni si traducessero in realtà La legge prevedeva: - scuola primaria in ogni Comune -obbligo di frequenza per tutti i “minorenni” -affidamento dell’insegnamento “ai Parrochi, Capellani, ed altre persone capaci, e probe indistintamente” -multe ai padri, tutori e curatori non adempienti Nessun regolamento stabilì però chi fossero i “minorenni” quali i tempi dell’obbligo, e chi dovesse vigilare e chi finanziare. La prima legge sulla scuola, 4 giugno 1804 Il Canton Ticino nei primi anni della sua autonomia Scuola ticinese, no. 65, Bellinzona, 1978 Torna all’indice
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I PATRIZIATI La Rivoluzione francese con l’introduzione di nuove strutture e nuove denominazioni (municipalità, prefetto, ecc.), cancella in pratica il termine di vicinia per sostituirlo con borghesia prima e Patriziato poi: dove per Patriziato si intende governo patrizio, denominazione svizzero tedesca attinta secondo il Caroni, “alla storia di città che come Bena, Lucerna, Friborgo e Soletta erano rette in modo oligarchico da una categoria di privilegiati”. L’atto di Mediazione nel 1803 istituirà accanto al Patriziato il Comune politico, per cui si arriverà alla promulgazione di due diverse leggi intese a ordinare e definire quelle che ormai erano considerate istituzioni separate all’interno di uno stesso comune. Regolatti, Il Cittadino, Salvioni, Bellinzona, 1996 Il periodo che corre dal al è il periodo che si considera del Patriziato comunale. La Costituzione della Mediazione stabilì agli art. 3 e 4 î requisiti richiesti “per esercitare i diritti di cittadino in un assemblea di Comune e di circolo”. Fra questi capeggiava all’art. 3 cifra 4 il possesso dello stato di Patrizio. Documenti della Commissione di studio sul patriziato ticinese, DI, Bellinzona, 1975 Torna all’indice
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Scrinium, studi e testimonianze…, Locarno, 1976
ARCHIVIO CANTONALE 1803 La storia dell'Archivio cantonale, sorto per esigenze amministrative, è legata alla nascita del Canton Ticino nel Fino al 1882 l'archivio non ebbe una sede stabile: non avendo il Ticino una capitale fissa, parte del materiale continuò a peregrinare dal 1821, con un ciclo seiennale fra Bellinzona, Locarno e Lugano, le tre città che a turno ricoprivano la carica di capoluogo. Poche settimane dopo la sua installazione il Piccolo Consiglio nominò un paio di segretari per il suo “burò” e il primo archivista cantonale, Carlo Lissone. … Una decina di anni più tardi il Consiglio di Stato, “sentito il rapporto del suo Segretario qualmente l’archivio del Governo è in uno stato di intera confusione, o che per meglio dire non vi è archivio propriamente detto, ne regola certa per rinvenire i documenti”, e ritenuto che “trattandosi di organizzare l’archivio dello stato dall’anno 1803 a questa parte (…) è necessario l’impiego di moltissimo tempo”, decise di nominare ben due archivisti. Al Lissone, riconfermato, venne ad aggiungersi Agostino Pozzi Scrinium, studi e testimonianze…, Locarno, 1976 Torna all’indice
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LA SITUAZIONE CARCERARIA
Uno dei primi atti legislativi più importanti fu la legge del 15 maggio 1804, firmata del Presidente del Gran Consiglio Rusconi e dai segretari Marcacci e Capra, con la quale il Piccolo Consiglio doveva: - provvedere ad erigere una casa di lavoro (che sarà poi chiamata anche Ergastolo o Casa di forza) - “fissare il luogo, le regole, l’ordine e la direzione di tale stabilimento…” - richiamare dai penitenziari di oltre Gottardo i cittadini ticinesi condannati. Ubicazione: la scelta fu facile: Castelgrande di Bellinzona, già proposto nel breve periodo della Repubblica Elvetica, era luogo giudicato ventilato, salubre e vicino all’abitato. È difficile ricostruire tutta la storia dell’Ergastolo cantonale, i documenti sono andati dispersi, i rendiconti governativi possono però fornire ragguagli. Jacomella, Carceri, carcerieri , carcerati, Locarno, Dadò, 1992 Torna all’indice
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LE MONETE DEL NUOVO CANTONE
L’undici agosto 1803 la Dieta (assemblea dei rappresentanti dei Cantoni) decideva che le emissioni cantonali dovessero avere una stessa unità monetaria, “il franco”. Le monete dovevano portare da una parte la scritta “Confederazione Svizzera” con un guerriero abbigliato all’antica e appoggiato a uno scudo dentro il quale doveva stare la scritta “XIX Cantoni”. Dall’altra parte lo stemma e il nome del Cantone. Torna all’indice
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ELVETICA ALLA MEDIAZIONE
LA SVIZZERA DALLA REPUBBLICA ELVETICA ALLA MEDIAZIONE CRONOLOGIA La vecchia Confederazione La Repubblica Elvetica /3 La Mediazione La Restaurazione Torna all’indice
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DIFFERENZE MEDIAZIONE REPUBBBLICA ELVETICA - impopolare - popolare
Torna all’indice DIFFERENZE MEDIAZIONE REPUBBBLICA ELVETICA - impopolare - presenza dell’occupazione militare - imposta dall’esterno, non è un fenomeno spontaneo - fine dell’Indipendenza nazionale - non teneva conto della tradizione Svizzera - abolizione del regime corporativo - abolizione delle dogane interne - dichiarazione dei diritti dell’uomo - 19 cantoni - abolizione dei vecchi privilegi feudali - Repubblica unitaria centralizzata, basata sulla sovranità popolare e la separazione dei poteri: legislativo, esecutivo - popolare - spariscono le truppe d’occupazione - porta la pace e la prosperità - teneva conto delle condizioni cantonali - sviluppo economico - 19 cantoni - Stato federativo, il cantone riacquista la sua autonomia - sovranità popolare scompare in alcuni cantoni - rinasce la dieta - separazione dei poteri non è mantenuta a livello cantonale
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BIBLIOGRAFIA SVIZZERA
- La Svizzera dal formarsi delle Alpi agli interrogativi riguardanti il futuro, Zurigo, Ex Libris, 1975 - Calgari / Agliati, Storia della Svizzera, dalla preistoria al 1815, Bellinzona, Casagrande, 1969 - Kreis, Cento anni della nostra storia, la Svizzera nell’Ottocento Locarno, Dadò, 1986 - Dictionaire Historique & biographique de la Suisse, Neuchâtel, 1921 - Dizionario storico della Svizzera, (trilingue), - Dorand, Storia della Svizzera, Locarno, Dadò, 1989 Torna all’indice
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TICINO - Rossi / Pometta, Storia del Cantone Ticino, Locarno, Dadò, 1980 - Quirici, Lineamenti di storia ticinese e svizzera, Lugano, Bellinzona Istituto editoriale ticinese, 1969 - Calgari, Idea di una storia del Ticino, Locarno, Pedrazzini, 1966 - Il Cantone Ticino nei primi anni della sua autonomia …, Bellinzona, DPE, 1978, in Scuola ticinese, no. 65 (+tavole) - Nel duecentesimo della nascita di Stefano Franscini, materiali e documenti di storia ticinese dell'Ottocento, a cura degli esperti di storia di Scuola media, Bellinzona ,UIM, 1996 - Ghiringhelli, Il Ticino all'inizio dell'Ottocento…, Bellinzona, Lugano, Istituto editoriale ticinese, 1943 - Nething, Il San Gottardo…, Bellinzona, Banca del Gottardo, Torna all’indice
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- Foletti, Arte nell’Ottocento…, Locarno, Dadò, 2001
- Caldelari, Stradario del borgo di Giubiasco, Porza, Lugano, Trelingua, 1978 - Ceschi, Ottocento Ticinese, Locarno, Dadò, 1986 - Scrinium, studi e testimonianze…, Locarno, 1976 - Guida dell’Archivio Cantonale, a cura di Giuseppe Martinola, Bellinzona, Grassi, 1951 - Bandiere storiche ticinesi, mostra storica del Duecentesimo dell’indipendenza ticinese Lugano, Villa Ciani, agosto-ottobre 1998 (Archivio di Stato, Bellinzona) - Ghiringhelli, Il cittadino e il voto, materiali sull’evoluzione dei sistemi elettorali nel Canton Ticino, , Locarno, Dadò, 1995 - Franscini, Storia della Svizzera italiana, dal 1797 al 1802, Lugano, Unione di Banche Svizzere, 1993 - Jacomella, Carceri carcerieri - carcerati, Locarno, Dadò, 1992 Torna all’indice
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Bellinzona-Lugano, Istituto editoriale Ticinese, 1943
- Galli, Il Ticino all’inizio dell’Ottocento, nella descrizione “topografica e statistica” Bellinzona-Lugano, Istituto editoriale Ticinese, 1943 Torna all’indice Copy: DIC, DS, CDBe - Realizzato da: Onella Monti / Manuel Droz
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